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venerdì 26 agosto 2022

Farsi avanti amando


22a domenica del Tempo ordinario (C)
Siracide 3,19-21.30-31 • Salmo 67 • Ebrei 12,18-19.22-24a • Luca 14,1.7-14
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

"Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato " (Lc 14,11). Così la conclusione della parabola sul modo di comportarsi quando si è invitati ad un banchetto, come si legge nel vangelo proposto per questa domenica (cf. Lc 14,1.7-14).
Scegliere i primi posti o mettersi all'ultimo? Al tempo di Gesù la gente ricca o socialmente importante si riuniva spesso in solenni banchetti per discutere di cose "serie", anche religiose, ma con un atteggiamento presuntuoso e con discorsi inutili: importante è intrattenersi e mostrarsi adeguatamente agli altri.
Succede anche oggi che ci si riunisce per motivi analoghi ed è l'occasione per mettersi in mostra, apparire importanti, cercare di "farsi strada" a scapito degli altri. È una corsa alla carriera e al successo!
La società attuale ha un meccanismo, camuffato da ipocrita meritocrazia, che molto spesso induce ad umiliare l'altro per farsi strada.
Questo potrebbe essere uno spaccato della nostra società. Ma chi vuole dare sapore ad una convivenza animata dal Vangelo le cose stanno all'opposto. Gesù ci ammonisce: si entra nel regno di Dio (e questo regno si abita già da ora) mettendosi all'ultimo posto, non al primo. Questo non significa assumere un atteggiamento morboso di odio o di disprezzo di sé e non significa neppure sfuggire i contrasti od avere un atteggiamento servile per farsi accettare dagli altri. L'essere forti (e il Vangelo lo esige) non significa affermare sé per dominare sugli altri. Il meglio di noi viene in evidenza soltanto in un rapporto di amore fatto di accoglienza e di dono di sé, con la gratuità che Gesù ci ha insegnato e testimoniato. Lui che ha lasciato il primo posto per assumere, con la sua incarnazione, l'ultimo. Per questo "Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome" (cf. Fil 2,9). Gesù, amando l'umanità nell'offerta della sua vita, è diventato per ciascuno il modello del nostro essere per gli altri, del nostro essere con gli altri: è diventato il Dio con gli uomini, il "Dio con noi".
La sua apparente sconfitta e ciò che gli altri considerano debolezza è stata, ed è, per tutti la rivelazione che la vera ricchezza sta nella povertà e la vera libertà nel farsi, per amore, servo di tutti. È la gratuità dell'amore, fonte di quella beatitudine che non richiede contraccambio alla maniera di questo mondo, ma da Dio stesso che ci ama senza misura (cf. Lc 14,14).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato (Lc 14,11)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Chi si umilia sarà esaltato (Lc 14,11) - (01/09/2019)
(vai al testo)
 Chi si umilia sarà esaltato (Lc 14,11) - (28/08/2016)
(vai al testo)
 Chi si umilia sarà esaltato (Lc 14,11) - (01/09/2013)
( vai al testo…)
 Sarai beato perché non hanno da ricambiarti (Lc 14,14) - (20/08/2010)
(vai al post "La beatitudine della gratuità")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Gratuità e Libertà (30/08/2019)
  La gioia di chi dà non per interesse (26/08/2016)
  Umiltà e Gratuità (23/08/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2019)
  di Luigi Vari (VP 7.2016)
  di Marinella Perroni (VP 7.2013)
  di Claudio Arletti (VP 7.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: Amico, passa più avanti, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, agosto 2019)

venerdì 19 agosto 2022

Come entrare al banchetto del Regno


21a domenica del Tempo ordinario (C)
Isaia 66,18b-21 • Salmo 116 • Ebrei 12,5-7.11-13 • Luca 13,22-30
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Signore, sono pochi quelli che si salvano?" (Lc 13,23). È la domanda che un tale rivolge a Gesù mentre è in cammino verso Gerusalemme, come leggiamo nel vangelo proposto per questa domenica (cf. Lc 13,22-30).
Ma la salvezza è questione di numeri? Forse anche noi potremmo porci la domanda: sarò anch'io fra quelli che si salvano? Gesù non risponde direttamente al suo interlocutore, ma alla folla che lo segue, trasformando la domanda in un insegnamento.
Salvarsi è entrare e partecipare al banchetto preparato per la festa di nozze. La festa è predisposta per pochi e io sono fra questi? Gesù taglia corto e indica subito che per entrare al convito, dove tutti sono invitati, occorre passare per una "porta stretta", occorre sforzo, lotta, perseveranza. Occorre scegliere di seguire il Maestro nel cammino verso Gerusalemme, la "sua"porta stretta"; occorre "prendere ogni giorno la propria croce" (cf. Lc 9,23). Chi si crede già salvato perché è stato "scelto", come il popolo di Israele ma non ha saputo riconoscere il Signore che lo stava visitando, o anche noi che ci sentiamo a posto perché perseveranti nelle nostre tradizioni religiose, troverà la porta sbarrata e si sentirà rispondere: "Non so di dove siete" (Lc 13,25).
La salvezza non è questione di numeri né di appartenenza, ma è rivolta a tutti: il Signore "verrà a radunare tutte le genti e tutte le lingue" ( cf. Is 66,18; I lettura); "verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio" (Lc 13,29). L'invito al banchetto ha per tutti una sola risposta: donare la propria vita sull'esempio di Gesù che entrò nella gloria attraverso la porta stretta della croce.
Allora non perdiamoci d'animo, ma ricordiamo che la sofferenza è anche il modo con cui il Signore ci conduce alla Vita. Ci invita "a non disprezzare la sua correzione; perché il Signore corregge colui che egli ama", come un padre corregge il figlio (cf. Eb 12,5-7.11-13; II lettura).
La salvezza è un dono. Costa solo la fatica di aprire il cuore nell'accoglienza sincera della Parola e nell'impegno a metterla in pratica (cf. Lc 8,21), perché entrerà nel Regno non chi dice "Signore, Signore" o chi avrà profetato nel suo nome od operato miracoli, ma chi avrà fatto la volontà del Padre che è nei cieli (cf. Mt 7,21-22).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Sforzatevi di entrare per la porta stretta (Lc 13,30)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Sforzatevi di entrare per la porta stretta (Lc 13,30) - (25/08/2019)
(vai al testo)
 Vi sono ultimi che saranno primi (Lc 13,30) - (21/08/2016)
(vai al testo)
 Sforzatevi di entrare per la porta stretta (Lc 13,24) - (25/08/2013)
( vai al testo…)
 Sforzatevi di entrare per la porta stretta (Lc 13,24) - (20/08/2010)
(vai al post "Gesù è la porta")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Uno sguardo universale (23/08/2019)
  Gesù ci riconosce da "suo odore" (19/08/2016)
  La porta della felicità (23/08/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2019)
  di Luigi Vari (VP 7.2016)
  di Marinella Perroni (VP 7.2013)
  di Claudio Arletti (VP 7.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

giovedì 18 agosto 2022

La diaconia rivela l'annientarsi di Dio
Santità e parresia nel servizio diaconale









Il diaconato in Italia n° 230/231
(settembre/dicembre 2021)


Atti seminario di studio
In memoria di don Giuseppe BELLIA e don Alberto ALTANA
Francesco d'Assisi tra i suoi consigli invita a un amore che va il di là delle barriere della geografia e dello spazio. (Francesco, Fratelli tutti, 1)

La diaconia rivela l'annientarsi di Dio
Santità e parresia nel servizio diaconale



INTERVENTI

Introduzione
Due eventi, due preti, due profeti del diaconato (Enzo Petrolino)

EVENTO BELLIA
Dialogo teologico (Enzo Petrolino e Luca Garbinetto)
La diaconia rivela l'annientarsi di Dio (Luca Garbinetto)
Santità e parresia nell'ottica del servizio diaconale (Enzo Petrolino)
Lo slancio evangelizzatore del servizio diaconale. Santità e parresia (Calogero Cerami)
Don Bellia e la diaconia della Parola (Giorgio Agagliati)
Diaconato e profezia (Mariano Crociata)
Giuseppe Bellia, coordinate di un'esistenza teologica (Luca Bassetti)
Sempre… Una grande amicizia (Enrica Dignatici)
La diaconia, comprensione della kenosi divina. L'apporto di don Giuseppe Bellia (Giovanni Chifari)

Conclusioni
Diaconato e profezia nella testimonianza di don Giuseppe Bellia (I parte) (Calogero Cerami)
Diaconato e profezia nella testimonianza di don Giuseppe Bellia (II parte) (Luca Garbinetto)

EVENTO ALTANA
In ricordo del caro don Alberto (Erio Castellucci)
Scheda: Don Alberto Altana

Interventi
Don Alberto Altana a cento anni dalla nascita. Introduzione alla tavola rotonda (Giorgio De Benedittis)
Don Alberto profeta in patria. Il vissuto (Daniele Simonazzi)
Diaconato e rinnovamento della Chiesa in don Alberto Altana (Vittorio Cenini)
Don Alberto Altana e i primi passi del diaconato permanente (Giulia Grossi)
Chiesa famiglia di Dio. Ricordo di don Alberto Altana (Maria Leuratti)

Testimonianza
Don Alberto Altana, messaggero di speranza (Aurelio Ortín)
Diaconato e rinnovamento (Fabrizio Fusari)

Conclusioni (Enzo Petrolino)


(Vai ai testi…)

mercoledì 17 agosto 2022

Di ritorno dal Convegno di Assisi


Si è svolto ad Assisi, dal 3 al 6 agosto u.s., il XXVIII Convegno Nazionale promosso dalla Comunità del Diaconato in Italia, con la presenza di oltre 200 partecipanti, tra cui moltissime spose e molti delegati vescovili. Il tema attualissimo, in sintonia col cammino ecclesiale: "La sinodalità come stile diaconale - Diaconi sulla strada a servizio della missione della Chiesa".
Dopo l'introduzione del diacono Enzo Petrolino, presedente della Comunità del Diaconato,c'è stata la prolusione del sottosegretario del Sinodo dei Vescovi mons. Luis Marin De San Matin, sul tema "La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa".
La mattina iniziava con la celebrazioni delle Lodi in cui veniva offerta una lectio sul tema della diaconia sulla strada. Il primo giorno: "La strada di Emmaus: dalla fuga al ritorno" (Lc 24,13-35), tenuta da Paola Dall'Olio, sposa di un diacono di Parma. Il secondo giorno: "La strada di Gerico: i quattro passi del Samaritano" (Lc 10,25-37), tenuta Giorgio Agagliati, diacono di Torino. Il terzo giorno: "La strada di Gaza: Filippo e l'eunuco di Candace" (At 8,26-40), tenuta da don Claudio Baima Rughet, delegato vescovile per il diaconato permanere della diocesi di Torino.
Molto pertinenti vari temi trattati, come quello della prof.ssa Emanuela Buccioni (biblista, del Coordinamento delle Teologhe italiane, sul tema "Il fondamento biblico della sinodalità", e quello su "Sinodalità e Diaconia" di mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena e vice presidente della CEI.
Molto toccanti le varie testimonianze offerte e rivolte agli "ultimi": quella di don Maurizio Mirilli della "Casa della Gioia" di Roma; quella di Pino Siddi, diacono di Cagliari, sulla pastorale carceraria.
Una esperienza molto importante è stata quella dei "laboratori di sinodalità". Divisi in 10 gruppi (più uno dedicato ai delegati) abbiamo condiviso esperienze e progetti, in uno scambio fraterno di esperienze ed aspettative.
Quattro sessioni:
  1. La sinodalità nella concretezza dell'esperienza del diacono e della coppia diaconale.
  2. Leggere i segni dei tempi in chiave di sinodalità (prima parte). Quale contributo specifico possono offrire il diacono e la coppia per stimolare e accompagnare una lettura comunitaria dei segni dei tempi?
  3. Leggere i segni dei tempi in chiave di sinodalità (seconda parte).
  4. La spiritualità personale e di coppia.
Alcuni spunti emersi dai laboratori:
La Sinodalità può essere vissuta concretamente solo se si supera il clericalismo proprio non solo dei presbiteri, ma anche dei diaconi e dei laici.
La coppia è lievito di sinodalità a partire da una presenza ordinaria, incarnando la realtà, creando relazioni autentiche con chi non vive nella comunità cristiana.
È necessario vincere la tentazione di leggere i segni dei tempi solo in chiave negativa.
Dovremmo vigilare su un linguaggio adeguato ai segni dei tempi e agli interlocutori diversi, non rinunciando alla nostra identità, ma dismettendo ogni atteggiamento giudicante.
La sfida della coppia diaconale nel contesto odierno può costituire un segno dei tempi in rapporto all'individualismo che ha la presunzione di fare a meno di tutto e di tutti, e che produce soltanto isolamento.
In molte diocesi manca una proposta specifica di spiritualità per la coppia diaconale o per i singoli diaconi. Sarebbe auspicabile che si tracciasse un itinerario di spiritualità per i diaconi e per la coppia diaconale.
Con delle proposte:
La coppia diaconale deve stimolare la comunità a cercare la porzione maggioritaria di popolo di Dio (= battezzati) che non frequenta la chiesa. Una via potrebbe essere data da incontri sulla Parola di Dio nelle case.
Essere profeti significa anche stare in quegli "ambienti" che apparentemente potrebbero essere alquanto "scomodi", consapevoli anche di non essere ascoltati. Per questo è necessario stare al fianco dei più fragili, annunciando loro la speranza che non delude. La presenza del diacono sia il legame inscindibile tra l'altare e la strada.
Creare una rete nazionale delle spose per potersi confrontare. Porre la giusta attenzione alle coppie diaconali giovani, specie se con figli piccoli.
È necessario che sia presente in ogni equipe formativa per il diaconato la figura del padre spirituale. Laddove non ci fosse, sarebbe auspicabile che ogni coppia diaconale comprenda l'importanza di essere guidata spiritualmente, non pretendendo di camminare da sola.

A proposito delle spose, Marie Maincent, francese, che rappresenta le spose dei diaconi nel Centro Internazionale del Diaconato, ha presentato il progetto internazionale "Reste delle spose" (progetto a cui si sta già lavorando in Italia) per una maggior consapevolezza della presenza della moglie accanto marito diacono.

Un momento tutto speciale, la sera del secondo giorno, il pellegrinaggio a San Damiano: esperienza forte di spiritualità!

Il Convegno è stato una esperienza che ci ha dato stimolo per una presa di coscienza maggiore di quanto il Signore voglia da questo ministero, al di là delle difficoltà e delle incomprensioni. Un uscire dalle sacrestie per andare lungo la "strada" dove l'umanità attende un segno di speranza. "Pensiamo - ha detto Enzo Petrolino, presidente della Comunità de Diaconato in Italia - che il fondamento della diaconia e del ministero diaconale sia proprio la strada. È il camminare insieme, non da soli come battitori liberi». Al di là del Convegno, i diaconi riassumono questo servizio dal basso, autenticamente "in uscita", nei verbi: ascoltare, parlare e servire. «Sono tre aspetti - continua Enzo Petrolino - che interagiscono tra loro con l'ascolto come elemento fondante. A maggior ragione nell'attuale situazione sociale e politica siamo chiamati a metterci in ascolto soprattutto dei poveri e degli emarginati».



lunedì 15 agosto 2022

Maria e il Dio che appare assente


Come vivere la mia diaconia, oggi, in un mondo secolarizzato, eppur assetato di Dio, dove non si parla di Dio, o meglio, dove si vive come se Dio non esistesse? Eppure Lui c'è! Qui, vicino a noi! Ma come farlo percepire, farne fare l'esperienza a persone che, se pur ignare, ne gogono dei frutti di questa presenza-assenza?
Mi è passato tra le mani uno scritto del vescovo Klaus Hemmerle (già vescovo di Aquisgrana, morto nel 1994). Lì ho colto come poter vivere il mio servizio a favore di quella porzione di umanità che mi è stata affidata: Maria che nel silenzio e nella quotidianità offre suo Figlio. Lei il modello a cui guardare.

Questo lo scritto:

MARIA E IL DIO CHE APPARE ASSENTE

«Nel 1984 mi recai con un gruppo di vescovi di diverse confessioni nella basilica di Santa Sofia a Istanbul. Restammo colpiti da questo edificio imponente, poiché vi potevamo percepire in maniera tangibile una presenza enorme della storia della Chiesa e dell'umanità. Ci trovavamo in un edificio dell'antica tradizione cristiana, dell'epoca in cui la cristianità era unita, in cui l'Asia Minore era centro del mondo cristiano; ma eravamo anche nel luogo in cui si consumo la rottura tra Oriente e Occidente e si spezzo l'unità. Nei grandi cunei della cupola vedevamo, enormi, le scritte tratte dal Corano, il sopravvento di un'altra religione sulla cristianità lacerata.
Proprio davanti a noi erano posti alcuni cartelli che dicevano "Vietato pregare". Un museo in cui la gente si aggirava con macchine fotografiche e binocoli, gironzolando di qua e di là guardando le bellezze artistiche lì conservate.
Questa assenza di religione in quello che una volta era un luogo sacro era terribile. Fummo sopraffatti da questa cascata di eventi: unità originaria, unità lacerata, diverse religioni, niente più religione. I nostri sguardi vagavano disorientati in cerca di aiuto, quando all'improvviso - là! Sopra la cupola scintillava, dolcemente e senza farsi notare, un antico mosaico: Maria che offre suo Figlio. Lì ho capito chiaramente: sì, questa è la Chiesa: esserci, semplicemente, e a partire da se stessi generare Dio, quel Dio che appare assente.
La parola Theotokos - madre di Dio, colei che genera Dio - acquistò per me improvvisamente un suono completamente nuovo. Capii che non possiamo organizzare la fede nel mondo; se nessuno vuole più sentir parlare di Dio, non possiamo batterci con la forza e dire "Guai a voi!". Anche noi possiamo esserci semplicemente e portare alla luce, partendo da noi stessi, quel Dio che appare assente. Non possiamo fabbricare questo Dio, ma soltanto darlo alla luce; non possiamo affermarlo con argomentazioni, ma possiamo essere la coppa che lo contiene, il suo cielo nel quale, pur nella scarsa appariscenza, Egli rifulge. Ho così compreso non solo il nostro compito odierno come Chiesa, ma anche come la Chiesa sussista nella figura di Maria e come Maria sussista nella figura della Chiesa, come entrambe la figura e la realtà siano una cosa sola».

(Klaus Hemmerle - Partire dall'unità. La Trinità e Maria, Città Nuova ed. 1998, pp. 124,125).


Così, con delicatezza e decisione, sarà un camminare insieme.

(Immagine: Theotókos Odigitria, Santa Sophia, Istambul)

sabato 13 agosto 2022

Maria, Fiore dell'umanità


Assunzione della B.V. Maria
Apocalisse 11,19;12,1-6.10 • Sal 44 • 1Corinzi 15,20-26 • Luca 1,39-56
(Visualizza i brani delle Letture - Messa del Giorno)
(Vedi anche i brani delle Letture della Messa vespertina nella vigilia)

Appunti per l'omelia

Nella solennità di Maria assunta in cielo in anima e corpo cogliamo nella Madre di Dio la realtà dell'umanità realizzata. Se Gesù è il modello di ogni uomo e di ogni donna, Maria (la prima creatura nella quale ha fruttato completamente la redenzione operata dal Figlio), è per noi modello dell'essere umano, dell'essere donna e dell'essere uomo.
Maria è la discepola per eccellenza, la donna di fede di speranza e di amore, la donna del Magnificat, la vergine , la sposa, la madre. Lei è il tipo della Chiesa.
Questa realtà di Maria è descritta in maniera poetica e sublime in uno scritto di Chiara Lubich:

«L'Antico e il Nuovo Testamento formano un solo albero.
La fioritura avvenne nella pienezza dei tempi. E l'unico fiore era Maria.
Il frutto che ne seguì fu Gesù.
Anche l'albero dell'umanità era stato creato ad immagine di Dio.
Nella pienezza dei tempi, alla fioritura, avvenne l'unità fra Cielo e terra e lo Spirito Santo sposò Maria.
Abbiamo dunque un solo fiore: Maria. Ed un solo frutto: Gesù. Ma Maria, seppure una, è la sintesi della creazione intera al culmine della sua bellezza, quando si presenta come sposa al suo Creatore.
[…] Maria è il fiore fiorito sull'albero dell'umanità nato da Dio che creò il primo seme in Adamo. È Figlia di Dio suo Figlio.
Guardando una piantina di geranio, che s'apriva in un fiore rosso, mi domandavo e le domandavo: «Perché fiorisci in rosso? Perché dal verde cambi in rosso?». Mi sembrava una cosa così strana!
Oggi ho capito che tutta l'umanità fiorisce in Maria. Maria è il Fiore dell'umanità. Ella, l'Immacolata, è il Fiore della Maculata.
L'umanità peccatrice è fiorita in Maria, la tutta bella!
E, come il fiore rosso è grato alla piantina verde con le radici e il concime che la fece fiorire, così Maria è, perché vi fummo noi peccatori che costringemmo Dio a pensare a Maria.
Noi dobbiamo a Lei la salvezza, Ella la vita sua a noi».
(Chiara Lubich, Maria, trasparenza di Dio, Ed. Città Nuova, pp. 85-87).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza, a suo tempo pubblicata):
Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano (Lc 11,28) (15/08/2021)
(vai al testo…)
 L'anima mia magnifica il Signore(Lc 1,46) (15/08/2020)
(vai al testo…)
 L'anima mia magnifica il Signore(Lc 1,46) (15/08/2019)
(vai al testo…)
 Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente(Lc 1,49) (15/08/2018)
(vai al testo…)
 L'anima mia magnifica il Signore(Lc 1,46) (15/08/2017)
(vai al testo…)
 Beata colei che ha creduto (Lc 1,45) (15/08/2015)
(vai al testo…)
 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente (Lc 1,49) (15/08/2014)
(vai al testo…)
 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente (Lc 1,49) (15/08/2013)
(vai al testo…)
 L'anima mia magnifica il Signore (Lc 1,46) (15/08/2012)
(vai al testo…)
 Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! (Lc 1,42) - (14/08/2008)
(vai al post "Sintesi dell'umanità")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
 La consolante certezza del nostro destino (13/08/2021)
 La nemica della finta umiltà (13/08/2020)
 Abbiamo un Padre che ci aspetta con amore (13/08/2019)
 Saper "vedere" le meraviglie di Dio (14/08/2018)
 La vittoria definitiva sul "drago" delle nostre paure di morte (14/08/2017)
 In Maria splende il nostro luminoso destino (13/08/2016)
 Come Maria… (13/08/2015)
 La "cose grandi" compiute da Dio (14/08/2014)
 Gioia e gratitudine immensa (14/08/2013)
 La meraviglia del Cielo (14/08/2012)

Vedi anche i post:
 La festa del nostro corpo (15/08/2019)
 Maria Assunta, sintesi dell'umanità realizzata (15/08/2011)
 Il nostro luminoso destino (15/08/2010)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2022)
  di Antonio Savone (VP 8.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8-9.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
  di Cettina Militello (VP 6.2017)
  di Luigi Vari (VP 7.2016)
  di Luigi Vari (VP 7.2015)
  di Gianni Cavagnoli (VP 7.2014)
  di Marinella Perroni (VP 6.2013)
  di Marinella Perroni (VP 7.2012)
  di Marinella Perroni (VP 7.2011)
  di Claudio Arletti (VP 7.2010)
  di Claudio Arletti (VP 7.2009)
  di Enzo Bianchi (Vol. Anno A)
  di Enzo Bianchi (Vol. Anno B)
  di Enzo Bianchi (Vol. Anno C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

Immagine: Maria col bambino, Santuario Maria Theotokos, Loppiano, Incisa Valdarno FI.
Il quadro: opera dell'artista indiano Kalaichelvan di religione indù, che raffigura Maria col Bambino, dono del dottor Shri B. K. Krishnaraj Vanavarayar e famiglia a Chiara Lubich. La sua presenza nel Santuario è il segno tangibile dell'amore dei fratelli di altre religioni, che aderiscono al Movimento dei Focolari. Questo quadro è stato benedetto dal Papa Giovanni Paolo II il 26 settembre 2004 a Castel Gandolfo. Qui, ha sostato in preghiera Papa Francesco il 10 maggio 2018, prima di incontrare la cittadella.


venerdì 12 agosto 2022

L'urgenza del dono della vita


20a domenica del Tempo ordinario (C)
Geremia 38,4-6.8-10 • Salmo 39 • Ebrei 12,1-4 • Luca 12,49-53
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!" (Lc 12,49).
È l'ansia d'amore di Gesù, del suo dono: incendiare la terra del fuoco dell'amore che è in Dio, lo Spirito Santo. È come il grido del parto per la nuova creatura che sta per essere generata; generata dal grido di Gesù sulla Croce: un "battesimo" nel quale sarà immerso, nell'angoscia finché non sia compiuto (cf. Lc 12,50).
La nostra vita, rigenerata dalla Vita del Risorto, passa dalle acque del battesimo alla follia della Croce dove il Foglio di Dio "rende lo Spirito" (cf. Mc 15,37), quello Spirito che come lingue di fuoco scenderà sulla Chiesa nascente il giorno di Pentecoste.
La vita che nasce dallo Spirito scuote dalle fondamenta il nostro quieto vivere. Dove arriva la forza dello Spirito, che la Parola genera, nulla rimane come prima. La pace che il Signore Gesù ci dona non è come quella data dal mondo. È una pace che nasce dal dono della vita, dalla testimonianza di una scelta senza compromessi.
Questo crea divisione! Ci sarà pace solo per coloro che accettano la Parola come canone di vita, perché hanno "deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, correndo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù", Lui che "si sottopose alla croce, disprezzando il disonore". Per questa vita donata ora Lui "siede alla destra del trono di Dio" (cf. Eb 12,1-14; II lettura).
Gesù è spinto dall'urgenza di donarci l'amore che viene dal Padre per far nascere in noi l'urgenza di accogliere questo amore per esserne testimoni per tutti quelli che la vita ci fa incontrare.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Sono venuto a gettare fuoco sulla terra (Lc 12,49)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Sono venuto a gettare fuoco sulla terra (Lc 12,49) - (18/08/2019)
(vai al testo)
 Sono venuto a gettare fuoco sulla terra (Lc 12,49) - (14/08/2016)
(vai al testo)
 Sono venuto a gettare fuoco sulla terra (Lc 12,49) - (18/08/2013)
( vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Radicalità (16/08/2019)
  Quel fuoco che rompe la falsa pace (12/08/2016)
  Fuoco che tutto trasforma (09/08/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2019)
  di Luigi Vari (VP 6.2016)
  di Marinella Perroni (VP 7.2013)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 5 agosto 2022

Nell'attesa dell'incontro


19a domenica del Tempo ordinario (C)
Sapienza 18,6-9 • Salmo 32 • Ebrei 11,1-2.8-19 • Luca 12,32-48
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Non temete, piccolo gregge, perché al Padre è piaciuto dare a voi il Regno" (Lc 12,32). Anche se sono le folle che seguono Gesù, i discepoli sono sempre un "piccolo gregge", coscienti della propria piccolezza, perché il Pastore si è fatto più piccolo di loro. La comunità dei discepoli, la Chiesa, sarà sempre un "piccolo gregge", senza avere la pretesa di diventare forte. Non comanda, serve!
Seguire Gesù, far parte del Regno, significa seguire le sue orme, farsi povero con i poveri, ultimo con gli ultimi… e gli scartati che, perché scarti, non ne farebbero parte. Per questo, Gesù prosegue nel suo invito: "Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina… fatevi un tesoro sicuro dove ladro non arriva e tarlo non consuma" (Lc 12,33).
La povertà richiesta da Gesù non è moralistica né centrata sull'uomo, ma su Gesù. Essa è una conseguenza della fede in Lui e nell'avvento del regno di Dio. È seguire il Maestro che "da ricco che era si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà" (cf. 2Cor 8,9).
Far parte del Regno significa essere immersi nel cuore della Trinità, pronti già fin d'ora, assieme ai fratelli con i quali abbiamo condiviso beni materiali e spirituali, all'incontro con lo Sposo che ritorna dalle nozze ed ha preparato per noi un banchetto regale. E, cosa inaudita (ma non tanto per un Dio che ha offerto la sua vita per tutti noi), "si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli" (cf. Lc 12,37).
"Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora scegli" (Lc 12,37).
Il nostro essere al seguito di Gesù è caratterizzato da una vigilanza costante, in un cammino fato "insieme", in cui sperimentare la certezza che le parole di Gesù sono verità e danno senso e spessore alla nostra vita. E vigila chi è nell'amore, unica legge del Regno.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Anche voi tenetevi pronti (Lc 12,40)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese (Lc 12,35) - (11/08/2019)
(vai al testo)
 Anche voi tenetevi pronti (Lc 12,40) - (07/08/2016)
(vai al testo)
 Dov'è il vostro tesoro, sarà anche il vostro cuore (Lc 12,34) - (11/08/2013)
( vai al testo…)
 Fatevi un tesoro sicuro nei cieli (Lc 12,33) - (06/08/2010)
(vai al post "Il nostro tesoro")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Il "tesoro" (09/08/2019)
  Dio viene e si pone a servizio della mia felicità! (05/08/2016)
  La fede di quel "piccolo gregge" (09/08/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2019)
  di Luigi Vari (VP 6.2016)
  di Marinella Perroni (VP 6.2013)
  di Claudio Arletti (VP 7.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: "Passerà a servirli", Bernadette Lopez)

lunedì 1 agosto 2022

Perdonare, vedere con occhi nuovi


Parola di Vita – Agosto 2022
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?» (Mt 18, 21).

Il capitolo 18 del vangelo di Matteo è un testo ricchissimo, nel quale Gesù dà istruzioni ai discepoli su come vivere i rapporti all'interno della comunità appena nata. La domanda che pone Pietro riprende le parole che Gesù̀ aveva pronunciato poco prima: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te…» [1]. Gesù̀ sta parlando e, poco dopo, Pietro lo interrompe, come se si rendesse conto di non aver capito bene quello che il suo Maestro aveva appena detto. E gli pone una delle domande più rilevanti riguardo al cammino che deve percorrere un suo discepolo. Quante volte occorre perdonare?

«Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».

Interrogarsi fa parte del cammino di fede. Chi crede non ha tutte le risposte, ma resta fedele nonostante le domande. L'interrogativo di Pietro non riguarda il peccato contro Dio, ma piuttosto cosa fare quando un fratello commette colpe contro un altro fratello. Pietro pensa di essere un bravo discepolo che può arrivare a perdonare fino a sette volte [2]. Non si aspetta la risposta immediata di Gesù̀ che spiazza le sue sicurezze: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette» (Mt v. 22). I discepoli conoscevano bene le parole di Lamec, il sanguinario figlio di Caino, che canta la ripetizione della vendetta fino a settanta volte sette [3]. Gesù̀, alludendo proprio a questa affermazione, contrappone alla vendetta illimitata il perdono infinito.

«Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».

Non si tratta di perdonare una persona che offende continuamente, piuttosto di perdonare ripetutamente nel nostro cuore. Il perdono vero, quello che fa sentire liberi, di solito avviene per gradi. Non è un sentimento, non è dimenticare: è la scelta che il credente dovrebbe compiere, non solo quando l'offesa viene ripetuta, ma anche ogni volta che ritorna in mente. Per questo occorre perdonare settanta volte sette.
Scrive Chiara Lubich: «Gesù̀ […] aveva di mira, dunque, soprattutto i rapporti fra cristiani, fra membri della stessa comunità. È dunque prima di tutto con gli altri tuoi fratelli nella fede che devi comportarti cosi: in famiglia, sul lavoro, a scuola o, se vi fai parte, nella tua comunità. Lo sai come spesso si vuole compensare con un atto, con una parola corrispondente, l'offesa subita. Sai come per diversità di carattere, o per nervosismo, o per altre cause, le mancanze di amore sono frequenti fra persone che vivono insieme. Ebbene ricordati che solo un atteggiamento di perdono, sempre rinnovato, può mantenere la pace e l'unità tra fratelli. Avrai sempre la tendenza a pensare ai difetti dei tuoi fratelli, a ricordarti del loro passato, a volerli diversi da come sono… Occorre che tu faccia l'abitudine di vederli con occhio nuovo e nuovi loro stessi, accettandoli sempre e subito e fino in fondo, anche se non si pentono» [4].

«Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».

Tutti noi facciamo parte di una comunità di "perdonati", perché il perdono è un dono di Dio, del quale abbiamo sempre bisogno. Dovremmo sempre essere meravigliati dell'immensità̀ della misericordia che riceviamo dal Padre, che ci perdona se anche noi perdoniamo i fratelli [5]. Ci sono situazioni in cui non è facile perdonare, vicende che derivano da condizioni politiche, sociali, economiche in cui il perdono può assumere una dimensione comunitaria. Molti sono gli esempi di donne e uomini che sono riusciti a perdonare anche nei contesti più duri, aiutati dalla comunità che li ha sostenuti.
Osvaldo è colombiano. È stato minacciato di morte e ha visto uccidere suo fratello. Oggi è a capo di un'associazione contadina, dove si occupa del recupero di persone che erano state direttamente coinvolte nel conflitto armato del suo paese.
«Sarebbe stato facile rispondere alla vendetta con altra violenza ma ho detto di no», spiega Osvaldo: «Imparare l'arte del perdono è molto, molto difficile, ma le armi o la guerra non sono mai un'opzione per trasformare la vita. La strada della trasformazione è un'altra, è poter toccare l'anima umana dell'altro e per fare questo non hai bisogno della superbia e di nessun potere: è necessaria l'umiltà̀ che è la virtù più difficile da costruire» [6].

Letizia Magri

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[1] Mt 18, 15.
[2] Il numero sette indica la totalità, la completezza:Egitto vi sono sette anni di abbondanza e sette(Gen 41, 29-30)
[3] «Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette» (Gen 4,24).
[4] C. Lubich, Parola di Vita ottobre 1981, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 219.
[5] Unità è il nome della pace: La strategia di Chiara Lubich, a cura di Maddalena Maltese, Città Nuova,Roma, 2020, p.37.
[6] Cf. preghiera del Padre Nostro, Mt 6,9-13.

Fonte: https://www.focolare.org/


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