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venerdì 31 dicembre 2021

L'esperienza di ciò che passa e di ciò che rimane


Il 2021 è terminato! Ma se il tempo cronologico trascorre inesorabile, c'è un altro "tempo" che non lascia dietro di noi solo ricordi o tracce di esperienze negative o positive, vissute nella gioia o nella sofferenza. È un tempo carico della presenza amorosa del Padre, perché nel nostro trascorrere e nella percezione che "tutto passa", c'è Qualcuno che "rimane". Lui dà senso a tutto!
In questo anno abbiamo continuato a vivere con questa pandemia, che tutti indistintamente condiziona provocando divisioni, accentuando il divario sociale, ma che, di contro, ci fa sperimentare veri, profondi e sinceri segni di una solidarietà che fa emergere, anche senza fare notizia, il buono che c'è in ciascuno.
Ci sono stati momenti importanti per me e la mia famiglia. Il più importante, il rientro dopo 25 anni, dai Castelli Romani nella nostra città di Trieste, nella nostra diocesi di origine.
Ogni distacco provoca sofferenza, ma anche quella pace che ci viene donata quando abbiamo cercato di compiere, come ne siamo stati capaci, la volontà di Dio. Abbiamo svolto un servizio ecclesiale che ci era stato chiesto, abbiamo cercato di impegnarci con passione per quello che ci sta più a cuore: il diaconato; impegnandoci oltre che a livello locale, anche nazionale e oltre, con la Comunità del Diaconato in Italia e, nel mondo dei sacerdoti e diaconi che aderiscono al Movimento dei Focolari a livello mondiale. Per quest'ultimo servizio infatti ci eravamo trasferiti: esperienza che ci ha allargato l'anima su orizzonti mai pensati prima, venendo a contatto con realtà e persone di rara umanità, con la coscienza, pur nel nostro limite, di aver contribuito assieme a tanti alla fraternità universale.
Abbiamo salutato le varie persone con le quali abbiamo fatto, a livello di Chiesa locale, un cammino insieme: il vescovo di Frascati mons. Martinelli, i diaconi che mi aveva incaricato di seguire, i sacerdoti con i quali ho instaurato bei rapporti, le persone delle varie parrocchie dove ho operato. In particolare, la comunità del diaconato della vicina diocesi di Velletri-Segni, che abbiamo frequentato fruttuosamente per 15 anni, ha manifestato espressioni di riconoscenza e di affetto che ci hanno commosso. Il vescovo di quella diocesi, mons. Apicella, alla nostra lettera con la quale gli comunicavamo il nostro rientro in diocesi a Trieste, ci ha risposto tra l'altro: "… Certamente per noi è una perdita importante e forse lo è ancora di più per la Chiesa di Frascati… Vi ringraziamo per l'amicizia e la testimonianza diaconale che ci avete donato, in particolare ci avete consentito di respirare con polmoni più ampi, ossigenandoci con la vostra esperienza diversa, le vostre riflessioni stimolanti e, non da ultimo, come sponda da cui proveniva l'eco di quanto è andato maturando nel diaconato italiano…".
Rientrati a Trieste abbiamo riallacciato i rapporti con le varie persone con le quali siamo stati in qualche modo sempre in contatto. Cerchiamo di riabituarci alla nuova realtà…, alla "bora" che avevamo dimenticato…, ad avere in cuore soprattutto le persone che ci sono state affidate. In particolare quelle della nuova parrocchia dove sono stato assegnato per il mio servizio diaconale, che, non so per quale coincidenza (forse perché di periferia, come avevo chiesto), è la stessa che lasciai venticinque anni fa quando ci trasferimmo in quel di Roma. Ho incontrato molte persone di allora, ora nonni con i loro nipoti che sono i figli dei giovani di allora…
È una parrocchia di periferia, abbastanza popolosa, dove il parroco, unico sacerdote e già provato dalla malattia, è molto contento di accogliermi. Siamo nei mesi estivi, quando la maggior parte delle persone è in ferie e le attività pastorali sono sospese. Iniziamo così, senza particolari programmi, la nostra collaborazione. Purtroppo la malattia ha il sopravvento e dopo una breve degenza all'ospedale, don Giuseppe ritorna alla casa del Padre. Dolore e sgomento… Al funerale la chiesa è stracolma… L'ultimo saluto da tantissime persone, toccate dalla sua persona e dalla sua opera evangelizzatrice senza confini né steccati…
Mi trovo a gestire l'ordinaria amministrazione della parrocchia in attesa del nuovo parroco. Don Andrea, giovane prete, farà il suo ingresso ufficiale l'8 dicembre, solennità dell'Immacolata Concezione.
Molto importante per me l'esperienza pastorale nei due mesi precedenti, dove, insieme alle persone più impegnate, abbiamo cercato di vivere bene questo momento di "solitudine" e di prepararci al "nuovo" che verrà. Un nuovo non solo nella persona del parroco, quanto piuttosto un "nuovo" che siamo invitati a intraprendere senza attaccamenti al passato, ma aperti alla novità dello Spirito, tutti compartecipi dell'unica missione di portare a tutti la "novità" che, in Gesù, il Padre ci ama immensamente.
Un anno finisce, un anno inizia, immensamente grati per la Luce che sempre "ci precede" e che "illumina ogni uomo".

giovedì 30 dicembre 2021

Figli della Luce


II domenica dopo Natale
Siracide 24,1-2.8-12, NV 24,1-4.12-16 • Salmo 147 • Efesini 1,3-6.15-18 • Giovanni 1,1-18
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio... In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini" (Gv 1,1.4). È una luce che le tenebre non riescono a sopraffare (cf. Gv 1,5), la luce "che illumina ogni uomo" (Gv 1,9).
Questa luce è venuta a noi e ci ha dato Vita, una Vita dal sapore divino. Una Luce che si è fatta Carne e che ha posto la sua dimora in mezzo a noi: è il Verbo del Padre, il principio unificatore di tutto l'universo, il Logos che ci ha fatto vedere il Padre, che ce l'ha raccontato.
In Lui abbiamo accolto, con la grazia dello Spirito, quella vita che ci è stata donata e capace di generarci alla vita di Dio, con la possibilità di "diventare figli di Dio" (cf. Gv 1,12-13).
La Luce che le tenebre non hanno vinto è quella Sapienza che "sta davanti a Dio e proclama la sua gloria", quella Parola che è "rivolta verso Dio" per esprimere l'intimità divina, ha "piantato la sua tenda in Giacobbe e affondato le sue radice tra gli eletti" (cf. Sir 24,2-8; I lettura).
Questa luce ha illuminati la nostra vita, perché quella "gloria" che il Padre ha dato al Figlio, Lui stesso, facendosi carne, l'ha data a noi, affinché fossimo una cosa sola accolti nell'intimità divina della Trinità, perfetti nell'unità e il mondo conosca l'amore del Padre per l'umanità (cf. Gv 17,22-23).

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Vedi anche:

Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9) - (03/01/2021)
(vai al testo…)
 E il Verbo… venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14) - (05/01/2020)
(vai al testo…)
 Il Figlio unigenito: è lui che ha rivelato Dio (cf. Gv 1,18) - (03/01/2016)
(vai al testo…)
 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto (Gv 1,16) - (04/01/2015)
(vai al testo…)
 Il Verbo venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14) - (05/01/2014)
(vai al testo…)
 La luce splende nelle tenebre (Gv 1,5) - (02/01/2010)
(vai al post "La luce che viene dall'alto")
 La luce splende nelle tenebre (Gv 1,5) - (03/01/2009)
(vai al post "Luce nel buio")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  La luce vera che illumina ogni uomo (02/01/2021)
  Natale: Dio nell'uomo, essere abitati da Dio (03/01/2020)
  La profondità ultima del Natale: Dio nell'uomo (02/01/2016)
  Figli come Gesù e in Gesù (02/01/2015)
  Figli della Luce, generati dalla Parola (03/01/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
  di Gianni Cavagnoli (VP 11.2013)
  di Marinella Perroni (VP 11.2010)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Claudio Arletti (VP 11.2008)
  di Enzo Bianchi (VF.A)
  di Enzo Bianchi (VF.B)
  di Enzo Bianchi (VF.C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

mercoledì 29 dicembre 2021

Essere madre, essere figlio


Maria Santissima Madre di Dio
Numeri 6,22-27 • Salmo 66 • Galati 4,4-7 • Luca 2,16-21
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il Vangelo proposto per questa solennità, Ottava del Natale, è la prosecuzione di quello della notte di Natale. I pastori che hanno ascoltato la voce dell'angelo partono "senza indugio" per andare a vedere ciò che è stato loro annunciato. Giunti alla casa vedono la piccola famiglia riunita, riferiscono ciò che è stato detto loro e, andandosene, annunciano ciò che hanno udito e visto (cf. Lc 2,16-21).
Quale potrebbe essere la nostra reazione come ascoltatori? Probabilmente di sorpresa, ma una sorpresa che spesso non ha la forza di smuovere e che ci lascia nell'indifferenza: vero dramma dell'umanità. Ormai siamo assuefatti a tutto e, se le cose non ci toccano nella carne, non lasciano nessun segno. Il Vangelo ci consegna la reazione di Maria. Pur non comprendendo tutto ciò che succede, Maria "conserva il ricordo", cioè lo imprime nella memoria; e "meditarlo" faciliterà un giorno la sua comprensione. Come Maria non siamo tenuti a comprendere tutto subito, basta non restare chiusi nell'indifferenza, ma avere la capacità di ascoltare e ricordare ciò che si muove intorno a noi.
In questa solennità natalizia la liturgia celebra la maternità divina di Maria.
Madre di Dio è il più bel titolo che possiamo dare a Maria, perché è il compito che Dio le ha affidato nel suo progetto.
Grazie a Maria, il Figlio di Dio, dice Paolo (cf. Gal 4,4-7; II lettura), è "nato da donna", è un uomo in carne ed ossa come noi. Grazie a Maria, Gesù è anche "nato sotto la legge". La circoncisione poi (cf. Lc 2,21) è il segno dell'appartenenza al popolo di Dio. Maria, quindi, lo inserisce nella comunità dei credenti: per questo troviamo Maria sempre insieme a Gesù o alla sua comunità.
Nei primi secoli cristiani non esistevano raffigurazioni di Maria senza Gesù o non tratte dal Vangelo. Poi, però, si è cominciato a staccarla dal Figlio, a pensare che lei abbia da portare un suo messaggio separato da quello di Gesù…
Nel Vangelo Maria parla pochissimo. Lei soprattutto ascolta. Maria "custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19). Le parole, che in tutti suscitano stupore, lei le ascolta attentamente e le custodisce nel cuore.
Maria non è solo la madre naturale di Gesù, ne è anche la più profonda interprete: ascolta la Parola e la medita per comprendere la volontà di Dio e metterla in pratica.
È l'itinerario che anche Maria ha fatto, perché è l'itinerario di ogni credente. Infatti, appartenere a una comunità, come diventare figli o genitori, non è una questione puramente fisica. Non vi è nulla di automatico. Maria diventa madre di Gesù per dono di Dio, ma diventa pienamente madre con la fede e l'ascolto, facendo la volontà di Dio.
Così noi: figli di Dio lo siamo dal momento che veniamo concepiti, perché Dio ci ama ancor prima che esistiamo, ma diventiamo realmente figli accogliendo nella fede lo Spirito di Gesù. Che noi siamo figli lo prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio (cf. Gal 4,6). Possiamo, allora, fare l'esperienza di sentirci amati personalmente da Dio, accolti così come siamo. È l'esperienza che ci trasforma la vita e ci fa diventare ciò che veramente siamo, figli nel Figlio. Il tempo della vita è lo spazio che Dio ci dà per diventare ciò che già siamo.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto (Lc 2,20)
(vai al testo)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc 2,19) – (01/01/2021)
(vai al testo)
 Maria… custodiva tutte queste cose (Lc 2,19) – (01/01/2020)
(vai al testo)
 I pastori riferirono ciò che era stato detto loro (Lc 2,17) – (01/01/2019)
(vai al testo)
 I pastori riferirono ciò che era stato detto loro (Lc 2,17) – (01/01/2018)
(vai al testo)
 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose (Lc 2,19) – (01/01/2017)
(vai al testo)
 Vinci l'indifferenza e conquista la pace (01/01/2016 - Giornata mondiale della pace)
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 Non più schiavi, ma fratelli (01/01/2015 - Giornata mondiale della pace)
(vai al testo)
 Fraternità, fondamento e via per la pace (01/01/2014 - Giornata mondiale della pace)
(vai al testo)
 Beati gli operatoti di pace (01/01/2013 - Giornata mondiale della pace)
(vai al testo)
 Educare i giovani alla giustizia e alla pace (01/01/2012 - Giornata mondiale della pace)
(vai al testo)
 Libertà religiosa, via per la pace (01/01/2011 - Giornata mondiale della pace)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Madre di Dio (30/12/2020)
  Vergine e Madre (30/12/2019)
  L'incarnazione del Verbo riscatta il tempo che svanisce, colorandolo di eterno (30/12/2018)
  Il grande campo della libertà di Dio: la maternità verginale di Maria, la Theotokos (30/12/2017)
  Il Nome per eccellenza: Dio salva (30/12/2016)
  Alimentati dalla benedizione di Dio (30/12/2015)
  La Vergine Madre (30/12/2013)
  Madre dell'unica persona del Verbo di Dio, dono per il mondo (31/12/2012)
  Madre di Dio (30/12/2011)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
  di Cettina Militello (VP 11.2016)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Luigi Vari (VP 11.2014)
  di Giovanni Cavagnoli (VP 11.2013)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012)
  di Marinella Perroni (VP 11.2011)
  di Marinella Perroni (VP 11.2010)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Claudio Arletti (VP 11.2008)
  di Enzo Bianchi (A)
  di Enzo Bianchi (B)
  di Enzo Bianchi (C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 24 dicembre 2021

La convivenza col divino


Santa Famiglia (C)
1 Samuele 1,20-22.24-28 • Salmo 83 • 1 Giovanni 3,1-2.21-24 • Luca 2,41-52)
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La domenica nell'ottava del Natale ci riporta al mistero della Santa Famiglia. Una famiglia dove Dio è di casa, non soltanto per la presenza di Gesù, il Figlio di Dio che nasce in una famiglia umana, ma anche perché i suoi componenti vivono un rapporto tutto speciale col divino, pur nella normale quotidianità. Ognuno vive e cresce nella graduale comprensione e realizzazione del disegno inscritto da sempre nel cuore del Padre.
Emblematico di questa graduale comprensione del progetto personale di Dio è il racconto evangelico del ritrovamento di Gesù nel tempio (cf. Lc 2,41-52). Esperienza umanissima dei genitori, che, "angosciati", sono alla ricerca del figlio. Lo stupore adolescenziale del figlio che si meraviglia dell'atteggiamento preoccupato dei genitori. La percezione del suo "essere", per il ragazzo Gesù, è più forte di ogni legame parentale: saper cogliere cosa il Padre vuole da te dà certezza e forza per superare ogni resistenza.
Ognuno che ha fatto questa esperienza lo sa. Ma sa anche che non ci si esalta per l'esperienza dello Spirito, ma si sperimenta che seguire Dio significa umiltà, obbedienza, docilità. Così è stato anche per Gesù che, ritornato a Nazaret, stava sottomesso ai suoi genitori. Maria in particolare, pur non comprendendo appieno, "custodiva" nel proprio cuore il mistero di quel figlio tutto speciale. Non dimeno lo è stato per Giuseppe che, pur essendo il padre del ragazzo, scopre di far la parte di un altro Padre: comprensione nuova del disegno personale di aver assicurato il nome a Gesù, uno scomparire, un restare nell'ombra per poter svolgere al meglio il proprio ruolo, che solo l'amore sa cogliere e attuare.
E allora possiamo intuire che non solo Gesù "cresceva in età e grazia davanti a Dio e agli uomini", ma anche il suoi genitori, per la loro parte, hanno sperimentato il progressivo penetrare nel mistero di quel Figlio che ci vuole tutti simile a sé, nell'amore vicendevole, "secondo il precetto che ci ha dato" (cf. 1Gv 3,23; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Dopo tre giorni trovarono Gesù nel tempio (Lc 2,46) - (30/12/2018)
(vai al testo…)
 Gesù cresceva in sapienza, età e grazia (Lc 2,52) - (27/12/2015)
(vai al testo…)
 Questo è il mio comandamento: che ci amiamo gli uni gli altri (1Gv 3,23) - (30/12/2012)
(vai al testo…)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Famiglia umana, Famiglia divina (28/12/2018)
  La famiglia, il luogo dove si impara il nome di Dio Amore (26/12/2015)
  Il segno visibile dell'amore del Padre (28/12/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Marinella Perroni (VP 10.2012)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Il ritrovamento di Gesù nel tempio, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, 2018)

giovedì 23 dicembre 2021

Dalla parte degli ultimi


Natale del Signore
Visualizza i brani delle Letture
Messa nella Vigilia: Isaia 62,1-5 • Salmo 88 • Atti 13,16-17.22-25 • Matteo 1,1-25
Messa della Notte: Isaia 9,1-6 • Salmo 95 • Tito 2,11-14 • Luca 2,1-14
Messa dell'Aurora: Isaia 62,11-12 • Salmo 96 • Tito 3,4-7 • Luca 2,15-20
Messa del Giorno: Isaia 52,7-10 • Salmo 97 • Ebrei 1,1-6 • Giovanni 1,1-18


Appunti per l'omelia

La profezia si è avverata: la Vergine ha dato alla luce il Figlio, l'atteso… Ed è iniziata un'era nuova: Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi, uno di noi… fratello tra fratelli per svelarci il mistero d'amore del Padre.
La sua venuta ha sconvolto le aspettative di molti, ha innestato reazioni imprevedibili: questo Bambino nasce povero e fa spaventare i ricchi, nasce umile ed allarma i potenti, nasce mite e disarmato e scatena l'ira dei violenti… E questo non solo allora, ma anche oggi, una reazione che periodicamente ritorna.
Il Bambino ha sconvolto la nostra vita e nella società (che pur vuol dirsi cristiana) è in atto una subdola operazione per trasformare il Natale in una festa senza il Bambino! Perché tanta paura nei suoi confronti? Eppure da questo Bambino è partita la più grande e benefica trasformazione dell'umanità; da questo Bambino è nata la civiltà dell'amore e del rispetto; e mentre più ci si allontana da Lui riemerge la barbarie del sopruso, della discriminazione, del rifiuto degli altri, di ogni diversità.
Il Bambino di Betlemme si è schierato dalla parte dei più deboli e ci ha restituito lo smarrito, lo scartato, il rifiutato, perché in loro accogliessimo Lui come nostro fratello.
"Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati" (Gv 1,11-13).
Sì, per Lui, per quel Bambino che solo gli ultimi e quei sapienti aperti alla verità e in ricerca di essa, come i Magi, abbiamo la Vita e il senso pieno del nostro vivere.
E il Natale ritorna e vuol rendere il nostro cuore pronto ad accogliere Gesù, come accadde a Betlemme nel cuore di Maria, di Giuseppe, dei pastori, perché, come dice papa Francesco, "dove Dio nasce, nasce la speranza, nasce la pace. E dove nasce la pace non c'è più posto per l'odio e per la guerra". Nasce l'Amore, e brilla la sua Luce!

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Oggi, nella città di Davide, è nato per noi il salvatore… (Lc 2,11)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11) – (25/12/2020)
 (vai al testo…)
 Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11) – (25/12/2019)
(vai al testo…)
 I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino (Lc 2,16) – (25/12/2018)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per voi un salvatore (Lc 2,11) - (25/12/2017)
(vai al testo…)
 Andiamo… vediamo questo avvenimento (Lc 2,15) - (25/12/2016)
(vai al testo…)
 Andiamo dunque fino a Betlemme (Lc 2,18) - (25/12/2015)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per noi il Salvatore (Lc 2,11) - (25/12/2014)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per noi il Salvatore (Lc 2,11) - (25/12/2013)
(vai al testo…)
 Non temete: vi annuncio una grande gioia (Lc 2,10) – (25/12/2012)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per noi il Salvatore (Lc 2,11) - 25/12/2011)
(vai al testo…)
 Un bambino è nato per noi (Is 9,5) - (25/12/2010)
(vai al testo…)
 La Parola è diventata carne e ha abitato fra noi (Gv 1,14) - (23/12/2009)
(vai al post "Dio, nostro fratello")
 Gloria a Dio nel più alto dei cieli, pace in terra agli uomini che egli ama (Lc 2,14) (Lc 2,14) - (24/12/2008)
(vai al post "Il prodigio dell'amore")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  La Luce apportatrice di Vita (23/12/2020)
  Dio ha condiviso tutto di noi (24/12/2019)
  Il vero Natale per noi! (23/12/2018)
  Gli "ultimi" si sono messi in cammino e hanno incontrato Dio (24/12/2017)
  La speranza di un Bambino (23/12/2016)
  Dio entra nel mondo dal punto più basso (23/12/2015)
  Gloria a Dio in cielo; pace agli uomini in terra (23/12/2014)
  Dio si è fatto bambino! (24/12/2013)
 Il mistero dell'umiltà di Dio (24/12/2012)
 Dar vita a Gesù, oggi (23/12/2011)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di Antonio Savone (VP 11.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Cettina Militello (VP 2016)
  di Luigi Vari (VP 2015)
  di Luigi Vari (VP 2014)
  di Giovanni Cavagnoli (VP 2013)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Marinella Perroni (notte, VP 2011)
  di Marinella Perroni (giorno, VP 2011)
  di Marinella Perroni (notte, VP 2010)
  di Marinella Perroni (giorno, VP 2010)
  di Claudio Arletti (notte, VP 2009)
  di Claudio Arletti (giorno, VP 2009)
  di Claudio Arletti (notte, VP 2008)
  di Claudio Arletti (giorno, VP 2008)
  di Enzo Bianchi (vol. anno C, giorno)
  di Enzo Bianchi (vol. anno B, notte)
  di Enzo Bianchi (vol. anno A, aurora)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Annuncio ai posatori, di Bernadette Lopez, 2018)

venerdì 17 dicembre 2021

Nel sussulto dello Spirito


4a domenica di Avvento (C)
Michea 5,1-4a • Salmo 79 • Ebrei 10,5-10 • Luca 1,39-45
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Ormai alle porte del Natale, la quarta domenica di Avvento è caratterizzata dalla figura di Maria, che la liturgia, nel ciclo C, ce la presenta mentre fa visita alla parente Elisabetta, anch'essa in attesa di un figlio. È l'incontro tra due donne. In questa visita la Vita che Maria porta in grembo va incontro alla speranza dell'uomo in attesa: la vita di Dio e la speranza degli uomini.
Il figlio di Maria, le cui "origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti" (cf. Mi 5,1: I lettura), sarà l'incarnazione del Dio invisibile; il bambino che Elisabetta porta in grembo porterà al culmine le attese di Israele, e quindi di tutta l'umanità.
È un incontro stupendo che porta in sé l'impronta e il dinamismo dello Spirito. Maria, dopo la sua totale adesione alle parole dell'angelo, si alza "in fretta" e va "verso la regione montuosa, in una città di Giuda… nella casa di Zaccaria", dove incontra e saluta Elisabetta (cf. Lc 1,39-40). E il saluto che l'anziana parente ricambia non è frutto di umana sorpresa e amicizia: ambedue le donne sono "colme" di Spirito Santo.
La visita di Maria è la visita di Dio. Maria porta in sé lo Spirito che con la sua ombra l'ha resa madre. Ed è lo stesso Spirito che fa esclamare Elisabetta: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!"; "E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto" (cf. Lc 1,42-46).
È la beatitudine della fede, la prima beatitudine del vangelo: Maria ha creduto alla parola del Signore che promette l'impossibile. Ed è anche l'ultima beatitudine del Risorto: "Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno" (Gv 20,29).
Il Natale del Signore, ormai vicino, è sempre un'esperienza di fede. È l'invito rivolto a ciascuno a lasciarsi guidare dallo Spirito, a sciogliere le nostre resistenze ed entrare nel vortice di quell'«Eccomi» che ha sconvolto l'universo. L'«Eccomi» che il Figlio di Dio ha espresso dall'eternità e che ha realizzato "entrando nel mondo" (cf. Eb 10,5-10; II lettura); e l'«Eccomi» di Maria che ha reso possibile tutto ciò, dove il "sussulto" di Giovanni nel grembo della madre è preludio al sussulto dei credenti generati a vita nuova mediante lo "Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5,5).


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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo gremb (Lc 1,42)
(vai al testo…)

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Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? (Lc 1,143) - (23/12/2018)
(vai al testo…)
 Benedetta tu fra le donne (Lc 1,42) - (20/12/2015)
(vai al testo…)
 Beata colei che ha creduto (Lc 1, 45) - (23/12/2012)
(vai al testo…)
 Ha guardato alla bassezza della sua serva (Lc 1,48) - (20/12/2009)
(vai al post "Il modello del nostro servizio")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Beato chi crede al compimento della Parola (21/12/2018)
  Natale, noi tutti portatori di Dio (18/12/2015)
  Lì, dove fiorisce la gioia (21/12/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Marinella Perroni (VP 10.2012)
  di Claudio Arletti (VP 10.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 10 dicembre 2021

La gioiosa attesa dell'incontro


3a domenica di Avvento (C)
Sofonia 3,14-17 • Salmo Is 12,2-6 • Filippesi 4,4-7 • Luca 3,10-18
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

La gioia è il "leitmotiv" di questa domenica: un invito a rallegrarsi ed esultare con tutto il cuore, a non lasciarsi cadere le braccia presi dalla disperazione, perché il Signore ha revocato la nostra condanna e Lui ci rinnoverà col suo amore. Lui stesso gioirà per noi, esulterà con grida di gioia: "Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente " (cf. Sof 3,14-17; I lettura).
Sì, "il Signore è vicino!", fa eco san Paolo, invitandoci ed incalzandoci ad essere "sempre lieti nel Signore", a non angustiarci per nulla, a far presente a Dio le nostre necessità in umile riconoscente preghiera, affinché la sua pace custodisca i nostri cuori (cf. Fil 4,4-7; II lettura).
Il Signore è vicino!
Ma affinché la gioia per questo incontro diventi sorgente di vita e non si disperda nella superficialità del nostro vivere quotidiano, occorre vigilanza, preparazione per un incontro importante e decisivo.
Anche noi, che attendiamo il Signore pur sapendo di averlo in qualche modo già incontrato, vogliamo rimetterci in gioco, come le folle al seguito di Giovanni (cf. Lc 3,10-18; vangelo). Occorre porre rimedio alle nostre abitudini. Il Signore ci incontra lì, nel nostro vivere quotidiano. Non ci chiede di cambiare mestiere per poterlo accogliere e seguire, ma di vivere in pienezza quello che già stiamo facendo.
Alle folle che chiedevano cosa fare, Giovanni indica la condivisione; agli esattori delle tasse e a quelli in combutta con l'invasore romano di non pretendere tangenti; ai soldati o ai poliziotti di non usare violenza, soprattutto verso le persone più fragili.
L'invito è a prepararci all'incontro col Cristo, a lasciarci immergere da Lui, non nell'acqua, ma nello Spirito Santo che tutto rinnova e in quel fuoco che tutto purifica e che fa ardere il cuore.


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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Maestro che cosa dobbiamo fare? (Lc 3,10)
(vai al testo…)

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Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 E noi che cosa dobbiamo fare? (Lc 3,14) - (16/12/2018)
(vai al testo…)
 Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco (Lc 3,16) - (13/12/2015)
(vai al testo…)
  E noi, che cosa dobbiamo fare? (Lc 3,14) - (16/12/2012)
(vai al testo…)
 Rallegratevi sempre nel Signore! (Fil 4,4) - (13/12/2009)
(vai al post "Chiamati alla gioia")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Che cosa dobbiamo fare? (14/12/2018)
  Gesù accende la vita e la rende felice (11/12/2015)
  La gioia di incontrarlo nel migliore dei modi (14/12/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Marinella Perroni (VP 10.2012)
  di Claudio Arletti (VP 10.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Beata Chiara Luce Badano)

martedì 7 dicembre 2021

Il disegno originario del Padre


Immacolata Concezione della B. V. Maria
Genesi 3,9-15.20 • Salmo 97 • Efesini 1,3-6.11-12 • Luca 1,26-38
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La liturgia della Chiesa celebra sempre le meraviglie che Dio compie. La concezione immacolata di Maria ha un valore particolare perché coglie nel segno la nostra situazione, quella ereditata dai nostri progenitori e quella del progetto originario di Dio che, pensando a noi, ci ha "scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità" (Ef 1,4; II lettura).
Per restituire la condizione originaria in cui l'amore di Dio ci aveva posti, dopo l'antica disobbedienza, ecco la promessa: la stirpe della donna schiaccerà la testa del serpente antico (cf. Gen 3,15; I lettura). "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). Il Figlio si è fatto carne nel grembo di una ragazza, vergine, povera, sconosciuta, che nella sua umiltà ha saputo accogliere nel suo cuore prima e nel suo grembo poi la Parola eterna del Padre per mezzo della quale tutto è stato fatto (cf. Gv 1,3). Per questo progetto, meraviglioso e misericordioso, per preparare una degna dimora per il suo Figlio (cf. orazione di colletta), il Padre ha pensato dall'eternità a Maria preservandola da ogni macchia di peccato.
Maria, infatti, ha "trovato grazia presso Dio", prevenuta da sempre dalla grazia divina, grembo della presenza di Dio: "Il Signore è con te!", le dice l'angelo. "Concepirai un figlio… Sarà grande e verrà chiamato Figlio di Dio".
Alla proposta del messaggero divino Maria non esprime un dubbio, ma espone un desiderio, quello di rimanere vergine. Un ideale difficile per il suo tempo, frutto sicuramente della grazia di Dio. La maternità avrebbe sconvolto ogni aspettativa. Ma per Dio "nulla è impossibile": le ha ispirato di rimanere vergine, ora le domanda di diventare madre. Dio non si contraddice, perché nella logica evangelica salva la sua vita chi accetta di perderla (cf. Mc 8,35): uno ha ciò che ha saputo donare, così è stato anche per Abramo, che riebbe il figlio dopo averlo donato.
Così è per Maria, vergine e madre, immacolata fin dal grembo materno per accogliere nel suo grembo il Figlio di Dio ed in Lui tutti noi, perché anche noi fossimo dati alla luce nella condizione originaria, riscattati dalla morte del Figlio.
In Maria si compie il disegno del Padre sull'umanità, dove anche noi saremo rigenerati attraverso il suo Figlio, ed in Lui, per essere "santi e immacolati".

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Nulla è impossibile a Dio (Lc 1,37)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (breve commento e una testimonianza):
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(vai al testo…) - 8/12/2020)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(vai al testo…) - 8/12/2019)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(vai al testo…)- 8/12/2018)
Avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,35)
(vai al testo…) - 8/12/2016)
Lo Spirito Santo scenderà su di te (Lc 1,35)
(vai al testo…) - 8/12/2015)
Rallegrati, piena di grazia (Lc 1,29)
(vai al testo…) - 8/12/2014)
Rallegrati, piena di grazia (Lc 1,29)
(vai al testo…) - 8/12/2013)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
«Hai trovato grazia presso Dio» (6/12/2020)
Entriamo nella scia di Maria (6/12/2019)
L'Immacolata Concezione: la festa del cuore nuovo (7/12/2018)
Maria Immacolata: trasparenza vera nel dialogo con Dio (7/12/2017)
In Maria si congiunge il Cielo e la Terra (7/12/2016)
Dio ci chiama ad aprirci alla gioia (6/12/2015)
Resi immacolati dalla carità (6/12/2014)
Maria, il nostro "dover essere" (6/12/2013)
Il sogno di Dio (6/12/2012)

Riamando ad altri post sulla Solennità odierna, a suo tempo pubblicati:
Madre di Dio (7/12/2010)
Maria, Fiore dell'umanità (8/12/2009)
Immacolati nella carità (7/12/2008)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di Antonio Savone (VP 11.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Cettina Militello (VP 10.2016)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Luigi Vari (VP 10.2014)
  di Giovanni Cavagnoli (VP 10.2013)
  di Marinella Perroni (VP 10.2012)
  di Marinella Perroni (VP 10.2011)
  di Marinella Perroni (VP 10.2010)
  di Claudio Arletti (VP 10.2009)
  di Claudio Arletti (VP 10.2008)
  di Enzo Bianchi (vol. anno A)
  di Enzo Bianchi (vol. anno B)
  di Enzo Bianchi (vol. anno C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 3 dicembre 2021

Fare spazio alla Parola


2a domenica di Avvento (C)
Baruc 5,1-9 • Salmo 125 • Filippesi 1,4-6.8-11 • Luca 3,1-6
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Le narrazioni apocalittiche del vangelo della scorsa domenica, I di Avvento (cf. Lc 21,25-28.34-36) ci fanno intendere il fine e il senso della storia. Una storia però guidata provvidenzialmente e misteriosamente da Dio, a modo suo. La sua Parola si fa presente non attraverso i potenti di turno, governatori imperiali o rappresentanti religiosi, come ci indica l'incipit del racconto evangelico proposto per questa seconda domenica di Avvento. "La Parola di Dio, invece, viene su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto" (cf. Lc 3,1-6).
Se per i credenti essere in attesa del "Signore che viene", significa essere pronti ad accoglierlo, allora occorre preparare la via, spianare la strada. Giovanni va "predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati" (Lc 3,3). Egli è come la voce dell'araldo che precede il corteo reale. È "voce di uno che grida nel deserto" (Lc 3,4). Voce che prepara l'accoglienza della Parola: "preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!". Nel deserto: dove non c'è nulla che uno possegga più dell'altro, dove si è necessariamente uguali senza bagagli ingombranti uniti ai compagni di viaggio, dove ciò che è di troppo o si butta o si condivide. Allora occorre umiltà in questo nostro metterci nell'ascolto che accoglie, occorre che il nostro essere orgoglioso, la montagna del nostro orgoglio, si abbassi ed ogni nostra lacuna sia riempita dalla forza della Parola. Solo così la Parola potrà portare i suoi effetti, raddrizzando le nostre vie tortuose, i nostri umani ragionamenti di presunta superiorità (cf. Lc 3,4-5).
È una Parola rivolta a tutti, ad ognuno, a tutto il mondo: "Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!" (Lc 3,6).
Preparare la via al Signore che viene significa vigilare nell'amore, in modo che la nostra "carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento", per poter "distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo" (cf. Fil 1,1,9-11; II lettura).
Questo è il cambiamento che siamo invitati a mettere in atto, dopo che la Parola di Dio ha toccato la nostra vita.


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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio (Lc 3,6)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Lc 3,6) - (06/12/2015)
(vai al testo…)
 Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Lc 3,3) - (09/12/2012)
(vai al testo…)
 Il vostro amore abbondi sempre più (Fil 1,9) - (06/12/2009)
(vai al post "L'abbondanza del dono")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  La Parola "scende" nella nostra storia (08/12/2018)
  Ogni uomo è nel cuore di Dio (04/12/2015)
  In cammino… crescendo nell'amore (07/12/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Marinella Perroni (VP 10.2012)
  di Claudio Arletti (VP 10.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Voce che grida nel deserto, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, 2011)

mercoledì 1 dicembre 2021

Aprire il cuore all'ascolto


Parola di Vita – Dicembre 2021
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,45).


Anche questo mese la Parola di vita ci propone una beatitudine. È il saluto gioioso e ispirato di una donna, Elisabetta, ad un'altra donna, Maria, che è andata da lei per aiutarla. Sì, perché entrambe sono in attesa di un figlio ed entrambe, profondamente credenti, hanno accolto la Parola di Dio e ne hanno sperimentato la potenza generatrice nella propria piccolezza.
Maria è la prima beata del vangelo di Luca, colei che sperimenta la gioia dell'intimità con Dio. Con questa beatitudine, l'evangelista introduce la riflessione sul rapporto tra la Parola di Dio annunciata e la fede accogliente, tra l'iniziativa di Dio e l'adesione libera della persona.

«E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Maria è la vera credente nella "promessa fatta ad Abramo e alla sua discendenza per sempre" [1]. È talmente vuota di sé, umile e aperta all'ascolto della Parola, che lo stesso Verbo di Dio può farsi carne nel suo seno ed entrare nella storia dell'umanità.
Nessuno potrà sperimentare la maternità verginale di Maria, ma tutti possiamo imitare la sua fiducia nell'amore di Dio. Se accolta con il cuore aperto, la Parola con le sue promesse può incarnarsi anche in noi e rendere feconda la nostra vita di cittadini, padri e madri, studenti, lavoratori e politici, giovani e anziani, sani e malati.
E se la nostra fede è incerta, come è stato per Zaccaria [2]? Continuiamo ad affidarci alla misericordia di Dio. Egli non smetterà di cercarci, finché anche noi riscopriremo la sua fedeltà e lo benediremo.

«E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Tra le stesse colline della Terra Santa, in tempi molto più vicini a noi, un'altra madre profondamente credente, insegnava ai suoi bambini l'arte del perdono e del dialogo imparata alla scuola del vangelo. Un piccolo segno, in questa terra, culla di civiltà, da sempre alla ricerca di pace e stabilità, anche tra fedeli di religioni diverse. Racconta Margaret: «A noi figli, offesi da alcune espressioni di rifiuto da parte di altri bambini, vicini di casa, la mamma disse: "Invitate questi bambini a casa nostra"; lei stessa diede loro del pane appena cotto in casa, perché lo portassero alle loro famiglie. Da allora abbiamo costruito rapporti di amicizia con quelle persone» [3].
Anche Chiara Lubich ci sostiene in questa fede coraggiosa: «Maria, dopo Gesù, è colei che meglio e più perfettamente ha saputo dire "sì" a Dio. È soprattutto questa la sua santità e la sua grandezza. E se Gesù è il Verbo, la Parola incarnata, Maria, per la sua fede nella Parola è la Parola vissuta, ma creatura come noi, uguale a noi. […] Credere dunque, con Maria, che si realizzeranno tutte le promesse contenute nella Parola di Gesù e affrontare, come Maria, se occorre, il rischio dell'assurdo che alle volte la sua Parola comporta. Grandi e piccole cose, ma sempre meravigliose, accadono a chi crede nella Parola. Si potrebbero riempire dei libri con i fatti che lo provano. […] Quando, nella vita di tutti i giorni, nella lettura delle Sacre Scritture ci incontreremo con la Parola di Dio, apriamo il nostro cuore all'ascolto, con la fede che ciò che Gesù ci chiede e promette si avvererà. Non tarderemo a scoprire […] che Egli mantiene le sue promesse» [4].

«E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

In questo tempo di preparazione al Natale, ricordiamo la sorprendente promessa di Gesù di rendersi presente tra quanti accolgono e vivono il comandamento dell'amore reciproco: "Dove due o tre sono uniti nel mio nome - cioè appunto nell'amore evangelico - io sono in mezzo a loro" [5].
Fiduciosi in questa promessa, facciamo rinascere Gesù ancora oggi, nelle nostre case e nelle nostre strade, attraverso l'accoglienza reciproca, l'ascolto profondo dell'altro, l'abbraccio fraterno, come quello tra Maria ed Elisabetta.

Letizia Magri

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[1] cfr. Lc 1,55
[2] cfr. Lc 1,5-25; 67-79
[3] cfr. Intervista a M. Karram, a cura di A. Nicosia, Cittanuovatv, 5 febbraio 2021
[4] C. Lubich, Parola di Vita agosto 1999, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma, 2017) pp. 611-612.
[5] cfr. Mt 18,20


Fonte: https://www.focolare.org/


venerdì 26 novembre 2021

Il compimento della storia


1a domenica di Avvento (C)
Geremia 33,14-16 • Salmo 24 • 1 Tessalonicesi 3,12-4,2 • Luca 21,25-28.34-36
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Il nuovo anno liturgico inizia con un brano evangelico (cf. Lc 21,25-28.34-36) dal carattere apocalittico, che potrebbe sembrare catastrofico; ma non è così. Vuole sì parlarci della fine dei tempi, ma vuole innanzitutto dare un significato alle tragedie umane; farci capire che la fine della storia non la fine di tutto, ma il compimento della storia stessa che è sempre misteriosamente condotta dalla mano provvidente Dio, pur nel rispetto della libertà della creatura umana. Ci rammenta che la visione della nostra vita, se non è sorretta dalla speranza, barcolla nel buio; quando invece l'invito a "vegliare" ci fa desiderare di appartenere, già fin d'ora, alla gloria del Cielo. La speranza, sorretta dalla Parola di Dio che è più duratura del cielo e della terra, ci introduce nella visione di un mondo totalmente trasformato, dove potremo contemplare il volto di Dio e guatare la sua presenza.
Le parole dei Gesù, molto concretamente, ci interpellano nell'oggi della nostra vita: io, ora, mi sento sveglio o addormentato e vivo il tempo presente lasciandolo passare senza pensare?
L'invito, allora, è a "stare attenti", a "non appesantirci" in "crapule", in quell'eccesso nel mangiare e nel bere che altera la coscienza: stile di una vita dissipata. Le stesse preoccupazioni e gli affanni della vita, quando riponiamo la nostra sicurezza nelle cose materiali, offuscano il nostro rapporto di fede in Dio. Gesù ha sempre insistito nell'avere fiducia nella cura provvidenziale del Padre, ricordandoci che le preoccupazioni mondane possono offuscare la forza della Parola (cf. Lc 8,14). Pressante è quindi l'invito: "State attenti a voi stessi… Vegliate in ogni momento pregando", pronti a "comparire davanti al Figlio dell'uomo" (cf. Lc 21,34-36).
"Vegliate pregando". Non si tratta di "dire le preghiere". Si tratta invece di aprire "in ogni momento" il nostro cuore e tutto noi stessi lasciando lo spazio necessario affinché il Signore stesso possa intrattenersi con noi. La preghiera diventa così uno stile di vita, dove ognuno pone ogni sforzo per "essere", nel momento presente, la volontà di Dio su di lui, per far sì che il Signore ci faccia "crescere e sovrabbondare nell'amore vicendevole e verso tutti" (cf, 1Ts 3,12; II lettura), perché dove c'è l'amore lì c'è Dio (cf. 1Gv 4,7seg).


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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Vegliate in ogni momento pregando… (Lc 21,36)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 La vostra liberazione è vicina (Lc 21,28) - (02/12/2018)
(vai al testo…)
 State attenti... che i vostri cuori non si appesantiscano (Lc 21,34) - (29/11/2015)
(vai al testo…)
 Vegliate in ogni momento (Lc 21,36) - (02/12/2012)
(vai al testo…)
 Fammi conoscere, Signore, le tue vie (Sal 24,4) - (29/11/2009)
(vai al post "L'attesa…")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Un momento che si rinnova sempre (30/11/2018)
  Il tempo in cui Dio viene… ed è vicino come il respiro (27/11/2015)
  Nell'attesa di quel Giorno (30/11/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 10.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Marinella Perroni (VP 9.2012)
  di Claudio Arletti (VP 9.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: La seconda venuta, di Bernadette Lopez, 2012)

venerdì 19 novembre 2021

Il dono della vita, la verità della regalità


34a domenica del Tempo Ordinario (B)
Daniele 7,13-14 • Salmo 92 • Apocalisse 1,5-8 • Giovanni 18,33-37
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

"Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re» (Gv 18,37). Gesù è re! Ma di una regalità che non si misura con i parametri di questo mondo (cf. Gv 18,36), per cui risulta incomprensibile ogni paragone.
Gesù, infatti, mentre è in cammino verso Gerusalemme (luogo del dono totale della sua vita), secondo il racconto dell'evangelista Marco (cf. Mc 10,41-44), spiega ai suoi, che vorrebbero posizionarsi alla stregua dei potenti di questo mondo, come si devono comportare coloro che vogliono essere suoi discepoli: se i governanti opprimono i loro sudditi e li dominano, coloro che appartengono al "regno" dl rabbì di Nazaret, devono imitare il loro re, che "non è venuto per farsi servire, ma per servire a dare la propria vita in riscatto per molti" (cf. Mc 10,44).
Questa è la verità e la natura del regno di cui Gesù è re: servire e dare a vita.
Il vangelo secondo Giovanni proposto per questa domenica, ultima dell'anno liturgico nel ciclo B, ci riporta appunto nel pretorio di Pilato.
È una scena, quella nell'interrogatorio di Pilato, che lascia il fiato sospeso a chiunque voglia incasellare il comportamento di Dio con schemi umani. Gesù è nato ed è venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità: chiunque è dalla verità ascolta la sua voce (cf. Gv 18,37). E la verità che Gesù porta è se stesso, la sua persona, la sua vita, il suo insegnamento: il dono totale di sé. Chi è dalla sua parte comprende che regnare è servire, fino al dono della vita.
L'essenza del regno di cui Gesù è re è contraddistinta dall'essere stesso di Dio, come il Figlio ce l'ha rivelato: "svuotarsi" del suo essere come Dio e assumere tutto di noi e renderci partecipi della sua divinità, della sua regalità (cf. Fil 2,6seg).
Cristo, infatti, ci ha amato a tal punto da liberarci dai nostri peccati per mezzo del suo sangue, facendo "di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre" (cf. Ap 1,5-6; II lettura).
Se vogliamo seguire Gesù, non possiamo sottrarci a questa sua verità, non possiamo essere come Pilato, non affrontandone le conseguenze (cf. Gv 18,38).


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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce (Gv 18,37)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Tu lo dici: io sono re (Gv 18,37) - (25/11/2018)
(vai al testo…)
 Sono venuto… per dare testimonianza alla verità (Gv 18,37) - (22/11/2015)
(vai al testo…)
 Il mio regno non è di questo mondo (Gv 18,36) - (18/11/2012)
(vai al testo…)
 La santità si addice alla tua casa (Sal 92,5) - (22/11/2009)
(vai al post "Quale regno…")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Un regno fuori del mondo che dà senso al mondo (23/11/2018)
  La regalità di Cristo, pienezza di umanità (20/11/2015)
  Il vero Re, colui che serve e muore per amore (23/11/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 10.2021)
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(Immagine: Gesù di fronte a Pilato, di Bernadette Lopez, 2009)

venerdì 12 novembre 2021

L'attesa dell'incontro


33a domenica del Tempo Ordinario (B)
Daniele 12,1-3 • Salmo 15 • Ebrei 10,11-14.18 • Marco 13,24-32
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Saper guardare i segni della storia, ciò che passa e ciò che rimane e dà senso allo scorrere del tempo.
"Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte" (Mc 13,28-29). "Egli è vicino"!
Questa è la domenica della venuta del Figlio dell'uomo nella gloria. Ci avviamo alla fine dell'anno liturgico e i testi richiamano discorsi escatologici. Siamo in attesa della venuta del Signore e non sappiamo quando (cf. Mc 13,32). E la domanda sull'attesa ci interpella: l'uomo d'oggi ha la sensazione di essere in attesa di qualcosa o di qualcuno che dia senso e speranza alla "nostra tribolazione" o siamo come ai tempi di Noè (cf. Lc 17,26-30) dove nessuno si dava pensiero?
I credenti, nel celebrare l'Eucaristia annunciando la Pasqua del Signore, pregano: "… nell'attesa della tua venuta". La nostra è (o dovrebbe essere) un'attesa operosa; non della fine del mondo, ma dell'incontro vero, oggi, nella storia che ci determina, col Signore della storia e coglierne il senso. È un entrare nel nostro quotidiano, dove facciamo esperienza del bene e di quel male che sembra travolgerci, e saper guardare oltre. Se la realtà che ci circonda può procurarci ansia e paura per lo sconvolgersi degli avvenimenti, il Signore è lì con noi. Ci prende con sé e cammina con noi. Ce l'ha promesso, fino alla fine del tempo (cf. Mt 28,20), e le sue parole non mentono: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mc 13,31).
Sì, è vero: le vicende della vita ci purificano per un incontro nella gloria del Figlio, che ci vuole tutti con sé (cf. Gv 17,24).
A noi, essere quella parola viva innestata nella Parola che salva.


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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (Mc 13,31)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
  l Figlio dell'uomo radunerà i suoi eletti (Mc 13,27) - (18/11/2018)
(vai al testo…)
 … ma le mie parole non passeranno (Mc 13,31) - (15/11/2015)
(vai al testo…)
 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (Mc 13,31) - (18/11/2012)
(vai al testo…)
 Mi indicherai il sentiero della vita (Sal 15,11) - (15/11/2009)
(vai al post "La via dll'amore")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  È Lui che viene! (16/11/2018)
  Il tesoro di bontà presente nel nostro tempo (13/11/2015)
  L'incontro definitivo, il futuro che ci attende (16/11/2012)

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  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi, di Bernadette Lopez, 2009)

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