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giovedì 29 febbraio 2024

L'offerta gradita a Dio


3a domenica di Quaresima (B)
Esodo 20,1-17 • Salmo 18 • 1Corinzi 1,22-25 • Giovanni 2,13-25
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Nel cammino quaresimale che abbiamo intrapreso, il brano evangelico di questa domenica ci presenta l'episodio della purificazione del tempio. È un'ulteriore tappa che ci viene proposta: dalla tentazione nel deserto e dalla contemplazione sul Tabor, ora, discesi dal monte, il nostro cammino necessita di una purificazione per accogliere appieno il dono che il Padre ci fa attraverso il Figlio amato.
Era ovvio che nel recinto del tempio ci fossero gente che vendeva gli animali per il sacrificio (era impensabile che i pellegrini se li portassero da casa) e ci fossero i cambiamonete per l'offerta al tempio. Tuttavia l'atteggiamento di Gesù che "scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi" (animali appunto per il sacrificio), è una ulteriore manifestazione del volere di Dio che non tollera sacrifici rituali disgiunti da una vita offerta a Dio.
Risuonano qui ben chiare le parole che Gesù pronunciò alla samaritana al pozzo di Giacobbe: "Viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità", e non nel tempio a Gerusalemme né sul monte Gherizim (cf. Gv 4,19-24). Anzi il vero tempio dove incontrare Dio è la persona di Gesù, che noi incontriamo nella carne dei poveri e degli ultimi, divenuti nostri fratelli. Il corpo di Gesù che, distrutto con la morte, sarà riedificato nuovo nella risurrezione. Da quel momento i credenti diventano figli della risurrezione: non c'è più scollamento tra liturgia e vita, tra sacro e profano. Sarà il corpo offerto come "sacrificio vivente, santo e gradito a Dio" (cf. Rm 122,1).
È tutta la nostra vita, spesa nell'adempimento del progetto di Dio, l'offerta che il Padre chiede a ciascuno. Il vero tempio è la persona di Gesù. E noi "suo corpo" per il battesimo, siamo abilitati ad offrire noi stessi come culto spirituale, dove quello rituale è segno e sacramento che ci introduce nella realtà vera: essere figli nel Figlio. Così ogni nostra Eucaristia diventa l'offerta della nostra vita, con tutta la nostra quotidianità e povertà, unita a quella di Cristo, per essere un'unica offerta gradita a Dio.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo (Gv 2,25)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Portate via di qui queste cose e non fate della casa del padre mio un mercato! (Gv 2,16) - (07/03/2021)
(vai al testo…)
 Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere (Gv 2,19) - (04/03/2018)
(vai al testo…)
 Egli parlava del tempio del suo corpo (Gv 2,21) - (08/03/2015)
(vai al testo…)
 Molti credettero nel suo nome (Gv 2,23) - (11/03/2012)
( vai al testo…)
 Noi predichiamo Cristo crocifisso, potenza e sapienza di Dio (1Cor 8,23-24) - (15/03/2009)
(vai al post "Il Crocifisso, mistero d'amore")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  L'amore che purifica (05/03/2021)
  La nostra vita "unificata" in Gesù, vero santuario de Padre (02/03/2018)
  Gesù, nuovo "tempio" per l'uomo di oggi (07/03/2015)
  Il nuovo Tempio (09/03/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 3.2024)
  di Antonio Savone (VP 3.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 3.2018)
  di Luigi Vari (VP 2.2015)
  di Marinella Perroni (VP 2.2012)
  di Claudio Arletti (VP 2.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: La purificazione del Tempio, di Bernadette Lopez, 2018)

mercoledì 28 febbraio 2024

Attraverso il deserto alla libertà [2]


Riprendo la lettura del Messaggio di papa Francesco per questa Quaresima.

"Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti il passaggio dalla morte alla vita".
"L'esodo dalla schiavitù alla libertà - scrive il papa - non è un cammino astratto". Occorre guardare alla realtà, ed in essa prendere le decisioni opportune: "voler vedere la realtà"! Come fa Dio. Lui si rivela come un Dio "che vede e soprattutto ascolta: «Ho osservato la miseria del mio popolo… ho udito il grido…"sono sceso a liberarlo»".
Sì, Dio è sceso a liberarci. Nel Figlio il Padre ha assunto la nostra carne, prendendo su di sé la totalità della nostra condizione di schiavitù, facendosi lui stesso servo di tutti.
Il Figlio di Dio svuotò se stesso, non considerando un tesoro geloso il suo essere come Dio (cf. Fil 2,6 seg.), per farci partecipi della figliolanza divina.
Dio ha visto e udito. "Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo". Allora è opportuno chiederci se "arriva anche a noi", se "ci scuote", se "ci commuove". Guardare alla realtà significa prendere sul serio il fatto di che cosa nega il nostro essere fratelli "allontanandoci gli uni dagli altri".
Il nostro cammino quaresimale sarà concreto se prenderemo coscienza di essere "sotto il dominio del Faraone", un dominio che "ci rende esausti e insensibili", attratti sempre da "una inspiegabile nostalgia della schiavitù", attratti verso "cose già vissute, a discapito della libertà".
Ma come al tempo dell'Esodo, è Dio "a vedere, a commuoversi e a liberare". È Lui che fa il primo passo, è Lui che ama per primo, invitandoci ad accogliere il suo dono. Eppure quanto sogniamo ancora le "cipolle dell'Egitto", in "un deficit di speranza"! Ci è difficile alzare il capo… E questa nostra incapacità a smuoverci, commuove il cuore di Dio.
È troppo importante che l'umanità riacquisti lo splendore dell'origine. Non è comprensibile che "un'umanità giunta alla soglia della fraternità universale… brancoli nel buio delle disuguaglianze e dei conflitti".
Dio ha visto la nostra incapacità a rialzarci e ha compassione di tutti i suoi figli. A noi l'invito, in questa Quaresima, a lasciarci condurre dalla misericordia di Dio verso quella terra dove "scorre latte e miele".
Lo potremo fare se, come Lui, impariamo a guardarci attorno, a scorgere nei fratelli che soffrono la possibilità di amare con lo stesso amore di Dio.

lunedì 26 febbraio 2024

Attraverso il deserto alla libertà [1]


"Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà" è il titolo del Messaggio di papa Francesco per questa Quaresima.
Provo a soffermarmi su quanto il papa scrive per cercare di interiorizzare al meglio le sue parole.
La libertà! Dono unico, inestimabile di Dio. La libertà, non di fare ciò che si vuole, ma di poter amare dello stesso amore di Dio. Ed è l'amore che ci rende liberi. Liberi dai legami che ci rendono schiavi di noi stessi, degli altri, delle circostanze.
Ma la libertà non è esente da sofferenza, anzi ne è il prezzo, tanto da poter dire che siamo liberi, anche se in catene.
Così l'incipit di Francesco: "Quando il nostro Dio si rivela, comunica libertà: «Io sono il Signore tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servire» (Es 20,2)". E ci indica il "deserto come via di libertà".
È lì nel deserto che il Signore ci educa e ci chiama alla libertà. "È infatti una chiamata vigorosa, quella della libertà. Non si esaurisce in un singolo evento, perché matura in un cammino".
È il cammino della vita; è la nostra quotidiana adesione alla Parola che sempre ci guida, al di là delle nostre infedeltà. I limiti che caratterizzano la nostra esistenza li portiamo sempre dentro di noi, ci condizionano, ci frenano nel desiderio di liberarcene e spesso smorzano lo sforzo del nostro impegno.
È una spina che ci portiamo dentro, esperienze del passato che spesso intralciano la possibilità di aprirci al nuovo che lo Spirito ci fa intravvedere e verso cui ci guida.
Così è stato per Israele che nel deserto "rimpiange il passato e mormora contro il cielo e contro Mosè". Così "anche oggi il popolo di Dio porta in sé dei legami oppressivi che deve scegliere di abbandonare". Succede speso di lasciarci intrappolare in questo pantano "quando ci manca la speranza e vaghiamo nella vita come in una landa desolata, senza una terra promessa verso cui tendere insieme".
Allora il tempo di Quaresima è tempo propizio per riprenderci, per entrare in noi stessi e sperimentare che il deserto, luogo esistenziale verso cui siamo sospinti dall'azione dello Spirito, è il luogo in cui il cuore di Dio si manifesta.

(Immagine dal sito: www.fcim.it)

venerdì 23 febbraio 2024

In cammino alla luce della Parola


2a domenica di Quaresima (B)
Genesi 22, 1-2.9a.1 0-13.15-18 • Salmo 115 • Romani 8,31b-34 • Marco 9,2-10
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia


Dal deserto al monte, dalla tentazione alla trasfigurazione. Gesù, con i suoi tre discepoli più intimi, salì su "un alto monte" e "fu trasfigurato davanti a loro".
Il testo di Marco segue il primo annuncio della passione di Gesù (cf. Mc 8,31-33) e quello della croce cui anche i discepoli sono chiamati (cf. Mc 8,34-38).
In questo tempo quaresimale la liturgia ci propone il cammino che ci porta al culmine della vita di Gesù di Nazaret: la sua morte in croce e la sua risurrezione.
L'offerta della vita del Figlio di Dio, simboleggiata dall'offerta del figlio Isacco da parte di Abramo (cf. Gn 22,1 seg.; I lettura), è la manifestazione dell'amore del Padre, "che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi" (cf. Rm 8,32; II lettura).
Il Padre parla come al battesimo al Giordano e proclama: "Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo" (Mc 9,7).
All'annuncio drammatico della passione i discepoli sono sconvolti. Ma questa non è la fine né la tragica conseguenza di un fallimento, ma l'inizio, la porta d'accesso, per una nuova vita, alla vita di Dio. È l'espressione di un amore consumato fino alla fine e che ci spalanca verso un orizzonte di luce, di "vesti splendenti, bianchissime".
Gesù, scrive l'evangelista, "fu trasfigurato". Non è lui il protagonista di questa trasfigurazione; non si tratta di una azione umana ("nessun lavandaio…"), né opera di Gesù. È il riflesso della sua divinità che viene dal suo essere Figlio. Quella luce manifesta ciò che Gesù è in verità, nella sua più profonda identità. È come se, per un attimo, si fosse alzato il velo.
Dalla nube che li avvolge esce una voce: "Questi è il mio Figlio, l'amato: ascoltatelo". È una luce che non abbaglia o incanta, come quella degli idoli, ma una luce che ci indica un cammino e ci invita a percorrerlo. Tutto il contrario di ciò che vorrebbe Pietro, volendo costruire tre capanne, per fermarsi lì. Ma l'ascolto del Figlio amato ci fa uscire da capanne statiche e ci mette in cammino. E nel cammino iniziamo a comprendere. Ed è un ascolto che si concretizza in un cammino alla luce della Parola, quale "lampada per i miei passi, luce sul mio cammino" (cf. Sal 118,105).
Si cammina, si scende dal monte, pur non comprendendo tutto, continuando a chiederci "cosa volesse dire risorgere dai morti" (Mc 9,10). Lo scopriremo poi, quando sarà il momento, e diventeremo anche noi "testimoni della risurrezione", se saremo disposti ad accogliere la Parola, a lasciarci abitare da essa fino a diventare anche noi riflesso della luce del Figlio amato.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Le sue vesti divennero splendenti (Mc 9,3)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Questi è il figlio mio, l'amato: ascoltatelo (Mc 9,7) - (28/02/2021)
(vai al testo…)
 Questi è il figlio mio, l'amato: ascoltatelo (Mc 9,7) - (25/02/2018)
(vai al testo…)
 Rabbì, è bello per noi essere qui (Mc 9,5) - (01/03/2015)
(vai al testo…)
 Fu trasfigurato davanti a loro (Mc 9,2) - (04/03/2012)
( vai al testo…)
 Dio ha dato il proprio Figlio per noi tutti (Rm 8,32) - (08/03/2009)
(vai al post "Dalla morte, la vita")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Accogliere la Parola è farsi servi (26/02/2021)
  L'amore di Dio nel dono del Figlio (23/02/2018)
  Nell'ascolto ci si scopre "figli" e "fratelli" (28/02/2015)
  Il dolore trasformato in amore (02/03/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 2.2024)
  di Antonio Savone (VP 2.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2018)
  di Luigi Vari (VP 2.2015)
  di Marinella Perroni (VP 2.2012)
  di Claudio Arletti (VP 2.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

venerdì 16 febbraio 2024

Nel deserto tra tentazione e consolazione


1a domenica di Quaresima (B)
Genesi 9,8-15 • Salmo 24 • 1 Pietro 3,18-22 • Marco 1,12-15
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Col mercoledì delle ceneri abbiamo iniziato il cammino quaresimale che ci porterà all'incontro a Pasqua con il Signore risorto.
È un cammino, questo della Quaresima, in cui anche noi, "sospinti" dallo Spirito, siamo invitati ad una conversione sincera e profonda alla luce ed alla sequela del Vangelo.
Il brano evangelico di Marco, proposto per questa domenica del ciclo B, essenziale nel suo racconto, parla del periodo di prova nel deserto che Gesù ha vissuto subito dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni.
In seguito a quell'evento straordinario e ricco di mistero, dove il Figlio di Dio, immerso con tutti noi peccatori nelle acque del Giordano, riceve l'unzione dello Spirito e la compiacenza del Padre, senza indugio, "subito", viene sospinto dallo Spirito nel deserto ed essere tentato dal diavolo.
Esperienza unica quella di Gesù: di comunione e beatitudine al battesimo e, senza soluzione di continuità, di prova e di tentazione nel deserto.
L'evangelista Marco non si sofferma sulla descrizione delle tentazioni, ma pone l'accento, in maniera scarna e diretta, che tra tentazione e consolazione non vi è un prima e un dopo, ma che nel tempo dei quaranta giorni, tempo lungo e continuativo che dice pienezza, Gesù "rimase" tentato da satana, con le bestie selvatiche, servito dagli angeli, dove lo Spirito era con lui (cf. Mc 1,12-13).
Questa esperienza di Gesù è preludio alla sua vita pubblica nell'annuncio del Vangelo e nell'invito alla conversione: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete nel Vangelo" (Mc 1,15).
Un invito per questa Quaresima a fare, nella purificazione del cuore, l'esperienza che è nello Spirito che affronteremo le reali complessità e contraddizioni della vita - nostro quotidiano deserto - per porre totalmente la nostra fiducia nel cuore del Padre.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Il tempio è compiuto e il regno di Dio è vicino (Mt 21,43)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15) - (21/02/2021)
(vai al testo…)
 Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto (Mc 1,12) - (18/02/2018)
(vai al testo…)
 Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto (Mc 1,12) - (22/02/2015)
(vai al testo…)
 Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15) - (26/02/2012)
( vai al testo…)
 Nel deserto rimase per quaranta giorni, tentato da Satana (Mc 1,13) - (01/03/2009)
(vai al post "Condotti dallo Spirito nel deserto")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Accogliere ora il Dio che è vicino (19/02/2021)
  La docilità di Gesù all'azione dello Spirito (16/02/2018)
  Convertirsi, guardare nella direzione del Vangelo (20/02/2015)
  Credere nel Vangelo, la novità di Dio! (24/02/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 2.2024)
  di Antonio Savone (VP 2.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2018)
  di Luigi Vari (VP 2.2015)
  di Marinella Perroni (VP 2.2012)
  di Claudio Arletti (VP 2.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: acquarello di Maria Cavazzini Fortini)

giovedì 1 febbraio 2024

È l'amore che muove il mondo


Parola di Vita – Febbraio 2024
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«E tutto ciò che fate, fatelo con amore» (1Cor 16,14) [1]

Questo mese, come lampada per i nostri passi, [2] ci lasciamo illuminare dalla parola e dall'esperienza dell'apostolo Paolo. Egli annuncia anche a noi, come ai cristiani di Corinto, un messaggio forte: il cuore del Vangelo è la carità, l'agape, l'amore disinteressato tra fratelli.
La nostra Parola di vita fa parte della conclusione di questa lettera, in cui la carità è abbondantemente ricordata e spiegata in tutte le sue sfumature: è paziente, benevola, ama la verità, non cerca il proprio interesse [3] … L'amore reciproco vissuto così nella comunità cristiana, è balsamo per le divisioni che sempre la minacciano e segno di speranza per tutta l'umanità.

«E tutto ciò che fate, fatelo con amore».

Colpisce che Paolo – nel testo greco – esorti ad agire "essendo nell'amore", come a indicarci una condizione stabile, un dimorare in Dio, che è Amore. Come potremmo infatti accoglierci reciprocamente ed accogliere ogni persona con questo atteggiamento, se non riconoscendo di essere noi amati da Dio per primi, anche nelle nostre fragilità?
È questa coscienza rinnovata che ci permette di aprirci senza paura agli altri, per comprenderne i bisogni e metterci loro accanto, condividendo risorse materiali e spirituali. Guardiamo come ha fatto Gesù; è lui il nostro modello.
Egli ha sempre donato per primo: "[…] la salute agli ammalati, il perdono ai peccatori, la vita a tutti noi. All'istinto egoista di accaparrare oppone la generosità; all'accentramento sui propri bisogni, l'attenzione all'altro; alla cultura del possesso quella del dare. Non conta se possiamo dare molto o poco. L'importante è il come doniamo, quanto amore mettiamo anche in un piccolo gesto di attenzione verso l'altro. […] È essenziale l'amore, perché sa accostare il prossimo anche solo con un atteggiamento di ascolto, di servizio, di disponibilità. Quanto importante […] è cercare di essere l'amore accanto a ciascuno! Troveremo la via diritta per entrare nel suo cuore e sollevarlo" [4].

«E tutto ciò che fate, fatelo con amore».

Questa Parola ci insegna ad accostarci agli altri con rispetto, senza falsità, con creatività, dando spazio alle loro migliori aspirazioni, perché ognuno porti il proprio contributo al bene comune.
Ci aiuta a valorizzare ogni occasione concreta della nostra vita quotidiana: "[…] dai lavori di casa o dei campi e dell'officina, al disbrigo delle pratiche d'ufficio, ai compiti di scuola, come alle responsabilità in campo civile, politico e religioso. Tutto può trasformarsi in servizio attento e premuroso" [5]. Potremmo immaginare un mosaico di Vangelo vissuto nella semplicità.
Due genitori scrivono: "Quando una vicina, angosciata, ci ha detto che suo figlio era in prigione, abbiamo accettato di andare a fargli visita. Abbiamo digiunato il giorno prima di andare, sperando di avere la grazia di dirgli la cosa giusta. Poi abbiamo pagato la cauzione per farlo rilasciare" [2].
Un gruppo di giovani di Buea (Camerun sud-occidentale) ha organizzato una raccolta di beni e di fondi per aiutare gli sfollati interni a causa della guerra in corso [7]. Hanno fatto visita a un uomo che ha perso un braccio durante la fuga. Convivere con questa disabilità è diventato per lui una grande sfida, perché le sue abitudini sono cambiate drasticamente. "Ci ha detto che la nostra visita gli ha donato speranza, gioia e fiducia. Ha sentito l'amore di Dio attraverso di noi", ha raccontato Regina. Aggiunge Marita: "Dopo quest'esperienza, sono davvero convinta che nessun dono sia troppo piccolo se fatto con amore… Non c'è bisogno d'altro: è l'amore che muove il mondo. Sperimentiamolo!".

A cura di Letizia Magri
e del team della Parola di Vita


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[1] Per questo mese, la Parola di Vita che proponiamo è la stessa che un gruppo di cristiani di varie Chiese della Germania, ha scelto di vivere lungo tutto l'anno.
[2] Cf. Sal 119 [118], 105.
[3] Cf. cap. 13
[4] C. Lubich, Parola di Vita ottobre 2006, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 791-792.
[5] Ibid. p. 792.
[6] S. Pellegrini, G. Salerno e M. Caporale, Famiglie in azione. Un mosaico di vita, Città Nuova 2022, pp.70-71.
[7] Testo adattato dal sito: "https://www.unitedworldproject.org/workshop/camerun-condividere-con-gli-sfollati/".

Fonte: https://www.focolaritalia.it
Immagine: Amor che move i mondi, tela di Anna Ugolini

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