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venerdì 28 gennaio 2022

L'irruenza della Parola


4a domenica del Tempo ordinario (C)
Geremia 1,4-5.17-19 • Salmo 70 • 1 Corinzi 12,31-13,13 • Luca 4,21-30
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il vangelo proposto per questa domenica (cf. Lc 4,21-30) è la prosecuzione di quello della domenica scorsa. Anzi, inizia come si è concluso quel brano: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato" (Lc 4,21). Quale? "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio…" (cf. Lc 4,18-19).
Non conosciamo altro della spiegazione di questo passo di Isaia. Tuttavia in esso è condensato tutto il messaggio e la vita di Gesù, e il suo epilogo sulla Croce.
La sua fama di predicatore e guaritore era già conosciuta, per questo "tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca" (Lc 4,22). Ma come ogni profeta anche Gesù trova avversità tra i suoi, che avanzano privilegi di appartenenza, campanilistici. E dallo stupore di considerarlo semplicemente il "figlio di Giuseppe" il falegname, passano all'indignazione: "Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!" (Lc 4,23). Ma sappiamo bene che Gesù compie i miracoli spinto dalla fede delle persone e non da altre pretese.
Un profeta, infatti, dà fastidio e suscita sempre una divisione, tra chi lo accoglie e chi lo rifiuta, perché la sua parola obbliga ad una scelta. "Non spaventarti di fronte a loro… Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti" ci ricorda l'esperienza di Geremia (cf. Ger 1,4-5.17-19; I lettura).
Sappiamo bene che la parola del profeta non ha confini, non è circoscritta per una cerchia particolare di persone: è Parola di Dio, per tutti! Chi si crede privilegiato non comprende perché Dio possa rivolgersi a chi sta fuori dalla propria cerchia, alle varie vedove di Sarepta o ai vari Naaman siriani di oggi…, a tutti gli emarginati, esiliati e zittiti.
Lo Spirito Santo è su ciascuno che si lascia guidare da Lui. Anche oggi, nonostante tutto, nella Chiesa non mancano i profeti, magari anch'essi "figli di falegnami" senza credito apparente, ma che possiedono l'unico grande carisma: la carità! Ce lo conferma san Paolo quando ci ricorda che se anche "parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita". Come pure se "avessi tutta la conoscenza" ed "il dono della profezia","ma non avessi la carità, non sarei nulla". Quando tutto svanirà, compresa la profezia, "la carità non avrà mai fine" (cf. 1Cor 12,31-13,13; II lettura).
Gli abitanti di Nazaret rifiutano Gesù, che volta le spalle alla sua città. Attraversa la folla dei nemici "pieni di sdegno" e con molta calma continua il suo cammino. Sì, verso l'epilogo del Calvario, ma continuando a beneficare e a sanare tutti coloro che stanno sotto il potere di Satana, perché Dio è con lui (cf. At 10,37-38).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Nessun profeta è bene accetto nella sua patria (Lc 4,24)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Tutti gli davano testimonianza (Lc 4,22) - (03/02/2019)
(vai al testo…)
 Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21) - (31/01/2016)
(vai al testo…)
 Tutti gli davano testimonianza (Lc 4,22) - (03/02/2013)
( vai al testo…)
 La carità è benevola (1Cor 13,4) - (29/01/2010)
(vai al post "Ciò che resta")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Una "salvezza" per tutti (02/02/2019)
  Non si può uccidere la profezia (29/01/2016)
  Essere profeti, oggi (02/02/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2019)
  di Luigi Vari (VP 1.2016)
  di Marinella Perroni (VP 1.2013)
  di Claudio Arletti (VP 1.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Passando in mezzo a loro, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, 2019)

venerdì 21 gennaio 2022

La testimonianza della Parola


3a domenica del Tempo ordinario (C)
Neemìa 8,2-4.5-6.8-10 • Salmo 18 • 1 Corinzi 12,12-30 • Luca 1,1-4; 4,14-21
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Nel contesto della Domenica della Parola di Dio la liturgia ci presenta brani della Scrittura che richiamano l'ascolto e l'accoglienza della Parola.
"Gesù, venuto a Nazaret dove era cresciuto, entrò, secondo il suo solito, di sabato, nella sinagoga e si alzò a leggere". Chiunque poteva presentarsi a leggere il brano che di solito era già prestabilito; e chi era in grado ne dava la spiegazione. La sua fama di predicatore si era infatti diffusa in tutta la regione e gli rendevano lode (cf. Lc 4,14-16).
Quel sabato a Nazaret toccò a Gesù, a quel compaesano, figlio di Giuseppe il carpentiere. Chi si sarebbe mai aspettato che la spiegazione di quel brano di Isaia che gli era stato presentato avesse quel dirompente e sconvolgente inizio: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato" (Lc 4,21).
Solo Lui poteva dire così! Lui, la Parola uscita dal seno del Padre e fattasi visibile a noi! In Lui, in quel Gesù di Nazaret, le promesse di Dio si sono realizzate e continuano a realizzarsi ogni giorno.
"Oggi"! Oggi nell'ascolto della Parola si adempiono le promesse di Dio. Oggi, come ieri, Gesù parla e "spiega" il pensiero di Dio, svelandocelo. E Dio è dalla nostra parte, dalla parte degli ultimi, perché ai poveri è portato il lieto annuncio, ai prigionieri è concessa la liberazione e ai ciechi la vista, in questo anno di grazia (cf. Lc 4,18-19).
Accogliere la Parola significa sperimentare la vicinanza di Dio, la tenerezza del Padre. Certo, l'ascolto della Parola può produrre sofferenza per il ricordo delle colpe commesse messe in luce dalla Parola, potremo piangere per la percezione di aver tradito la fedeltà di Dio, ma è Dio stesso che invita a non lasciarsi sopraffare dalla tristezza, ma a rallegrarsi perché la gioia del Signore è la nostra forza (cf. Ne 8,9-10; I lettura).
Chi accoglie la Parola è già mondato, dice Gesù (cf. Gv 15,3). Infatti, è attraverso il Seme-Parola che noi siamo stati generati (cf. 1Pt 1,23). Siamo fatti creature nuove per la Parola accolta e messa in pratica, fatta vita della nostra vita, dove non più noi viviamo, ma Cristo vive in noi (cf. Gal 2,20). E, morti a noi stessi, ma viventi in Cristo possiamo testimoniare anche noi: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato".
Attraverso di noi: benché molti, ognuno per la propria parte è corpo di Cristo (cf. 1Cor 12,27; II lettura). La comunità dei credenti, unita dall'unico Spirito, attua oggi le parole della Scrittura pronunciate da Gesù nella sinagoga di Nazaret, dando risalto, a discapito del modo di pensare e giudicare di questo mondo, a ciò che appare di minore considerazione, "perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le membra abbiano cura le una delle altre (cf. 1Cor 12,24-25). E la condivisione sia piena.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato (Lc 4,21)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21) - (27/01/2019)
(vai al testo…)
 Lo Spirito del Signore è sopra di me (Lc 4,18) - (24/01/2016)
(vai al testo…)
 Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21) - (27/01/2013)
( vai al testo…)
 Il corpo è uno solo e ha molte membra (1Cor 12,12) - (24/01/2010)
(vai al post "L'unità, armonia del corpo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  L'eu-anghelion, il «lieto annuncio» (25/01/2019)
  Dio è sempre dalla parte dell'uomo (22/01/2016)
  La Parola si compie, oggi (25/01/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012)
  di Claudio Arletti (VP 1.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: "Oggi si è compiuta la Scrittura…", di Bernadette Lopez, 2021)

venerdì 14 gennaio 2022

Introdotti alla vera festa di nozze


2a domenica del Tempo ordinario (C)
Isaia 62,1-5 • Salmo 95 • 1 Corinzi 12,4-11 • Giovanni 2,1-11
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui" (Gv 2.11). Questa, la fine del brano evangelico proposto per questa domenica (cf. Gv 2,1-11). È l'inizio dei "segni" che Gesù compirà ed è la manifestazione della "sua gloria" ai suoi discepoli, quella "gloria" che avrà compimento nella sua "ora" sul Calvario, manifestazione massima dell'amore di Dio per l'umanità.
È questa umanità, come la Sposa riabilitata, con "un nome nuovo", non più "abbandonata" o "devastata", ma chiamata "Mia Gioia", che il Signore suo Dio accoglierà come una "magnifica corona o un "diadema regale" nella palma della sua mano e gioirà come lo sposo per la sua sposa (cf. Is 62,1-5; I lettura).
A Cana di Galilea, in una festa di nozze dove "non hanno vino" e la sposa non è menzionata e lo sposo è appena nominato solo per constatare la precarietà della festa, l'evangelista Giovanni vuole mettere in risalto un messaggio che va oltre i segni ed il racconto: Gesù è il vero nominato, il vero Sposo, e la sua Sposa è la Comunità dei credenti. È lei quella Sposa introdotta nella vera festa di nozze. Le nostre povere nozze, la nostra vita di relazione, senza il vino dell'amore delle inesauribili sorgenti divine, saranno portate allo splendore della gioia nuziale solo col vino "nuovo" che lo Sposo ci dà in abbondanza: sei anfore con quasi seicento litri di acqua per la nostra purificazione trasformate nel vino della festa: la nostra povera umanità assunta dal Figlio di Dio.
La presenza di Maria rende la vita delle nostre comunità, dove spesso manca il vino, attenta per lasciarci guidare esclusivamente dalla Parola del Figlio: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela" (Gv 2,5). Forse nemmeno lei sa cosa suo figlio voglia fare, dato che la sua "ora" non è ancora giunta. Ma, dall'essere madre premurosa e previdente diventa la prima discepola che "crede" alla parola del figlio ed invita tutti noi, addetti al servizio in favore della comunità, a "metterla in pratica".
È dalla Parola ascoltata, accolta e vissuta che la vita delle nostre comunità sperimenterà l'ebbrezza dello Spirito, vino nuovo delle nozze col suo Signore, se sapremo condividere i doni ricevuti dall'unico Spirito, con tutti, "per il bene comune" (cf. 1Cor 12,4-11; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5)
(vai al testo…)
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) - (17/01/2016)
(vai al testo…)
 I suoi discepoli credettero in Lui (Gv 2,11) - (20/01/2013)
( vai al testo…)
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) - (17/01/2010)
(vai al post "Guardare al figlio…")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Lo Sposo che offre il vino nuovo (18/01/2019)
  Colui che riempie le anfore vuote del cuore (15/01/2016)
  Gesù, lo Sposo (18/01/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

mercoledì 12 gennaio 2022

Il dialogo sociale verso una nuova cultura diaconale









Il diaconato in Italia n° 228
(maggio/giugno 2021)


Il dialogo sociale verso una nuova cultura diaconale
«Si prese cura di lui» (Lc 10,34)


ARTICOLI
Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro
"Abbi cura di lui" (Lc 10,35). La diaconia cristologica del Samaritano (Luca Bassetti)
«Alzati e cammina» (At 3,6). Per una diaconia solidale: lavoro, organizzazione sociale e sostenibilità (Bruno Bignami)
La diakonia come stile (Cristina Simonelli)
Per una diaconia del lavoro alla luce della Evangelii Gaudium (Enzo Petrolino)
Il dialogo e l'amicizia sociale per una cultura solidale (Giacomo Panizza)
Dialogo e amicizia nel mondo globalizzato (Enzo Romeo)
Pandemia: insieme per gli ultimi (Paolo Beccegato)

TESTIMONIANZE
Diaconato e lavoro (Daniele G. Pace)
PREGHIERA
Il diacono uomo di preghiera e maestro di preghiera (Davide Canepa)
MAGISTERO
Udienza ai diaconi della diocesi di Roma (Papa Francesco)
LIBRI
"Diaconi senza frontiere" di E. Petrolino (Andrea Ripa)


(Vai ai testi…)

lunedì 10 gennaio 2022

Diaconi chiamati ad avvicinare, ascoltare, conoscere, comprendere









Il diaconato in Italia n° 227
(marzo/aprile 2021)


Diaconi chiamati ad avvicinare, ascoltare, conoscere, comprendere
«Passò oltre» (Lc 10,31)


ARTICOLI
Prima di tutto ascoltare, avvicinare, conoscere, comprendere (Enzo Petrolino)
La diaconia della parola: un cuore ascoltante (Cristiana Maria Dobner)
La diaconia è l'urgenza dell'ascolto e dell'avvicinare (Rosanna Virgili)
La gratuità chiave di lettura del ministero diaconale (Carmelo Brigandì)
Diaconi chiamati a conoscere la via della riconciliazione. Lo scambio della pace (Enzo Petrolino)
Il ministero ordinato per accogliere e accompagnare (Vincenzo Testa)
Diaconi attivatori di comunità. Chiamati a comprendere (Mauro Salvatore)

TESTIMONIANZE
L'esperienza del dolore, una grande risorsa di evangelizzazione (Gianni Artioli)
Diaconia: segno e strumento della tenerezza di Dio! (Gianfranco Maria Avataneo)
La politica e i valori di solidarietà (Rocco Nastasi)


(Vai ai testi…)

venerdì 7 gennaio 2022

Il compiacimento del Padre


Battesimo del Signore (C)
Isaia 40,1-5.9-11 • Salmo 103 • Tito 2,11-14;3,4-7 • Luca 3,15-16.21-22
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco" (Lc 3,20). È in questo battesimo che Gesù ci "immergerà", Lui che prima ha voluto mettersi in fila assieme ai peccatori per farsi battezzare da Giovanni: evento straordinario della manifestazione di Dio, dove è la Trinità la vera protagonista.
"Il cielo si aprì" (Lc 3,21). "Quando Adamo fu espulso dal paradiso - scrive sant'Agostino - il cielo venne chiuso contro il genere umano". Ora si apre ed inizia il tempo della misericordia. "Se tu squarciassi i cieli e scendessi!" (Is 63,19) è l'invocazione profonda del cuore umano, "in attesa". Se i cieli rimangono chiusi, il nostro orizzonte in questa vita è buio e le tenebre hanno il sopravvento. Ma il cielo si è aperto, grazie all'umiliazione del Figlio: su di Lui scende lo Spirito Santo, consacrando Gesù di Nazaret, Unto di Dio, che porterà a compimento questa trasformazione nel battesimo della Croce. Il Figlio, in preghiera, tace, Lui la Parola del Padre; mentre il Padre stesso (la prima volta nel Vangelo) fa udire la sua voce di "compiacimento" per l'opera del Figlio (cf. Lc 3,21-22), perché adempie ciò per cui è stato mandato (cf. Gv 17,4), fino al dono supremo della vita, dove il Figlio supplica il suo "Abbà", il "Papà mio", perché allontani da Lui il calice del sacrificio, ma pronto sempre a voler compiere la volontà del Padre; fino all'urlo di abbandono dove il Padre tace (cf. Mc 15,34 e Mt 17,46) e Gesù consegna nelle sue mani il suo spirito (cf. Lc 23,46).
È in questo battesimo che noi siamo battezzati, immersi nella morte di Cristo per camminare con Lui in una vita nuova, risuscitati con Lui per la gloria del Padre (cf. Rm 63,4).

Con il battesimo di Gesù, inizio della sua vita pubblica, Dio si manifesta coma Padre, Figlio e Spirito Santo. Essere "battezzati in Spirito Santo e fuoco", che tutto purifica e rinnova, significherà entrare nella dimensione di Dio, nella sua Uni-Trinità, come veri discepoli del Figlio, mandati da Lui a fare discepoli tutti i popoli, "battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Egli vi battezzerà in Spirito Santo (Mc 1,8)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Gesù… vide lo Spirito di Dio venire sopra di lui (Mt 3,16) - (12/01/2020 - Anno A)
(vai al testo…)
 Gesù venne da Giovanni per farsi battezzare (Mt 3,13) - (8/01/2017 - Anno A)
(vai al testo…)
 In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (12/01/2014 - Anno A)
(vai al testo…)
 In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (9/01/2011 - Anno A)
(vai al testo…)
Io vi battezzo con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo (Mc 1,8) - (10/01/2021 - Anno B)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11) - (07/01/2018 - Anno B)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11) - (11/01/2015 - Anno B)
(vai al testo…)
 Vide lo Spirito discendere verso di lui (Mc 1,10) - (8/01/2012 - Anno B)
(vai al testo…)
 Lui vi battezzerà con lo Spirito Santo (Mc 1,8) - (9/01/2009 - Anno B)
(vai al post "Battezzati nello Spirito santo")
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Lc 1,11) - (13/01/2019 – Anno C)
(vai al testo…)
 In te ho posto il mio compiacimento (Lc 3,22) - (10/01/2016 – Anno C)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio: l'amato (Lc 3,22) - (13/01/2013 – Anno C)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio: l'amato (Lc 3,22) - (10/01/2010 - Anno C)
(vai al post "Lo stile del servo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
Si è fatto uno di noi per farci come Lui (10/01/2020 - Anno A)
Per il Padre io come Gesù: Figlio amato (07/01/2017 - Anno A)
Siamo diventati Cristo (10/01/2014 - Anno A)
Rigenerati alla vita divina (08/01/2021 - Anno B)
Dal Giordano al Calvario: manifestazione dell'amore del Padre (06/01/2018 - Anno B)
Lo "sprofondare" del Figlio di Dio… per farci figli (09/01/2015 - Anno B)
Il Compiacimento del Padre (07/01/2012 - Anno B)
Figli amati, come Gesù (11/01/2019 - Anno C)
L'aprirsi del Cielo (08/01/2016 – Anno C)
Essere scelti dall'amore eterno di Dio (11/1/2013 – Anno C)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020 - Anno A)
  di Cettina Militello (VP 11.2016 - Anno A)
  di Gianni Cavagnoli (VP 11.2013 - Anno A)
  di Marinella Perroni (VP 11.2010 - Anno A)
  di Antonio Savone (VP 1.2021 - Anno B)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018 - Anno B)
  di Luigi Vari (VP 1.2015 – Anno B)
  di Marinella Perroni (VP 1.2012 – Anno B)
  di Claudio Arletti (VP 1.2009 – Anno B)
  di Antonio Savone (VP 1.2022 - Anno C)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019 – Anno C)
  di Luigi Vari (VP 11.2015 – Anno C)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012 – Anno C)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009 – Anno C)

  di Enzo Bianchi (Anno A)
  di Enzo Bianchi (Anno B)
  di Enzo Bianchi (Anno C)

  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno A)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno B)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno C)
  di Letture Patristiche della Domenica (Anno B)
  di Letture Patristiche della Domenica (Anno C)

(Immagine: Battesimo del Signore, di Bernadette Lopez, 2019)

mercoledì 5 gennaio 2022

La Luce che è per tutti


Epifania del Signore
Isaia 60,1-6 • Salmo 71 • Efesini 3,2-3a.5-6 • Matteo 2,1-12
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La luce che le tenebre non hanno potuto vincere e che, venendo nel mondo, illumina ogni uomo (cf. Gv 1,5.9), si è irradiata nel cuore di molti, per tutti, e ci invita ad alzare gli occhi e a guardare le genti camminare alla sua luce (cf. Is 60,1-6; I lettura). Tutte le genti, infatti, sono chiamate a condividere, per mezzo del Vangelo, la stessa realtà di cui sono stati fatti partecipi i figli di Israele (cf. Ef 3,6; II lettura).
Attratti da questa luce, i magi vennero da oriente a Gerusalemme per adorare "colui che è nato, il re dei Giudei" (cf. Mt 2,1-2); da quell'oriente, segno di colui da cui viene a visitarci dall'alto come sole che sorge per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre (cf. Lc 1,78-79).
Sì, quella Luce è per tutti! Ogni uomo e ogni donna che si lascia attrarre da questa luce e sa interrogarsi sul senso vero della propria vita e non è indifferenti ai segni che coinvolgono la nostra esistenza, è guidato dalla stella verso Colui che nasce per noi.
In questo cammino, non saranno gli errori di percorso, come è stato per i magi quando hanno interpellato le persone sbagliate, ma la costanza e il desiderio interiore di raggiungere ciò che in quella stella è significato.
Ed è significativo che la stella ci "precede" sempre e sa indicarci il luogo preciso dell'incontro. È un incontro non nello sfarzo di una reggia come si potrebbe aspettarci per un re, né nella sacralità di un luogo sacro abitato dalla divinità, ma nella povertà e fragilità della nostra condizione umana. È così che Dio ci viene incontro!
È lì che l'arroganza del potere, politico e religioso, si infrange. È lì, davanti a quel Bambino, che riconosceremo la grandezza-piccolezza del nostro Dio, di quel Dio che ha saputo "svuotarsi" per essere come noi, per poter stare alla pari in mezzo a noi. Solo con la forza di quella luce che brilla nel nostro cuore riusciremo a riconoscere in quel Bambino il nostro Dio, il nostro Re, un Dio che per amore offrirà la sua vita, sperimenterà la morte per renderci partecipi del sua Vita di Luce.
È l'Epifania di Dio! Ed i doni offerti, dell'oro dell'incenso e della mirra, sono il segno della nostra fede di fronte all'Evento che ha sconvolto la terra.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo (Mt 2,2)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima (Mt 2,10) - (6/01/2021)
(vai al testo…)
Siamo venuti per adorare il Signore (Mt 2,2) – (06/01/2019)
(vai al testo…)
 Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? (Mt 2,2) - (6/01/2018)
(vai al testo…)
 Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 3,13) - (6/01/2017)
(vai al testo…)
 Videro il bambino… si prostrarono e lo adorarono (Mt 2,11) - (6/01/2016)
(vai al testo…)
 Siamo venuti ad adorarlo (Mt 2,2) - (6/01/2015)
(vai al testo…)
 Siamo venuti ad adorare il Signore (Mt 2,2) - (6/01/2013)
(vai al testo…)
 Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 2,10) - (6/01/2012)
(vai al testo…)
 Videro il Bambino con Maria sua madre (Mt 2,11) - (6/01/2011)
(vai al testo…)
 Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra (Sal 71) - (5/01/2009)
(vai al post "Il centro dell'universo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
La Luce che sempre ci precede (5/01/2021)
La gioia è il senso della grandezza di Dio tutta a disposizione dell'uomo (4/01/2020)
Alla ricerca della "stella" (4/01/2019)
Aperti alla Novità dello Spirito, nonostante gli inevitabili errori (4/01/2018)
Le preferenze di Dio: gli ultimi, i lontani (5/01/2017)
Il cammino per l'incontro con Dio (5/01/2016)
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sabato 1 gennaio 2022

Aprirci alla vera adorazione di Dio


Parola di Vita – Gennaio 2022
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo» (cf. Mt 2,1.2) [1].


Queste parole, riportate solamente dal vangelo di Matteo, vengono pronunciate da alcuni "sapienti", giunti da lontano per una visita piuttosto misteriosa al bambino Gesù̀.
Sono un piccolo gruppo, che affronta un lungo cammino dietro ad una piccola luce, alla ricerca di una Luce più grande, universale: il Re già nato e presente nel mondo. Di essi non si sa altro, ma questo episodio è ricco di spunti per la riflessione e la vita cristiana.
Quest'anno, è stato scelto e proposto dai cristiani del Medio Oriente per celebrare la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani [2]. Un'occasione preziosa per rimetterci in cammino insieme, aperti all'accoglienza reciproca, ma soprattutto al disegno di Dio di essere testimoni del suo amore per ogni persona e popolo della terra.

«In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo».

Cosi scrivono i cristiani del Medio Oriente nel documento che accompagna le proposte per questa Settimana di preghiera: «[…] la stella apparsa nel cielo della Giudea costituisce un segno di speranza lungamente atteso, che conduce i Magi e in essi, in realtà, tutti i popoli della terra, nel luogo in cui si manifesta il vero Re e Salvatore. La stella è un dono, un segno della presenza amorevole di Dio per tutta l'umanità̀. […] I Magi ci rivelano l'unità di tutti i popoli voluta da Dio. Viaggiano da paesi lontani e rappresentano culture diverse, eppure sono tutti spinti dal desiderio di vedere e di conoscere il Re appena nato; essi si radunano insieme nella grotta di Betlemme, per onorarlo e offrire i loro doni. I cristiani sono chiamati ad essere un segno nel mondo dell'unità che Egli desidera per il mondo. Sebbene appartenenti a culture, razze e lingue diverse, i cristiani condividono una comune ricerca di Cristo e un comune desiderio di adorarlo. La missione dei cristiani, dunque, è quella di essere un segno, come la stella, per guidare l'umanità̀ assetata di Dio e condurla a Cristo, e per essere strumento di Dio per realizzare l'unità di tutte le genti» [3]. La stella che risplende per i Magi è per tutti, accesa prima di tutto nella profondità della coscienza che si lascia illuminare dall'amore. Tutti possiamo aguzzare lo sguardo per scorgerla, metterci in cammino per seguirla e raggiungere la meta dell'incontro con Dio e con i fratelli nella nostra vita quotidiana, per condividere con tutti le nostre ricchezze.

«In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo».

Onorare Dio è fondamentale per riconoscerci davanti a Lui cosi come siamo: piccoli, fragili, sempre bisognosi di perdono e misericordia, e per questo sinceramente disposti allo stesso atteggiamento verso gli altri. Questo onore, dovuto solo a Dio, si esprime pienamente nell'adorazione.
Possiamo farci aiutare da queste parole di Chiara Lubich: «[…] che cosa significa "adorare" Dio? È un atteggiamento che va diretto solo a Lui. Adorare significa dire a Dio: "Tu sei tutto", cioè: "Sei quello che sei"; ed io ho il privilegio immenso della vita per riconoscerlo, […] significa anche […]: "Io sono nulla". E non dirlo solo a parole. Per adorare Dio occorre annientare noi stessi e far trionfare Lui in noi e nel mondo. […] Ma la via più sicura per giungere alla proclamazione esistenziale del nulla di noi e del tutto di Dio è tutta positiva. Per annientare i nostri pensieri non abbiamo che da pensare a Dio ed avere i suoi pensieri che ci sono rivelati nel Vangelo. Per annientare la nostra volontà non abbiamo che da compiere la sua volontà che ci viene indicata nel momento presente. Per annientare i nostri affetti disordinati basta aver in cuore l'amore verso di Lui ed amare i nostri prossimi condividendone le ansie, le pene, i problemi, le gioie. Se siamo "amore" sempre, noi, senza che ce ne accorgiamo, siamo per noi stessi nulla. E perché viviamo il nostro nulla, affermiamo con la vita la superiorità di Dio, il suo essere tutto, aprendoci alla vera adorazione di Dio» [4].

«In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo».

Possiamo fare nostre le conclusioni dei cristiani del Medio Oriente: «Dopo aver incontrato il Salvatore e averlo adorato insieme, i Magi, avvertiti in sogno, fanno ritorno nei loro paesi per un'altra strada. Allo stesso modo, la comunione che condividiamo nella preghiera comune deve ispirarci a fare ritorno alle nostre vite, alle nostre chiese e al mondo intero attraverso strade nuove. […] Porsi a servizio del Vangelo richiede oggi l'impegno a difendere la dignità umana, soprattutto dei più poveri, dei più deboli e degli emarginati. […] La strada nuova per le chiese è la via dell'unità visibile che perseguiamo con sacrificio, coraggio, audacia così che, giorno dopo giorno, "Dio regnerà effettivamente in tutti (1Cor 15,28)» [5].

Letizia Magri

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[1] La frase proposta è una combinazione dei testi Mt 2, 1 e Mt 2,2.
[2] La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste, periodo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa. È un invito anche a mantenere vivo l’impegno al dialogo ecumenico durante l’intero anno.
[3] cf. http://www.christianunity.va/content/unitacristiani/it/news/2021/spuc-2022.html
[4] C. Lubich, Parola di Vita febbraio 2005, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma, 2017) pp. 742-744.
[5] Ibidem.


Fonte: https://www.focolare.org/


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