33a domenica del T. O. (B)
Appunti per l'omelia

«Molti si risveglieranno…». Gesù sarà il primo a "risvegliarsi" per la "vita eterna", dopo aver fatto l'esperienza amara della morte, aprendo la via della risurrezione a tutti noi: «Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra» (Sal 15,11).
La speranza e l'attesa di questo futuro viene alimentata dal racconto evangelico (Mc 13,24-32), dove Gesù annuncia che cosa avverrà nel mondo, cosa accadrà ai suoi discepoli, cosa accadrà a Gerusalemme e come si concluderà la storia del mondo.
Con un linguaggio fortemente immaginoso, Gesù intende significare che sarà un avvenimento unico e irripetibile, dove l'intervento di Dio scuoterà la stessa natura e coinvolgerà tutto il creato, dove il vecchio mondo, inquinato dal peccato, scomparirà per lasciare spazio al nuovo.
«Il Figlio dell'uomo verrà sulle nubi con grande potenza e gloria»; sulle nubi, simbolo della presenza di Dio, come Dio; e «manderà gli angeli», che dipendono solo da Dio, quale segno del poter divino. «E radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo». Sarà un evento di salvezza!
Più che sull'aspetto punitivo dei malvagi, tutta l'attenzione è concentrata sulla venuta di Cristo e sul raduno degli eletti. Questo è il cuore dell'annuncio: un evento molto lieto, non da temere come un pericolo, ma da desiderare.
Attorno al Cristo glorioso saranno raccolti tutti i suoi per ricomporre la famiglia e celebrare la festa eterna. Anche se la storia dell'umanità è solcata di lacrime, il disegno di Dio però le riserva un finale non di fallimento definitivo, ma di sorprendente e totale positività. Non l'aspetto minaccioso di un nemico, ma il volto di una persona, la più cara ed amata. Avrà il volto di Gesù risorto e di una famiglia universale riunita attorno a Lui per la vita e la beatitudine eterna.
Nell'attesa, però, la tentazione di lasciarsi ingannare da ciò che è estremamente precario, è sempre in agguato. È la tentazione di vivere come se non dovessimo aspettare più nulla o nessuno, dimenticando che ogni giorno, ogni attimo ci viene donato perché ci prepariamo responsabilmente all'Incontro.
«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mc 13,31).
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (Mc 13,31)
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Commenti alla Parola:
• di Marinella Perroni (VP 2012)
• di Claudio Arletti (VP 2009)
• di Enzo Bianchi
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