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domenica 19 maggio 2024

Convegno – Assisi 2024

Comunità del Diaconato in Italia

XXIX Convegno Nazionale
Assisi, 5-8 Agosto 2024


Diaconi profeti e seminatori di speranza
Poveri - Profughi - Pianeta - Pace
"Gesù Cristo è nostra comune speranza"




Vai al dépliant (con programma)
Vai alla Scheda di Prenotazione
____________________


PRESENTAZIONE


Il Convegno che la Comunità del Diaconato in Italia propone avrà per tema:
DIACONI PROFETI E SEMINATORI DI SPERANZA
Poveri - Profughi - Pianeta - Pace
"Gesù Cristo è nostra comune speranza"




SEDE DEL CONVEGNO
DOMUS PACIS, Piazza Porziuncola 1 ASSISI - Tel. 075 8043530



Interverranno al Convegno:
mons. Francesco SAVINO, Vescovo di Cassano all'Jonio, Vicepresidente CEI
mons. Rino FISICHELLA, Pro-Prefetto Dicastero per l'Evangelizzazione
mons. Domenico SORRENTINO, Vescovo di Assisi/Foligno
dott. Enzo PETROLINO, Presidente Comunità diaconato in Italia
don Calogero CERAMI, Responsabile Centro Formazione Clero, Sicilia
card. Pierbattista PIZZABALLA, Patriarca di Gerusalemme dei Latini
fr Michel ABBAUD, Presidente Caritas Libano
prof. Abbé Alphonse BORRAS, Teologo, Diocesi di Liegi
p. Luca FORESTIER, Docente di Ecclesiologia, Lille
prof. Franco VACCARI, Presidente Cittadella della Pace "Rondine"
dott. Denis MUKWEGE, Premio Nobel per la Pace 2018
dott. Enzo ROMEO, Vaticanista RAI2
prof. Cristina Simonelli, Docente Storia della Chiesa e Teologia Patristica
sr. Veronica DONATELLO, Responsabile servizio CEI per la pastorale delle persone con disabilità
Veronica CORADDU, Coordinatrice italiana Animatori e Circoli "Laudato Si"
Maria NERY MALAGNON, Rete delle spose "Febe", Bogotà
Claudio SOAVE, Diacono Diocesi di Milano
Gianfranco CARRERA, Diacono Diocesi di Parma
Gianni ARTIOLI, Diacono Diocesi di Mantova
Michele Sardella, Diacono Diocesi di Porto Santa Rufina, membro Ufficio Pastorale della Salute CEI

Lectio: don Luca Bassetti, diocesi di Lucca, Consigliere spirituale Comunità diaconato in Italia
Lectio su: Luca 8, 4-15 *** Matteo 13,1-23 *** Marco 4, 1-20


NORME DI PARTECIPAZIONE

Il Convegno è aperto a tutti: vescovi, presbiteri, diaconi e candidati, religiosi/e e laici.

La quota di partecipazione, comprensiva di vitto, alloggio e iscrizione, dovrà essere versata alla COMUNITÀ DEL DIACONATO IN ITALIA con versamento c/c postale: 14284426
o bonifico bancario: IBAN IT28Y0306909606100000014951
indicando come causale del versamento "XXIX Convegno diaconi 2024".

 La quota di partecipazione (non divisibile per l'intera durata del Convegno dalla cena di Lunedì 5 al pranzo di Giovedì 8 agosto, comprese bevande), è fissata:
In camera doppia (a persona)   € 280,00
In camera singola                     € 325,00
Solo quota iscrizione (senza vitto e alloggio) € 70,00

Riduzioni:
• bambini fino a 3 anni gratuiti
• bambini da 4 a 13 anni compiuti € 45,00

È prevista l'animazione per i bambini che non sarà solo un momento divertente per intrattenerli, ma è anche un momento per offrire loro un'opportunità educativa e aiutarli ad apprendere in modo divertente.

• Le relative richieste devono essere inoltrate compilando ed inviando la scheda di prenotazione versando come caparra di quota soggiorno € 60,00, indicando come causale del versamento "XXIX Convegno nazionale diaconi 2024" entro il 30 Giugno.
La scheda di adesione (scaricabile anche da questo post) e la copia del versamento devono essere inviate via e-mail a: eventi@comunitadiaconato.it
L'iscrizione può essere effettuata anche online entrando nel Sito della Comunità, dove può essere scaricato pure il programma del Convegno: www.comunitadiaconato.com

• Il saldo della quota di alloggio dovrà essere versato 14 giorni prima dell'inizio del Convegno con bonifico bancario o bollettino postale.
• Le richieste di alloggio saranno evase secondo l'ordine di arrivo, fino ad esaurimento dei posti disponibili
• Coloro che, dopo aver prenotato l'alloggio, intendessero ritirarsi, dovranno disdire entro il 1° Luglio altrimenti perderanno l'importo della caparra.


Per informazioni:
Segreteria organizzativa Comunità del Diaconato in Italia
Tel.: +39 349 400 2311
e-mail: diaconatoinitalia@libero.it
www.comunitadiaconato.com

venerdì 17 maggio 2024

Lo Spirito santo, il testimone della relazione


Pentecoste (B)
Atti 1,1-11 • Salmo 46 • Efesini 4,1-13 • Marco 16,15-20
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La Pentecoste à la festa dello Spirito Santo. Gesù, dopo la sua morte non ci ha lasciato una eredità, ma il suo Spirito come suo dono. Nel discorso di addio, prima della sua passione e morte - come è narrato dal vangelo proposto per questa domenica - Gesù promette il dono del Paraclito, di colui che ci sta accanto e ci accompagna, che "procede dal Padre", lo "Spirito della verità" (cf. Gv 15,26).
È nella "verità" uno dei tratti distintivi dell'opera dello Spirito Santo. Lui ci "guiderà a tutta la verità" (cf. Gv 16,13), completando così la testimonianza e la missione di Gesù.
La "verità" allora non è una questione logica, una aderenza del pensiero alla realtà, bensì è la persona e la parola di Gesù. È la relazione profonda col Figlio di Dio.
Lo Spirito ci porta dentro "a tutta la verità", cioè nell'intima relazione che lega il Padre al Figlio. "Prenderà del mio - dice Gesù – e ve lo annuncerà, perché tutto quello che il Padre possiede è mio" (cf. Gv 16,14-15).
È nella vita di relazione che noi partecipiamo della verità di Dio. È una vita di relazione che porta con sé il "peso" del donarsi l'uno all'altro, sul modello che Gesù ci ha lasciato di se stesso e che di lì a poco lo vedrà testimone nella tragedia e nella follia della Croce.
Solo lo Spirito può donarci la forza di vivere il complesso mondo delle relazioni, per poter giungere alla "verità tutta intera", che non la mia o la tua, ma quella che scaturisce dall'incontro e dall'accoglienza reciproca quale dono dello Spirito del Risorto.
La vita, non solo personale, ma anche quella comunitaria, delle nostre comunità ecclesiali, sperimentano la fatica nel raggiungimento di quella comunione che è sorgente di vita e testimonianza del Signore risorto.
È lo Spirito il testimone della relazione. Infatti, egli "non parlerà da se stesso, ma prenderà da quello che è del Padre e del Figlio (cf. Gv 16,13-14): Lui è la relazione piena dell'amore divino, riversato in pienezza nei nostri cuori.
Da qui l'invito di Paolo a "camminare secondo lo Spirito" nella ricchezza dei suoi doni (cf. Gal 5,16-25; II lettura).
Ripieni di Spirito Santo, superata ogni paura, possiamo anche noi testimoniare con la vita e con l'annuncio di verità che viene dal Risorto, come lo è stato per gli apostoli che hanno proclamato nella pubblica piazza che Gesù è il Signore (cf. At 2,1-11; I lettura).
Un annuncio rivolto a tutti i popoli, nel linguaggio che tutti possono comprendere, l'amore.
È il miracolo della comunione, che è l'essenza della Chiesa ed è la nostra missione.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità (Gv 16,13)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità (Gv 16,13) - (23/05/2021)
(vai al testo…)
 Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità (Gv 16,13) - (20/05/2018)
(vai al testo…)
 Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità (Gv 16,13) - (24/05/2015)
(vai al testo…)
 Vieni Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli (Canto al Vangelo) - (20/05/2012)
(vai al testo…)
 Il frutto dello Spirito è amore, … (Gal 5,22) - (31/05/2009)
(vai al post "La potenza trasformante")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Lo Spirito ci guida a tutta la verità (18/05/2018)
  Lo Spirio che dà vita alla Parola (23/05/2015)
  L'inestimabile dono (25/05/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 5.2024)
  di Antonio Savone" (VP 5.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2018)
  di Luigi Vari (VP 4.2015)
  di Marinella Perroni (VP 5.2012)
  di Claudio Arletti (VP 4.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Pentecoste, Bernadette Lopez, 2015)

venerdì 10 maggio 2024

Ascensione, festa della dimensione adulta della fede


Ascensione del Signore (B)
Atti 1,1-11 • Salmo 46 • Efesini 4,1-13 • Marco 16,15-20
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

L'ascensione di Gesù è l'ultimo evento della sua vita terrena. Rappresenta la dimensione cosmica e universale della risurrezione, la piena realizzazione del sacerdozio di Gesù che, con la sua morte e risurrezione, ha riconciliato l'umanità con Dio e gli uomini tra loro.
L'ascensione, più che un fatto, è un modo di essere di Gesù. Egli, togliendosi allo sguardo dei suoi discepoli, inaugura il tempo della assenza e della speranza. Gesù ha promesso di essere con noi fino alla fine dei tempi (cf. Mt 25,20), ma non fisicamente, ma nello Spirito.
L'ascensione allora è il momento del distacco, ma nello stesso tempo della presenza amorosa di Dio. L'ascensione è quindi la festa della dimensione adulta della fede.
Gli stessi apostoli, presi dallo smarrimento, domandano a Gesù, prima della sua dipartita, se quello è il tempo di una nuova restaurazione del regno per Israele (cf. At,6). Ma Gesù, dopo la sua risurrezione, pur mostrandosi col suo corpo, mangiando e stando con loro, non è più nella condizione di prima. Così il suo regno non sarà un ritorno a modelli del passato. Questo rappresenta il sogno degli uomini (in quel frangente sotto l'oppressione romana), ma non è la promessa di Dio.
Forse, come gli apostoli allora, anche noi oggi, immersi in un mondo in cui sperimentiamo il nostro essere in minoranza, desideriamo avere un chiaro sostegno dalle istituzioni, avere poltrone che contano o un esplicito consenso mediatico.
Ma la promessa di Gesù ci prospetta una dimensione senza confini, in cui la potenza di Dio non è mediata da un consenso politico, ma dalla forza della Parola.
Essere testimoni del Risorto è andare "in tutto il mondo e proclamare il vangelo ad ogni creatura" (cf. Mc 16,15).
Ora è il tempo di essere, sotto l'azione dello Spirito, "apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri", per l'edificazione del corpo di Cristo, "finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo" (cf. Ef 4,11-13; II lettura).
È il ministero della Chiesa, ministero di riconciliazione tra Dio e l'uomo e tra uomo e uomo, dove le potenze del male non avranno il sopravvento, ma, nell'operosa attesa del ritorno del Signore, la comunità dei credenti sarà una presenza che avrà la capacità di riconciliazione, di guarigione e di comunione tra gli uomini (cf. Mc 16,17-18).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio (Mc 16,19)
(vai al testo…)

Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura (Mc 16,15) - (16/05/2021)
(vai al testo…)
 Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio (Mc 16,19) - (13/05/2018)
(vai al testo…)
 Essi partirono e predicarono dappertutto (Mc 16,20) - (17/05/2015)
(vai al testo…)
  Proclamate il Vangelo a ogni creatura (Mc 16,15) - (20/05/2012)
(vai al testo…)
 Vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta (Ef 4,1) - (27/05/2009)
(vai al post "Vivo e presente")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Le "novità" che accompagnano coloro che credono (11/05/2018)
  Il Vangelo per ogni uomo (15/05/2015)
  In attesa di rivederlo (18/05/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 5.2024)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2018)
  di Luigi Vari (VP 4.2015)
  di Marinella Perroni (VP4.2012)
  di Claudio Arletti (VP 4.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Ascensione, Bernadette Lopez, 2018)

venerdì 3 maggio 2024

Entrare in quel "come"


6a domenica di Pasqua (B)
Atti 10,25-27.34-35.44-48 • Salmo 97 • 1 Giovanni 4,7-10 • Giovanni 15,9-17
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore" (GV 15,9-10).
Essere uniti a Gesù come i tralci alla vite e portare frutto (cf. Gv 15,1-8) ci veniva indicato dal vangelo di domenica scorsa. Ora l'invito pressante di Gesù (che è la continuazione del suo discorso di addio), è di "rimanere" in Lui, nel suo amore. È un rimanere vitale, intenso. È un essere immersi nella dinamica dell'amore divino, quello che intercorre tra il Padre e il Figlio.
La condizione per poter "rimanere" in questo amore è osservare i suoi comandamenti. Ma non si tratta di norme astratte, ma nel fare la volontà del Padre che vuole la felicità di tutti i suoi figli. Non è una osservanza servile, ma da amici che condividono con Gesù la sua vita, facendoci entrare nella vita intima di Dio: "Tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi" (Gv 15,15).
È un amare "come" Lui ama: "Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati" (Gv 15,12).
In quel "come" ci è donata la capacità di amare alla maniera di Dio, la forza e la luce per donare anche noi la vita: in questo donare "non c'è amore più grande" (cf. Gv 15,13).
In questo amore, in questo amarci reciprocamente - testimonianza credibile della presenza di Dio nel mondo oggi - abbiamo la grazia e la promessa della gioia piena.
"Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri" (Gv 15,17). È un vivere la reciprocità, perché non si è amici a senso unico. Occorre una scelta, non una semplice relazione affettiva. Così vale anche per una comunità: non si può stare "dentro" a traino, in modo passivo, accontentandoci di una adesione esteriore a celebrazioni o ad appuntamenti. Occorre lasciarsi coinvolgere.
Il nostro amore, allora, è un amore che ha in Dio la sua radice. "Amiamoci gli uni gli altri perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. […] In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati", dice Giovanni nella sua lettera (1Gv 4,7-10; II lettura).
In quel "come" chiesto da Gesù vediamo alcune caratteristiche di questo amore: "Amare per primo", non aspettare che gli altri lo facciano. E poi "amare tutti": è un amore che è rivolto a tutti, perché "Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga" (cf. At 10,34; I lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Voi siete miei amici, se fate ciò che vi comando (Gv 15,14)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri (Gv 15,17) - (06/05/2021)
(vai al testo…)
 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri (Gv 15,17) - (06/05/2018)
(vai al testo…)
 Io ho scelto voi (Gv 15,16) - (10/05/2015)
(vai al testo…)
 Amiamoci gli uni gli altri (1Gv 4,7) - (13/05/2012)
(vai al testo…)
 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri (Gv 15,17) - (10/05/2009)
(vai al post "L'arte di amare")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Nell'agape di Dio il nostro portar frutto (04/05/2018)
  Un "come" sconvolgente (09/05/2015)
  L'amore che è da Dio (12/05/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 5.2024)
  di Antonio Savone" (VP 5.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2018)
  di Luigi Vari (VP 4.2015)
  di Marinella Perroni (VP 5.2012)
  di Claudio Arletti (VP 4.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Amatevi gli uni gli altri, Bernadette Lopez, 2018)

mercoledì 1 maggio 2024

Amare Dio nel servizio ai fratelli


Parola di Vita – Maggio 2024
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1Gv 4,8)

La prima lettera di Giovanni si rivolge ai cristiani di una comunità dell'Asia Minore per incoraggiarli a ripristinare la comunione tra loro, poiché sono divisi da dottrine diverse.
L'autore li esorta a tenere presente ciò che è stato proclamato "fin dal principio" della predicazione cristiana e ripete ciò che i primi discepoli hanno visto, udito e toccato con mano nella convivenza con il Signore, affinché anche questa comunità possa essere in comunione con loro e, quindi, anche con Gesù e con il Padre [1].

«Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore».

Per ricordare l'essenza della rivelazione ricevuta, l'autore sottolinea che, in Gesù, Dio ci ha amato per primo, assumendo fino in fondo l'esistenza umana con tutti i suoi limiti e le sue debolezze.
Sulla croce, Gesù ha condiviso e sperimentato sulla sua pelle la nostra separazione dal Padre. Dando tutto sé stesso l'ha risanata con un amore senza limiti né condizioni. Ci ha dimostrato cos'è l'amore che ci aveva insegnato con le parole e con la vita.
Dall'esempio di Gesù si comprende che amare davvero implica coraggio, fatica e il rischio di dover affrontare avversità e sofferenze. Ma chi ama così partecipa alla vita di Dio e sperimenta la Sua libertà e la gioia di chi si dona.
Amando come Gesù ci ha amati, ci liberiamo dall'egoismo che chiude le porte alla comunione con i fratelli e con Dio e possiamo sperimentarla.

«Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore».

Conoscere Dio, colui che ci ha creati e che conosce noi e la verità più profonda di tutte le cose, è da sempre un anelito, magari inconscio, del cuore umano.
Se Lui è amore, amando come Lui possiamo intravedere qualcosa di questa verità. Possiamo crescere nella conoscenza di Dio perché viviamo essenzialmente la Sua vita e camminiamo alla Sua luce.
E ciò si compie pienamente quando l'amore è reciproco. Se ci amiamo l'un l'altro, infatti, «Dio rimane in noi» [2]. Avviene un po' come quando i due poli elettrici si toccano e la luce si accende, illuminando quanto ci circonda.

«Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore».

Testimoniare che Dio è amore, afferma Chiara Lubich, è «la grande rivoluzione che siamo chiamati ad offrire oggi al mondo moderno, in estrema tensione», così «come i primi cristiani la presentavano al mondo pagano di allora» [3].
Come farlo? Come vivere questo amore che viene da Dio? Imparando da Suo Figlio a metterlo in pratica, in particolare «[…] nel servizio ai fratelli, specie quelli che ci stanno accanto, cominciando dalle piccole cose, dai servizi più umili. Ci sforzeremo, ad imitazione di Gesù, di amarli per primi, nel distacco da noi stessi ed abbracciando tutte le croci, piccole o grandi, che tutto questo può comportare. In tale modo non tarderemo ad arrivare anche noi a quella esperienza di Dio, a quella comunione con Lui, a quella pienezza di luce, di pace e di gioia interiore, a cui vuole portarci Gesù» [4].

«Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore».

Santa visita spesso una residenza per anziani, un ambiente cattolico. «Un giorno, con Roberta, incontra Aldo, un uomo alto, molto colto, ricco. Aldo guarda le due giovani con sguardo cupo: "Ma perché venite qui? Che volete da noi? Lasciateci morire in pace!" Santa non si perde d'animo e gli dice: "Siamo qui per lei, per vivere qualche ora insieme, conoscerci, diventare amici". […] Ritornano altre volte. Roberta racconta: "Quell'uomo era particolarmente chiuso, molto abbattuto. Non credeva in Dio. Santa è stata l'unica che è riuscita a entrare nel suo cuore, con tanta delicatezza, ascoltandolo per ore"». Pregava per lui, e una volta gli ha regalato un rosario, che lui ha accettato. «Santa viene poi a sapere che Aldo è morto nominandola. Il dolore per la sua morte è attenuato dal fatto che è morto serenamente, tenendo fra le mani il rosario che un giorno gli aveva regalato» [5].

A cura di Silvano Malini
e del team della Parola di Vita


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[1] Cf. 1Gv 1,1-3.
[2] Cf. 1Gv 4,12.
[3] C. Lubich. Conversazioni, a cura di M. Vandeleene (Opere di Chiara Lubich 8/1); Città Nuova, Roma 2019, p. 142.
[4] C. Lubich, Parola di Vita di maggio 1991, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5), Città Nuova, Roma 2017, p. 477.
[5] P. Lubrano, Un volo sempre più alto. La vita di Santa Scorese, Città Nuova, Roma 2003, pp. 83-84,107.

Fonte: https://www.focolaritalia.it

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