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venerdì 29 gennaio 2021

La vita nuova nata dal Vangelo


4a domenica del Tempo Ordinario (B)
Deuterònomio 18,15-20 • Salmo 94 • 1 Corinzi 7,32-35 • Marco 1,21-28
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La promessa fatta da Mosè al suo popolo, che il Signore, cioè, avrebbe suscitato un profeta con in bocca le stesse parole di Dio (cf. Dt 18-15-20; I lettura), si realizza in Gesù di Nazaret. Quel Gesù che, da vero rabbi, di sabato insegnava nella sinagoga dove "tutti si stupivano del suo insegnamento" (cf. Mc 1,21-22).
L'evangelista Marco sottolinea che il suo insegnamento è fatto da uno "che ha autorità e non come gli scribi" (Mc 1,22). L'autorità dell'insegnamento di Gesù non deriva, come per gli scribi, dalla frequentazione di scuole rabbiniche, né perché lui fosse sacerdote o facesse parte del sinedrio. Non aveva "titoli", si direbbe oggi. La sua autorità si esprime invece attraverso gesti autorevoli verso le persone bisognose di aiuto, sofferenti, colpite da qualsiai tipo di male. Perché la sua "autorità" è finalizzata alla vita, fisica ma soprattutto spirituale e morale.
Il brano evangelico odierno (cf. Mc 1,21-28) ce ne presenta subito un esempio con la guarigione di un uomo posseduto da uno spirito impuro.
La parola di Gesù è efficace e realizza quello che dice perché è Parola di Dio: Lui, Gesù, Verbo incarnato del Padre. Accogliere in noi la sua parola è accogliere Lui stesso. È una Parola per la Vita.
Lo scontro tra il bene e il male, tra Gesù e Satana, come si legge nel brano di Marco, è violento. Ma è la Vita che sempre trionfa!

Quello che Gesù dice, le sue parole, suscita meraviglia nei suoi ascoltatori, perché è un "insegnamento nuovo". Una "novità" che è insita nel suo comandamento, che Lui stesso definisce "nuovo": «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35).
È un amore, quello chiesto da Gesù, che ha la sua radice in Dio, che si esprime in un cuore non ripiegato su di sé e che ama senza secondi fini, un cuore che non è diviso.
La situazione personale di ciascuno, da sposato o da non sposato, ha sempre come fondamento l'amore per Dio. E per Lui si amano, con il suo cuore, i propri familiari o si dona la propria vita per una "famiglia" che abbraccia l'umanità (cf. 1Cor 7,32-35; II lettura).
Si tratta di essere liberi interiormente, sempre. E questa è la testimonianza che le parole di Gesù, accolte e fatte proprie, producono quell'autorevolezza che genera la vita nuova che nasce dal Vangelo.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ed erano stupiti del suo insegnamento (Mc 1,22)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Insegnava loro come uno che ha autorità (Mc 1,22) - (28/01/2018)
(vai al testo…)
 Insegnava loro come uno che ha autorità (Mc 1,22) - (01/02/2015)
(vai al testo…)
 Insegnava loro come uno che ha autorità (Mc 1,22) - (29/01/2012)
( vai al testo…)
 Perfino gli spiriti immondi gli obbediscono! (Mc 1,27) - (30/01/2009)
(vai al post "La forza dell'amore")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Quale novità si cela in Gesù di Nazaret? (26/01/2018)
  Il "modo" di Gesù (30/01/2015)
  Gli effetti della Parola (27/01/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
  di Marinella Perroni (VP 1.2012)
  di Claudio Arletti (VP 1.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Taci! Esci da lui!, Bernadette Lopez, 2017)

venerdì 22 gennaio 2021

Chiamati a generare Vita


3a domenica del Tempo Ordinario (B)
Giona 3,1-5.10 • Salmo 24 • 1 Corinzi 7,29-31 • Marco 1,14-20
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete nel Vangelo" (Mc 1,15). È l'inizio della missione pubblica di Gesù, l'annuncio della "novità" di Dio, del suo Vangelo: Lui, Gesù, Parola del Padre che si rivela.
Giovanni è stato arrestato. Gesù, che seguiva Giovanni e che si era fatto battezzare da lui nel Giordano, inizia da quell'evento la sua missione. Finisce il Battista, inizia il Rabbì di Nazaret: la Voce lascia il posto alla Parola. Ed è una Parola definitiva, perché "il tempo è compiuto" e l'invito a "credere al Vangelo" è essenziale.
Occorre, quindi, un cambiamento di vita, una conversione radicale, un modo "nuovo" di vedere le cose, la vita, la storia, gli avvenimenti che condizionano il nostro vivere quotidiano. Gesù inizia la sua opera in Galilea, nella"Galilea delle Genti", lontano dalla città santa Gerusalemme, in periferia, in una regione che oggi potremmo definire "secolarizzata", lontano dall'ortodossia religiosa. E da lì l'invito alla conversione.
Anche Giona fu mandato a una "città molto grande", Ninive, nota per la "condotta malvagia" dei suoi abitanti. "E i cittadini di Ninive - alla predicazione di Giona - credettero in Dio" e fecero opere di conversione (cf. Gio 3,1-5; I lettuta).
Il Signore ci incontra dove noi siamo, nella nostra quotidianità. Lì Dio si "fa vicino" (cf. Mc 1,5). Grazie alla persona di Gesù è possibile per ciascuno di noi lasciare che la Parola del Padre prenda corpo nella nostra esistenza, come una linfa nuova nel grigiore di una esistenza senza speranza.
Si tratta di fare spazio a un dono che ci viene offerto gratuitamente. Non si tratta tanto del nostro sforzo per andare incontro a Dio, quanto piuttosto di fare spazio a Lui che desidera prendere dimora nella nostra vita, farsi vicino a noi, prendersi carico di tutto noi.
La conversione non è tanto, o non solo, cercare con i nostri sforsi di scardinare i vizi o di impegnarsi a fare sempre meglio le cose buone che già pensiamo di fare. Convertirsi è piuttosto un cambio di mentalità, non un semplice sforzarsi… È lasciare che la Parola di Vita abiti la nostra vita, che Gesù ci attiri a sé; è accoglierlo… ogni giorno, in ogni occasione lieta o triste, in ogni prossimo che incontriamo. È lasciarsi stupire da Lui!
Non ci è estranea l'esperienza dei primi discepoli, chiamati a seguire il Maestro di Nazaret nel loro vivere quotidiano, quando sono al lavoro, in ogni momento: all'inizio, quando si gettano le reti per la pesca o alla fine, quando si rassettano o si riparano le reti dopo la pesca (cf. Mc 1,16-20). E l'incontro è decisivo! Si lascia tutto, lavoro, parenti, cose… Alcuni anche materialmente, ma tutti spiritualmente, perché il cuore non può essere attaccato se non a Dio, e non può essere spartito con cose o persone.

Sì, tutti siamo chiamati a diventare "pescatori di uomini". In una vita cambiata e illuminata dal Vangelo le prospettive si capovolgono. I pesci si pescano e muoiono (e servono per essere il nostro alimento), ma gli uomini si "pescano" per essere salvati. Diventare "pescatori di uomini" significa anche per noi essere uomini e donne per la vita, chiamati a generare vita, una vita piena.
Non possiamo lasciarci ingannare dal fatto che si "pesca" solo per mangiare. Si vive per qualcosa di grande. Allora il monito di san Paolo è quanto mai attuale, soprattutto in questo tempo di pandemia: "Il tempo si è fatto breve", il nostro piccolo mondo non è il tutto della nostra vita, "passa infatti la figura di questo mondo" (cf. 1Cor 7,29-31; II lettura).
Allarghiamo il cuore e l'anima alle cose grandi che il Signore ci offre, pur nella precarietà della nostra esistenza.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini (Mc 1,17)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15) - (21/01/2018)
(vai al testo…)
 Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15) - (25/01/2015)
(vai al testo…)
 Venite dietro a me (Mc 1,17) - (22/01/2012)
( vai al testo…)
 Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini (Mc 1,17) - (23/01/2009)
(vai al post "L'impegno dell'evangelizzazione")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Seguire Gesù con tutto noi stessi (19/01/2018)
  Il fascino dell'incontro (24/01/2015)
  Seguire Gesù! (20/01/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
  di Marinella Perroni (VP 1.2012)
  di Claudio Arletti (VP 1.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: La chiamata dei primi discepoli, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, aprile 2015)

martedì 19 gennaio 2021

Per una spiritualità dell'ascolto:
i diaconi con e per i poveri delle periferie






Il diaconato in Italia n° 223
(luglio/agosto 2020)

Per una spiritualità dell'ascolto:
i diaconi con e per i poveri delle periferie

«L'unica conversione al Vangelo… è motivare l'uscita alle periferie esistenziali, sociali e geografiche… per ascoltare i dolori e le ansie di tutti, ma soprattutto dei più poveri» (Documento finale del Sinodo sull'Amazzonia, 19)




ARTICOLI
«Non è lecito» delegare la condivisione con i poveri (Enzo Petrolino)
Gli anawim nella Scrittura (Lilia Sebastiani)
L'opzione preferenziale per i poveri e la virtù della carità (Papa Francesco)
Per una spiritualità di ascolto e missionaria (Giampiero Palmieri)
La solidarietà dei diaconi con i poveri e la preghiera a Dio (Enzo Petrolino)
L'azione pastorale di don Alberto Altana, parroco delle periferie (1949-1968) (Enrico Galavotti)
Quali periferie? (Paolo Beccegato)
I diaconi e i poveri nelle periferie (Roberto Bernasconi)
I diaconi e le periferie geografiche ed esistenziali (Cecè Alampi)

TESTIMONIANZE
L'esperienza della pandemia nella Caritas di Roma (Massimo Soraci)
La scommessa sulla rieducazione e il reinserimento sociale nelle carceri (Nicola Sciarrelli)
Spezzare il pane della condivisione: una diaconia missionaria (Albino Mauro)


(Vai ai testi…)


venerdì 15 gennaio 2021

Dimorare dove Gesù dimora


2a domenica del Tempo Ordinario (B)
1Samuele 3,3-10.19 • Salmo 39 • 1 Corinzi 6,13-15.17-20 • Giovanni 1,35-42
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù" (Gv 1,35). Sono Andrea e Giovanni, che nel suo vangelo non si nomina mai e che in questo caso, con la nota dell'ora esatta dell'incontro con Gesù, induce a ritenere che descriva un'esperienza fatta in prima persona: alla testimonianza del loro maestro ("Ecco l'agnello di Dio!") seguono Gesù.
Nel colloquio che ne segue, con la richiesta di "stare" con Gesù, traspare la gioia di aver trovato il Messia (cf. Gv 1,41). "Andare e vedere" (cf. Gv 1,39) dove dimora il Maetro è mettersi senza indugio alla sua sequela, perché dove lui è, là sarà anche il suo discepolo, di chi vuol essere il suo servitore: la dimora di Gesù diventa la dimora del discepolo (cf. Gv 12,26). Ed è in quel "Rabbì, dove dimori?" (Gv 1,38) il significato profondo dello stare con il Maetro. Il verbo "dimorare" che Giovanni usa, è lo stesso utilizzato nel discorso della vite e dei tralci: "Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me" (Gv 15,4).
Gesù vuole che i suoi partecipino della sua stessa vita, quella Vita che lo unisce intimamente al Padre: "Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato" (Gv 17,24).

Ogni chiamata a seguire Gesù, lo sappiamo, passa attraverso la mediazione di qualcuno che ci indica il percorso e ci illumina nella scelta. Così è stato per Samuele (cf. 1Sam 3,10.19; I lettura) iniziato all'ascolto della Voce del Signore che chiama il ragazzo ancora inesperto; così è per ciascuno di noi che ha intrapreso il cammino al seguito di Gesù. L'incontro con Lui ha coinvolto a tal punto tutta la nostra vita che non è possibile tenere per noi il tesoro che abbiamo trovato. E nella gioia di poter condividere il frutto di questo incontro, portiamo ad altri la nostra "scoperta". Così è stato per Andrea che subito ha coinvolto il fratello Simone.
L'incontro con Gesù ci trasforma e ci fa comprendere il nostro posto alla sua sequela. Come per Pietro, anche a noi, in altro modo, è stato cambiato il nome, perché nel nostro stare con Gesù, tutta la nostra persona ha subito una trasformazione radicale.
Gesù ci ha preso con sé per fare di noi, tutti insieme, fratelli e sorelle, un sol Corpo con Lui.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Venite e vedrete (Gv 1,39)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Maestro, dove dimori? (Gv 1,38) - (14/01/2018)
(vai al testo…)
 Videro dove dimorava... e rimasero con lui (Gv 1,39) - (18/01/2015)
(vai al testo…)
 Abbiamo trovato il Messia (Gv 1,41) - (15/01/2012)
( vai al testo…)
 "Ecco l'Agnello di Dio!" E i due discepoli seguirono Gesù (Gv 1,36-37) - (17/01/2009)
(vai al post "Seguire Gesù")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il Signore "guarda", "passa", "chiama" (12/01/2018)
  Il dono di poter "incontrare" Gesù (16/01/2015)
  L'incontro! (13/01/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
  di Marinella Perroni (VP 1.2012)
  di Claudio Arletti (VP 1.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

venerdì 8 gennaio 2021

Rigenerati alla vita divina


Battesimo del Signore (B)
Isaia 40,1-5.9-11 • Salmo 103 • Tito 2,11-14;3,4-7 • Luca 3,15-16.21-22
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Con la festa del Battesimo del Signore si conclude il tempo di Natale, tempo della manifestazione di Dio nel Figlio Gesù all'umanità. A Natale si è manifestato ai poveri, ai pastori; all'Epifania a tutte le genti rappresentate dai Magi; al Battesimo si manifesta al suo popolo Israele.
C'è una caratteristica sempre presente in queste manifestazioni di Dio: ci fa vedere la sua umiltà. Dio si abbassa per raggiungere l'uomo, nella fragilità di un bambino, nella condizione di peccatore al fiume Giordano.
Gesù si mette in fila come tutti quelli che si riconoscono bisognosi di perdono e di purificazione per essere battezzati da Giovanni.
Il battesimo di Giovanni, con l'immersione nell'acqua del fiume, è segno esteriore di conversione, del pentimento del cuore, passo previo per ricevere il battesimo di Gesù: "Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo" (Mc 1,8). Gesù ci immerge nello Spirito Santo, che è la vita della Trinità, il respiro del Paradiso.
Il Padre ci chiama ad accogliere il dono della figliolanza, entra nell'acqua della nostra umanità, si fa carico del nostro peccato, si immerge nella nostra vegogna per donarci la pienezza della vita, della sua Vita. Questo è il modo di comportarsi di Dio.
Il Padre "si compiace" dell'agire del Figlio, e lo Spirito scende su di lui con la dolcezza del volo di una colomba. I cieli si squarciano e su questa umanità ferita scende copiosa la sua grazia (cf. Mc 1,10).
Ecco, allora, l'invito a entrare alla festa del banchetto che ci viene offerto: "Voi tutti assetati, venite all'aqua, voi che non avete denato, venite… Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino… L'empio ritorni al Signore, ricco di misericordia che largamente perdona. Perché la sua parola, che è il suo Figlio, non resta senza aver portato frutto, senza aver compiuto ciò per cui è stata mandata" (cf. Is 55,1-11; I lettura).

Sì, siamo amati da Dio in modo inimmaginabile, immersi anche noi nella sua Vita!
Siamo stati generati da Dio, fatti figli nel Figlio, capaci di vincere il mondo per mezzo della nostra fede, nell'osservanza dei suoi comandamenti che, perché epressione d'amore, non sono gravosi (cf. 1Gv 5,1-4; II lettura). In questa festa in cui facciamo memoria anche del nostro battesimo, ringraziamo Dio per il dono di essere stati, e di esserlo sempre, immersi in quello Spirito che ci ha rigenerato alla vita divina.
Il Padre possa dire anche di noi, incorporati a Cristo per mezzo del battesimo: "In te ho posto il mio compiacimento" (Mc 1,11).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Io vi battezzo con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo (Mc 1,8)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Gesù… vide lo Spirito di Dio venire sopra di lui (Mt 3,16) - (12/01/2020 - Anno A)
(vai al testo…)
 Gesù venne da Giovanni per farsi battezzare (Mt 3,13) - (8/01/2017 - Anno A)
(vai al testo…)
 In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (12/01/2014 - Anno A)
(vai al testo…)
 In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (9/01/2011 - Anno A)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11) - (07/01/2018 - Anno B)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11) - (11/01/2015 - Anno B)
(vai al testo…)
 Vide lo Spirito discendere verso di lui (Mc 1,10) - (8/01/2012 - Anno B)
(vai al testo…)
 Lui vi battezzerà con lo Spirito Santo (Mc 1,8) - (9/01/2009 - Anno B)
(vai al post "Battezzati nello Spirito santo")
 Tu sei il Figlio mio, l'amato (Lc 1,11) - (13/01/2019 – Anno C)
(vai al testo…)
 In te ho posto il mio compiacimento (Lc 3,22) - (10/01/2016 – Anno C)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio: l'amato (Lc 3,22) - (13/01/2013 – Anno C)
(vai al testo…)
 Tu sei il Figlio mio: l'amato (Lc 3,22) - (10/01/2010 - Anno C)
(vai al post "Lo stile del servo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
Si è fatto uno di noi per farci come Lui (10/01/2020 - Anno A)
Per il Padre io come Gesù: Figlio amato (07/01/2017 - Anno A)
Siamo diventati Cristo (10/01/2014 - Anno A)
Dal Giordano al Calvario: manifestazione dell'amore del Padre (06/01/2018 - Anno B)
Lo "sprofondare" del Figlio di Dio… per farci figli (09/01/2015 - Anno B)
Il Compiacimento del Padre (07/01/2012 - Anno B)
Figli amati, come Gesù (11/01/2019 - Anno C)
L'aprirsi del Cielo (08/01/2016 – Anno C)
Essere scelti dall'amore eterno di Dio (11/1/2013 – Anno C)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020 - Anno A)
  di Cettina Militello (VP 11.2016 - Anno A)
  di Gianni Cavagnoli (VP 11.2013 - Anno A)
  di Marinella Perroni (VP 11.2010 - Anno A)
  di Antonio Savone (VP 1.2021 - Anno B)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018 - Anno B)
  di Luigi Vari (VP 1.2015 – Anno B)
  di Marinella Perroni (VP 1.2012 – Anno B)
  di Claudio Arletti (VP 1.2009 – Anno B)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019 – Anno C)
  di Luigi Vari (VP 11.2015 – Anno C)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012 – Anno C)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009 – Anno C)

  di Enzo Bianchi (Anno A)
  di Enzo Bianchi (Anno B)
  di Enzo Bianchi (Anno C)

  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno A)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno B)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno C)
  di Letture Patristiche della Domenica (Anno B)
  di Letture Patristiche della Domenica (Anno C)

(Immagine: Si facevano battezzare da lui, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, dicembre 2016)

martedì 5 gennaio 2021

La Luce che sempre ci precede


Epifania del Signore
Isaia 60,1-6 • Salmo 71 • Efesini 3,2-3a.5-6 • Matteo 2,1-12
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Abbiamo visto la sua stella e siamo venuti per adorarlo" (Mt 2,2). La stella, segno luminoso della Luce che illumina ogni uomo" (Gv 1,9), indica un cammino, è una luce che ci precede (cf. Mt 2,9).
Nella solennità della "manifestazione" del Signore alle genti, dalla grotta di Betlemme siamo introdotti nella "casa" dove troviamo una famiglia, "il bambino con Maria sua madre" (Mt 2,11).
Da lontano siamo venuti anche noi, come i Magi, attirati da quella Luce che sempre ci precede e che è venuta nel mondo per tutti i popoli, perché tutta l'umanità sia resa partecipe della promessa. In Gesù si realizzano le promesse fatte agli antichi Padri, ad un popolo che è stato scelto per essere il luogo della manifestazione del'amore del Padre per l'umanità che si era persa. Ora tutte "le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi del stessa promessa per mezzo del Vangelo" (Ef 3,6).
Se il popolo della elezione non ha saputo riconoscere, nonostante la conoscenza delle Scritture (cf. Mt 2,5-6), il tempo della sua visitazione, la promessa si realizza per mezzo di un popolo nuovo nato dal Vangelo (cf. Ef 3,6), Parola nuova, che è Gesù, Cristo, Figlio di Dio (cf. Mc 1,1). Su questo popolo nuovo brilla "la gloria del Signore"; e se "la tenebra ricopre la terra e una fitta nebbia avvolge i popoli", su di lui "risplende il Signore" (cf. Is 60,2).
Come allora per i Magi venuti da lontano attratti dalla Stella, anche per noi, oggi, gente lontana e cieca a quella luce "che illumina ogni uomo" (cf. Gv 1,9), risplende la luce e si riversa su questo popolo nuovo nato dal Vangelo, quale segno luminoso di rinnovata speranza. Una luce che ci faccia superare il limite della nostra contingente esistenza e ci apra a spazi di respiro che sanno di eterno.
I Magi hanno visto in quel Bambino lo svelarsi delle loro attese e non nel fatuo e artificioso mondo dei potenti.
La luce che sempre ci precede ci fa vedere la dimensone di un Dio che è diventato uno di noi, alla nostra portata. Illuminati, allora, dalla Parola che ci purifica (cf. Gv 15,3) per averlo accolto pienamente nella nostra vita, possiamo riconoscere nell'umanità di Dio, che ha sperimentato la morte e la sepoltuta, la sua regalità e la sua divinità (cf. Mt 2,11). Di fronte a questa "scoperta" la nostra vita non è più la stessa. "Un'altra strada" da percorrere ci si presenta per il nostro cammino (cf. Mt 2,12): un ricominciare nuovamente, una nuova nascita, perché nati dall'alto (cf. Gv 3,3).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima (Mt 2,10)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
Siamo venuti per adorare il Signore (Mt 2,2) – (06/01/2019)
(vai al testo…)
 Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? (Mt 2,2) - (6/01/2018)
(vai al testo…)
 Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 3,13) - (6/01/2017)
(vai al testo…)
 Videro il bambino… si prostrarono e lo adorarono (Mt 2,11) - (6/01/2016)
(vai al testo…)
 Siamo venuti ad adorarlo (Mt 2,2) - (6/01/2015)
(vai al testo…)
 Siamo venuti ad adorare il Signore (Mt 2,2) - (6/01/2013)
(vai al testo…)
 Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 2,10) - (6/01/2012)
(vai al testo…)
 Videro il Bambino con Maria sua madre (Mt 2,11) - (6/01/2011)
(vai al testo…)
 Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra (Sal 71) - (5/01/2009)
(vai al post "Il centro dell'universo")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
La gioia è il senso della grandezza di Dio tutta a disposizione dell'uomo (4/1/2020)
Alla ricerca della "stella" (4/1/2019)
Aperti alla Novità dello Spirito, nonostante gli inevitabili errori (4/1/2018)
Le preferenze di Dio: gli ultimi, i lontani (5/1/2017)
Il cammino per l'incontro con Dio (5/1/2016)
Nel "Nulla d'amore" di Dio (5/1/2015)
Essere "epifania" di Dio (4/1/2014)
L'incontro con Gesù, nella "casa", con Maria (4/1/2013)
Guardare oltre, con nel cuore il mondo (5/1/2012)

Vedi anche i post:
La Stella, il dono che porta (6/1/2011)
Lo scambio dei doni (5/1/2010)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
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sabato 2 gennaio 2021

La luce vera che illumina ogni uomo


II domenica dopo Natale (B)
Siracide 24,1-2.8-12, NV 24,1-4.12-16 • Salmo 147 • Efesini 1,3-6.15-18 • Giovanni 1,1-18 (Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14).
Immersi nel mistero della nascita del Figlio a Betlemme, la Parola di Dio di questa seconda domernica dopo Natale ci porta a contemplare, non la grotta di Betlemme col suo fascino ricco di emozioni, ma il mistero stesso del Verbo di Dio che si è fatto carne entrando nella nostra storia, prendendo su di sé tutto di noi, tranne il peccato… per sconfiggere, appunto, il peccato e donarci la pienezza della vita.
"In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta" (Gv 1,4-5). Sì, Lui, la "luce vera che illumina ogni uomo" (cf. Gv 1,9).
È venuto nel mondo per farci parecipi della sua divinità. Il Padre, infatti, "ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo"; ha pensato a noi fin dall'eternità e ci ha "scelti per essere santi e immacolati nell'amore"; ci ha da sempre, prima che nascessimo, pensati ed amati per "essere per lui figli adottivi mediante il Figlio Gesù" (cf. Ef 1,3-6).
Questo è il mistero profondo della venuta del Figlio di Dio nel mondo, luce per ognuno di noi. E la luce ci fa vedere!
Alle volte, però, nella nostra vita scopriamo che non è sufficiente vedere semplicemente. Bisogna "saper vedere". Saper leggere i segni della presenza di Dio nella nostra vita personale e nella storia che coinvolge l'umanità, anche in questo momento così drammatico che tutti stiamo vivendo.
San Paolo, nella sua lettera agli Efesini, prega il Padre perché ci dia uno spirito di sapienza che illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza siamo stati chiamati (cf. Ef 1,16-18; II lettura).
La sapienza, quale dono di Dio, ci fa vedere e gustare le cose con gli occhi di Dio. Il libro del Siracide (I lettura) ci mostra la sapienza, immaginata come una persona, unita sempre al suo Creatore e obbediente alla sua Parola, che è scesa dai cieli e ha piantarto la sua tenda tra gli uomini, la sua dimora nell'assemblea dei santi (cf. Sir. 24,2-12). Sì, è venuta nel mondo la luce vera (cf. Gv 1,9), ha illuminato il nostro mondo, ci ha dato la possibilità di vedere, di gustare la vita… Ma è lecito chiederci se è vero anche per noi quanto scrive l'evangelista Giovanni: che la Spienza incarnata, il Verbo del Padre, "è venuto tra i suoi, ma i suoi non l'anno accolto" (cf. Gv 1,11).
Accogliere Dio nella carne mortale (scandalo per chi crede in un Dio lontano che non si prende cura degli uomini) è lasciarsi avvolgere dalla luce del Verbo, fatti uno con Lui, fatti figli nel Figlio amato del Padre. È essere generati da Dio ad una vita divina: il Verbo di Dio, facendosi uomo, ci ha fatti partecipi della sua divinità.
A Lui il nostro perenne rendimento di grazie!

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 E il Verbo… venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14) - (05/01/2020)
(vai al testo…)
 Il Figlio unigenito: è lui che ha rivelato Dio (cf. Gv 1,18) - (03/01/2016)
(vai al testo…)
 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto (Gv 1,16) - (04/01/2015)
(vai al testo…)
 Il Verbo venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14) - (05/01/2014)
(vai al testo…)
 La luce splende nelle tenebre (Gv 1,5) - (02/01/2010)
(vai al post "La luce che viene dall'alto")
 La luce splende nelle tenebre (Gv 1,5) - (03/01/2009)
(vai al post "Luce nel buio")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Natale: Dio nell'uomo, essere abitati da Dio (03/01/2020)
  La profondità ultima del Natale: Dio nell'uomo (02/01/2016)
  Figli come Gesù e in Gesù (02/01/2015)
  Figli della Luce, generati dalla Parola (03/01/2014)

Commenti alla Parola:
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  di Enzo Bianchi (VF.C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 1 gennaio 2021

Produrre molto frutto


Parola di Vita - Gennaio 2021
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto» (cf. Gv 15,5-9).

Ogni anno i cristiani appartenenti alle diverse Chiese dedicano un tempo comune [1] alla preghiera, per chiedere insieme al Padre il dono dell'unità, secondo il desiderio di Gesù.
Egli la vuole "perché il mondo creda" (Gv 17,21): è con l'unità che si cambia il mondo, si creano comunione, fraternità e solidarietà. Essa è fondamentalmente un dono di Dio, per questo è indispensabile chiederla con insistenza e fiducia al Padre.
È l'esperienza di un gruppo che, in Spagna, vive la Parola di vita. Da alcuni anni, proprio durante la Settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani, si sentono spinti a pregare per la grazia dell'unità e a costruire ponti. Scrive Margarita: "Abbiamo contattato il responsabile diocesano dell'ecumenismo, i parroci, il sacerdote ortodosso e i pastori evangelici. Ci siamo raccolti per pregare, come cristiani unanimi, prima nella parrocchia cattolica poi in quella ortodossa. Ogni volta le nostre chiese si riempiono della gioia che viene dalla presenza di Dio. È Lui che apre strade di unità".
Per il 2021, la comunità monastica di Grandchamp [2] ha proposto come luce per questo cammino un motto molto efficace, tratto dal vangelo di Giovanni:

«Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto».

È un pressante invito a vivere ed operare per l'unità dei cristiani in questi giorni speciali, continuando per tutto l'anno, per tutta la vita. Le nostre divisioni sono una grave ferita, che ha bisogno di essere sanata, prima di tutto dalla misericordia di Dio e poi dall'impegno a conoscerci, stimarci e testimoniare insieme il vangelo.
Con queste parole, Gesù ci svela i passi sicuri da fare: prima di tutto "rimanere" nel suo amore. Occorrerà dunque stringere più forte il nostro personale rapporto con Lui, affidargli la nostra vita, credere nella sua misericordia. Gesù infatti "rimane" sempre con noi, fedelmente.
Allo stesso tempo ci chiama a metterci con decisione dietro a Lui, per fare come Lui della nostra esistenza un dono al Padre; ci propone di imitarlo nel venire incontro con delicatezza alle necessità di ogni persona con cui condividiamo una parte piccola o grande della nostra giornata, con generosità e disinteresse, per portare così "molto frutto".

«Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto».

Risuonano di grande attualità le parole di Chiara Lubich, pronunciate a Ginevra nell'ottobre 2002 durante le celebrazioni del Giorno della Riforma [3]: «[…] Quanto bisogno d'amore nel mondo! […] (Gesù) ha detto che il mondo ci avrebbe riconosciuto come suoi e, attraverso di noi, avrebbe riconosciuto lui, dall'amore reciproco, dall'unità: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,35). […] l'abbiamo capito: il tempo presente domanda a ciascuno di noi amore, domanda unità, comunione, solidarietà. E chiama anche le Chiese a ricomporre l'unità lacerata da secoli. E' questa la riforma delle riforme che il Cielo ci chiede; è il primo e necessario passo verso la fraternità universale con tutti gli altri: uomini e donne del mondo. Il mondo infatti crederà se noi saremo uniti. Lo ha detto Gesù: "Che tutti siano uno (…) affinché il mondo creda" (cf Gv 17,21). Dio questo vuole! […]. Che egli ci dia la grazia, se non di veder realizzato tutto questo, almeno di prepararlo» [4].

Letizia Magri

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[1] Nell'emisfero nord la Settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani si celebra annualmente dal 18 al 25 gennaio, mentre nell'emisfero sud si sceglie un'altra data, intorno alla solennità di Pentecoste.
[2] Per informazioni: www.grandchamp.org
[3]  Il "Giorno della Riforma" ("Reformationstag") si celebra ogni anno il 31 ottobre, occasione in cui Martin Lutero avrebbe proclamato le 95 tesi. https://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_della_Riforma.
[4] C. Lubich, in L'unità, a cura di D. Falmi e F. Gillet, Città Nuova, Roma 2015, pp. 87-88.


Fonte: https://www.focolaritalia.it/

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