21a domenica del Tempo ordinario (C)
Isaia 66,18-21 • Salmo 116 • Ebrei 12,5-7.11-13 • Luca 13,22-30
(Visualizza i brani delle Letture)
Appunti per l'omelia
Per la porta larga vuole passare chi crede di avere addosso l'odore di Dio, preso tra incensi, riti e preghiere, e di questo si vanta. Per la porta stretta entra "chi ha addosso l'odore delle pecore", come dice papa Francesco; vi entra l'operaio di Dio con le mani segnate dal lavoro, dal cuore buono. È la porta del servizio!
Quando il padrone di casa chiuderà la porta, voi busserete: Signore aprici
E lui: non so di dove siete, non vi conosco. Avete false credenziali.
Infatti quelli che vogliono entrare si vantano di cose poco significative: abbiamo mangiato e bevuto con te, eravamo in piazza ad ascoltarti... ma questo può essere solo un alibi, non significa che abbiano accolto davvero il suo Vangelo. La sua Parola è vera solo se diventa carne e sangue. A molti contemporanei di Gesù succedeva proprio questo: di sedere a mensa con lui, ascoltarlo parlare, emozionarsi, ma tutto finiva lì, non ne avevano la vita trasformata. Così noi possiamo partecipare a messe, ascoltare prediche, dirci cristiani, difendere la croce come simbolo di una civiltà, ma tutto questo non basta. La misura è nella vita.
La fede autentica scende in quel mio profondo dove nascono le azioni, i pensieri, i sogni, e da là erompe a plasmare tutta intera la mia vita, tutte le mie relazioni. Perché le cose di Dio e le cose dell'uomo sono indissolubili. Infatti quelli che bussano alla porta chiusa hanno compiuto sì azioni per Dio, ma nessuna azione per i fratelli. Non basta mangiare Gesù che è il pane, occorre farsi pane.
Allontanatevi da me… Non vi conosco…
Il riconoscimento sta nella giustizia. Dio non mi riconosce per formule, riti o simboli, ma perché ho mani di giustizia. Mi riconosce non perché faccio delle cose per lui, ma perché con lui e come lui faccio delle cose per gli altri. Non so di dove siete: i vostri modi di vedere gli altri sono lontanissimi dai miei, voi venite da un mondo diverso rispetto al mio...
Vi sono ultimi che saranno primi…
La conclusione della parabola è piena di sorprese. Prima di tutto è sfatata l'idea della porta stretta come porta per pochi, per i più bravi: tutti possono passare. Oltre quella porta Gesù immagina una festa multicolore: verranno da oriente e occidente, dal nord e dal sud del mondo e siederanno a mensa. Il sogno di Dio: far sorgere figli da ogni dove. Li raccoglie, per una offerta di felicità, da tutti gli angoli del mondo, variopinti clandestini del regno, arrivati ultimi e da lui considerati primi.
Gesù li riconosce dall'odore, lui che con le pecore sperdute, sofferenti, malate si è mischiato per tutta la vita. Li riconosce perché hanno il suo stesso odore.
(spunti da Ermes Ronchi)
-------------
Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Vi sono ultimi che saranno primi (Lc 13,30)
(vai al testo)
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (25/08/2013)
Sforzatevi di entrare per la porta stretta (Lc 13,2)
(vai al testo…)
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
La porta per la felicità (16/08/2013)
Commenti alla Parola:
• di Luigi Vari (VP 7.2016)
• di Marinella Perroni (VP 7.2013)
• di Claudio Arletti (VP 7.2010)
• di Enzo Bianchi
(Illustrazione di Giorgio Trevisan)
Nessun commento:
Posta un commento