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venerdì 6 agosto 2021

Disceso dal cielo


19a domenica del Tempo Ordinario (B)
1Re 19,4-8 • Salmo 33 • Efesini 4,30-5,2 • Giovanni Gv 6,41-51
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

"Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv 6,51).
Disceso dal cielo! Ma "costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: «Sono disceso dal cielo»?" (Gv 6,42).
Certo, la discesa dal cielo del Figlio di Dio non ha niente di spettacolare, è semmai uno scandalo per molti. Ma Dio ha scelto proprio questa strada per venire incontro ad una umanità smarrita, stanca, affamata…, che purtroppo non riesce ad alzare lo sguardo su orizzonti più alti. Già Gesù aveva rimproverato coloro che erano stati saziati da quei pani moltiplicati e non erano andati oltre a quel pasto e non avevano percepito che non era altro che un "segno" di un cibo ben più importante.
Quanto è difficile andare oltre la dimensione della propria quotidianità, non riuscendo a scorgere in questa l'ordinarietà dell'agire di Dio. Ma è in questa quotidianità che si manifesta la misericordia di Dio nel Figlio Gesù, che "non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini" (Fil 2, 6-7).
Sì, effettivamente, il Figlio di Dio è "disceso" dal cielo, si è "spogliato", ha "svuotato" se stesso per essere vicino a noi, uno di noi. Un Dio che è con noi, uno di noi…
È disceso dal cielo per portare tutti noi nel suo Cielo. Questa è la logica di Dio: l'amore che si abbassa per innalzare. Dio si "spoglia", si fa "carne", umanità, si fa "pane" per accompagnarci, nutrirci e darci la forza per continuare il nostro cammino, come è stato per Elia (cf. 1Re 19,4-8; I lettura).
E chi "mangerà" di questa "carne" avrà la vita in pienezza. Mangiare la "carne" del Figlio di Dio, che nel pane eucaristico ha il suo segno sacramentale, significa aderire con tutta la nostra esistenza, con tutta la nostra "carne", a quella di Gesù: accogliere nella nostra vita la sua persona, le sue parole, tutto Lui, avere in noi i suoi stessi sentimenti (cf. Fil 2,5). Ma occorre fare come Lui, uscire da noi stessi, dal nostro egoismo, dalle nostre presunte certezze, ed accogliere il dono di Dio che si concretizza nell'accoglienza concreta e sincera del nostro prossimo, senza asprezza, né sdegno o maldicenza, essendo invece benevoli e misericordiosi con tutti, certi del perdono di Dio per il nostro vicendevole perdono (cf. Ef 4,30-5,2; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Io sono il pane della vita (Gv 6,48)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo (Gv 6,51) - (12/08/2018)
(vai al testo…)
 Io sono il pane vivo (Gv 6,51) - (09/08/2015)
(vai al testo…)
 Io sono il pane della vita (Gv 6,48) - (12/08/2012)
(vai al testo…)
 Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre (Gv 6,44) - (09/08/2009)
(vai al post "Dio che ci attrae")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  In Gesù il "segno" di ogni cosa (10/08/2018)
  Noi diventiamo Colui che ci abita (07/08/2015)
  La Parola e il Pane della vita (10/08/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
  di Luigi Vari (VP 6.2015)
  di Marinella Perroni (VP 6.2012)
  di Claudio Arletti (VP 7.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Pane di vita, di Bernadette Lopez, 2018)

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