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venerdì 12 settembre 2025

Segno dell'amore estremo di Dio


Esaltazione della Santa Croce
Numeri 21,4b-9 • Salmo 77 • Filippesi 2,6-11 • Giovanni 3,13-17
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Esaltazione della santa Croce. "Come è possibile esaltare la croce?", si chiede papa Francesco. Certo, non è possibile, potremmo continuare noi, se pensiamo cosa significhi realmente essere crocifissi. Non è solo l'umiliazione per essere esposti nudi alla folla. Ma la costrizione a una lenta e spaventosa morte, dove si muore (oltre che per le sofferenze fisiche subite) per asfissia, non riuscendo più il condannato a far leva sui piedi per poter respirare (per cui alla fine si spezzavano le gambe ai condannati per accelerarne la morte) o per arresto cardiaco.
E papa Francesco continua: "Noi non esaltiamo una croce qualsiasi, o tutte le croci: esaltiamo la croce di Gesù, perché in essa si è rivelato al massimo l'amore di Dio per l'umanità" (Angelus, 14/09/2014).
Gesù a Nicodemo ricorda l'episodio del serpente di bronzo che Mosè innalzò nel deserto (cf. Gv 3,14-15). È guardando all'immagine di quel serpente, simbolo di quei serpenti che provocarono la morte di molti (cf. Nm 21,4b-9; I lettura), che noi veniamo salvati. Non perché quel serpente di bronzo ci possa salvare, quanto piuttosto per la fede in quel Dio che ci vuole salvare.
È sintomatico: la causa della morte è anche la causa della vita. In Gesù, come nel serpente, le due realtà si uniscono: il Figlio di Dio ha preso su di sé tutto il peccato del mondo (segno di morte), ma è guardando a Lui, fatto "peccato" e "maledizione", che noi saremo salvati. Cristo è quel serpente innalzato che è indispensabile fissare, anche se ci appare come una immagine opprimente di morte.
"Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui, non vada perduto, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16).
"Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce" (Fil 2,6-7); II lettura). È per il suo "abbassamento" che il Padre lo ha innalzato, lo ha "esaltato". Ed è in questa "esaltazione" che noi possiamo proclamare che "Gesù Cristo è Signore!" (cf. Fil 2,9-11).
A noi seguire il Maestro nella condizione evangelica di "chi si umilia sarà esaltato" (cf. Lc 14,11). Noi fissiamo lo sguardo di fede su una morte che allo stesso tempo è fonte di vita, e vita divina, perché "noi abbiamo creduto all'Amore" (cf. 1Gv 4,16).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo (Gv 13,13)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo (Gv 3,14) - (14/09/2014)
(vai al testo)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  La Croce e la Gloria (12/09/2014)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 8.2025)
  di Gianni Cavagnoli (VP 8.2014)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione: Mistero d'amore, Monastero di Bose, di Giovanni Frangi)

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