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venerdì 27 agosto 2021

Generati dalla Parola che purifica


22a domenica del Tempo Ordinario (B)
Deuteronomio 4,1-2.6-8 • Salmo 14 • Giacomo 1,17-18.21b-22.27 • Marco 7,1-8.14-15.21-23
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini" (Mc 7,8), è l'accusa che Gesù fa ai farisei ed agli scribi.
I comandamenti di Dio: tutti da osservare senza aggiungere nulla o togliere nulla, sapendo che questo manifesta saggezza e intelligenza, vera testimonianza davanti a tutti, secondo le parole che Mosè rivolge al popolo (cf. Dt 4,1-2.6-8; I lettura).
Purtroppo è noto a tutti come le consuetudini religiose molto spesso, anche ai nostri giorni, prendono il posto della Parola di Dio: "Si è sempre fatto così". E l'esito di questa deriva è quanto Gesù ha denunciato, citando Isaia: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini" (Mc 7,6-7).
Gesù è categorico: occorre purificare la nostra fede, il nostro rapporto con Dio, personale e comunitario, dove occorre mettere al primo posto la purezza del cuore, la formazione di una coscienza retta. Non si tratta di fare ciò che si sente in coscienza, ma di custodire pulito il nostro cuore, origine di ogni male.
"Dal di dentro infatti, - dice Gesù - cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male…" (cf. Mc 7,21-23). E fa un elenco terrificante di vizi. Ne enumera 12, numero che nella Bibbia indica la totalità; vizi che riguardano la seconda Tavola dei Comandamenti. L'amore a Dio, infatti, si manifesta amando il prossimo: obbedire a Dio è fare il bene del prossimo.
Ce lo indica con chiarezza anche l'apostolo Giacomo: "Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo". Infatti, "generati per mezzo della parola di verità", siamo chiamati ad "accogliere con docilità" questa Parola, cercando di essere
"quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto", illudendo noi stessi (cf. Gc 1,17-18.21b-22.27; II lettura).
Ogni nostra "opera di religione" deve passare al vaglio della Parola che purifica.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
…dal cuore degli uomini, escono i propositi di male (Mc 7,21)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini (Mc 7,8) - (02/09/2018)
(vai al testo…)
 Questo popolo mi onora con le labbra (Mc 7,6) - (30/08/2015)
(vai al testo…)
 Questo popolo mi onora con le labbra (Mc 7,6) - (02/09/2012)
(vai al testo…)
 Mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto (Gc 1,22) - (30/08/2009)
(vai al post "Aderire alla Parola")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il "cuore" non il precetto (31/08/2018)
  Un cuore nuovo… (28/08/2015)
  La "pulizia" del cuore (31/08/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
  di Luigi Vari (VP 7.2015)
  di Marinella Perroni (VP 7.2012)
  di Claudio Arletti (VP 7.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Mani pulite e cuore puro, di Bernadette Lopez, 2012)

venerdì 20 agosto 2021

Una fede più matura


21a domenica del Tempo Ordinario (B)
Giosuè 24,1-2a.15-17.18b • Salmo 33 • Efesini 5,21-32 • Giovanni 6,60-68
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Continua, nel vangelo di questa domenica, il grande discorso eucaristico sul "pane disceso dal cielo" (Gv 6,51), che pone gli ascoltatori di fronte ad una scelta, dopo aver ascoltato le parole di Gesù: "Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita" (Gv 6,53). Sconcertati, i discepoli mormoravano e discutevano aspramente tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?" (Gv 6,52). "E molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato dissero: Questo parlare è duro! Chi può ascoltarlo?" (Gv 6,60).
Certo, le parole di Gesù sono sconcertanti. Ha costruito tutto il suo discorso sulla parola "carne", che bisogna mangiare la sua carne per avere la vita, ed ora afferma che "la carne non giova a nulla: è lo Spirito che dà vita" (cf. Gv 6,63). Occorre che la "carne" e il "sangue" acquistino il loro significato definitivo nella pasqua di Gesù. Sarà la sua risurrezione e "salita" al cielo che daranno luce e comprensione, con la forza dello Spirito, alle parole ad agli avvenimenti, di allora e di oggi.
Tuttavia, nessuno può esimersi dal porsi di fronte alle proprie libere scelte. Le parole di Gesù ci mettono in crisi. Nel cammino di fede si scoprono le asperità della strada, dove le scelte fatte sono messe alla prova, quando l'entusiasmo giovanile viene meno. Crisi personali e crisi comunitarie, con la tentazione di mollare tutto, come è successo dopo il discorso di Gesù: "Molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui" (Gv 6,66).
Sono passati duemila anni, ma Gesù ripete anche oggi le sue parole. Lui, sempre presente nella Parola proclamata e nel pane e nel vino consacrati nell'eucaristia che celebriamo, anche oggi offre se stesso. E l'invito è sempre attuale: "Scegliete oggi chi volete servire" (Gs, 24,15; I lettura), ripete a noi Giosuè come allora alle tribù di Israele convocate a Sichem; "Volete andarvene anche voi?" (Gv 6,67), dice Gesù ai Dodici ed anche a noi.
"Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6,68), ripetiamo con Pietro.
Ognuno di noi ha la possibilità di scegliere, ma non perché non ci sono alternative.
Solo nella libertà si fanno e si rinnovano le proprie scelte: "Noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio" (Gv 6,69). Facciamo anche noi, con Pietro, la nostra professione di fede, con una fede forse meno entusiasta degli inizi del nostro incontro con Gesù, ma sicuramente più matura e più convinta.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
…e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il santo di Dio (Gv 6,69)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna (Gv 6,68) - (26/08/2018)
(vai al testo…)
 Signore, tu hai parole di vita eterna (Gv 6,68) - (23/08/2015)
(vai al testo…)
 Signore, da chi andremo? (Gv 6,68) - (26/08/2012)
(vai al testo…)
 Tu hai parole di vita eterna (Gv 6,68) - (23/08/2009)
(vai al post "Parole di Gesù, parole di vita")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il rischio della fede (24/08/2018)
  La Parole uniche che danno Vita (21/08/2015)
  rimanere con Lui (24/08/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
  di Luigi Vari (VP 7.2015)
  di Marinella Perroni (VP 7.2012)
  di Claudio Arletti (VP 7.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Da chi andremo?, di Bernadette Lopez)

venerdì 13 agosto 2021

La consolante certezza del nostro destino


Assunzione della B.V. Maria
Apocalisse 11,19;12,1-6.10 • Sal 44 • 1Corinzi 15,20-26 • Luca 1,39-56
(Visualizza i brani delle Letture - Messa del Giorno)
(Vedi anche i brani delle Letture della Messa vespertina nella vigilia)

Appunti per l'omelia

"Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti", perché "l'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte". "In Cristo, infatti, tutti riceveranno la vita" (cf. 1Cor 15,20-27; II lettura).
La morte è sconfitta e la vita trionfa per mezzo della morte di Cristo. Il Figlio di Dio, infatti, facendosi uomo ed assumendo in sé ogni nostra condizione, ha portato, risorgendo, l'umanità al vero disegno originario. Cristo, infatti, che è "la primizia" di questa nuovo modo di essere, ha associato a sé anche la Madre Maria, l'Immacolata, colei che, come un calice vuoto, si è lasciata colmare dal Verbo, tutta rivestita della Parola di Dio.
Il Padre ha veramente guardato "all'umiltà della sua serva", facendo "grandi cose" per lei, secondo le parole che Maria stessa ha detto davanti ad Elisabetta, magnificando le meraviglie di Dio. È l'inizio di una nuova creazione, profezia di un mondo nuovo, dove gli ultimi saranno innalzati e ricolmati in abbondanza, mentre i potenti ed i ricchi si troveranno a mani vuote (cf. Lc 1,39-56; Vangelo).
Questa nuova creazione ha in Maria il suo culmine, Lei sintesi del destino dell'umanità intera e del cosmo. Maria, assunta in cielo con anche tutta la sua corporeità rigenerata dalla forza del Risorto, indica a tutti noi qual è il nostro destino.
C'è "un già e un non ancora" nella nostra condizione attuale, dove è necessario passare attraverso la tribolazione per giungere alla vittoria finale.
La "donna vestita di sole", di cui parla il brano dell'Apocalisse proposto per la liturgia del giorno (cf. Ap 11,19;12,1-6a.10ab; I lettura), è figura della Chiesa (ed in lei tutta l'umanità) di cui Maria ne è l'icona. Essa, generatrice di vita, sta per partorire ed è in travaglio. Il drago, pronto a divorare il bambino che sta per nascere, è la sintesi delle nostre paure di morte e distruzione, come la donna è la sintesi delle nostre aspirazioni di vita.
Ma la vittoria è di quel Bambino, il Risorto! È Lui il fondamento di tutta la nostra esistenza. La salvezza "nel deserto", della donna e del bambino, diventa la nostra salvezza, un nuovo esodo verso la patria che ci attende.
Maria assunta in cielo in anima e corpo, infatti, è la consolante certezza del nostro destino.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
L'anima mia magnifica il Signore (Lc 1,46)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 L'anima mia magnifica il Signore(Lc 1,46) (15/08/2020)
(vai al testo…)
 L'anima mia magnifica il Signore(Lc 1,46) (15/08/2019)
(vai al testo…)
 Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente(Lc 1,49) (15/08/2018)
(vai al testo…)
 L'anima mia magnifica il Signore(Lc 1,46) (15/08/2017)
(vai al testo…)
 Beata colei che ha creduto (Lc 1,45) (15/08/2015)
(vai al testo…)
 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente (Lc 1,49) (15/08/2014)
(vai al testo…)
 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente (Lc 1,49) (15/08/2013)
(vai al testo…)
 L'anima mia magnifica il Signore (Lc 1,46) (15/08/2012)
(vai al testo…)
 Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! (Lc 1,42) - (14/08/2008)
(vai al post "Sintesi dell'umanità")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
 La nemica della finta umiltà (13/08/2020)
 Abbiamo un Padre che ci aspetta con amore (13/08/2019)
 Saper "vedere" le meraviglie di Dio (14/08/2018)
 La vittoria definitiva sul "drago" delle nostre paure di morte (14/08/2017)
 In Maria splende il nostro luminoso destino (13/08/2016)
 Come Maria… (13/08/2015)
 La "cose grandi" compiute da Dio (14/08/2014)
 Gioia e gratitudine immensa (14/08/2013)
 La meraviglia del Cielo (14/08/2012)

Vedi anche i post:
 La festa del nostro corpo (15/08/2019)
 Maria Assunta, sintesi dell'umanità realizzata (15/08/2011)
 Il nostro luminoso destino (15/08/2010)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8-9.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
  di Cettina Militello (VP 6.2017)
  di Luigi Vari (VP 7.2016)
  di Luigi Vari (VP 7.2015)
  di Gianni Cavagnoli (VP 7.2014)
  di Marinella Perroni (VP 6.2013)
  di Marinella Perroni (VP 7.2012)
  di Marinella Perroni (VP 7.2011)
  di Claudio Arletti (VP 7.2010)
  di Claudio Arletti (VP 7.2009)
  di Enzo Bianchi (Vol. Anno A)
  di Enzo Bianchi (Vol. Anno B)
  di Enzo Bianchi (Vol. Anno C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Assunzione della Vergine Maria, Icona dal Piccolo Eremo delle Querce Caulonia, RC)

venerdì 6 agosto 2021

Disceso dal cielo


19a domenica del Tempo Ordinario (B)
1Re 19,4-8 • Salmo 33 • Efesini 4,30-5,2 • Giovanni Gv 6,41-51
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

"Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv 6,51).
Disceso dal cielo! Ma "costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: «Sono disceso dal cielo»?" (Gv 6,42).
Certo, la discesa dal cielo del Figlio di Dio non ha niente di spettacolare, è semmai uno scandalo per molti. Ma Dio ha scelto proprio questa strada per venire incontro ad una umanità smarrita, stanca, affamata…, che purtroppo non riesce ad alzare lo sguardo su orizzonti più alti. Già Gesù aveva rimproverato coloro che erano stati saziati da quei pani moltiplicati e non erano andati oltre a quel pasto e non avevano percepito che non era altro che un "segno" di un cibo ben più importante.
Quanto è difficile andare oltre la dimensione della propria quotidianità, non riuscendo a scorgere in questa l'ordinarietà dell'agire di Dio. Ma è in questa quotidianità che si manifesta la misericordia di Dio nel Figlio Gesù, che "non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini" (Fil 2, 6-7).
Sì, effettivamente, il Figlio di Dio è "disceso" dal cielo, si è "spogliato", ha "svuotato" se stesso per essere vicino a noi, uno di noi. Un Dio che è con noi, uno di noi…
È disceso dal cielo per portare tutti noi nel suo Cielo. Questa è la logica di Dio: l'amore che si abbassa per innalzare. Dio si "spoglia", si fa "carne", umanità, si fa "pane" per accompagnarci, nutrirci e darci la forza per continuare il nostro cammino, come è stato per Elia (cf. 1Re 19,4-8; I lettura).
E chi "mangerà" di questa "carne" avrà la vita in pienezza. Mangiare la "carne" del Figlio di Dio, che nel pane eucaristico ha il suo segno sacramentale, significa aderire con tutta la nostra esistenza, con tutta la nostra "carne", a quella di Gesù: accogliere nella nostra vita la sua persona, le sue parole, tutto Lui, avere in noi i suoi stessi sentimenti (cf. Fil 2,5). Ma occorre fare come Lui, uscire da noi stessi, dal nostro egoismo, dalle nostre presunte certezze, ed accogliere il dono di Dio che si concretizza nell'accoglienza concreta e sincera del nostro prossimo, senza asprezza, né sdegno o maldicenza, essendo invece benevoli e misericordiosi con tutti, certi del perdono di Dio per il nostro vicendevole perdono (cf. Ef 4,30-5,2; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Io sono il pane della vita (Gv 6,48)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo (Gv 6,51) - (12/08/2018)
(vai al testo…)
 Io sono il pane vivo (Gv 6,51) - (09/08/2015)
(vai al testo…)
 Io sono il pane della vita (Gv 6,48) - (12/08/2012)
(vai al testo…)
 Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre (Gv 6,44) - (09/08/2009)
(vai al post "Dio che ci attrae")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  In Gesù il "segno" di ogni cosa (10/08/2018)
  Noi diventiamo Colui che ci abita (07/08/2015)
  La Parola e il Pane della vita (10/08/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
  di Luigi Vari (VP 6.2015)
  di Marinella Perroni (VP 6.2012)
  di Claudio Arletti (VP 7.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Pane di vita, di Bernadette Lopez, 2018)

domenica 1 agosto 2021

Come bambini


Parola di Vita - Agosto 2021
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli» (Mt 18,4).

Chi è il più grande, il più potente, il vincente nella società, nella Chiesa, nella politica, sul mercato?
Questa domanda attraversa le relazioni, orienta le scelte, determina le strategie. È la logica dominante, a cui ricorriamo anche inavvertitamente, magari nel desiderio di assicurare risultati positivi ed efficienti a chi è intorno a noi.
Qui il Vangelo di Matteo ci presenta i discepoli di Gesù che, dopo aver accolto l'annuncio del regno dei cieli, vogliono conoscere i requisiti per essere protagonisti nel nuovo popolo di Dio: «Chi è il più grande?».
Per tutta risposta Gesù fa uno dei suoi imprevedibili gesti: pone un bambino al centro della piccola folla. E accompagna questo gesto con parole inequivocabili:

«Chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli».

Alla mentalità competitiva e autosufficiente, Gesù contrappone l'elemento più debole della società, quello che non ha ruoli da vantare e difendere; colui che è in tutto dipendente e si affida spontaneamente all'aiuto di altri. Non si tratta però di accettare un ruolo passivo, di rinunciare ad essere propositivi e responsabili, ma piuttosto di compiere un atto di volontà e di libertà. Gesù, infatti, richiede di farci piccoli, richiede intenzione ed impegno ad operare una decisa inversione di rotta.

«Chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli».

Ecco come Chiara Lubich ha approfondito le caratteristiche del bambino evangelico: «[…] il bambino si abbandona fiducioso al padre e alla madre: crede al loro amore. […] Il cristiano autentico, come il bambino, crede all'amore di Dio, si getta in braccio al Padre celeste, pone in lui una fiducia illimitata. […] I bambini dipendono in tutto dai genitori, […]. Anche noi, "bambini evangelici", dipendiamo in tutto dal Padre: […] sa ciò di cui abbiamo bisogno, prima ancora che glielo chiediamo, e ce lo dona. Lo stesso regno di Dio non lo si conquista, lo si accoglie in dono dalle mani del Padre».
Chiara sottolinea ancora come il bambino si affida totalmente al padre e impara tutto da lui. Allo stesso modo: «Il "bambino evangelico" mette tutto nella misericordia di Dio e, dimentico del passato, inizia ogni giorno una vita nuova, disponibile ai suggerimenti dello Spirito, sempre creativo. Il bambino non sa imparare a parlare da solo, ha bisogno di chi gli insegni. Il discepolo di Gesù […] impara tutto dalla Parola di Dio fino a parlare e a vivere secondo il Vangelo».
Il bambino è portato ad imitare il proprio padre. «Così il "bambino evangelico" […] ama tutti perché il Padre "fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti"; ama per primo perché lui ci ha amato quando eravamo ancora peccatori; ama gratuitamente, senza interesse perché così fa il Padre celeste» [1].

«Chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli».

In Colombia, Vicente e la sua famiglia hanno attraversato la prova della pandemia, in un regime di quarantena molto stretta. Così scrive: «Quando è iniziato il coprifuoco, la vita quotidiana è cambiata di colpo. Mia moglie e i due figli più grandi dovevano preparare alcuni esami universitari; il più piccolo non riusciva ad abituarsi allo studio virtuale. Nessuno in casa aveva tempo per prendersi cura dell'altro. Guardando a questo caos sul punto di esplodere, ho capito che era un'opportunità per incarnare l'arte di amare nella nostra "nuova vita" del Vangelo vissuto. Mi sono messo a riordinare la cucina, preparare il cibo e organizzare i pasti. Non sono un cuoco esperto, né preciso nelle pulizie, ma ho capito che questo avrebbe aiutato a ridurre l'ansia quotidiana. Quello che era iniziato come un atto d'amore per un giorno, si è moltiplicato per vari mesi. Portati a termine i loro impegni, anche gli altri membri della famiglia si sono occupati delle pulizie, del riordino dei panni o della casa. Insieme abbiamo constatato che le parole del Vangelo sono vere e che l'amore creativo suggerisce come mettere tutto il resto in ordine».

Letizia Magri

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[1] C. Lubich, Parola di Vita ottobre 2003, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma, 2017) pp. 700-703.

Fonte: https://www.focolaritalia.it/


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