Ascensione del Signore (B)
Atti 1,1-11 • Salmo 46 • Efesini 4,1-13 • Marco 16,15-20
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Appunti per l'omelia
L'ascensione di Gesù è l'ultimo evento della sua vita terrena. Rappresenta la dimensione cosmica e universale della risurrezione, la piena realizzazione del sacerdozio di Gesù che, con la sua morte e risurrezione, ha riconciliato l'umanità con Dio e gli uomini tra loro.
L'ascensione, più che un fatto, è un modo di essere di Gesù. Egli, togliendosi allo sguardo dei suoi discepoli, inaugura il tempo della assenza e della speranza. Gesù ha promesso di essere con noi fino alla fine dei tempi (cf. Mt 25,20), ma non fisicamente, ma nello Spirito.
L'ascensione allora è il momento del distacco, ma nello stesso tempo della presenza amorosa di Dio. L'ascensione è quindi la festa della dimensione adulta della fede.
Gli stessi apostoli, presi dallo smarrimento, domandano a Gesù, prima della sua dipartita, se quello è il tempo di una nuova restaurazione del regno per Israele (cf. At,6). Ma Gesù, dopo la sua risurrezione, pur mostrandosi col suo corpo, mangiando e stando con loro, non è più nella condizione di prima. Così il suo regno non sarà un ritorno a modelli del passato. Questo rappresenta il sogno degli uomini (in quel frangente sotto l'oppressione romana), ma non è la promessa di Dio.
Forse, come gli apostoli allora, anche noi oggi, immersi in un mondo in cui sperimentiamo il nostro essere in minoranza, desideriamo avere un chiaro sostegno dalle istituzioni, avere poltrone che contano o un esplicito consenso mediatico.
Ma la promessa di Gesù ci prospetta una dimensione senza confini, in cui la potenza di Dio non è mediata da un consenso politico, ma dalla forza della Parola.
Essere testimoni del Risorto è andare "in tutto il mondo e proclamare il vangelo ad ogni creatura" (cf. Mc 16,15).
Ora è il tempo di essere, sotto l'azione dello Spirito, "apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri", per l'edificazione del corpo di Cristo, "finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo" (cf. Ef 4,11-13; II lettura).
È il ministero della Chiesa, ministero di riconciliazione tra Dio e l'uomo e tra uomo e uomo, dove le potenze del male non avranno il sopravvento, ma, nell'operosa attesa del ritorno del Signore, la comunità dei credenti sarà una presenza che avrà la capacità di riconciliazione, di guarigione e di comunione tra gli uomini (cf. Mc 16,17-18).
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio (Mc 16,19)
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Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
• Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura (Mc 16,15) - (16/05/2021)
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• Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio (Mc 16,19) - (13/05/2018)
(vai al testo…)
• Essi partirono e predicarono dappertutto (Mc 16,20) - (17/05/2015)
(vai al testo…)
• Proclamate il Vangelo a ogni creatura (Mc 16,15) - (20/05/2012)
(vai al testo…)
• Vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta (Ef 4,1) - (27/05/2009)
(vai al post "Vivo e presente")
Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• Le "novità" che accompagnano coloro che credono (11/05/2018)
• Il Vangelo per ogni uomo (15/05/2015)
• In attesa di rivederlo (18/05/2012)
Commenti alla Parola:
• di Goffredo Boselli (VP 5.2024)
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2018)
• di Luigi Vari (VP 4.2015)
• di Marinella Perroni (VP4.2012)
• di Claudio Arletti (VP 4.2009)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
• di Letture Patristiche della Domenica
(Immagine: Ascensione, Bernadette Lopez, 2018)
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