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venerdì 28 aprile 2023

La Porta per la Vita


4a domenica di Pasqua (A)
Atti 2,14a. 36-41 • Salmo 22 • 1 Pietro 2,20b-25 • Giovanni 10,1-10
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

È la domenica del Buon Pastore, del Pastore Bello. È la domenica dove le pecore sono chiamate per nome e il Pastore le conosce una ad una e loro lo seguono perché conoscono la sua voce (cf. Gv 10,3-4).
Essere conosciuti da Lui è sicurezza, è essere accolti, accuditi, nutriti e custoditi con amore. Un amore che è personale, con tutti i risvolti, le conseguenze e i dinamismi di una vita condotta insieme.
Noi possiamo avere una vita felice, sia pur nelle nostre fragilità e fallimenti, in una concordia sempre rinnovata perché viviamo dello stesso amore che il Signore Gesù, il Pastore Buono, ha per ciascuno di noi. Per questo ci sentiamo e siamo fratelli suoi e fratelli fra di noi.
Ma c'è una condizione. Ed è quella di lasciarsi amare, di aprirsi all'amore di Cristo con tutto noi stessi, perché da Lui proviene la Vita.
"Io sono io sono la porta delle pecore", ci ripete il Pastore: si entra e si esce per mezzo di me, altrimenti siamo ladri e mercenari. Entrare e uscire dal suo recinto è fare esperienza di libertà. Questo recinto è la Chiesa come Gesù l'ha pensata. Non una prigione chiusa, non una reggia per chi desidera vivere nel lusso. È un luogo che custodisce chi vi abita, un rifugio sicuro, un ambiente in cui condividere gioie e dolori, e riprendere fiato e forze…
Ma l'esperienza delle pecore non è vivere narcisisticamente nel recinto: è uscire seguendo il Pastore. La Chiesa vive per andare verso il mondo, esiste per evangelizzare. La voce del Pastore infonde coraggio per andare tra gli uomini, spesso "come agnelli in mezzo ai lupi" (cf. Mt 10,16). Quella voce, che infonde coraggio, detta il passo, indica la strada con la coscienza che essa è il sentiero della Croce.
Riconoscere la voce del Pastore è fare l'esperienza del Signore risorto che vince la morte, ogni morte, e indica la strada della vita, una vita dataci in abbondanza (cf. Gv 10,10).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato (Gv 10,9)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
Chiama le sue pecore, ciascuna per nome (Gv 10,3) - (03/05/2020)
(vai al testo)
Io sono la porta delle pecore (Gv 10,7) - (07/05/2017)
(vai al testo)
Chiama le sue pecore, ciascuna per nome (Gv 10,3) - (11/05/2014)
(vai al testo)
Chiama le sue pecore, ciascuna per nome (Gv 10,3) - (15/05/2011)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il dono della "vita in abbondanza" (02/05/2020)
  Chiamati per nome ad una pienezza di vita (05/05/2017)
  Gesù, l'unico Pastore (09/05/2014)

Vedi anche:
  Gesù, il Diacono Pastore (13/05/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 4.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2020)
  di Cettina Militello (VP 4.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 4.2014)
  di Marinella Perroni (VP 4.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Io sono il buon pastore, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, maggio 2012)

venerdì 21 aprile 2023

Resta con noi perché si fa sera


3a domenica di Pasqua (A)
Atti 2,14a.22-33 • Salmo 15 • 1 Pietro 1,17-21 • Luca 24,13-35
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Resta con noi, Signore, perché si fa sera". Come i discepoli di Emmaus, sfiduciati e delusi per la tragica fine del Maestro, anche noi, se abbiamo posto la nostra fiducia solo su una dimensione di quaggiù, sfiduciati sussurriamo a quel pellegrino straniero che ci ha accompagnato lungo la strada, di fermarsi. Una strada che stiamo percorrendo allontanandoci dalla città dove abbiamo sperimentato che forse la nostra vita avrebbe avuto un senso compiuto. Ci allontaniamo sfiduciati.
Forse non crediamo che Dio è e rimane sempre fedele?
Abbiamo sperimentato l'assenza del Cielo e le parole di amici non bastano a rianimarci. Abbiamo bisogno di incontrare Colui che riempie di senso tutta la nostra vita.
"Resta con noi", non sappiamo ancora chi tu sia, ma la tua presenza discreta ma decisa ci ha fatto ardere il cuore in petto, illuminando tutta la "storia" nostra e dell'uomo.
"Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto". In questa nostra condizione di penombra, una luce si è accesa nei nostri cuori. Se fuori il sole scompare, inizia a sorgere dentro di noi un altro Sole. Ed è "dentro" che noi possiamo sperimentare che il Signore è vivo e presente.
È stato un attimo, ma abbiamo visto il Signore!
Quella luce che ci ha sempre accompagnato e che credevamo scomparsa, c'è. Non alla maniera di prima, ma è la stessa. Nuova presenza del Risorto nella comunità dei risorti, che nell'Eucaristia, intraducibile mistero, amore fedele e invincibile seppur nascosto, trova la sua luce, non esteriore ma interiore che illumina mente e cuore. In essa si ha forza di rifare il cammino a ritroso, non più sfuggendo, ma incontrando il cuore della famiglia del Signore risorto, la Chiesa.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone! (Lc 24,34)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero (Lc 24,31) - (26/04/2020)
(vai al testo)
Egli entrò per rimanere con loro (Lc 24,29) - (30/04/2017)
(vai al testo)
Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero (Lc 24,31) - (04/05/2014)
(vai al testo)
Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero (Lc 24,31) - (08/05/2011)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Lo riconosciamo spezzando insieme il pane (24/04/2020)
  Gesù, invisibile presenza che nulla chiede e tutto dà (28/04/2017)
  In cammino con il Risorto (02/05/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 4.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2020)
  di Cettina Militello (VP 3.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 4.2014)
  di Marinella Perroni (VP 4.2011)
  di Enzo Bianchi

(Immagine: Gesù in persona si avvicinò, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, marzo 2013)

venerdì 14 aprile 2023

Nelle sue piaghe le nostre


2a domenica di Pasqua (A)
Atti 5,12-16 • Salmo 117 • Apocalisse 1,9-11a.12-13.17-19 • Giovanni 20,19-31
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Gesù stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi!. Detto questo mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore " (Gv 20,19-20). Sono le piaghe nel corpo del Risorto che permettono ai suoi di "gioire" nel vederlo. Gesù ora dimora alla destra del Padre portando con sé le tracce della sua vita umana, in altre parole, la nostra umanità: dimostrazione somma dell'amore di Dio che non spreca nulla di ciò che ha creato, assumendo in sé, glorificandola, la nostra umanità ferita.
A noi allora fare della nostra vita la manifestazione della risurrezione di Gesù, compiendo con Lui il passaggio dalla morte alla vita amando i fratelli, vivendo il dono dell'amore dentro i dolori e le paure della vita.
"Metti qui il tuo dito nel posto dei chiodi e la tua mano nella ferita del mio costato" (cf. Gv 20,27). Parole rivolte a Tommaso, e a ciascuno di noi: in quelle ferite ogni nostra ferita è guarita, glorificata; viviamo con Lui la nostra vita di risorti.
I discepoli di Gesù, allora come oggi, sono chiamati a vivere una nuova creazione, sulla quale il Signore risorto ha effuso il suo Spirito perché anche noi potessimo avere la sua stessa vita.
L'episodio di Tommaso ci invita a verificare la nostra fede nel Risorto, coscienti che alla fede si arriva attraverso un cammino dove non mancano dubbi e perplessità. La fede di Tommaso non nasce "a tavolino", né si accontenta di ciò che altri possono affermare. Scaturisce dall'amore attraversato da dubbi, abbandoni, ricerca, attesa dell'incontro personale con il Signore.
Comprendiamo allora che la crocifissione non segna la fine della presenza di Gesù tra i suoi. Egli è presente con i suoi doni e con i segni della passione; continua a dare senso e forza alle nostre vite. Vivificati dai doni che lo Spirito del Risorto ci elargisce siamo chiamati ad essere veramente "risorti", nuove creature, docili al soffio della nuova creazione.
Facendo esperienza del Risorto, il discepolo non è inviato tanto a trasmettere notizie, quanto a donare, grazie allo Spirito, vita e forza per vivere in quell'amore che ci è stato donato, prendendo su di sé le sofferenze dei fratelli e delle sorelle che il Signore ci pone accanto, con i quali Gesù si è immedesimato.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Abbiamo visto il Signore! (Gv 20,25)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Pace a voi! (Gv 20,19) - (24/04/2022)
(vai al testo…)
 Mio Signore e mio Dio! (Gv 20,28) - (11/04/2021)
(vai al testo…)
 I discepoli gioirono al vedere il Signore (Gv 20,20) - (19/04/2020)
(vai al testo…)
Mio Signore e mio Dio (Gv 20,28) - (28/04/2019)
(vai al testo)
Otto giorni dopo venne Gesù (Gv 20,26) - (08/04/2018)
(vai al testo)
I discepoli gioirono al vedere il Signore (Gv 20,20) - (23/04/2017)
(vai al testo)
Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20,22) - (03/04/2016)
(vai al testo)
Abbiamo visto il Signore! ( Gv 20,25) - (12/04/2015)
(vai al testo)
Mio Signore e mio Dio (Gv 20,28) - (27/04/2014)
(vai al testo)
Abbiamo visto il Signore (Gv 20,25) - (07/04/2013)
(vai al testo)
Beati quelli che hanno visto e hanno creduto (Gv 20,29) - (15/04/2012)
(vai al testo)
Tutti i credenti stavano insieme (At 2,44) - (01/05/2011)
(vai al testo)
Mio Signore e mio Dio (Gv 20,28) - (09/04/2010)
(vai al post "Turbati dall'incredulità")
Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: "Pace a voi" (Gv 20,19) - (17/04/2009)
(vai al post "La nostra pace")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Abbiamo visto il Signore! (22/04/2022 - Anno C)
  Da questo crederanno… (09/04/2021 - Anno B)
  Incontrare il Risorto (17/04/2020 - Anno A)
  Il "Primo" giorno della settimana (26/04/2019 - Anno C)
  La fede che vince il mondo (06/04/2018 - Anno B)
  Dalle piaghe aperte, non sangue ma luce e misericordia (21/04/2017 - Anno A)
  Tommaso, il nostro compagno di viaggio (01/04/2016 - Anno C)
  Quelle ferite, il punto più alto dell'amore (11/04/2015 - Anno B)
  Misericordia, secondo nome dell'amore (25/04/2014 - Anno A)
  La comunità vivificata dal Risorto (05/04/2013 - Anno C)
  La nostra vita con il Risorto (13/04/2012 - Anno B)

Commenti alla Parola:

Anno A:
  di Antonio Savone (VP 4.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2020)
  di Cettina Militello (VP 3.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 3.2014)
  di Marinella Perroni (VP 4.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

Anno B:
  di Antonio Savone (VP 4.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2018)
  di Luigi Vari (VP 3.2015)
  di Marinella Perroni (VP 3.2012)
  di Claudio Arletti (VP 3.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

Anno C:
  di Antonio Savone (VP 4.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2019)
  di Luigi Vari (VP 3.2016)
  di Marinella Perroni (VP 3.2013)
  di Claudio Arletti (VP 3.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Guarda le mie mani, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, aprile 2011)

sabato 8 aprile 2023

Il primo giorno della settimana


Pasqua di Risurrezione
Atti 10,34a.37-43 • Sal 117 • Colossesi 3,1-4 [1Corinzi 5,6-8] • Giovanni 20,1-9
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Il primo giorno della settimana Maria di Magdala si recò al sepolcro…" (Gv 20,1). È un giorno nuovo, qualcosa di grande ci attende dopo il silenzio del sabato. È un giorno nuovo, il primo della nuova creazione.
Non si può andare a cercare un cadavere, a rievocare un ricordo o a placare la propria straziante nostalgia. È il giorno di un nuovo annuncio, dove l'angelo, dopo aver rotolato la pietra del sepolcro, appare come folgore, vestito di bianco: "Non è qui. È risorto!" (cf. Mt 28,2-3).
Maria, no, non hanno portato via il Signore dal sepolcro. Lui è vivo!
Anche noi, con Pietro e Giovanni, corriamo al sepolcro e davanti a quella tomba vuota solo la fede nelle parole del Maestro possono farci comprendere ciò che le Scritture avevano detto di Lui.
Anche noi, con il discepolo che era corso con Pietro al sepolcro, abbiamo visto e con gli occhi della fede crediamo.
La fede ci fa vedere oltre, ci fa vedere dentro. Ma per vedere occorre uscire, andare verso ciò che ci può sembrare scontato e scoprire invece, nella notte, la sconvolgente novità di Dio.
È la luce che vince le tenebre, la vita che vince la morte.
La comunità dei credenti, quando esce e vede il volto dell'umanità ferita, allora può riconoscere in quelle ferite quelle del suo Signore risorto: "Vede e crede!".
Il primo giorno della settimana è allora il giorno nuovo, alba di una nuova umanità che nel suo Signore trova luce ed energia nuova per testimoniare l'immutabile, perenne, fedeltà di Dio per noi.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò (Gv 20,5)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 ... e vide e credette (Gv 24,8) - (17/04/2022)
(vai al testo)
 E vide e credette (Gv 24,8) - (04/04/2021)
(vai al testo)
 Entrò nel sepolcro e vide e credette (Gv 24,8) - (12/04/2020)
(vai al testo)
 Non è qui, è risorto (Lc 24,6) - (21/04/2019)
(vai al testo)
 Egli doveva risorgere dai morti (Gv 20,9) - (01/04/2018)
(vai al testo)
 Entrò nel sepolcro... e vide e credette (Gv 20,8) - (16/04/2017)
(vai al testo)
 Non è qui, è risorto (Lc 24,6) - (27/03/2016)
(vai al testo)
 E vide e credette (Gv 20,8) - (05/04/2015)
(vai al testo)
 Andate a dire: È risorto dai morti (Mt 28,7) - (20/04/2014)
(vai al testo)
 Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù (Col 3,1) - (31/03/2013)
(vai al testo)
 È risorto! (Mc 16,6) - (08/04/2012)
(vai al testo)
 Andate a dire ai suoi discepoli: "È risorto dai morti" (Mt 28,7) - (24/04/2011)
(vai al testo)
 Cristo, mia speranza, è risorto, alleluia(Sequenza) - (03/04/2010)
(vai al post "La nostra speranza")
 Noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute(At 10,39) - (11/04/2009)
(vai al post "Noi siamo testimoni")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Dove la nostra credibilità? (15/04/2022)
  L'amore ci fa vedere (03/04/2021)
  Il Signore Gesù ha vinto la morte (11/04/2020)
  La memoria delle Scritture (20/04/2019)
  Dalla risurrezione di Gesù è possible un nuovo inizio per ciascuno (30/03/2018)
  L'ultima parola della vita umana è soltanto e sempre l'amore (15/04/2017)
  L'amore che non può essere annullato dalla morte (26/03/2016)
  "Doveva" risolrgere (04/04/2015)
  La gioia piena che il Risorto ci dona (19/04/2014)
  È vivo, Lui la nostra speranza! (30/03/2013)
  È risorto! (07/04/2012)

Commenti alla Parola:
Anno A:
  di Antonio Savone (VP 4.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2020)
  di Cettina Militello (VP 3.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 3.2014)
  di Marinella Perroni (VP 3.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

Anno B:
  di Antonio Savone (VP 4.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2018)
  di Luigi Vari (VP 3.2015)
  di Marinella Perroni (VP 3.2012)
  di Claudio Arletti (VP 3.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

Anno C:
  di Antonio Savone (VP 4.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2019)
  di Luigi Vari (VP 2.2016)
  di Marinella Perroni (VP 2.2013)
  di Claudio Arletti (VP 3.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Le mirrofore al sepolcro, icona Comunità di Bose)


sabato 1 aprile 2023

Puntare verso l'alto la nostra vita


Parola di Vita – Aprile 2023
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3,2).

Erano appena nate le prime comunità cristiane e già sorgevano dei contrasti dovuti a false interpretazioni del messaggio evangelico. Paolo, che si trovava in prigione, viene a conoscenza di questi problemi a Colossi e così scrive a questa comunità.
Si può comprendere meglio la Parola di Vita di questo mese se viene letta all'interno del brano in cui si trova: «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!» [1].
Per superare questi contrasti, Paolo invita a rivolgere il nostro pensiero, tutto il nostro essere a Cristo che è risorto. Infatti nel battesimo, siamo anche noi morti e risorti in Cristo. Possiamo vivere "nel già e non ancora" questa vita nuova.

«Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra».

Ovviamente questa possibilità non è ottenuta una volta per sempre, ma va continuamente ricercata in un cammino impegnativo che dura l'intera esistenza. Significa puntare verso l'alto la nostra vita. Cristo ha portato infatti sulla terra la vita del cielo e la sua Pasqua è l'inizio della nuova creazione, di una umanità nuova. Sarebbe questa la logica conseguenza di chi sceglie di vivere il Vangelo: una scelta che cambia totalmente la nostra mentalità, rovescia l'ordine, le finalità che il mondo ci propone, ci libera dai condizionamenti facendoci sperimentare un mutamento radicale. In fondo Paolo non svaluta le "cose della terra" perché, da quando il cielo ha toccato la terra con l'Incarnazione del Figlio di Dio, tutto è stato rinnovato [2].

«Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra».

«Che cosa sono le "cose di lassù"?», scrive Chiara Lubich. «Quei valori che Gesù ha portato sulla terra e per i quali si distinguono i suoi seguaci. Sono l'amore, la concordia, la pace, il perdono, la correttezza, la purezza, l'onestà, la giustizia, ecc. Sono tutte quelle virtù e ricchezze che offre il Vangelo. Con esse e per esse i cristiani si mantengono nella loro realtà di risorti con Cristo. […] E come si fa a tenere il cuore ancorato al cielo, vivendo in mezzo al mondo? Lasciandoci guidare dai pensieri e dai sentimenti di Gesù il cui sguardo interiore era sempre rivolto al Padre e la cui vita rifletteva in ogni istante la legge del Cielo che è legge d'amore» [3].

«Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra».

La presenza dei cristiani nel mondo si apre coraggiosamente alla vita nuova della Pasqua. Sono donne e uomini nuovi che non sono del mondo [4] ma che vivono nel mondo con tutte le difficoltà presenti. Così si diceva dei primi cristiani: «Dimorano sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. […] Come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani» [5].
La scelta coraggiosa e tutta evangelica di un operaio che decide di aiutare un suo collega appena licenziato, provoca a cascata una catena di gesti di fraternità mossi dalla sua testimonianza. «In fabbrica hanno distribuito delle lettere di licenziamento una delle quali indirizzata a Giorgio. Conoscendo le sue precarie condizioni economiche lo invito a tornare con me nell'ufficio del personale: "Io sto meglio di lui - dichiaro -, mia moglie ha un lavoro. Licenziate piuttosto me". Il capo promette di riesaminare il caso. Quando usciamo, Giorgio mi abbraccia commosso. Il fatto naturalmente passa di bocca in bocca e altri due operai, pressappoco nelle stesse mie condizioni, si offrono al posto di altri due licenziati. La direzione è costretta a un ripensamento sui metodi di scelta dei licenziamenti. Essendo venuto a conoscenza del fatto, il parroco lo racconta durante l'omelia della domenica, senza fare nomi. Il giorno dopo mi fa sapere che due studentesse sono andate a portargli tutti i loro risparmi per gli operai in difficoltà, dichiarando: "Anche noi vogliamo imitare il gesto di quell'operaio"» (B. S. - Brasile)  [6].

A cura di Patrizia Mazzola
e del team della Parola di vita


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[1] Col 3,1-3.
[2] Cf. 2Cor 5,17: "Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove".
[3] C. Lubich, Parola di Vita aprile 2001, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 640-641.
[4] Cf. Gv 15,18-21.
[5] A Diogneto 5,5-6,1, in I Padri Apostolici, a cura di A. Quacquarelli, Città Nuova, Roma 20012, pp. 356-357. [6] Esperienza tratta dal sito www.focolare.org.

Fonte: https://www.focolaritalia.it


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