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venerdì 27 gennaio 2023

La vita nella beatitudine di Dio


4a domenica del Tempo ordinario (A)
Sofonia 2,3;3,12-13 • Salmo 145 • 1 Corinzi 1,26-31 • Matteo 5,1-12a
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Seguire Gesù è la garanzia per entrare nel regno dei cieli, nella gioia e nella beatitudine di poter sperimentare la tenerezza di Dio. Sì, lo afferma categoricamente Gesù nel suo discorso sul monte (cf. Mt 5,1-12; vangelo): "Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli". È, non sarà! Già fin d'ora, anche se non compiutamente. È una beatitudine che ha un prezzo: essere simili al Maestro negli insulti, nelle persecuzioni, nella menzogna che contrasta la verità.
Gesù, come ce lo descrive Matteo, è seduto al pari di un novello Mosè ed espone la "nuova Legge". "Gesù, vedendo le folle, salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono i suoi discepoli. Si mise a parlare ed insegnava loro…" (Mt 5,1-2). Ai discepoli detta le nuove norme perché possano essere per le folle testimoni veri di ciò che sta a cuore al Padre, che in Gesù si manifesta. Vuole che i suoi e coloro che vorranno seguirlo siano "beati". È una beatitudine non superficiale e passeggera, ma una beatitudine che penetra e sconvolge tutta le persone in tutto il suo essere. È sperimentare la beatitudine di Dio. Per questo occorre spogliarsi del proprio bagaglio esistenziale ingombrante, ed essere poveri nello spirito.
Essere "poveri" comporta fidarsi di Dio e quindi far parte del suo regno. È la carta di accesso per sperimentare quella beatitudine che consola, che non ci abbandona, che ci libera dal torbido che appanna la nostra vista interiore e ci dà la possibilità di vedere Dio, come suoi figli, portatori di pace perché posseduti da quella pace che è dono del Cielo.
Tutto questo però non segue la logica del mondo. Tutt'altro! Dio sceglie ciò che è stolto per il mondo per confondere i sapienti, quello che è debole per confondere i forti, ciò che è nulla per ridurre al nulla tutte le cose che sono (cf. 1Cor 1,26-31; II lettura).
È il paradosso di Dio! Si passa attraverso il nulla di sé, come genuino atto di amore, per giungere al tutto di Dio che è la nostra beatitudine.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli (Mt 5,12)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Beati i miti, perché avranno in eredità la terra (Mt 5,5) - (29/01/2017)
(vai al testo…)
 Beati gli operatori di pace (Mt 5,9) - (30/01/2011)
(vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Felicità è uno dei nomi di Dio (27/01/2017)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2023)
  di Cettina Militello (VP 11.2016)
  di Marinella Perroni (VP 1.2011)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione: Il discorso della montagna, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, gennaio 2017)

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