Ho partecipato recentemente ad una celebrazione liturgica in cui erano presenti alcuni vescovi ed un cardinale. A lato dell'altare, dove mi trovavo assieme ad altri diaconi e ad un folto numero di presbiteri, ho potuto assistere ad una scena che mi ha fatto riflettere sulla presenza del diacono non solo nelle celebrazioni liturgiche, ma a quello che esse rimandano.
I due diaconi che assistevano il celebrante principale, nel loro muoversi e nel loro stare, mi sembravano come due angeli che stanno presso il trono dell'Agnello e lo servono.
Non fanno altro che "essere rivolti" verso Colui del quale sono annunciatori e fedeli esecutori. Non hanno potere proprio, ma sono la realizzazione e l'incarnazione del Suo Volere. L'angelo è colui che pone in atto il volere di Dio. Il diacono è l'occhio e l'orecchio del vescovo, perché la sua presenza in mezzo al popolo sia piena e fruttuosa.
I due diaconi che assistevano il celebrante principale, nel loro muoversi e nel loro stare, mi sembravano come due angeli che stanno presso il trono dell'Agnello e lo servono.
Non fanno altro che "essere rivolti" verso Colui del quale sono annunciatori e fedeli esecutori. Non hanno potere proprio, ma sono la realizzazione e l'incarnazione del Suo Volere. L'angelo è colui che pone in atto il volere di Dio. Il diacono è l'occhio e l'orecchio del vescovo, perché la sua presenza in mezzo al popolo sia piena e fruttuosa.
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