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sabato 31 dicembre 2022

Non spegnere la profezia


"Fugit irraparabile tempus" scrisse Virgilio. E se il tempo fugge irrimediabilmente, cos'è che ci rimane? L'amore! L'amore rimane. Tutto passa, Dio resta: Dio che è amore. E "chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui" (1Gv 4,16).
È con questi pensieri nell'anima che saluto l'anno che se ne va… con tutto il bagaglio di esperienze belle e meno belle vissute, anche nella fragilità e nella debolezza di questa mia natura.
In questo limite, che alle volte sembra avere il sopravvento, ripongo tutto nelle mani del Padre, affidando a Lui la mia vita, riconoscente per la sua tangibile presenza che percepisco anche nel buio che alle volte mi avvolge. E mi ripeto: "Solo in Te riposa l'anima mia" (cf. Sal 61,6); "Nelle tua mani affido la mia vita" (cf. Lc 22,46).
E riconosco momenti importanti di questo anno passato nell'esercizio di quella diaconia a cui sono chiamato. Un ministero, quello della diaconia ordinata, che sento sempre più importante ed essenziale nella vita della comunità ecclesiale, nonostante il perdurare di una incomprensione che alle volte mette in crisi ogni proposito nella collaborazione al rinnovamento della Chiesa.
Un dei momenti importante di quest'anno è stato il Convegno nazionale che la Comunità del diaconato in Italia ha svolto ad Assisi nella prima settimana di agosto: "La sinodalità come stile diaconale".
Non si può vivere con pienezza la propria diaconia, quale segno sacramentale della diaconia vissuta nella comunità cristiana, senza una seria e convinta vita di comunione in una sinodalità che sappia coinvolgere tutti nel cammino verso l'unica meta che è il Signore risorto, incontrato e riconosciuto presente nel suo Spirito perché ci amiamo di quell'amore che ci lega a Dio e tra noi.

L'altra esperienza che ha lasciato il segno è stata la missione in Libano (dal 13 al 21 settembre, assieme ad altri tre diaconi e due rappresentanti di Caritas italiana), organizzata dalla Comunità del Diaconato in Italia con Caritas Italiana e Caritas Lebanon, per un progetto di gemellaggio, frutto del Convegno Nazionale di agosto. Un viaggio per una presa di coscienza della situazione di povertà e di emarginazione di quel Paese, e per avviare una collaborazione in vista di un collegamento tra i diaconi delle diverse Chiese libanesi, per una esperienza di approfondimento teologico-pastorale dell'identità del Diaconato in situazioni diverse dalle nostre.
( Vedi il servizio da "Tutto il Bello che c'è" del TG2)

Se l'esperienza della diaconia ordinata nelle nostre chiese non riesce ancora ad esprimere appieno la sua carica profetica, tuttavia la grazia ricevuta è più forte di ogni apparente sconfitta e marginalità.
Un anno si chiude, ma il tempo della missione continua. Maria, la Serva del Signore, ci accompagni sempre con la sua maternità accogliente.

Ed il pensiero ed il cuore vanno alla martoriata Ucraina con la supplica alla Regina della Pace perché cessi il disastro delle armi e regni la giustizia e la pace, che sono il dono che Gesù è venuto a portare nel mondo.

venerdì 30 dicembre 2022

Noi, nel cammino di fede di Maria


Maria Santissima Madre di Dio
Numeri 6,22-27 • Salmo 66 • Galati 4,4-7 • Luca 2,16-21
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

In questo primo giorno dell'anno la liturgia, nell'ottava del Natale, ci invita a celebrare la Vergine Maria Madre di Dio. Il vangelo proposto (cf. Lc 2,16-21) è la continuazione di quello proclamato nella notte santa. Accanto alla culla di Gesù appaiono i pastori che, seguendo l'annuncio dell'angelo, trovano Giuseppe, Maria e il Bambino. All'apparenza nulla di straordinario. L'evangelista non descrive l'adorazione dei pastori, come è per i Magi, ma semplicemente che sono rimasti ad osservare, stupiti ed estasiati, l'opera meravigliosa che Dio aveva operato per loro. E sentendosi amati possono portare a tutti il lieto annuncio.
"Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore" (Lc 2, 19): "metteva insieme" quanto stava accadendo, cercando di cogliere il senso del progetto di Dio, unico e originale. Maria non capisce tutto fin dall'inizio; anche per lei c'è stato un cammino di fede non diverso dal nostro: capirà tutto dopo la Pasqua.
Questo cammino di fede di Maria è per ciascuno di noi l'augurio per un anno che sta per iniziare, in cui porre in Dio ogni speranza e fiducia. Così ogni benedizione è resa feconda nel ricevere la benedizione di Dio (cf. Nm 6,22-27; I lettura), ma nel contempo siamo invitati a benedire quel Dio che si è manifestato a noi. La benedizione che l'uomo rivolge al Signore è la risposta ai beni ricevuti. È il segno che abbiamo preso coscienza che tutto il bene viene da Lui, che tutto è dono suo.
Il dono più grande è aver ricevuto lo Spirito del Figlio che grida "Abbà" (cf. Gal 4,4-7; II lettura), è riconoscere nell'intimo la nostra figliolanza, che il Figlio Gesù ci ha riservato.
Se tutti gli uomini possono sentirsi amati da Dio come figli, pur non essendo cristiani, per il dono dell'esistenza, c'è tuttavia un particolare che ci differenzia: l'aver ricevuto lo Spirito, che è la sua stessa vita, quella di Dio.
Così, chi ha ricevuto lo Spirito e chiama Dio "Abbà" non può che sentirsi fratello di tutti gli uomini e divenire costruttore di pace.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Maria da parte sua custodiva tutte queste cose (Lc 2,19)
(vai al testo)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto (Lc 2,20) – (01/01/2022)
(vai al testo)
 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc 2,19) – (01/01/2021)
(vai al testo)
 Maria… custodiva tutte queste cose (Lc 2,19) – (01/01/2020)
(vai al testo)
 I pastori riferirono ciò che era stato detto loro (Lc 2,17) – (01/01/2019)
(vai al testo)
 I pastori riferirono ciò che era stato detto loro (Lc 2,17) – (01/01/2018)
(vai al testo)
 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose (Lc 2,19) – (01/01/2017)
(vai al testo)
 Vinci l'indifferenza e conquista la pace (01/01/2016 - Giornata mondiale della pace)
(vai al testo)
 Non più schiavi, ma fratelli (01/01/2015 - Giornata mondiale della pace)
(vai al testo)
 Fraternità, fondamento e via per la pace (01/01/2014 - Giornata mondiale della pace)
(vai al testo)
 Beati gli operatoti di pace (01/01/2013 - Giornata mondiale della pace)
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 Educare i giovani alla giustizia e alla pace (01/01/2012 - Giornata mondiale della pace)
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 Libertà religiosa, via per la pace (01/01/2011 - Giornata mondiale della pace)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Essere madre, essere figlio (29/12/2021)
  Madre di Dio (30/12/2020)
  Vergine e Madre (30/12/2019)
  L'incarnazione del Verbo riscatta il tempo che svanisce, colorandolo di eterno (30/12/2018)
  Il grande campo della libertà di Dio: la maternità verginale di Maria, la Theotokos (30/12/2017)
  Il Nome per eccellenza: Dio salva (30/12/2016)
  Alimentati dalla benedizione di Dio (30/12/2015)
  La Vergine Madre (30/12/2013)
  Madre dell'unica persona del Verbo di Dio, dono per il mondo (31/12/2012)
  Madre di Dio (30/12/2011)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2023)
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di Antonio Savone (VP 1.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
  di Cettina Militello (VP 11.2016)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Luigi Vari (VP 11.2014)
  di Giovanni Cavagnoli (VP 11.2013)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012)
  di Marinella Perroni (VP 11.2011)
  di Marinella Perroni (VP 11.2010)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Claudio Arletti (VP 11.2008)
  di Enzo Bianchi (A)
  di Enzo Bianchi (B)
  di Enzo Bianchi (C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: Madre di Dio del segno, icona serigrafata, Centro Russia Ecumenica, Roma)

venerdì 23 dicembre 2022

Accogliere il Dono!


Natale del Signore
Visualizza i brani delle Letture
Messa nella Vigilia: Isaia 62,1-5 • Salmo 88 • Atti 13,16-17.22-25 • Matteo 1,1-25
Messa della Notte: Isaia 9,1-6 • Salmo 95 • Tito 2,11-14 • Luca 2,1-14
Messa dell'Aurora: Isaia 62,11-12 • Salmo 96 • Tito 3,4-7 • Luca 2,15-20
Messa del Giorno: Isaia 52,7-10 • Salmo 97 • Ebrei 1,1-6 • Giovanni 1,1-18


Appunti per l'omelia

"Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia… Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio" (cf. Is 9,1-6; I lettura della notte).
Sì, oggi è nato per noi il Salvatore!
"È apparsa la grazia di Dio, che porta la salvezza a tutti gli uomini… Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone" (cf. Tt 2,11-14; II letture della notte).
In questa notte Maria "diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia… perché per loro non c'era posto nell'albergo" (cf. Lc 2,1-14; vangelo della notte).
La grazia del Signore, che è apparsa e si è manifestata a noi, ha scelto come primi destinatari i pastori, i poveri, gli esclusi... che sono i privilegiati del cuore di Dio.
All'albergo non hanno trovato posto. Quando il Figlio di Dio "venne tra i suoi, i suoi non lo hanno accolto", come il mondo che è stato fatto per mezzo di lui, non lo ha riconosciuto". Eppure egli venne come luce che illumina ogni uomo… (cf. Gv 1,9-11; vangelo del giorno).
Ci sarà qualcuno in grado di aprire il proprio cuore e accoglierlo?
Il Natale! Sembra una festa sempre più "non cristiana" condizionata da questa nostra società secolarizzata e consumista, ormai post-cristiana. Se all'inizio i cristiani trasformavano le feste pagane in feste cristiane per la forza del fede, come quella del Natale dandone un vero e serio significato, oggi si constata il fenomeno contrario: la società ormai secolarizzata prende le feste cristiane e dà ad esse un significato pagano, spesso legato ad esigenze di consumo e di profitto.
Eppure a chi accoglie il Dono del Padre è "dato il potere di diventare figli di Dio" perché nati "non da sangue né da volere di sangue né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio generati" (cf. Gv 1,12-13).
Questo è il vero Dono: essere figli nel Figlio!
Grande e sincera è, allora, la nostra riconoscenza!

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Gloria a Dio nel più alto dei cieli (Lc 2,14)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Oggi, nella città di Davide, è nato per noi il salvatore… (Lc 2,11) – (25/12/2021)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11) – (25/12/2020)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11) – (25/12/2019)
(vai al testo…)
 I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino (Lc 2,16) – (25/12/2018)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per voi un salvatore (Lc 2,11) - (25/12/2017)
(vai al testo…)
 Andiamo… vediamo questo avvenimento (Lc 2,15) - (25/12/2016)
(vai al testo…)
 Andiamo dunque fino a Betlemme (Lc 2,18) - (25/12/2015)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per noi il Salvatore (Lc 2,11) - (25/12/2014)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per noi il Salvatore (Lc 2,11) - (25/12/2013)
(vai al testo…)
 Non temete: vi annuncio una grande gioia (Lc 2,10) – (25/12/2012)
(vai al testo…)
 Oggi è nato per noi il Salvatore (Lc 2,11) - 25/12/2011)
(vai al testo…)
 Un bambino è nato per noi (Is 9,5) - (25/12/2010)
(vai al testo…)
 La Parola è diventata carne e ha abitato fra noi (Gv 1,14) - (23/12/2009)
(vai al post "Dio, nostro fratello")
 Gloria a Dio nel più alto dei cieli, pace in terra agli uomini che egli ama (Lc 2,14) (Lc 2,14) - (24/12/2008)
(vai al post "Il prodigio dell'amore")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Dalla parte degli ultimi (23/12/2021)
  La Luce apportatrice di Vita (23/12/2020)
  Dio ha condiviso tutto di noi (24/12/2019)
  Il vero Natale per noi! (23/12/2018)
  Gli "ultimi" si sono messi in cammino e hanno incontrato Dio (24/12/2017)
  La speranza di un Bambino (23/12/2016)
  Dio entra nel mondo dal punto più basso (23/12/2015)
  Gloria a Dio in cielo; pace agli uomini in terra (23/12/2014)
  Dio si è fatto bambino! (24/12/2013)
 Il mistero dell'umiltà di Dio (24/12/2012)
 Dar vita a Gesù, oggi (23/12/2011)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2022)
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di Antonio Savone (VP 11.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Cettina Militello (VP 2016)
  di Luigi Vari (VP 2015)
  di Luigi Vari (VP 2014)
  di Giovanni Cavagnoli (VP 2013)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Marinella Perroni (notte, VP 2011)
  di Marinella Perroni (giorno, VP 2011)
  di Marinella Perroni (notte, VP 2010)
  di Marinella Perroni (giorno, VP 2010)
  di Claudio Arletti (notte, VP 2009)
  di Claudio Arletti (giorno, VP 2009)
  di Claudio Arletti (notte, VP 2008)
  di Claudio Arletti (giorno, VP 2008)
  di Enzo Bianchi (vol. anno C, giorno)
  di Enzo Bianchi (vol. anno B, notte)
  di Enzo Bianchi (vol. anno A, aurora)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 16 dicembre 2022

Coinvolti nel "sì" di Giuseppe


4a domenica di Avvento (A)
Isaia 7,10-14 • Salmo 23 • Romani 1,1-7 • Matteo 1,18-24
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Nell'ultima domenica di Avvento la liturgia ci presenta la figura di Giuseppe e della sua esperienza, umana e spirituale, di fronte ad un evento soprannaturale che lo coinvolge direttamente. Maria, la sua promessa sposa, "prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo" (cf. Mt 1,18).
Quel figlio che la sua fidanzata aspetta non è suo! Che fare? Giuseppe è un uomo di fede, uomo "giusto", ama Maria e vuole evitarle un disonore pubblico e si limita semplicemente a ricorrere al procedimento meno pubblico del divorzio.
In questo frangente di personale e comprensibile turbamento, Giuseppe ha l'esperienza della visione, in sogno, dell'angelo che gli rivela come stanno realmente le cose. A Giuseppe è chiesto di posporre tutti i suoi progetti e di mettersi a disposizione del piano di Dio: il piano di salvezza che coinvolge tutto il genere umano e tutta la creazione.
Accanto al "sì" di Maria, c'è il "sì" di Giuseppe!
Così "quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa (Mt 1,24).
Questa Parola di Dio in prossimità del Natale ci invita ad accogliere "il Dio con noi", come il "Signore che salva", con la disponibilità interiore che, come dono dello Spirito, ci apre alle novità che Dio ha pensato e pensa per noi.
Anche a noi è rivolto l'invito a "non temere". Il Dio che viene sotto le spoglie di un Bambino esprime tutta la tenerezza del Padre verso la nostra umanità ferita. L'ascolto attento della Parola di Dio, in questo frastuono consumista che accompagna queste festività, sarà un balsamo per l'anima che sa attendere, da Dio solo, un luce di speranza e di pace.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Giuseppe, figlio di Davide, non temere (Mt 1,20)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo (Mt 1,24) - (22/12/2019)
(vai al testo)
 Così fu generato Gesù Cristo (Mt 1,18) - (18/12/2016)
(vai al testo)
 Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo (Mt 1,24) - (22/12/2013)
( vai al testo…)
 La Vergine concepirà e partorirà un Figlio (Is 7,14) - (19/12/2010)
( vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Non temere (20/12/2019)
  Gesù, colui che dilata il nostro cuore (16/12/2016)
  Attesa e disponibilità del cuore (20/12/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2019)
  di Cettina Militello (VP 10.2016)
  di Gianni Cavagnoli (VP 10.2013)
  di Marinella Perroni (VP 10.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: Giuseppe, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, dicembre 2011)

venerdì 9 dicembre 2022

La perseveranza nell'attesa


3a domenica di Avvento (A)
Isaia 35,1-6a.8a.10 • Salmo 145 • Giacomo 5,7-10 • Matteo 11,2-11
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La liturgia di questa terza domenica di Avvento ci invita alla letizia: il Signore è vicino! "Ecco il vostro Dio. Egli viene a salvarvi! Dite agli smarriti di cuore: Coraggio, non temete!". Il Signore è colui che aprirà gli occhi ai ciechi e schiuderà gli orecchi ai sordi: gioia e felicità ne seguiranno e non ci sarà più tristezza e pianto (cf. Is 35,1-6a.8a.10; I lettura).
Il Signore è vicino, per noi ora, come allora per Giovanni che lo aveva preannunciato ed ora è in carcere. Lo aveva predetto come colui che avrebbe abbattuto gli alberi sterili, purificato l'aia e battezzato col fuoco nelle vesti dell'inflessibile giudice finale (cf. Mt 3,10-11).
Ma Gesù è colui che adempie le profezie dove i ciechi acquistano la vista, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono e i morti risuscitano (cf. Mt 11,4-5). Il dubbio di Giovanni è proprio questo: ho preannunciato la venuta di qualcun altro? Tranquillìzzati, Giovanni: le Scritture si avverano "e beato è colui che non si trova in me motivo di scandalo" (Mt 11,6).
Anche per Giovanni la fede è un cammino che ha bisogno di essere confermato dalla Parola. Lui che è definito da Gesù stesso come "profeta, anzi più che profeta, colui che è mandato a preparare la via (cf. Mt 11,9-10). Ora il Signore è venuto. Giovanni ha terminato il suo compito. È iniziata un'era nuova. E se Giovanni è considerato il più grande dei profeti, per Gesù ora "il più piccolo nel regno è più grande di lui" (cf. Mt 11,11).
Allora per noi, oggi, che viviamo nell'attesa del Signore che viene, è rivolto l'invito a perseverare nella fede, nonostante il principe di questo mondo sembra abbia mano libera. Occorre la pazienza dell'agricoltore che "aspetta con costanza il prezioso frutto della terra", vivendo la gioia della riconciliazione senza lamentarci gli uni degli altri per non essere giudicati (cf. Gc 5,7-10; II lettura).
Il Signore è vicino! Lui è fedele, sempre!

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero (Mt 11,10)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Sei tu colui che deve venire? (Mt 11,3) - (15/12/2019)
(vai al testo)
 Sei tu colui che deve venire? (Mt 11,3) - (11/12/2016)
(vai al testo)
 Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo! (Mt 11,6) - (15/12/2013)
( vai al testo…)
 Siate costanti fino alla venuta del Signore (Gc 5,7) - (12/12/2010)
( vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Piccoli, ma protagonisti nel Regno (13/12/2019)
  Lo scandalo della misericordia (9/12/2016)
  Il tempo della misericordia (13/12/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2019)
  di Cettina Militello (VP 10.2016)
  di Gianni Cavagnoli (VP 10.2013)
  di Marinella Perroni (VP 9.2010)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione: Giovanni in carcere, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, dicembre 2019)

mercoledì 7 dicembre 2022

Il Signore è con te!


Immacolata Concezione della B. V. Maria
Genesi 3,9-15.20 • Salmo 97 • Efesini 1,3-6.11-12 • Luca 1,26-38
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

L'angelo Gabriele entrando da Maria le disse: "Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te" (cf. Lc 1,26-28).
Il Signore è con te!
Dio non è altrove, né tantomeno disinteressato alla nostra realtà umana. Maria di Nazareth è il punto più alto di questa relazione tra il divino e l'umano: "Darai alla luce un figlio e lo chiamerai Gesù" (Lc 1,31). "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14).
"Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato" (Gv 1,18).
Questo mistero ci viene annunciato con nomi, luoghi, situazioni sociali. Nazareth, nella regione della Galilea; Maria, promessa sposa di Giuseppe, della casa di Davide; e l'angelo Gabriele che presenta il progetto di Dio: il Signore è con te! "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato figlio di Dio" (Lc 1,35).
Dio nessuno lo ha mai visto. Il Figlio unigenito ce lo ha rivelato. Dio pone la sua dimora tra noi, e Maria diventa la casa di Dio.
È unico il ruolo di Maria, che genera il Salvatore. E rilancia in ogni credente che accoglie Dio nella sua vita, la forza e la gioia di dare al mondo il Salvatore. Questo mistero che ci viene rivelato ci invita a prendere sul serio e ad accettare pienamente la nostra umanità, che è il luogo nel quale Dio continua ad operare salvezza. Luogo reso vivo dallo Spirito che ci trasforma in creature nuove, in "figli amati" del Padre.
Il mistero dell'Incarnazione ci apre orizzonti nuovi nella visione di Dio e dell'uomo, una relazione di profonda comunione tesa alla vita.
Di fronte al mistero Maria esclama: "Come avverrà questo?". La risposta è, come già per i Patriarchi e i Profeti: "Non temere!". Fidati pienamente di Dio. Con lui farai cose grandi. Giorno dopo giorno vedrai che il Signore abbatte i potenti dai troni e innalza gli umili; ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote; stende la sua misericordia su quelli che lo temono (cf. Lc 1,46-55).
Con timore e gioia grande ogni credente, come Maria, di fronte alla salvezza che il Signore opera lungo la storia umana, non può non esclamare: Eccomi pronto a collaborare, come servo, al progetto di salvezza per tutti gli uomini. Il progetto che Dio da sempre ha pensato nel suo immenso amore: il suo Regno, la sua presenza amorosa tra noi.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (breve commento e una testimonianza):
Nulla è impossibile a Dio (Lc 1,37)
(vai al testo…) - 8/12/2021)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(vai al testo…) - 8/12/2020)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(vai al testo…) - 8/12/2019)
Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)
(vai al testo…)- 8/12/2018)
Avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,35)
(vai al testo…) - 8/12/2016)
Lo Spirito Santo scenderà su di te (Lc 1,35)
(vai al testo…) - 8/12/2015)
Rallegrati, piena di grazia (Lc 1,29)
(vai al testo…) - 8/12/2014)
Rallegrati, piena di grazia (Lc 1,29)
(vai al testo…) - 8/12/2013)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
Il disegno originario del Padre (7/12/2021)
«Hai trovato grazia presso Dio» (6/12/2020)
Entriamo nella scia di Maria (6/12/2019)
L'Immacolata Concezione: la festa del cuore nuovo (7/12/2018)
Maria Immacolata: trasparenza vera nel dialogo con Dio (7/12/2017)
In Maria si congiunge il Cielo e la Terra (7/12/2016)
Dio ci chiama ad aprirci alla gioia (6/12/2015)
Resi immacolati dalla carità (6/12/2014)
Maria, il nostro "dover essere" (6/12/2013)
Il sogno di Dio (6/12/2012)

Riamando ad altri post sulla Solennità odierna, a suo tempo pubblicati:
Madre di Dio (7/12/2010)
Maria, Fiore dell'umanità (8/12/2009)
Immacolati nella carità (7/12/2008)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2022)
  di Antonio Savone (VP 11.2021)
  di Antonio Savone (VP 11.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Cettina Militello (VP 10.2016)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Luigi Vari (VP 10.2014)
  di Giovanni Cavagnoli (VP 10.2013)
  di Marinella Perroni (VP 10.2012)
  di Marinella Perroni (VP 10.2011)
  di Marinella Perroni (VP 10.2010)
  di Claudio Arletti (VP 10.2009)
  di Claudio Arletti (VP 10.2008)
  di Enzo Bianchi (vol. anno A)
  di Enzo Bianchi (vol. anno B)
  di Enzo Bianchi (vol. anno C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 2 dicembre 2022

Preparare la via del Signore


2a domenica di Avvento (A)
Isaia 11,1-10 • Salmo 71 • Romani 15,4-9 • Matteo 3,1-12
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La seconda domenica di Avvento è particolarmente incentrata sulla figura di Giovanni Battista. Il suo invito alla conversione è come una sferza al nostro quieto vivere: "Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino.. Razza di vipere… Fate un frutto degno di conversione" (cf. Mt 3,1-12; vangelo).
Ha scelto un luogo preciso per la sua predicazione: il deserto di Giuda, luogo sterile della sete e dell'arsura del sole, frequentato da banditi e fuorusciti. Eppure è un luogo affascinante! In questa solitudine e in questo silenzio irrompe la voce del profeta: "Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!" (Mt 3,3).
L'incontro con il Signore è imminente! "È vicino"! Sono finite le illusioni, la Realtà è qui ora. Allora occorre prepararsi. Se l'immersione nel Giordano, dove tutti accorrevano, è un segno concreto di lavacro e di pentimento, è tuttavia preludio per una nuova "immersione" che l'Inviato del Padre attuerà battezzando in Spirito Santo e fuoco. Il Cristo che viene brucerà alla radice il nostro peccato aprendoci verso un regno nuovo, perché "su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore" e "non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia", perché nel regno che inaugurerà ci sarà pace e concordia dove gli opposti si abbracceranno e nessuno più agirà iniquamente (cf. Is 11,1-10; I lettura).
Occorre vivere oggi nell'ottica di questo regno che viene, tenendo viva la speranza, nell'accoglienza reciproca secondo l'esempio che abbiamo avuto in Cristo Gesù che si è messo a nostro totale servizio, fino alla morte, per la gloria del Padre (cf. Rm 15,4-9; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! (Mt 3,3)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Preparate la via del Signore (Mt 3,3) - (04/12/2016)
(vai al testo)
 Preparate la via del Signore (Mt 3,3) - (05/12/2010)
( vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  La buona notizia: Dio è vicino! (02/12/2016)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 11.2022)
  di Cettina Militello (VP 10.2016)
  di Marinella Perroni (VP 9.2010)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione: Voce che grida nel deserto, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, dicembre 2016)

giovedì 1 dicembre 2022

Una confidenza che non tradisce


Parola di Vita – Dicembre 2022
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna» (Is 26,4).

La Parola di vita che vogliamo vivere questo mese è tratta dal Libro del profeta Isaia, un testo ampio e ricco, molto caro anche alla tradizione cristiana. Esso, infatti, contiene pagine molto amate, come l'annuncio dell'Emmanuele, "il Dio con noi" [1] o anche la figura del Servo sofferente [2], che fa da sfondo ai racconti della passione e morte di Gesù̀.
Questo versetto è parte di un canto di ringraziamento che il profeta mette sulla bocca del popolo di Israele quando, superata la terribile prova dell'esilio, farà finalmente ritorno a Gerusalemme. Le sue parole aprono i cuori alla speranza, perché la presenza di Dio accanto ad Israele è fedele, incrollabile come la roccia; Egli stesso sosterrà ogni sforzo del popolo nella ricostruzione civile, politica e religiosa.
Mentre la città che si crede "eccelsa" verrà rasa al suolo [3], perché non costruita secondo il progetto d'amore di Dio, quella costruita sulla roccia della Sua vicinanza godrà di pace e prosperità.

«Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna».

Quanto è attuale questo bisogno di stabilità e di pace! Anche noi, personalmente e collettivamente, stiamo attraversando momenti oscuri della storia, che minacciano di schiacciarci sotto il peso dell'incertezza e della paura per il futuro.
Come fare per superare la tentazione di lasciarci abbattere dalle difficoltà del presente, rinchiuderci in noi stessi e coltivare sentimenti di sospetto e sfiducia verso gli altri?
Come cristiani, la risposta è certamente "ricostruire" con coraggio prima di tutto il rapporto fiducioso con Dio, che in Gesù̀ si è fatto nostro prossimo sulle strade della vita, anche quelle più buie, strette, tortuose e ripide.
Ma questa fede non significa restare in un'attesa passiva. Anzi, richiede di darci da fare, per essere protagonisti creativi e responsabili nel costruire una "città nuova", fondata sul comandamento dell'amore reciproco. Una città con le porte aperte, accogliente verso tutti, soprattutto "i poveri e gli oppressi" [4], da sempre i prediletti del Signore.
E su questo cammino siamo certi di trovare come compagni tanti uomini e donne che coltivano nel proprio cuore i valori universali della solidarietà e della dignità di ogni persona, nel rispetto del creato, nostra "casa comune".

«Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna».

Nel villaggio spagnolo di Aljucer, una intera comunità è impegnata a costruire rapporti di fraternità attraverso forme di partecipazione aperta ed inclusiva.
Raccontano: "Nell'estate del 2008 abbiamo dato vita ad una associazione culturale, con l'obiettivo di svolgere attività di vario genere, sia di nostra iniziativa che in collaborazione con altre associazioni del territorio, per promuovere spazi di dialogo e progetti umanitari internazionali. Ad esempio, fin dal primo anno, abbiamo promosso una cena di solidarietà per il progetto Fraternity with Africa, per finanziare borse di studio per giovani africani impegnati a lavorare nel loro paese per almeno cinque anni. Sono cene che riuniscono circa duecento persone, per le quali collaborano negozianti e associazioni. Siamo molto felici di lavorare da anni anche con un'altra associazione. Insieme organizziamo un evento annuale, aperto a personaggi del mondo della cultura, musica, pittura e letteratura, ma anche ad esponenti del mondo della politica, dell'economia e della medicina. È l'occasione per tutti loro di condividere esperienze di vita e le motivazioni più profonde delle loro scelte" [5].

«Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna».

Siamo in attesa del Natale. Prepariamoci ad esso, accogliendo da subito Gesù̀ nella sua Parola.
È la roccia su cui costruire anche la città degli uomini: «Incarniamola, facciamola nostra, sperimentiamo quale potenza di vita sprigiona, se vissuta, in noi e attorno a noi. Innamoriamoci del Vangelo fino al punto da lasciarci trasformare in esso e traboccarlo sugli altri. […] Non saremo più noi a vivere, Cristo si formerà in noi. Toccheremo con mano la libertà da noi stessi, dai nostri limiti, dalle nostre schiavitù, non solo, ma vedremo esplodere la rivoluzione d'amore che Gesù, libero di vivere in noi, provocherà nel tessuto sociale in cui siamo immersi» [6].

Letizia Magri

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[1] Cf.Is7,14 e Mt1,23.
[2] Cf. Is 52,13-53,12.
[3] Cf. Is 26,5.
[4] Cf. Is 26,6.
[5] Esperienza tratta dal sito www.focolare.org
[6] C. Lubich, Parola di Vita settembre 2006, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017), p.790.

Fonte: https://www.focolaritalia.it


venerdì 25 novembre 2022

Il Signore viene e viene ora


1a domenica di Avvento (A)
Isaia 2,1-5 • Salmo 121 • Romani 13,11-14a • Matteo 24,37-44
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

L'inizio dell'Avvento ci porta a riflettere sull' "avvento", sulla venuta del Signore. Si parla certo della venuta escatologica, ma il Signore "viene". E viene ora! "Perciò tenetevi pronti perché nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo" (Mt 24,44).
"Tenetevi pronti… Vegliate!" è l'invito pressante che ci viene rivolto. La tentazione è quella di esorcizzare ogni "sventura"; soprattutto la tentazione di questi tempi è quella di esorcizzare la morte. Che arriverà per tutti, comunque!
La liturgia, all'inizio dell'anno liturgico, ci invita a "comportarci onestamente, gettando via le opere delle tenebre e indossare le armi della luce", perché "la notte è avanzata e il giorno è vicino", "perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti: è ormai tempo di svegliarsi dal sonno!" (cf. Rm 13,11-14; II lettura).
Il Signore viene! Le parole di Isaia (cf. Is 2,1-5; I lettura) ci invitano a guardare all'esito della sua venuta, quando le spade si spezzeranno e ne faranno aratri e delle lance ne faranno falci perché il suo regno è un regno di pace, dove una nazione non alzerà più la spada contro un'altra nazione. La realizzazione di quest'era di pace è il compito che ogni credente deve adoperarsi a realizzare nell'oggi della storia. Proprio ora, in questo tempo di continue guerre e devastazioni.
È un sogno l'invito a salire verso la "città della pace"? Ognuno è chiamato a fare la sua parte, nel proprio quotidiano, nell'oggi che solo possediamo. Perché andare con gioia incontro al Signore (cf. rit. Salmo resp.) è affare di ogni momento, confidando nella misericordia del Padre che, in Gesù, tutti accoglie con tenerezza infinita.
Il Signore viene e viene ora! A noi saperlo accogliere nel momento presente della nostra vita.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Tenetevi pronti (Mt 24,44)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Anche voi tenetevi pronti (cf Mt 24,44) - (01/12/2019)
(vai al testo)
 Vegliate dunque! (cf Mt 24,42) - (27/11/2016)
(vai al testo)
 Anche voi tenetevi pronti (Mt 24,44) - (01/12/2013)
( vai al testo…)
 La nostra salvezza è più vicina (Rm 13,11) - (28/11/2010)
( vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Verso l'incontro personale con Gesù (29/11/2019)
  Avvento: pronti, senza paura (25/11/2016)
  Il nostro vegliare operoso (29/11/2013)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2019)
  di Cettina Militello (VP 10.2016)
  di Gianni Cavagnoli (VP 10.2013)
  di Marinella Perroni (VP 9.2010)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione: Mantenetevi pronti, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2019)

venerdì 18 novembre 2022

La porta spalancata al cuore del Padre


34a domenica del Tempo ordinario (C)
Solennità di Cristo Re dell'Universo

2 Samuele 5,1-3 • Salmo 121 • Colossesi 1,12-20 • Luca 23,35-43
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La celebrazione della regalità di Cristo nella versione evangelica di Luca ci introduce alla comprensione che il regno messianico di cui Gesù ne è il re non ha le caratteristiche tipiche dei regni di questo mondo. Gesù stesso lo aveva dichiarato a Pilato che il suo regno non è di questo mondo (cf. Gv 18,36). Lo aveva specificato, in altro contesto, che il "Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10,45).
Luca ci presenta Gesù in croce sulla cui sommità sta scritto: "Costui è il re dei Giudei" (Lc 23,38). È la narrazione di un re che muore, fatto oggetto di scherno e di ingiurie: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso" (Lc 23,37). È l'opposto di qualsiasi re di questo mondo. La regalità che viene dal cielo non è possesso, dominio indiscriminato, ma amore che dona, e che dona tutto di sé.
Il Signore Gesù, il pastore buono, è chiamato a guidare il suo popolo con una regalità di origine divina, avendo Lui il primato su tutto, perché il Padre ha posto in lui la pienezza di tutte le cose, "avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli" (cf. Col 1,12-20; II lettura).
Per comprendere questo re e far parte del suo regno occorre una conversione sincera e radicale. Occorre avere gli stessi sentimenti di Gesù che ha dato tutto di sé (cf. Fil 2, 5 seg.), Lui che ha chiesto al Padre di perdonare i suoi crocifissori. Il perdono è la porta spalancata per entrare nel regno. Perdonarsi e perdonare, come ha fatto il ladrone che chiede a Gesù, chiamandolo per nome, di ricordarsi di lui quando "viene col suo regno". La risposta di Gesù non solo esaudisce la richiesta di quel condannato a morte, ma dimostra ancora una volta che la sua morte è la porta spalancata che ci dà l'accesso, con Lui, al cuore del Padre (cf. Lc 23,42-43).
Gesù sulla croce, con la sua vita, pronuncia il giudizio su ogni regalità e potere di questo mondo. Nessun sovrano è vicino a noi come Gesù in quel drammatico momento della sua vita in cui dimostra chi veramente è: "Dio salva", il suo nome che tutto dice e tutto riassume.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Oggi con me sarai in paradiso (Lc 23,43)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Gesù, ricordati di me... (cf Lc 23,42) - (24/11/2019)
(vai al testo)
 Gesù, ricordati di me... (cf Lc 23,42) - (20/11/2016)
(vai al testo)
 Oggi con me sarai nel paradiso (Lc 23,43) - (24/11/2013)
( vai al testo…)
 Benedetto colui che viene nel nome del Signore (Mt 11,9) - (19/11/2010)
(vai al post "Il nostro Re, lo riconosce chi ama")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Regnare con la "potenza" dell'amore (22/11/2019)
  Un Re che muore amando, che dona tutto se stesso (11/11/2016)
  Il Re che offre la sua vita (22/11/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 10.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 10.2019)
  di Cettina Militello (VP 9.2016)
  di Marinella Perroni (VP 9.2013)
  di Claudio Arletti (VP 9.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: Ricordati di me, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2016)

venerdì 11 novembre 2022

Nella prova sostenuti dalla sua Parola


33a domenica del Tempo ordinario (C)
Malachia 3,19-20a • Salmo 97 • 2 Tessalonicesi 3,7-12 • Luca 21,5-19
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Il Signore giudicherà il mondo con giustizia" (cf. Rit. al Salmo responsoriale). La liturgia di questa domenica ci mette davanti alla realtà della fine di questo mondo. "Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia", termina il brano di Malachia proposto nella prima lettura (cf. Mal 3,20).
Sappiamo che tutto passerà. Gesù stesso, guardando "le belle pietre e i doni votivi" che adornano il tempio di Gerusalemme, predice che di esso "non resterà pietra su pietra, che non sarà distrutta" (cf. Lc 21,5-6). E quando i discepoli domandano "Quando accadrà?", Gesù non risponde direttamente alla domanda (come spesso fa), ma dà il senso alle cose di cui si parla. Non si tratta di sapere il tempo - Gesù stesso lo ha detto chiaramente che solo il Padre lo sa (cf. Mt 24,36) -, ma di come vivere nell'attesa del ritorno del Signore. Ogni altro discorso, sia pur catastrofico, è fuorviante. Sappiamo tuttavia che in questo tempo di attesa siamo messi alla prova. Non ci mancheranno le sofferenze e persecuzioni a causa del vangelo. Saranno occasioni per testimoniare la nostra adesione alla sequela del Signore (cf. Lc 21,13). La nostra vita è nelle mani di Dio che è Padre e che non lascerà cadere nemmeno un capello del nostro capo (cf. Lc 21,18). Gesù non ci promette una vita facile senza problemi, ma ci assicura la sua presenza. Ci assisterà con la forza e la sapienza che ci viene dal suo Spirito: "Io vi darò parole e sapienza" (Lc 21,15).
Occorre essere vigilanti. Anche san Paolo ci invita a non essere oziosi vivendo senza far nulla ed in agitazione, in una vita disordinata (cf. 2Ts 3,7-12; II lettura). Questo è un tempo prezioso! Non è l'attesa inerte della fine, ma l'attesa operosa dell'incontro.
Gesù ci invita alla perseveranza, che è sopportazione e costanza, affinché la nostra vita sia piena, "salvata" e l'incontro sia gioioso. È partecipare a quella lunga pazienza dell'azione di Dio nella vita degli uomini, come il seminatore che sa attendere il frutto a suo tempo. La storia cammina sotto lo sguardo del Padre verso una meta beata che le delusioni e le continue contraddizioni degli uomini non riusciranno a demolire.
"Non abbiate paura - ci incoraggia Gesù - Io ho vinto il mondo" (cf. Gv 16,33).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto (Lc 21,18)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Avrete allora occasione di dare testimonianza (cf Lc 21,19) - (17/11/2019)
(vai al testo)
 Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita (cf Lc 21,19) - (13/11/2016)
(vai al testo)
 Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita (Lc 21,19) - (17/11/2013)
( vai al testo…)
 Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto (Lc 21,18) - (12/11/2010)
(vai al post "Oltre ogni paura")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  La storia nelle mani del Padre (15/11/2019)
  Il male si vince con la perseveranza (11/11/2016)
  Nell'attesa di quel giorno (15/11/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 10.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 10.2019)
  di Cettina Militello (VP 9.2016)
  di Marinella Perroni (VP 9.2013)
  di Claudio Arletti (VP 9.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: Metteranno le mani su di voi, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2019)

venerdì 4 novembre 2022

Figli della risurrezione


32a domenica del Tempo ordinario (C)
2 Maccabei 7,1-2.9-14 • Salmo 16 • 2 Tessalonicesi 2,6-3,5 • Luca 20,27-38
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

L'aldilà: questo è il vero dilemma! Quanto fatica si fa ad immaginare un'altra vita dopo la morte. Per questo non di rado si sente ripetere: "Se c'è una vita dopo…". In quel "se" sta il nostro dubbio. Molti immaginano una sorta di esistenza oltre la morte secondo l'immaginazione che ciascuno elabora. È vero, con le nostre categorie umane è impossibile pensare un aldilà credibile. Anche un cristianesimo vissuto solamente in una dimensione terrena, che persegue la giustizia e vive determinati valori, non ha una risposta adeguata. Al massimo possiamo pensare la vita di là come un premio per il bene compiuto o come punizione per il male commesso.
Altra cosa è credere nella risurrezione della carne. La professiamo ogni domenica nel Credo; ma con quale convinzione? Eppure la vera questione è proprio la risurrezione. Il brano del vangelo proposto (cf. Lc 20,27-38), nel racconto della disputa dei sadducei con Gesù riguardo la donna che ha avuto sette marito senza lasciare discendenza, ci dice chiaramente che non è nella prosecuzione della discendenza che noi viviamo, né, in un'altra visione tutta terrena, nel ricordo che i vivi portano delle persone che ci hanno lasciato.
I figli della risurrezione "non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono come gli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio" (Lc 20,35-36). Dio, infatti, non è Dio "dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui" (Lc 20,38).
È la fede nel Signore risorto che sola può illuminare il dubbio dopo la morte. In Lui noi risorgeremo. In Lui noi abbiamo la Vita. In Lui e con Lui noi siamo Vita.
Il Paradiso non è soltanto una meta alla quale tendiamo di raggiungere dopo la morte. Il Paradiso, che è il Regno di Dio in mezzo a noi e nel quale noi siamo immersi e viviamo, inizia già da quaggiù. E questo Regno è regno di luce e di amore, come Dio è luce e amore. Ed è nell'amore vissuto nella nostra quotidianità che riceviamo la luce che alimenta la speranza "che non delude" (cf. Rm 5,5).
Sperimentando, per la grazia che ci viene dall'alto, la presenza del Signore risorto che lo Spirito ci fa gustare perché uniti nel suo amore, possiamo intuire la bellezza dello stare nel seno della Trinità. Non dimentichiamo: "lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera buona e parola di bene" (2Ts 2,16-17; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Dio non è dei morti, ma dei viventi (Lc 20,38)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Dio non è dei morti, ma dei viventi (cf Lc 20,38) - (10/11/2019)
(vai al testo)
 Tutti vivono per lui (cf Lc 20,38) - (06/11/2016)
(vai al testo)
 Dio non è dei morti, ma dei viventi (Lc 20,38) - (10/11/2013)
( vai al testo…)
 Dio non è dei morti, ma dei viventi (Lc 20,38) - (05/11/2010)
(vai al post "Dio dei vivi")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Figli di un Dio vivente (08/11/2019)
  È l'amore che vince la morte (04/11/2016)
  Figli della risurrezione (08/11/2013)

Vedi anche il Post: Aldilà, il caso dell'«anima» fra immortalità e/o risurrezione (10/11/2019)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 10.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 10.2019)
  di Cettina Militello (VP 9.2016)
  di Marinella Perroni (VP 9.2013)
  di Claudio Arletti (VP 9.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione: Vita da risorti, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2019)

martedì 1 novembre 2022

Misericordia: amare secondo il cuore di Dio


Parola di Vita – Novembre 2022
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7).

Nel vangelo di Matteo il discorso della montagna si colloca dopo l'inizio della vita pubblica di Gesù̀. La montagna viene vista come simbolo di un nuovo monte Sinai sul quale Cristo, nuovo Mosè, offre la sua "legge". Nel capitolo precedente si parla di grandi folle che cominciarono a seguire Gesù̀ e alle quali Egli indirizzava i suoi insegnamenti. Questo discorso viene invece donato da Gesù̀ ai discepoli, alla comunità nascente, a quelli che poi saranno chiamati cristiani. Egli introduce il "regno dei cieli" che è il nucleo centrale della predicazione di Gesù̀ [1], di cui le beatitudini rappresentano il manifesto programmatico, il messaggio della salvezza, la «sintesi di tutta la Buona Novella che è la rivelazione dell'amore salvifico di Dio» [2].

«Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia».

Cos'è la misericordia? Chi sono i misericordiosi? La frase viene introdotta dalla parola "beato/i" [3], che significa felice, fortunato e assume anche il significato di essere benedetto da Dio. Nel testo, tra le nove beatitudini, questa si trova al posto centrale. Esse non vogliono rappresentare dei comportamenti che vengono premiati, ma sono vere e proprie opportunità per diventare un po' più simili a Dio. In particolare, i misericordiosi sono coloro che hanno il cuore ricolmo d'amore per Lui e per i fratelli, amore concreto che si china verso gli ultimi, i dimenticati, i poveri, verso chi ha bisogno di questo amore disinteressato: Misericordia, infatti, è uno degli attributi di Dio [4]; Gesù̀ stesso è misericordia.

«Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia».

Le beatitudini trasformano e rivoluzionano i più comuni principi del nostro pensare. Esse non sono soltanto parole consolatorie, ma hanno il potere di cambiare il cuore, hanno la potenza di creare una nuova umanità, rendono efficace l'annuncio della Parola. Occorre vivere la beatitudine della misericordia anche con se stessi, riconoscersi bisognosi di quell'amore straordinario, sovrabbondante e immenso che Dio ha per ciascuno di noi.
La parola misericordia [5] deriva dall'ebraico rehem, "grembo" ed evoca una misericordia divina senza limiti, come la compassione di una madre per il suo bambino. È «un amore che non misura, abbondante, universale, concreto. Un amore che tende a suscitare la reciprocità, che è il fine ultimo della misericordia. […] E allora, se abbiamo ricevuto qualsiasi offesa, qualsiasi ingiustizia, perdoniamo e saremo perdonati. Siamo i primi a usare pietà, compassione! Anche se sembra difficile e ardito, chiediamoci, di fronte a ogni prossimo: come si comporterebbe sua madre con lui? È un pensiero che ci aiuta a capire e a vivere secondo il cuore di Dio» [6].

«Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia».

«Dopo due anni di matrimonio, nostra figlia e suo marito hanno deciso di separarsi. L'abbiamo accolta di nuovo nella nostra casa e nei momenti di tensione abbiamo cercato di volerle bene avendo pazienza, con il perdono e la comprensione nel cuore, conservando un rapporto di apertura nei suoi confronti e con suo marito, soprattutto cercando di non avere giudizi. Dopo tre mesi di ascolto, di aiuto discreto e di tante preghiere, essi sono tornati insieme con nuova consapevolezza, fiducia e speranza» [7].
Essere misericordiosi, infatti, è più di perdonare. È avere un cuore grande, non vedere l'ora di cancellare tutto, di bruciare completamente tutto ciò che può ostacolare il nostro rapporto con gli altri. L'invito di Gesù̀ a essere misericordiosi è offrire una via per riavvicinarci al disegno originario, perché possiamo diventare quello per cui siamo stati creati: essere ad immagine e somiglianza di Dio.

Letizia Magri

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[1] Vedi Mt 4:23 e 5:19, 20.
[2] C. Lubich, Parola di Vita novembre 2000, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017), p. 633.
[3] In greco makarios/i che viene usato sia per descrivere una condizione di fortuna, di felicità degli esseri umani che per indicare la condizione privilegiata degli dèi rispetto a quella degli esseri umani.
[4] In ebraico hesed, cioè amore disinteressato e accogliente, pronto a perdonare.
[5] Rahamim in ebraico.
[6] Cit., C. Lubich, Parola di Vita novembre 2000, pp. 633-634.
[7] Esperienza tratta dal sito www.focolare.org

Fonte: https://www.focolaritalia.it


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