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Archivio blog

venerdì 27 maggio 2022

Essere tempio di Dio nella pienezza della benedizione


Ascensione del Signore (C)
Atti 1,1-11 • Salmo 46 • Ebrei 9,24-28;10,19-23 • Luca 24,46-53
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il Signore risorto apre la mente ai suoi discepoli facendo loro comprendere quanto le Scritture rivelano riguardo al suo mistero di morte e di vita, e li rende testimoni della novità di vita del Vangelo che sarà predicato a tutti popoli (cf. Lc 24,46-48).
L'evangelista Luca racconta questi avvenimenti il giorno stesso della risurrezione come ad indicare che l'evento della risurrezione di Gesù e il suo ritorno al Padre fanno parte di un unico mistero, di un unico evento di salvezza.
Gesù conduce fuori, verso Betania, i suoi per congedarsi da loro. È un uscire fuori, quasi un esodo in cui l'azione di Dio si manifesta nella liberazione del suo popolo. Il compimento dell'esodo di Gesù che si compie a Gerusalemme (cf. Lc 9,31 nel colloquio con Mosè ed Elia sul monte) dà inizio al nostro esodo, confortato dalla benedizione di Gesù prima di salire al Cielo. Il suo andarsene da noi non è assenza, ma preparazione di quel vuoto che sarà riempito dallo Spirito Santo, da "Colui che il Padre ha promesso". È l'inizio dell'esperienza di percepire la presenza del Signore nella sua assenza fisica, nella gioia e nella lode a Dio.
Il racconto dell'ascensione si conclude come una solenne celebrazione liturgica, dove il tempio, abitazione stabile di Dio, è tra gli uomini, nel nuovo santuario dove possiamo entrare grazie al sangue di Gesù, "via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi", nella pienezza della fede (cf. Eb 10,19-23; II lettura).
Gesù, "mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo" (Lc 24,51). L'uomo è diventato la vera dimora di Dio. Questa è la piena benedizione!

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Mentre li benediceva, si staccò da loro (Lc 24,51)
(vai al testo…)

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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Mentre li benediceva, si staccò da loro (Lc 24,51) - (2/06/2019)
(vai al testo)
 Mentre li benediceva, si staccò da loro (Lc 24,51) - (8/05/2016)
(vai al testo)
 E stavano sempre nel tempio lodando Dio (Lc 24,53) - (12/05/2013)
( vai al testo…)
 Di me sarete testimoni (At 1,8) - (14/05/2010)
(vai al post "Testimoni della speranza")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Testimoni della sua "presenza" (31/05/2019)
  Attirati verso l'alto (6/05/2016)
  Testimoni del Risorto (10/05/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 5.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
  di Luigi Vari (VP 4.2016)
  di Marinella Perroni (VP 4.2013)
  di Claudio Arletti (VP 4.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione: Ascensione del Signore, di Stefano Pachi, "La Domenica" 2 giugno 2019)

venerdì 20 maggio 2022

La pace che ci è data


6a domenica di Pasqua (C)
Atti 15,1-2.22-29 • Salmo 66 • Apocalisse 21,10-14.22-23 • Giovanni 14,23-29
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Siamo nel Cenacolo, Gesù nel suo discorso di addio rincuora i discepoli la cui fede nel Maestro è ancora fragile e regna turbamento per quanto sta per accadere: "Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore" (Gv 14,27). I discepoli, infatti, - come d'altronde noi stessi oggi e come la comunità a cui sono rivolte le parole dell'evangelista Giovanni – devono fare esperienza della presenza invisibile del Maestro. Presenza che è possibile percepire solo se la nostra esistenza è vissuta nell'accoglienza della sua Parola.
Il Risorto, Parola-Vita del Padre, prenderà dimora col Padre presso di noi a questa condizione: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23). E sarà una dimora stabile, un fermarsi a vivere con noi, parte della nostra vita, della nostra famiglia.
Il "Dio con noi" diventa realtà che porta a compimento la promessa antica. La chiave di tutto è l'amore. Se ami, sei un tutt'uno con la persona amata, sei la realizzazione concreta dei suoi desideri, tanto che la persona amata vive nella persona amante. È l'esperienza di chi ama Cristo! Chi non ama il Figlio, non osserva la Parola e si esclude dall'esperienza dell'inabitazione della Trinità in lui e, per riflesso, nella comunità.
La promessa dello Spirito Santo, che il Padre invierà nel nome del Figlio e che ci farà tornare alla mente facendoci comprendere appieno quanto dettoci da Gesù, è la garanzia per una testimonianza credibile di una comunità cristiana che potrà sperimentare una pace vera, non inquinata come il mondo la dà. Una pace che nasce dalla vittoria sul peccato e sulle sue conseguenze. Non è un quieto vivere, ma è una pace che allarga cuore, anima e mente, un dono che viene dall'alto; una pace non augurata ma data (cf. Gv 14,27). Una pace legata alla presenza di Gesù! E questa pace è l'unico vero tempio, dimora definitiva di Dio tra gli uomini, una città illuminata, non da una luce di quaggiù, ma dalla gloria di Dio la cui lampada è l'Agnello (cf. Ap 21,22-23; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore (Gv 14,27)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Se uno mi ama, osserverà la mia parola (Gv 14,23) - (26/05/2019)
(vai al testo)
 Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto (Gv 14,26) - (1°/05/2016)
(vai al testo)
 Non sia turbato il vostro cuore (Gv 14,27) - (5/05/2013)
( vai al testo…)
 Se uno mi ama, osserverà la mia parola (Gv 14,23) - (7/05/2010)
(vai al post "L'amore, risposta alla Parola")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  La pace di Gesù (24/05/2019)
  Dio non si merita, si accoglie (29/04/2016)
  La realtà più vera che anima la Chiesa, l'amore (3/05/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 5.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
  di Luigi Vari (VP 3.2016)
  di Marinella Perroni (VP 3.2013)
  di Claudio Arletti (VP 4.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione di A. Brasioli, "La Domenica" 22 maggio 2022)

venerdì 13 maggio 2022

Testimoni della presenza del Risorto


5a domenica di Pasqua (C)
Atti 14,21b-27 • Salmo 144 • Apocalisse 21,1-5a • Giovanni 13,31-33a.34-35
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La Pasqua di Gesù, con il tempo nel quale celebriamo questo mistero di morte e di vita di tenebra e di luce, ci mostra la condizione nuova del Risorto e, di conseguenza, la nuova condizione di vita dei suoi discepoli.
Il brano evangelico proposto per questa domenica (cf. Gv 13,31-33a.34-35) ci invita ad entrare nella dinamica di manifestazione della gloria del Figlio e del Padre glorificato in Lui. Siamo nel cenacolo, Giuda sta attuando il suo piano di morte, fuori "era notte" (cf. Gv 13,30) a significare che "quella è l'ora dell'impero delle tenebre (cf. Lc 22,53). Ma è in quell'ora di tenebra che la luce risplende. Mentre Gesù si consegna alle tenebre, la sua gloria esplode ed appare in Lui la gloria del Padre, amore immenso.
In questo contesto Gesù dà l'annuncio della sua partenza da questo mondo. Non sarà più con i discepoli, non perché ha deciso di lasciarli soli, ma perché i discepoli debbono passare dall'esperienza della sua presenza fisica alla fede nella sua presenza invisibile. È uno sperimentare la sua presenza nella sua assenza; presenza resa possibile per il dono dello Spirito donato. Il Signore risorto rimarrà per sempre con noi fino alla fine dei tempi (cf. Mt 28,20). E Lui sarà sempre presente in mezzo a noi e percepiremo la sua presenza vitale se saremo uniti nel suo nome (cf. Mt 18,20), con uno stile di vita secondo la sua volontà, indicataci prima della sua partenza: "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,34-35).
È questa la testimonianza della credibilità della nostra fede. Ed è questa la condizione per poter sperimentare, già fin d'ora come ci è possibile, la beatitudine della vita nuova donataci dal Signore risorto, dove Egli "asciugherà ogni lacrima… e non ci sarà più morte, affanno e lamento", perché Lui farà "nuove tutte le cose" (cf. Ap 21,1-5a; II lettura).
In quel "come" indicatoci da Gesù troviamo il nostro modo di amare, la radice e l'essenza dell'amore del discepolo, il dono che il Risorto ci dà per mezzo dello Spirito: la possibilità di amare con lo stesso amore di Dio. E la volontà di Dio è che questo amore sia "vicendevole"! Sappiamo bene però che nell'amore quello che importa è amare senza pretesa di ritorno, facendo sempre il primo passo, amando per primi, che è la condizione per un ritorno che avverrà magari con modalità diverse e inaspettate, ma che verrà secondo la grazia che ci è concessa.

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Vedi anche: Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri (Gv 13,34)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (19/05/2019)
(vai al testo)
 Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (24/04/2016)
(vai al testo)
 Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (28/04/2013)
( vai al testo…)
 Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (30/04/2010)
(vai al post "Il distintivo del cristiano")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Da questo tutti sapranno (17/05/2019)
  Amarci con lo "stile" di Gesù (22/04/2016)
  La fisionomia inconfondibile della comunità cristiana (27/04/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 5.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
  di Luigi Vari (VP 3.2016)
  di Marinella Perroni (VP 3.2013)
  di Claudio Arletti (VP 4.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione: Gesù e i suoi nel Cenacolo, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, maggio 2016)

martedì 10 maggio 2022

Convegno – Assisi 2022

Comunità del Diaconato in Italia

XXVIII Convegno Nazionale
Assisi, 3-6 Agosto 2022


La Sinodalità come stile diaconale
Diaconi sulla strada a servizio della missione della Chiesa



Vai al dépliant (con programma)
Vai alla Scheda di Prenotazione
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PRESENTAZIONE
Il Convegno che la Comunità del Diaconato in Italia propone avrà per tema:
LA SINODALITÀ COME STILE DIACONALE
Diaconi sulla strada a servizio della missione della Chiesa



SEDE DEL CONVEGNO
CITTADELLA OSPITALITÀ – VIA DEGLI ANCAINI, 3 ASSISI


COME ARRIVARE
La Cittadella si trova in centro storico.
Una volta arrivati ad Assisi:
  • seguire le indicazioni "Centro - San Francesco (prima entrata)"
  • oltrepassare il divieto di transito (zona traffico limitato - possibilità di accesso per quanti hanno una prenotazione - non ci sono telecamere)
  • entrare a "Porta San Francesco" (semaforo); scendere a destra fino alla "Chiesa di San Pietro"
  • prendere a sinistra (lasciando sulla destra prima la "Porta San Pietro" e poi l'omonima chiesa)
  • prendere la prima traversa a sinistra e poi subito a destra e oltre uno "stop" vi è la Cittadella (a sinistra la libreria e a destra l'entrata dell'accoglienza
Interverranno al Convegno:
mons. Domenico SORRENTINO, Vescovo di Assisi/Foligno
mons. Luis MARIN DE SAN MARTIN, Sottosegretario del Sinodo dei Vescovi
mons. Renato BOCCARDO, Arcivescovo di Spoleto/Norcia, Presidente Conferenza Episcopale Umbra
mons. Erio CASTELLUCCI, Arcivescovo di Modena, Vice Presidente Conferenza Episcopale Italiana
dott. Enzo PETROLINO, Presidente Comunità diaconato in Italia
prof.ssa Emanuela BUCCIONI, Biblista della diocesi di Terni, del Coordinamento delle Teologhe Italiane (CTI)
don Calogero CERAMI, Responsabile Centro Formazione Clero, Sicilia
p. Luca GARBINETTO, presbitero della Pia Società San Gaetano
don Maurizio MIRILLI della "Casa della gioia" - Parrocchia del SS. Sacramento a Tor de' Schiavi, Roma
don Fabio LORENZETTI, Opera don Guanella, Roma
Roberto Jose' DOS SANTOS, diacono di Rio de Janeiro
Pino SIDDI, diacono della Pastorale carceraria, Cagliari
don Marco PAGNIELLO, Direttore Caritas Italiana
dott. Paolo BECCEGATO, Vice direttore Caritas Italiana
Solomiao KAZANIVSKA, Iconografa di Leopoli, Ucraina

Lectio: diaconi sulla strada a servizio della missione della Chiesa
  • La strada di Emmaus: dalla fuga al ritorno, Lectio su Luca 24, 13-35 tenuta da Paola DALL'OLIO, sposa diacono diocesi di Parma
  • La strada di Gerico: i quattro passi del Samaritano, Lectio su Lc 10, 25-37 tenuta da Giorgio AGAGLIATI, diacono diocesi di Torino
  • La strada di Gaza: Filippo e l'eunuco di Candace Lectio su At 8,26-40 tenuta da don Claudio BAIMA RUGHET, delegato diocesi di Torino

NORME DI PARTECIPAZIONE

Il Convegno è aperto a tutti: presbiteri, diaconi e candidati, religiosi e laici.
Iscrizione: la quota di iscrizione è fissata in 20,00 euro (ad esclusione dei figli) e dovrà essere versata alla COMUNITÀ DEL DIACONATO IN ITALIA con versamento c/c postale: 14284426
o bonifico bancario: IBAN IT28Y0306909606100000014951
indicando come causale del versamento "XXVIII Convegno diaconi 2022".

- I non residenti potranno iscriversi direttamente il giorno di inizio del Convegno presso la segreteria.
- La quota per alloggio (non divisibile per l'intera durata del Convegno dalla cena di Mercoledì 3 agosto al pranzo di Sabato 6 agosto, comprese bevande), è fissata:

In camera doppia (a persona)   € 168,00
In camera singola                     € 198,00

Riduzioni:
3° e 4° letto::
- bambini fino a 3 anni gratuiti
- bambini da 4 a 12 anni compiuti - 50%

• Le relative richieste devono essere inoltrate compilando ed inviando la scheda di prenotazione versando come caparra di quota soggiorno 60,00 euro, indicando come causale del versamento "XXVIII Convegno nazionale diaconi 2022" entro il 30 Giugno.
La scheda di iscrizione può essere compilata dal sito "Comunità del Diaconato in Italia (scaricabile anche da questo post) e, assieme alla copia del versamento, inviata via e-mail a: diaconatoinitalia@libero.it
L'iscrizione può essere effettuata anche online entrando nel Sito della Comunità, dove può essere scaricato pure il programma del Convegno: www.comunitadiaconato.com
• Il saldo della quota di alloggio dovrà essere versato 14 giorni prima dell'inizio del Convegno con bonifico bancario o bollettino postale.
• Le richieste di alloggio saranno evase secondo l'ordine di arrivo, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
• Coloro che, dopo aver prenotato l'alloggio, intendessero ritirarsi, dovranno disdire entro il 1° Luglio altrimenti perderanno l'importo della caparra.


Per informazioni:
Segreteria organizzativa Comunità del Diaconato in Italia
Tel.: +39 349 400 2311
e-mail: diaconatoinitalia@libero.it
www.comunitadiaconato.com


venerdì 6 maggio 2022

L'identikit del discepolo


4a domenica di Pasqua (C)
Atti 13,14.43-52 • Salmo 99 • Apocalisse 7,9.14b-17 • Giovanni 10,27-30
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Nella domenica, così detta del "Pastore Buono", la liturgia propone il brano evangelico del capitolo 10 di Giovanni, in particolare le parole che concludono il discorso sul vero pastore, dopo un primo sviluppo in cui Gesù si è presentato come la porta delle pecore e il loro pastore.
Gesù viene interrotto dai suoi avversari che insistono perché dica "apertamente" di essere lui il Cristo e di non lasciarli "nell'incertezza". Ma Gesù rinfaccia la loro incredulità perché "non fanno parte delle sue pecore" (cf. Gv 1024-26).
Così Gesù risponde alle loro domande descrivendo semplicemente l'atteggiamento che le sue pecore debbono avere nei suoi confronti e cosa lui fa per loro.
È l'identikit del vero discepolo: "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono" (Gv 10,27).
Ci sono alcuni verbi importanti in questo rapporto tutto speciale di Gesù e i "suoi". Le pecore "ascoltano", "seguono"; il pastore "le conosce". E quel che più coinvolge: "Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano" (Gv 10,28).
"Ascoltare" non è una semplice azione passiva, ma totale disponibilità a far proprie le parole ascoltate, un tutt'uno con la vita perché messe in pratica. Ascoltare è attuare con tutto noi stessi! Da questo "ascolto" nasce il "seguire", in una sequela libera e gioiosa.
La vita donata dal Figlio è garanzia di vita eterna, è legame indissolubile con Lui: "nessuno strapperà le pecore dalla sua mano". E qui Gesù rivela la vera ragione di questa mirabile unità, quella delle pecore col pastore. Esse sono nel Padre come il Figlio è nel Padre, Uno con Lui (cf. Gv 10, 29-30).
Questo è il destino di coloro che fanno parte delle sue pecore, un gregge non circoscritto, ma "una moltitudine immensa, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua", dove "l'Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita" (cf. Ap 7,9.14b-17; II lettura).
La missione dei discepoli è portare a tutti il dono della vita donataci da Gesù. Ci saranno persecuzioni, lotte , invidie, ma niente potrà fermare il flusso di vita nato dal cuore di Dio. Così è stato per Paolo, nonostante i suoi trascorsi negativi; lui chiamato a portare "la salvezza sino all'estremità della terra". Per questo, i discepoli, ora come allora, per la Parola annunciata ed accolta, sono "pieni di gioia e di Spirito Santo" (cf. At 13,14.43-52; I lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10,30)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Io do la vita eterna (Gv 10,28) - (12/05/2019)
(vai al testo)
 Le mie pecore ascoltano la mia voce (Gv 10,27) - (17/04/2016)
(vai al testo)
 Io conosco le mie pecore ed esse mi seguono (Gv 10,27) - (21/04/2013)
( vai al testo…)
 Le mie pecore ascoltano la mia voce (Gv 10,27) - (23/04/2010)
(vai al post "Ascoltare quella voce")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Nella "sua"mano (10/05/2019)
  Il mio nome è scritto sul palmo della sua mano (15/04/2016)
  Nell'unità del Padre e del Figlio (19/04/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 5.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
  di Luigi Vari (VP 3.2016)
  di Marinella Perroni (VP 3.2013)
  di Claudio Arletti (VP 3.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione: "Ascoltano la mia voce", acquarello di Maria Cavazzini Fortini, aprile 2014)

domenica 1 maggio 2022

La reciprocità dell'amore


Parola di Vita – Maggio 2022
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 13,34).

Siamo nel momento dell'ultima cena. Gesù̀, a mensa coi suoi discepoli, ha appena lavato loro i piedi. Di lì a qualche ora verrà arrestato, condannato a morte, crocifisso. Quando il tempo si fa breve e si avvicina la meta, si dicono le cose più importanti: si lascia il "testamento".
Il Vangelo di Giovanni, in questo contesto, non ha il racconto dell'istituzione dell'Eucaristia. Al suo posto vi è la lavanda dei piedi. Ed è a questa luce che va compreso il comandamento nuovo. Gesù̀ prima fa e poi insegna e per questo la sua parola ha autorevolezza.
Il comandamento di amare il prossimo era già presente nell'Antico Testamento: "Ama il prossimo tuo come te stesso" (Lev 19:18). Gesù̀ ne mette in luce un aspetto nuovo, la reciprocità: è l'amore vicendevole che crea e contraddistingue la comunità dei discepoli.
Esso ha la sua radice nella stessa vita divina, nella dinamica trinitaria che l'uomo è abilitato a condividere grazie al Figlio. Lo esemplifica Chiara Lubich, dandoci un'immagine che ci può illuminare: «Gesù̀, quando è venuto sulla terra non è partito dal nulla come è di ciascuno di noi, ma è partito dal Cielo. E, come un emigrante, quando va in un Paese lontano, s'adatta senz'altro al nuovo ambiente, ma vi porta i propri usi e costumi e continua spesso a parlare la propria lingua, cosi Gesù̀ si è adattato qui sulla terra alla vita d'ogni uomo, ma vi ha portato - perché era Dio - il modo di vivere della Trinità che è amore, amore reciproco» [1].

«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri».

Qui si entra nel cuore del messaggio di Gesù̀, che ci riporta alla freschezza delle prime comunità cristiane e che può ancora oggi essere il segno distintivo di tutti i nostri gruppi, associazioni. In un ambiente dove la reciprocità è una realtà viva, si sperimenta il senso della nostra esistenza, si trova la forza per andare avanti nei momenti di dolore e di sofferenza, si è sostenuti nelle inevitabili difficoltà, si assapora la gioia.
Sono tante le sfide con cui ogni giorno ci confrontiamo: la pandemia, la polarizzazione, la povertà, i conflitti: immaginiamo per un istante cosa succederebbe, se riuscissimo a mettere in pratica questa Parola nel quotidiano: ci troveremmo di fronte a nuove prospettive, si aprirebbe davanti ai nostri occhi il progetto dell'umanità̀, motivo di speranza. Ma chi ci impedisce di risvegliare in noi questa Vita? E ravvivare attorno a noi rapporti di fraternità che si estendano a coprire il mondo?

«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri».

Marta è una giovane volontaria che assiste i detenuti nel preparare gli esami universitari. "La prima volta che sono entrata in carcere, ho incontrato persone con paure e fragilità. Ho cercato di instaurare un rapporto prima professionale, poi d'amicizia, fondato sul rispetto e sull'ascolto. Presto ho capito che non ero solo io che aiutavo i carcerati, ma erano anche loro a sostenermi. Una volta, mentre aiutavo uno studente per un esame, io ho perso una persona della mia famiglia e lui ha avuto la conferma della condanna in corte d'appello. Eravamo entrambi in condizioni pessime. Durante le lezioni vedevo che lui covava dentro di sé un dolore grande, che è riuscito a confidarmi. Portare insieme il peso di quel dolore, ci ha aiutato ad andare avanti. A esame finito è venuto a ringraziarmi, dicendomi che senza di me non ce l'avrebbe fatta. Se da un lato era finita una vita nella mia famiglia, dall'altro sentivo di averne salvata un'altra. Ho capito che la reciprocità permette di creare relazioni vere, d'amicizia e di rispetto" [2].

Letizia Magri

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[1] C. Lubich, Maria trasparenza di Dio, Città Nuova, Roma 2003, pp. 72-73
[2]  cf. https://www.unitedworldproject.org/workshop/unesperienza-al-di-la-delle-sbarre-relazioni-di-cura-reciproca/

Fonte: https://www.focolare.org/


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