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sabato 3 dicembre 2011

La nostra conversione


II domenica di Avvento (B)

Appunti per l'omelia.

Nell'attesa della manifestazione del Signore Gesù (cf. 1Cor 1,7), facciamo di tutto perché Dio ci trovi in pace, senza colpa e senza macchia (cf. 2Pt 3,14).
Al Dio che viene, presentiamo noi stessi in un cammino di conversione del cuore che esprima nell'oggi che ci è dato il tutto di Dio.
L'invito che ci viene rivolto da Giovanni Battista è di preparare una "dimora" a quel Dio-Uomo che ha deciso di prendere su di sé tutto di noi; a Qualcuno che è più grande di noi, ma che si è fatto l'ultimo di noi per renderci degni di essere come Lui.
Il suo infatti è un battesimo nello Spirito Santo, un'immersione nella massima espressione dell'Amore della Trinità, la morte del Figlio; quella morte che è massima espressione di Vita.
È la speranza che viene annunciata al mondo, oggi!
È essere "voce" che grida nel deserto dell'oggi, perché la Parola prenda carne in noi e fra noi, affinché questa umanità diventi dimora del Dio-con-noi.
È affascinante questa missione del Battista: una "speciale diaconia" che prepara i cuori all'incontro col Cristo e dispone la comunità ad essere carità concretamente vissuta che esprime, pur nella sua diversità, una unità feconda, dove "ogni valle è innalzata, dove ogni monte ed ogni colle sono abbassati ed il terreno accidentato si trasforma in piano e quello scosceso in vallata; dove si potrà sperimentare la gloria del Signore e tutti insieme la potranno vedere, perché così il Signore ha disposto" (cf. Is 40,4-5).
È il segreto di ogni diaconia: carità concreta che conduce all'unità!



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