Domenica fra l'Ottava del Natale - Santa Famiglia (B)
Genesi 15,1-6;21,1-3 • Salmo 104 • Ebrei 11,8.11-12.17-19 • Luca 2,22-40
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Appunti per l'omelia
Attraverso i testi della Scrittura scelti per questa festa, la comunità cristiana viene invitata a prendere coscienza dei rapporti familiari vissuti in modo nuovo, cioè «nel Signore». I costumi, anche quelli familiari, sono in continua evoluzione. Il cristiano autentico non deve scomporsi, ma deve vivificare tutto con l'atteggiamento interiore guidato dallo Spirito di Dio. Gesù insegna e aiuta a vivere l'amore familiare col suo stesso amore: un amore capace di donarsi fino alla morte, perché è immagine dell'amore stesso del Padre celeste.
I costumi di Dio diventano così i costumi degli uomini diventati figli di Dio.
La liturgia odierna ci invita dunque a riflettere sul tema della famiglia, alla luce di quella comunità esemplare, formata da Giuseppe, Maria e Gesù, che i testi evangelici ci descrivono, seppure con grande sobrietà e discrezione. La famiglia può essere considerata giustamente perno vero e insostituibile di una solidarietà di base importantissima, sia sul piano naturale (trasmissione della vita, convivenza, comunità di amore, educazione...), sia sul piano soprannaturale (perché fondata sul sacramento del matrimonio e ordinata a promuovere anche la crescita della fede e della carità).
San Paolo, quando parla del fondamento della famiglia, cioè del matrimonio, lo chiama sacramentum magnum proprio in ordine a Cristo e alla comunità ecclesiale. Il sacramento del matrimonio contiene in sé un forte dinamismo di rinnovamento e di crescita, non solo nel senso di ampliamento quantitativo, ma proprio come assimilazione e testimonianza del mistero di Cristo nella comunità ecclesiale.
Tuttavia, è da tener presente che la Famiglia divina eterna, unico vero Esemplare onnipotente, in realtà si compone del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Nel Figlio il Padre, donando lo Spirito Santo, si acquisisce anche una Casa creata di tutti i suoi figli, il cui Capo e Responsabile è Cristo Signore Risorto (cf. Eb 3,6).
In questo contesto la Famiglia di Nazaret è un esemplare mirabile, ma ancora umano, che si contempla, tuttavia con gli occhi verso la Famiglia divina eterna.
L'evangelista Luca introduce gradualmente i suoi lettori nel mistero dell'identità di Gesù: dall'annunciazione a Maria, alla nascita a Betlemme… Poi il Messia, figlio d'Israele, entra nel tempio e viene consacrato a Dio, «secondo la legge di Mosè».
Nel racconto della presentazione al tempio primeggiano le figure di Simeone e di Anna.
Simeone, simbolo della lunga attesa messianica, è "colui che attende", ma non in modo passivo; il suo è un "andare incontro per accogliere".
«Lo Spirito Santo era sopra di lui», «li benedisse e parlò a Maria: una spada ti trafiggerà l'anima».
Nei vangeli non si parla tanto dei dolori di Maria. Solo Giovanni racconta della sua presenza sotto la croce.
La "Spada" di Simeone viene a dare certezza dell'indicibile strazio del "cuore della Madre". È la Spada della Divina Parola, a cui Lei "Resa tutta grazia", come "la serva del Signore", si offrì con fede e amore senza limiti affinché tutto fosse fatto "secondo la Parola" divina (cf. Lc 1,38). La medesima Spada della divina Parola trafiggerà il cuore di tutti i fedeli, che nel battesimo sono chiamati ad un'esistenza sacrificale, di fedeltà e di testimonianza, davanti al loro Signore (cf. Mt 10,32; Mc 8,38; Lc 9,26). È una Spada affilata che divide i pensieri più nascosti del cuore, e che rivela ogni più segreta realtà, quella alla quale si deve rendere conto (cf. Eb 4,12-13).
«Adempiuto ogni cosa secondo la Legge del Signore, fecero ritorno a Nazaret di Galilea».
Questa non è una mera indicazione di un qualsiasi itinerario, ma secondo la teologia di Luca è la prima fase di un adempimento: "Nazaret–Betlemme-Nazaret". "Nazaret-Gerusalemme-Nazaret" è la seconda fase (Gesù tra i dottori ai Genitori: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» Lc 2,49). "Nazaret-Gerusalemme" è la terza fase dell'adempimento; poi più nessuna fase. A Gerusalemme dalla Croce scaturisce la Redenzione, la Consolazione, lo Spirito Santo al mondo intero. Le tre fasi e l'ultimo adempimento competono al divino, inconsumabile Spirito Santo.
(spunti da Lectio: Abbazia Santa Maria di Pulsano)
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
• Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 2,40) (Lc 2,40) - (28/12/2014)
(vai al testo…)
• I miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,30) - (27/12/2008)
(vai al post "Tutto vince l'amore!")
Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• Sulla terra, il divino modello dell'amore trinitario (26/12/2014)
Commenti alla Parola:
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
• di Luigi Vari (VP 11.2014)
• di Claudio Arletti (VP 11.2008)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
(Illustrazione di Stefano Pachì)
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