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venerdì 28 luglio 2023

L'incontro con ciò che più vale


17a domenica del Tempo ordinario (A)
1 Re 3,5.7-12 • Salmo 118 • Romani 8,28-30 • Matteo 13,44-52
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Ancora Gesù ci parla del Regno e con parabole ce ne illustra il mistero nascosto.
"Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo…"; "Il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di pietre preziose…"; "Il regno dei cieli è simile ad una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci…" (cf. Mt 13,44-50).
Il regno dei cieli è l'incontro con Gesù, ed in Lui col Padre; è il tesoro, la perla preziosa…: è il tutto.
Lo si può scoprire per caso o lo si cerca con insistenza. In entrambi i casi per averlo, il tesoro che è il Regno, si vende tutto. Occorre liberarsi di ogni orpello, di ogni attaccamento, di ogni cosa anche bella della vita per essere in grado di accogliere ed apprezzare la ricchezza del Tesoro. Sia che l'incontro avvenga in modo casuale, sia che lo si cerchi con assiduità, sarà sempre frutto della gratuità di Dio. In ogni caso occorre lasciare spazio all'azione dello Spirito, perché anche il tesoro più agognato può diventare oggetto di attaccamento e non esperienza di libertà.
La magnanimità di Dio si manifesta nell'accogliere tutti nella rete, di dare a tutti la possibilità di lasciarsi accogliere. Ogni nostra chiusura, anche spirituale, potrà essere il motivo discriminante alla resa dei conti.
La scelta del Regno è la scelta per la sequela di Gesù, è diventare suoi discepoli, nella semplicità dei piccoli del vangelo. Lo scriba, infatti, con tutto il bagaglio della sua scienza, potrà estrarre "dal suo tesoro cose nuove e cose antiche" se avrà accettato di diventare "discepolo del regno dei cieli" (cf. Mt 13,52).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Pieno di gioia vende tutti i suoi averi e compra quel campo (Mt 13,44)
(vai al testo…)

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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto (Mt 13,44) - (26/07/2020)
(vai al testo)
 Vende tutti i suoi averi e compra quel campo (Mt 13,44) - (30/07/2017)
(vai al testo)
 Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto (Mt 13,44) - (27/07/2014)
(vai al testo)
 Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto (Mt 13,44) - (24/07/2011)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Che cosa c'è di più prezioso e du piu bello? (24/07/2020)
  Il Tesoro e la Perla, nomi di Dio (28/07/2017)
  L'unico nostro tesoro (25/07/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 7.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 7.2020)
  di Cettina Militello (VP 6.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 6.2014)
  di Marinella Perroni (VP 6.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 21 luglio 2023

La dinamicità del Regno


16a domenica del Tempo ordinario (A)
Sapienza 12,13.16-19 • Salmo 85 • Romani 8,26-27 • Matteo 13,24-43
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Il Regno dei cieli è simile…". Ascoltando le parabole proposte dal vangelo di questa domenica (cf. Mt 13,23-43), si coglie che il Regno non è una cosa statica, bensì presenta in sé quella dinamicità che ci coinvolge. Il regno può sembrare una piccola cosa; e all'apparenza lo è se si pensa al granello di senape o al lievito impastato nella massa smisurata di farina. Ma la sua forza produce vita.
In questa dinamicità insita nel Regno si coglie realisticamente che anche il buon seme cresce nonostante sia attorniato dalla zizzania. C'è sempre il rischio che questa gramigna intacchi la pianta del grano, ma, pur se le due piante convivono, alla fine c'è la mietitura.
È importante credere che la forza del Regno è più forte di ogni altra forza avversa.
Possiamo allora vedere nel campo di grano la situazione fuori di noi, del mondo che ci circonda, della società con le persone che siamo tentati di catalogare tra i buoni e i cattivi, tra quelli che sono i "vicini" e quelli che consideriamo i "lontani" nella vita delle nostre comunità. Grande tentazione! La Chiesa non è la società dei giusti o dei perfetti. Nella Chiesa piuttosto possiamo trovare la possibilità di essere salvati. Non sta a noi catalogare il mondo in buoni e cattivi. Le situazioni si intrecciano a vicenda, come nel caso del buon grano e della zizzania.
Anche il "nostro" mondo, quello personale, di ogni persona, il nostro cuore, può essere considerato un campo in cui è stato seminato il buon grano, ma che il Nemico vi ha seminato pure quello cattivo, che all'inizio non riusciamo a distinguere da quello buono. Ci viene indicato dal Padrone del campo che tutte e due le piante crescono insieme. Il nostro cuore infatti è pieno di queste contraddizioni, pur sapendo che nel profondo è abitato dal Signore. Allora è saggio focalizzarci non nello sradicare i nostri vizi, perdendo di vista la nostra parte buona, quanto piuttosto incrementare in noi la vita buona, che avrà la forza, perché irrorata dallo Spirito, di non lasciarsi sopraffare da quello meno buono. Ci porteremo questo garbuglio interiore fino alla fine. Allora ci sarà qualcun altro (gli angeli di Dio) e non noi a separare il buono che è in noi e bruciare ciò che deve essere bruciato.
Occorre saper cogliere, e coltivare, nella nostra vita il seme divino che non muore e che può portar frutto per noi e per gli altri.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura (Mt 13,30)
(vai al testo…)

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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Un uomo ha seminato del buon seme nel suo campo (Mt 13,24) - (19/07/2020)
(vai al testo)
 Lasciare che la zizzania e il grano crescano insieme (Mt 13,30) - (23/07/2017)
(vai al testo)
 Il regno dei cieli è simile al lievito (Mt 13,33) - (20/07/2014)
(vai al testo)
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza (Rm 8,26) - (17/07/2011)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Valorizzare l'energia di bene nascosta (17/07/2020)
  Preoccuparsi non della zizzania, ma di avere un amore grande per la vita (21/07/2017)
  Non siamo una comunità di perfetti (18/07/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 7.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 7.2020)
  di Cettina Militello (VP 6.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 6.2014)
  di Marinella Perroni (VP 6.2011)
  di Enzo Bianchi

(Immagine: Il seminatore e il nemico, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, maggio 2014)

venerdì 14 luglio 2023

Un raccolto traboccante


15a domenica del Tempo ordinario (A)
Isaia 55,10-11 • Salmo 64 • Romani 8,18-23 • Matteo 13,1-23
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Gesù parla in parabole. A prima vista può sembrare per rendere più comprensibile il suo discorso. Ma, dal vangelo proposto per questa domenica (cf. Mt 13,1-23), sembra il contrario: "parlo con parabole perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono" (cf. Mt 13,13).
Questo discorso, apparentemente contradditorio, è compreso dai semplici, che hanno un cuore aperto e sensibile; incomprensibile a chi vuol razionalizzare il proprio rapporto con Dio e la sua Parola. I discepoli del Regno invece sono coloro che, perché bambini evangelici, ascoltano e comprendono e sanno mettere in pratica.
Allora, la parabola proclamata diventa un'analogia comprensibile perché interpella direttamente la situazione del nostro cuore.
Il seme della Parola che cade in terreni diversi è allora simbolo delle nostre situazioni concrete, più che di distinzione di persone più o meno disposte ad accogliere la Parola. Infatti, il nostro cuore a volte è come un terreno sassoso o come un groviglio di rovi e la Parola, anche se ha attecchito, non affonda le sue radici e non porta frutto. Peggio è quando, per la durezza del nostro cuore, non riusciamo a comprenderla. Allora il Maligno ha campo libero e "ruba ciò che è stato seminato".
Tuttavia il nostro cuore ha sicuramente una parte, anche se piccola, di terreno buono. È lì cresce e attecchisce la Parola che il Seminatore ha seminato. E produce una quantità smisurata di frutto, perché il Padre non lesina nella sua benevolenza: il terreno buono produce a dismisura, in misura traboccante.
"Intatti, a colui che ha (il cuore aperto), verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha (perché io suo cuore è diventato insensibile) sarà tolto anche quello che ha" (cf. Mt 13,10,12).
E se la Parola verrà accolta, dice il Signore, "non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata" (cf. Is 55,11).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano (Mt 13,16)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Il seminatore uscì a seminare (Mt 13,3) - (12/07/2020)
(vai al testo)
 Il seminatore uscì a seminare (Mt 13,3) - (16/07/2017)
(vai al testo)
 Ecco, il seminatore uscì a seminare (Mt 13,3) - (13/07/2014)
(vai al testo)
  Il seme è la parola di Dio (versetto al vangelo) - (10/07/2011)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Fiducia nella Parola, fiducia nella vita (10/07/2020)
  Credere nella Parola più ancora che nei suoi risultati (14/07/2017)
  Il seminatore uscì a seminare… ovunque (11/07/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 7.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 7.2020)
  di Cettina Militello (VP 5.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 6.2014)
  di Marinella Perroni (VP 6.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Insegnava loro in parabole, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, giugno 2013)

venerdì 7 luglio 2023

Il paradosso di Dio


14a domenica del Tempo ordinario (A)
Zaccaria 9,9-10 • Salmo 144 • Romani 8,9.11-13 • Matteo 11,25-30
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il modo d presentarsi di Dio è all'opposto di quello che gli uomini sostengono per poter dominare. L'onnipotenza di Dio si manifesta invece nell'impotenza con cui il Figlio ha dimostrato di amare il Padre e tutti noi. Il suo "svuotarsi" per amore non è remissività, ma espressione massima dell'amore, quell'amore che vive e palpita nel cuore della Trinità e che a noi è stato rivelato per mezzo dello Spirito.
Il colloquio che Gesù intrattiene col Padre, così come ci viene proposto nel vangelo di questa domenica (cf. Mt 11,25-30), dimostra l'intima, dolce, confidenza delle Persone divine.
Al Padre piacciono i piccoli, tutti coloro che non sfoggiano la propria boria di presunta superiorità, come possono essere gli scribi e i farisei di allora o come anche oggi coloro che al dialogo contrappongono l'arroganza carica di ideologia.
Non è possibile caricare di "pesi" gli altri, senza farsi carico realmente delle esigenze altrui.
Il Signore non condanna la scienza, condanna semmai la superbia del pensiero che chiude la possibilità di un dialogo sincero in cui potersi confrontare ed arricchirsi reciprocamente. Il Signore non si oppone alla sapienza, ma all'orgoglio.
Allora Gesù offre il "suo giogo" che è "dolce e leggero", perché Lui, il Signore, è "mite e umile di cuore". In Lui tutti possono trovare ristoro, tutti (e chi non lo è) coloro che sono "stanchi ed oppressi".
Il ristoro che il Signore ci dona non è passività, è l'avventura entusiasmante di chi, alzandosi in piedi nonostante la fatica, ha davanti a sé la possibilità di una vita, e di una vita vissuta insieme.
Il simbolo del giogo, che spesso è a due posti, sta ad indicarci la possibilità di portare in due, insieme, le fatiche della vita. E in due vuol dire tante cose…
La benevolenza di Dio è per coloro che sono considerarti gli ultimi e che spesso sono scartati. È lì il cuore del Padre!

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Imparate da me, che sono mite e umile di cuore (Mt 11,29)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Io sono mite e umile di cuore (Mt 11,29) - (05/07/2020)
(vai al testo)
 Io sono mite e umile di cuore (Mt 11,29) - (09/07/2017)
(vai al testo)
 Sono mite e umile di cuore (Mt 11,29) - (06/07/2014)
(vai al testo)
 Io sono mite e umile di cuore (Mt 11,29) - (03/07/2011)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Un giogo che è luce (03/07/2020)
  Amare il Padre e il prossimo col cuore di Gesù (07/07/2017)
  I "piccoli" la predilezione del Padre (04/07/2014)

Vedi anche il post: Mite e umile di cuore (03/07/2011)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 7.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 7.2020)
  di Cettina Militello (VP 5.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 5.2014)
  di Marinella Perroni (VP 5.2011)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Venite a me, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, giugno 2019)

sabato 1 luglio 2023

Anche un bicchiere d'acqua fresca


Parola di Vita – Luglio 2023
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa» (Mt 10,42).

L'evangelista Matteo è uno scriba cristiano molto istruito; conosce a fondo le promesse del Dio di Israele e per lui le parole e le azioni di Gesù̀ ne sono il compimento. Per questo, nel suo vangelo ne presenta l'insegnamento in forma di cinque grandi discorsi, come nuovo Mosè.
Questa Parola di vita conclude il "discorso missionario", che inizia con l'elezione dei dodici apostoli e indica le esigenze della predicazione: le incomprensioni e le persecuzioni che incontreranno richiedono una testimonianza credibile, anche attraverso scelte radicali.
Ma c'è di più: Gesù rivela che l'invio dei discepoli ha la sua radice nella missione che egli stesso ha ricevuto dal Padre. Una convinzione già viva nell'Antico Testamento: nel messaggero di Dio è Dio stesso che si fa presente, che si impegna. È dunque l'amore stesso di Dio che, attraverso la testimonianza di Gesù e di coloro che Gesù invia, raggiunge a cascata ogni persona.

«Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Oltre alla missione specifica di alcuni: gli apostoli, i pastori, i profeti … Gesù̀ annuncia che ogni cristiano può essere suo discepolo, allo stesso tempo destinatario e portatore della missione. E come discepoli, tutti noi, anche se "piccoli", apparentemente privi di qualità o titoli speciali, siamo abilitati a testimoniare la vicinanza di Dio. È l'intera comunità cristiana ad essere inviata all'umanità dal Padre di tutti.
Tutti abbiamo ricevuto attenzione, cura, perdono, fiducia da Dio attraverso i fratelli; tutti possiamo dare qualcosa agli altri, per far sperimentare loro la tenerezza del Padre, come ha fatto Gesù durante la sua missione. È in questa radice, nel Padre, la garanzia che le cosiddette "piccole cose" possono cambiare il mondo. Fosse pure soltanto un bicchiere d'acqua fresca.
«Non conta se possiamo dare molto o poco. L'importante è il "come" doniamo, quanto amore mettiamo anche in un piccolo gesto di attenzione verso l'altro. A volte basta offrirgli un bicchiere d'acqua, un bicchiere d'acqua "fresca" […] gesto semplice e grande agli occhi di Dio se compiuto nel Suo nome, ossia per amore. […] La Parola di vita di questo mese potrà aiutarci a riscoprire il valore di ogni nostra azione: dai lavori di casa o dei campi e dell'officina, al disbrigo delle pratiche d'ufficio, ai compiti di scuola, come alle responsabilità in campo civile, politico e religioso. Tutto può trasformarsi in servizio attento e premuroso. L'amore ci darà occhi nuovi per intuire ciò di cui gli altri hanno bisogno e per venire loro incontro con creatività e generosità. Il frutto? I doni circoleranno, perché l'amore chiama amore. La gioia si moltiplicherà perché "c'è più gioia nel dare che nel ricevere" [1]» [2].

«Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Ciò che Gesù ci chiede è molto esigente: non arrestare il flusso dell'amore di Dio. Ci chiede di raggiungere ogni uomo e ogni donna, con il cuore aperto e il servizio concreto, superando le nostre categorie ed i nostri giudizi.
Egli vuole la nostra collaborazione attiva, creativa e responsabile per il bene comune, a partire dalle piccole cose di ogni giorno, ma allo stesso tempo non mancherà di ricompensarci: sarà sempre al nostro fianco, per prendersi cura di noi e accompagnarci nella missione.
"[…] Ho lasciato il mio lavoro nelle Filippine e sono andato in Australia per stare con la mia famiglia […] ho trovato lavoro in un cantiere edile come addetto alle pulizie delle sale da pranzo, degli spogliatoi, degli uffici e della mensa utilizzati da più di 500 operai. Un lavoro completamente diverso da quello che avevo prima come ingegnere […] Per amore degli altri mi assicuro che le sale da pranzo siano sempre pulite ed ordinate. Tuttavia, ci sono persone che non si preoccupano della pulizia […]. Non ho perso la pazienza perché per me è un'opportunità per amare Gesù in ogni persona che incontro. Piano piano, queste persone hanno cominciato a pulire dopo aver pranzato e poi col tempo siamo diventati amici e ho cominciato a guadagnare fiducia e rispetto da parte loro, […] Ho fatto l'esperienza che l'amore è contagioso e tutto quello che è fatto per amore rimane" [3].

A cura di Letizia Magri
e del team della Parola di vita


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[1] At 20,35.
[2] C. Lubich, Parola di Vita ottobre 2006, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 792-793.
[3] A cura di S. Pellegrini, G. Salerno, M. Caporali, Famiglie in azione – Un mosaico di vita, Città Nuova 2022, p. 55.

Fonte: https://www.focolaritalia.it
(Immagine: Chi avrà dato da bere…, di Bernadette Lopez, 2005)


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