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Archivio blog

venerdì 26 aprile 2024

Essere purificati dalla Parola


5a domenica di Pasqua (B)
Atti 9,26-31 • Salmo 21 • 1 Giovanni 3,18-24 • Giovanni 15,1-8
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

L'itinerario del discepolo alla sequela di Gesù passa necessariamente attraverso il rapporto personale con Lui. Già nella metafora del buon Pastore (di cui si è parlato domenica scorsa) si delinea questo rapporto di intima conoscenza tra il Pastore e le sue pecore. Nel brano evangelico proposto per questa domenica ci viene proposta la metafora della vite e dei tralci: "Io sono la vite vera - dice Gesù - e il Padre mio è l'agricoltore" (Gv 15,1).
Gesù pone l'accento sulla vite "vera". Ciò significa che c'è anche una vite "falsa", non autentica. Esistono cioè esperienze simili a quelle del discepolo inserito nella vite che è Gesù, ma prive di forza vitale. Questo accade quando scegliamo un modo illusorio di essere uniti alla vite: non attingiamo linfa, non siamo nutriti. Ci sono quindi tralci nella vite, ma che non portano frutto. È uno stare senza attingere. È un ritenersi discepoli senza seguire realmente e vitalmente il Maestro. Alla lunga questo atteggiamento, questo modo di ritenersi cristiani, si rivela essere una farsa.
Diverso è il caso dei tralci che portano frutto. Portano frutto perché "rimangono" in Gesù e Lui in noi, come il tralcio che da sé non può portare frutto: "Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla" (Gv 15,4-5).
Ma per portar frutto occorre essere "potati", diversamente dagli altri tralci che vengono tagliati e gettati nel fuoco (cf. Gv 15,6).
Essere "potati": operazione indispensabile per portare frutto.
La potatura è una "purificazione". Essa avviene per opera della Parola, come una "spada a doppio taglio che penetra nel nostro intimo fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito" (cf. Eb 4,12): "Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato" (Gv 15,3). Questa purificazione coincide con una spogliazione: il Padre "toglie" qualcosa. Se viviamo la Parola, se questa "rimane" in noi, allora occorre sempre, nella nostra vita, chiederci: che posto ha il Signore Gesù nelle mie scelte? Cosa è importante nella mia vita?
Le potature, i tagli, non quelli che scegliamo noi in determinati momenti, ma quelli che le circostanze della vita ci chiedono: sono occasioni per accogliere in noi l'amore del Padre. È, come dice l'evangelista Giovanni, "amare non a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità… Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui" (cf. 1Gv 3,18.24; II lettura).
Essere potati per portare "molto frutto", quali discepoli di Gesù, uniti come tralci alla vite. Il frutto non è tanto un qualcosa di calcolabile e prevedibile, un oggetto, un numero…, ma è qualcosa di cui essere grati. È un dono, il dono di essere semplicemente discepoli del Signore. In questo il Padre è glorificato (cf. Gv 15,24).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Io sono la vite, voi i tralci (Gv 15,5)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Rimanete in me e io in voi (Gv 15,4) - (02/05/2021)
(vai al testo…)
 Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto (Gv 15,5) - (29/04/2018)
(vai al testo…)
 Io sono la vite, voi i tralci (Gv 15,5) - (03/05/2015)
(vai al testo…)
 Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto ( Gv 15,5) - (03/05/2012)
(vai al testo…)
 Senza di me non potete far nulla (Gv 15,5) - (10/05/2009)
(vai al post "Nella potatura, la vita")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Le "potature", opportunità che ci orientano a Dio, producendo frutto (27/04/2018)
  L'intima nostra linfa divina (02/05/2015)
  Rimanere in Lui, garanzia di fecondità (04/05/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 4.2024)
  di Antonio Savone" (VP 5.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2018)
  di Luigi Vari (VP 4.2015)
  di Marinella Perroni (VP 5.2012)
  di Claudio Arletti (VP 4.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Io sono la vite vera, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, settembre 2011)

sabato 20 aprile 2024

Testimoni dell'amore di Dio


Nel fare memoria del giorno in cui il vescovo Lorenzo mi impose le mani nell'ordinazione diaconale (leggi l'omelia), il mio cuore è pieno di riconoscenza per il dono ricevuto, dono condiviso pienamente da Chiara, mia moglie. Sappiamo entrambi che, se il sacramento del diaconato viene conferito al marito, la chiamata è fatta ad ambedue per l'intrinseca unità sacramentale della coppia, che, concorde, ognuno per la sua parte, pronuncia il suo "sì" a Dio.
Anche 33 anni fa, nello stesso giorno, ricorreva la quarta domenica di Pasqua, domenica di preghiera per le vocazioni.
È bello testimoniare, al di là dei limiti che continuamente condizionano la propria vita, che l'amore di Dio, riversato nei nostri cuori, produce frutti di comunione e di solidarietà. È soprattutto una testimonianza di quanto in questi anni il Signore ci ha illuminato riguardo a questo ministero, profezia per una Chiesa che, perché rinnovata dallo Spirito, esprima l'amore del Padre per questa umanità che soffre e per la quale Gesù ha dato la vita.
Nel cuore una preghiera: essere strumenti docili affinché la carità che ci anima non sia un semplice fare, ma ci introduca in quella comunione trinitaria dove tutti siamo fratelli, figli dell'Unico Padre.

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Rimando ad altri post relativi alla mia ordinazione diaconale:
"Un arteniese diacono permanente (21/04/2021)
"Io offro la mia vita" (20/04/2021)
Portatori del nuovo (20/04/2020)
La beatitudine del servire (19/04/2019)
Il dono di un servizio a "tempo pieno" (20/04/2018)
Seguimi! (20/04/2017)
Gratitudine! (20/04/2016)
Stare nella tua casa (20/04/2015)
Chiara, mia moglie (26/04/2011)
Il diacono e il suo vescovo (20/04/2011)
Modello di ogni diaconia (19/04/2011)
Il mio sì (20/04/2010)
Ricordando quel giorno (19/04/2009)
Eccomi (19/04/2008)
Per conoscerci… (la nostra esperienza) (24/02/2008)

venerdì 19 aprile 2024

Un solo gregge, nell'unità chiesta da Gesù al Padre


4a domenica di Pasqua (B)
Atti 4,8-12 • Salmo 117 • 1 Giovanni 3,1-2 • Giovanni 10, 11-18
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il vangelo proposto per questa domenica (cf. Gv 10,11-18), peraltro dedicata alle vocazioni, ci presenta il pastore buono-bello che dà la propria vita per le pecore. Le ama perché le conosce personalmente, non come il mercenario che fugge quando viene il lupo, col risultato: le pecore sono rapite e disperse. L'amore del Padre che in Gesù si manifesta è un amore tutto personale. Il pastore Gesù ci conosce di una conoscenza profonda, divina, come quella che intercorre tra Lui e il Padre. Ed è una conoscenza d'amore, un amore che dona tutto di sé, tutta la vita. Ed è vita umana e divina. Una vita che non è persa perché data, anzi, ripresa e resa vita immortale nella quale anche noi ne diventiamo partecipi, quale frutto della Pasqua del Signore.
Questa è la nostra grande "fortuna": essere amati da Lui, farne l'esperienza concreta per essere introdotti nella dinamica dell'amore trinitario, dove tutto ha senso e dove ogni esistenza trova pienezza.
Amato così da Dio, non posso tenere per me solo questo dono, ma con Gesù mandati affinché il recinto che discrimina diventi la porta spalancata verso l'umanità che attende, assetata, di bere alla sorgente della Vita. Gesù lo dice: "diventeranno un solo gregge, un solo pastore" (Gv 10,16), il compimento della sua preghiera al Padre prima di morire: "Padre, che tutti siano una sola cosa… perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (cf. Gv 17,21).
Introdotti in questa divina avventura, siamo chiamati anche noi a dare la vita per i nostri fratelli, affinché tutti possano scoprire il "grande amore del Padre: essere chiamati figli di Dio", nell'attesa della piena manifestazione quando saremo "simili a lui" (cf. 1Gv 3,1-2; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me (Gv 10,14)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me (Gv 10,14) - (25/04/2021)
(vai al testo…)
Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Io sono il buon pastore (Gv 10,14) - (22/04/2018)
(vai al testo…)
 Ascolteranno la mia voce (Gv 10,16) - (26/04/2015)
(vai al testo…)
 Io sono il buon pastore ( Gv 10,11) - (29/04/2012)
(vai al testo…)
 Il buon pastore dà la vita per le pecore (Gv 10,11) - (03/05/2009)
(vai al post "Dare la vita")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Conosciuti al modo di Gesù (23/04/2021)
  La vita di Gesù …e del discepolo: un dono d'amore (21/04/2018)
  Gesù ci "conosce" come il Padre "conosce" lui (24/04/2015)
  Conosciuti da Lui (27/04/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 4.2024)
  di Antonio Savone" (VP 4.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2018)
  di Luigi Vari (VP 4.2015)
  di Marinella Perroni (VP4.2012)
  di Claudio Arletti (VP 4.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

venerdì 12 aprile 2024

È risorto! Non è un fantasma


3a domenica di Pasqua (B)
Atti 3,13-15.17-19 • Salmo 4 • 1 Giovanni 2,1-5a • Luca 24, 35-48
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma" (Lc, 2437). Siamo la sera del giorno di Pasqua e Gesù appare ai discepoli chiusi nel cenacolo. Sappiamo bene che i fantasmi non esistono, eppure è sorprendente vedere come si possa credere più ai fantasmi che a Gesù risorto. Gesù era già apparso a Simone e lo vedono di nuovo nella carne. Eppure non credono. Quanto è difficile credere alla sua risurrezione e quindi anche alla nostra! È più facile credere ai miracoli o alle apparizioni che riconoscere Gesù presente in mezzo a noi! La comunità cristiana, se non fa l'esperienza del Risorto che "sta in mezzo" ai suoi, rischia di rimanere chiusa nel proprio cenacolo, con le proprie presunte certezze, piuttosto che essere coinvolta dal Signore che ogni giorno ci interpella ed uscire ed annunciare la grande novità.
Ma Gesù risorto sta in mezzo a noi, sempre! Domandiamoci: siamo in grado di coglierne la sua presenza, oppure la nostre fede è un credere intellettuale, con la testa e non col cuore e con la carne? Gesù risorto non è un fantasma. L'evangelista racconta che Gesù si fa toccare e mangia con loro. Toccare la carne di Gesù è avere un rapporto personale con Lui, non estemporaneo ma nella quotidianità della nostra vita e soprattutto quando lo incontriamo nella carne dei nostri fratelli, specie i più poveri. Lì possiamo toccare concretamente la sua carne!
Gesù sta in mezzo a noi, in una comunità di fratelli e di sorelle che sanno accogliersi reciprocamente come Gesù ci accoglie. E uno dei frutti di questa sua presenza è il dono della pace, nel vostro cuore e fra di noi.
Gesù si fa presente nello spezzare il pane, nell'Eucaristia che celebriamo. Riceverlo non è un semplice atto personale di devozione, è ricevere il sacramento del suo Corpo. E noi sia il suo corpo, nutriti dall'Eucaristia che ci fa uno. Eucaristia e accoglienza reciproca sono due spetti di un'unica realtà.
La nostra fede nel Signore risorto si nutre della Parola, accolta e vissuta, nella comprensione che Gesù stesso ci dà, "aprendo la nostra mente per comprendere le scritture".
Vivere la Parola è non credere ai fantasmi. È incontrare il Signore risorto che ci chiama alla conversione per uscire da noi stessi ed essere suoi testimoni: il mondo aspetta di incontrare testimoni del Risorto, perché con la nostra vita, personale e comunitaria, lo testimoniamo.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? (Lc 24,38)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Di questo voi siete testimoni (Lc 24,48) - (18/04/2021)
(vai al testo…)
 Gesù in persona stette in mezzo a loro (Lc 24,36) - (15/04/2018)
(vai al testo…)
 Toccatemi e guardate (Lc 24,39) - (19/04/2015)
(vai al testo…)
 Di questo voi siete testimoni ( Lc 24,48) - (22/04/2012)
(vai al testo…)
 Chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente completo (1Gv 2,5) - (24/04/2009)
(vai al post "Se viviamo la Parola")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Gesù viene e sta (16/04/2021)
  Occorre un cammino di fede! (13/04/2018)
  Gesù risorto "apre" mente e cuore (17/04/2015)
  Suoi testimoni! (20/04/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 4.2024)
  di Antonio Savone" (VP 4.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2018)
  di Luigi Vari (VP 3.2015)
  di Marinella Perroni (VP3.2012)
  di Claudio Arletti (VP 3.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Il Risorto, di Bernadette Lopez)

domenica 7 aprile 2024

La dimensione domestica della sinodalità









Il diaconato in Italia n° 242/243
(settembre/dicembre2023)


La dimensione domestica della sinodalità



ARTICOLI
Un anno di promozione della "diaconia" (Enzo Petrolino)
La diaconia sociale e domestica di Mosè (Luca Bassetti)
La sinodalità vissuta nella dimensione domestica e familiare (Paola Dall'Olio)
Amore, discemimento, dialogo e preghiera (Montserrat Martinez)
Il diaconato e la dimensione domestica (Claudio Barbari)
L'esperienza sinodale della famiglia (Gianfranco e Cristina Avatano)
Camminare insieme, vivere in maniera sinodale (Clara Della Matrice e Claudio Valletti)
Il punto programmatico della vita della famiglia (Cristiana Dobner)
Una voce dal sinodo (Enzo Romeo)
Sinodo e diaconato: padre dove vai senza il tuo diacono? (Enzo Petrolino)
Dalla relazione di sintesi del Sinodo dei Vescovi

RUBRICHE - DONNE NELLA CHIESA
La relazione
Solida roccia
L'adultera
Una domanda
Tre gradini
Uno sguardo universale
Popolo di Dio
Il ruolo delle donne nel diaconato (María Nery Malangón)

Atti del Convegno Interregionale
Modena, 16-17 giugno 2023

Il cantiere delle diaconie (Enzo Petrolino)
Saluto al Convegno Interregionale (Massimo Nardello)
Diaconie e diaconato (Erio Castellucci)
La diaconia e il diaconato nei "Cantieri di Betania"
Sintesi rìflessioni dei laboratori (Paola Dall'Olio e Giorgio Agagliati)
Sintesi degli interventi in aula (Claudio Barbari)
Il Cantiere delle diaconie. Meditazioni di Lodi e Vespri (Luca Bassetti)
Reportage del Convegno interregionale (Roberto Bandieri)


(Vai ai testi…)

venerdì 5 aprile 2024

Le piaghe del Risorto


2a domenica di Pasqua (B)
Atti 4,32-35 • Salmo 117 • 1Giovanni 5,1-6 • Giovanni 20,19-31
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il giorno di Pasqua e otto giorni dopo, "venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: Pace a voi! Detto questo mostrò loro le manie e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore" (cf. Gv 20,19-20.26).
Sono le piaghe impresse nel corpo del Risorto a permettere ai discepoli di gioire al vederlo. E sono quelle piaghe che lo identificano.
È davvero consolante vedere e sapere che il Signore, ora alla destra del Padre, porta in sé le tracce di tutta la vita vissuta in mezzo a noi, fino alla morte. Nulla delle nostre piccole o grandi sofferenze, intime o palesi, sono estranee al corpo e alla persona del Figlio di Dio. Quelle piaghe non sono il segno tangibile di un destino infame vissuto in terra, ma il trionfo dell'amore che tutto dona. Nella carne del Signore risorto resta impresso il segno del suo amore per noi, dell'amore incondizionato del Padre che nel Figlio Gesù ha dato tutto se stesso.
In quelle piaghe sono impresse e presenti nel cuore del Padre tutte le nostre piaghe, non più segno di un dolore senza senso, ma di un amore che dà senso a tutto il nostro esistere.
In quelle piaghe noi vediamo impresso il nostro futuro pieno di vita e di senso, il perché noi siamo fatti per una Vita altra, per una Vita piena, per una Vita nuova.
In Tommaso noi possiamo scorgere il nostro desiderio profondo di capire e dare un senso alla nostra vita. Il nostro desiderio di toccare con mano, di avere delle prove, esprime quella percezione che Dio ci sta chiedendo o donando qualcosa di grande per noi. Davvero il Crocifisso è risorto? Davvero quel derelitto umano, reso a brandelli e appeso al legno della croce come un malfattore è pienamente gradito a Dio?
Nella piena umanità di Gesù la nostra umanità, misera e vulnerabile, trova nel segno delle piaghe la risposta ad ogni nostro perché. Allora la nostra fede nel Signore risorto è l'accoglienza dell'amore infinito di Dio.
Tommaso, alla fine, rinuncia a toccare le piaghe del Signore. Le ha viste. Ha visto Colui che le porta impresse e non gli serve altro. Ha visto il segno tangibile dell'amore, un segno che rimane per sempre impresso nella carne del Figlio di Dio.
Conferma che anche le nostre piaghe, unite alle sue, portano impresso il segno tangibile dell'amore Dio.
Se quelle piaghe quaggiù hanno il sapore del dolore, viste da lassù sono solo ed esclusivamente amore.
Credere allora è accogliere l'amore di Dio così come Gesù ce lo ha mostrato, in vita e in morte.
La vittoria che vince il mondo è questa nostra fede (cf. 1Gv 5,4; II lettura), che ha occhi e cuore che sconvolge le presunte sicurezze di questo mondo.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati (Gv 20,23)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Abbiamo visto il Signore! (Gv 20,25) - (16/04/2023)
(vai al testo…)
 Pace a voi! (Gv 20,19) - (24/04/2022)
(vai al testo…)
 Mio Signore e mio Dio! (Gv 20,28) - (11/04/2021)
(vai al testo…)
 I discepoli gioirono al vedere il Signore (Gv 20,20) - (19/04/2020)
(vai al testo…)
Mio Signore e mio Dio (Gv 20,28) - (28/04/2019)
(vai al testo)
Otto giorni dopo venne Gesù (Gv 20,26) - (08/04/2018)
(vai al testo)
I discepoli gioirono al vedere il Signore (Gv 20,20) - (23/04/2017)
(vai al testo)
Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20,22) - (03/04/2016)
(vai al testo)
Abbiamo visto il Signore! ( Gv 20,25) - (12/04/2015)
(vai al testo)
Mio Signore e mio Dio (Gv 20,28) - (27/04/2014)
(vai al testo)
Abbiamo visto il Signore (Gv 20,25) - (07/04/2013)
(vai al testo)
Beati quelli che hanno visto e hanno creduto (Gv 20,29) - (15/04/2012)
(vai al testo)
Tutti i credenti stavano insieme (At 2,44) - (01/05/2011)
(vai al testo)
Mio Signore e mio Dio (Gv 20,28) - (09/04/2010)
(vai al post "Turbati dall'incredulità")
Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: "Pace a voi" (Gv 20,19) - (17/04/2009)
(vai al post "La nostra pace")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Nelle sue piaghe le nostre (14/04/2023 - Anno A)
  Abbiamo visto il Signore! (22/04/2022 - Anno C)
  Da questo crederanno… (09/04/2021 - Anno B)
  Incontrare il Risorto (17/04/2020 - Anno A)
  Il "Primo" giorno della settimana (26/04/2019 - Anno C)
  La fede che vince il mondo (06/04/2018 - Anno B)
  Dalle piaghe aperte, non sangue ma luce e misericordia (21/04/2017 - Anno A)
  Tommaso, il nostro compagno di viaggio (01/04/2016 - Anno C)
  Quelle ferite, il punto più alto dell'amore (11/04/2015 - Anno B)
  Misericordia, secondo nome dell'amore (25/04/2014 - Anno A)
  La comunità vivificata dal Risorto (05/04/2013 - Anno C)
  La nostra vita con il Risorto (13/04/2012 - Anno B)

Commenti alla Parola:

Anno A:
  di Antonio Savone (VP 4.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2020)
  di Cettina Militello (VP 3.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 3.2014)
  di Marinella Perroni (VP 4.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

Anno B:
  di Goffredo Boselli (VP 4.2024)
  di Antonio Savone (VP 4.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2018)
  di Luigi Vari (VP 3.2015)
  di Marinella Perroni (VP 3.2012)
  di Claudio Arletti (VP 3.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

Anno C:
  di Antonio Savone (VP 4.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2019)
  di Luigi Vari (VP 3.2016)
  di Marinella Perroni (VP 3.2013)
  di Claudio Arletti (VP 3.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

lunedì 1 aprile 2024

Testimoni del Risorto


Parola di Vita – Aprile 2024
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore» (At 4,33)

Questa parola, che cade nel tempo di Pasqua, ci invita, con la pienezza della libertà di chi ha ricevuto il messaggio evangelico, a essere anche noi testimoni dell’evento che ha segnato la storia: Gesù è risorto!
Per comprendere fino in fondo il significato di questo versetto tratto dagli Atti degli Apostoli è bene citare la frase che lo precede: «La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune» [1].

«Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore».

Nel testo viene presentata la prima comunità cristiana animata dalla forza potente dello Spirito, caratterizzata dalla comunione che la spinge a proclamare a tutti il Vangelo, la buona novella, cioè che Cristo è risorto.
Sono le stesse persone che prima della Pentecoste erano spaventate e sgomente davanti agli ultimi avvenimenti accaduti e adesso escono allo scoperto, pronte a dare testimonianza fino al martirio grazie alla forza dello Spirito che ha spazzato via paure e timori.
Essi erano un cuor solo e un’anima sola, praticavano l’amore reciproco fino a mettere in comune i beni: era questa la realtà che andava coinvolgendo un numero sempre più grande di persone.
Donne e uomini al seguito di Gesù avevano ascoltato le sue parole, avevano vissuto con Lui nel servizio e nell’amore riservato agli ultimi, agli ammalati, avevano visto con i loro occhi i fatti prodigiosi operati da Gesù, la loro vita era cambiata perché chiamati a vivere una nuova legge, essi erano stati i primi testimoni della presenza viva di Dio in mezzo agli uomini.
Ma per noi, seguaci di Gesù oggi, che significa dare testimonianza?

«Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore».

Il modo più efficace di testimoniare il Risorto è mostrare che Egli è vivo e abita in mezzo a noi. «Se vivremo la sua Parola, […] tenendo acceso in cuore l’amore verso il prossimo, se ci sforzeremo in modo speciale di conservare sempre l’amore scambievole fra di noi, allora il Risorto vivrà in noi, vivrà in mezzo a noi e irradierà intorno la sua luce e la sua grazia, trasformando gli ambienti con frutti incalcolabili. E sarà lui, mediante il suo Spirito, a guidare i nostri passi e le nostre attività; sarà lui a disporre le circostanze ed a fornirci le occasioni per portare la sua vita alle persone bisognose di lui» [2].

«Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore».

Scrive Margaret Karram [3]:«“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura”  [4] è la straordinaria consegna che 2000 anni fa gli apostoli hanno accolto direttamente da Gesù e che ha cambiato il corso della storia. Oggi Gesù rivolge anche a noi lo stesso invito: ci offre la possibilità di portarlo al mondo con tutta la creatività, le capacità e la libertà che Lui stesso ci ha donato» [5].
È un annuncio «che non finisce con la sua morte, anzi! Prende nuova forza dopo la Risurrezione e la Pentecoste, dove i discepoli sono diventati testimoni coraggiosi del Vangelo. E il loro mandato, poi, è arrivato fino a noi oggi. Attraverso di me, attraverso ciascuno di noi, Dio vuole continuare a raccontare la Sua storia d’amore a coloro con cui condividiamo brevi o lunghi tratti di vita»
 [6].

A cura di Patrizia Mazzola
e del team della Parola di Vita


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[1] At 4,32.
[2] C. Lubich, Parola di Vita gennaio 1986, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5), Città Nuova, Roma 2017, p. 347.
[3] Presidente del Movimento dei Focolari.
[4] Mc 16,15.
[5] Margaret Karram, Chiamati e inviati, Rocca di Papa, 15 settembre 2023.
[6] Ibid.

Fonte: https://www.focolaritalia.it

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