Penso proprio che si stia aprendo una nuova pagina della mia vita di ministero diaconale. Ho infatti appena iniziato un nuovo servizio, secondo le indicazioni del vescovo, presso una casa soggiorno di anziani. Gli ospiti, essendo tutti autosufficienti, hanno possibilità di muoversi e di organizzare come meglio credono la loro giornata. Ieri la presenta ufficiale del nuovo cappellano e del diacono.
Non ci saranno tante attività da organizzare (almeno nell'immediato), quanto piuttosto una opportunità unica di instaurare rapporti sinceri e profondi con gli ospiti. Un signore mi diceva: "Non abbiamo tanto bisogno di sentir parlare, quanto di essere ascoltati". Ed un altro: "Ad una certa età capita di affrontare problemi esistenziali non indifferenti: occorre avere una persona di fiducia con cui dialogare"…
Uno dei problemi più seri è appunto la solitudine e la tendenza a chiudersi agli altri. Sarà veramente un servizio non da poco, quello che mi aspetta: fare in modo che questi rapporti non siano solo a senso unico, personali, ma che si sviluppino anche tra gli ospiti, in modo da creare tra tutti un clima di famiglia.
A tutto questo, che ritengo la parte più importante, farà da supporto tutta l'azione più prettamente religiosa, nella preparazione alla messa o alle varie celebrazioni, alla catechesi per chi lo desideri, ecc.
Ho affidato tutto a Maria, sapendo che avrò una cosa sola importante da fare: amare quelle persone, così come sono, senza pretendere niente… con la preghiera a che nessuno mi sfiori accanto invano.
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lunedì 11 ottobre 2010
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