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venerdì 9 giugno 2023

Per avere la vita


SS. Corpo e Sangue di Cristo (A)
Deuteronomio 8,2-3.14b-16a • Salmo 147 • 1 Corinzi 10,16-17 - Giovanni 6,51-58
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Io sono il pane vivo disceso dal cielo. – dice Gesù – Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno" (Gv 6,51).
Nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, la liturgia ci propone parte del discorso di Gesù nella sinagoga di Cafarnao, dopo l'episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci (cf. Gv 6,51-58).
Gesù si presenta realmente per quello che è: pane da mangiare, sangue da bere.
Due sono i verbi importanti in questo brano: mangiare e rimanere. Mangiare la carne di Cristo, per avere la vita eterna. E chi mangia di Lui "rimane in Lui e Lui in noi".
Gesù, il Figlio di Dio, incompreso dai suoi contemporanei (e non dimeno da noi, oggi!), offre scandalosamente (ed è scandaloso per chi vive per sé e per il potere) tutto se stesso per essere assunto da noi perché abbiamo la vita, e vivere per sempre (che è il desiderio profondo di ogni persona).
Dio dà tutto di sé. Dio si fa mangiare! E lo fa per amore. Innesta nella nostra carne, la sua carne. La nostra fragile e caduca carne, soggetta alle seduzioni del Maligno, è la strada che Dio ha scelto.
Anche noi, se amiamo veramente diciamo: Ti desiderò talmente che vorrei mangiarti. Lo facciamo nelle nostre relazioni affettive, noi in maniera figurata. Lui, che è Dio, in maniera reale.
Nella carne eucaristica, piccolo pane debole e fragile, noi "ad-oriamo", portiamo alla bocca, per assumerlo, quel Dio che, perché fragile nella sua manifestazione, è presente nella nostra fragilità umana. E perché è tale, è presente anche nella carne dei poveri, che saranno sempre con noi, come ci ha ricordato Gesù. Non possiamo "mangiare" la carne eucaristica se non "mangiamo" anche la carne del povero, se non ci facciamo uno con lui, come Cristo si è fatto uno con noi. Allora sì che si avverano le parole di Gesù: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui" (Gv 6,56). Condizione per avere la vita, quella divina, quella che ha il Padre, e che è stata donata a noi dal Figlio.
Ed ecco la reciprocità: "Chi mangia me, vivrà per me" (Gv 6,57).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chi mangia questo pane vivrà in eterno (Gv 6,58)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Io sono il pane vivo disceso dal cielo (Gv 6,51) - (14/06/2020)
(vai al testo)
 Io sono il pane vivo (Gv 6,51) - (18/06/2017)
(vai al testo)
 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo (Gv 6,51) - (22/06/2014)
(vai al testo)
 Benché molti, siamo un corpo solo, poiché partecipiamo all'unico pane (1Cor 10,17) - (26/06/2011)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Un pane che fa "vivere" (12/06/2020)
  Il Pane che ci fa "uno" con Dio (16/06/2017)
  Quel Cibo che ci dà la Vita (20/06/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 6.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 6.2020)
  di Cettina Militello (VP 5.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 5.2014)
  di Marinella Perroni (VP 5.2011)
  di Enzo Bianchi

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