
Nel ricordarlo ho ripreso alcuni suoi scritti. Uno in particolare: Il diacono permanente e sua moglie nella comunità ecclesiale oggi, spunti di conversazione per un Convegno di diaconi e le loro mogli, svoltosi dall'8 all'11 marzo 2001, presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (RM).
Ho riportato l'intero testo nel mio sito di testi e documenti.
Alcuni passi significativi:
«Pensiamo che, per capire pienamente la funzione del diacono permanente oggi, sia necessario guardarla a questa luce [nell'ottica di una spiritualità di comunione]. Cioè, quello che è richiesto a lui nel nostro tempo va oltre quanto gli si chiedeva in antico, cioè fino a mille anni fa, quando la sua figura è scomparsa dalla scena della Chiesa. Oggi questa figura è stata ripristinata perché egli porti nel tessuto ecclesiale il suo contributo di mediazione tra laicato e sacerdozio; e non soltanto nello svolgimento delle opere di ministero, ma anche e prima di tutto per colmare la distanza tra queste due realtà e favorirne la comunione e l'unità.
Oggi si avverte una crescente esigenza di ricomporre la frattura tra religioso e temporale, tra divino e umano, tra sacro e profano: e il diacono riassume ambedue questi aspetti nella sua persona. Per cui il ripristino del diaconato permanente risulta essere una delle tante ispirazioni dello Spirito santo alla sua Chiesa, per avviarla a realizzare nel suo insieme quella reciprocità e comunione, che è già iscritta nel progetto originario della stessa persona umana, fatta a immagine di Dio Trinità.
Quindi al diacono è chiesto, sì, anche di battezzare e predicare, ecc.; ma, perché la sua azione sia carica di contenuto, gli si chiede di essere Gesù: cioè, di portare nella sua carne la testimonianza di quella comunione che è propria del rapporto di Gesù col Padre».
Inoltre, per quanti riguarda la coppia diaconale: «Questo [l'ordine sacro inserito nel matrimonio] conferisce alla coppia diaconale un ruolo specifico suo: quello di contribuire in modo speciale a creare ponti, a mediare in prima persona, nella propria carne, tra il sacro e il profano, tra l'eterno e il temporale. Tutti abbiamo questa vocazione, ma nel caso della coppia diaconale c'è un segno particolare, che è il sacramento dell'ordine sacro, che investe lui; ordine sacro che è saldato in maniera esistenziale, indissolubile, con la realtà umana più concreta: vita coniugale, professione e ambiente laico».
Nessun commento:
Posta un commento