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venerdì 4 novembre 2022

Figli della risurrezione


32a domenica del Tempo ordinario (C)
2 Maccabei 7,1-2.9-14 • Salmo 16 • 2 Tessalonicesi 2,6-3,5 • Luca 20,27-38
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

L'aldilà: questo è il vero dilemma! Quanto fatica si fa ad immaginare un'altra vita dopo la morte. Per questo non di rado si sente ripetere: "Se c'è una vita dopo…". In quel "se" sta il nostro dubbio. Molti immaginano una sorta di esistenza oltre la morte secondo l'immaginazione che ciascuno elabora. È vero, con le nostre categorie umane è impossibile pensare un aldilà credibile. Anche un cristianesimo vissuto solamente in una dimensione terrena, che persegue la giustizia e vive determinati valori, non ha una risposta adeguata. Al massimo possiamo pensare la vita di là come un premio per il bene compiuto o come punizione per il male commesso.
Altra cosa è credere nella risurrezione della carne. La professiamo ogni domenica nel Credo; ma con quale convinzione? Eppure la vera questione è proprio la risurrezione. Il brano del vangelo proposto (cf. Lc 20,27-38), nel racconto della disputa dei sadducei con Gesù riguardo la donna che ha avuto sette marito senza lasciare discendenza, ci dice chiaramente che non è nella prosecuzione della discendenza che noi viviamo, né, in un'altra visione tutta terrena, nel ricordo che i vivi portano delle persone che ci hanno lasciato.
I figli della risurrezione "non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono come gli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio" (Lc 20,35-36). Dio, infatti, non è Dio "dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui" (Lc 20,38).
È la fede nel Signore risorto che sola può illuminare il dubbio dopo la morte. In Lui noi risorgeremo. In Lui noi abbiamo la Vita. In Lui e con Lui noi siamo Vita.
Il Paradiso non è soltanto una meta alla quale tendiamo di raggiungere dopo la morte. Il Paradiso, che è il Regno di Dio in mezzo a noi e nel quale noi siamo immersi e viviamo, inizia già da quaggiù. E questo Regno è regno di luce e di amore, come Dio è luce e amore. Ed è nell'amore vissuto nella nostra quotidianità che riceviamo la luce che alimenta la speranza "che non delude" (cf. Rm 5,5).
Sperimentando, per la grazia che ci viene dall'alto, la presenza del Signore risorto che lo Spirito ci fa gustare perché uniti nel suo amore, possiamo intuire la bellezza dello stare nel seno della Trinità. Non dimentichiamo: "lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera buona e parola di bene" (2Ts 2,16-17; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Dio non è dei morti, ma dei viventi (Lc 20,38)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Dio non è dei morti, ma dei viventi (cf Lc 20,38) - (10/11/2019)
(vai al testo)
 Tutti vivono per lui (cf Lc 20,38) - (06/11/2016)
(vai al testo)
 Dio non è dei morti, ma dei viventi (Lc 20,38) - (10/11/2013)
( vai al testo…)
 Dio non è dei morti, ma dei viventi (Lc 20,38) - (05/11/2010)
(vai al post "Dio dei vivi")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Figli di un Dio vivente (08/11/2019)
  È l'amore che vince la morte (04/11/2016)
  Figli della risurrezione (08/11/2013)

Vedi anche il Post: Aldilà, il caso dell'«anima» fra immortalità e/o risurrezione (10/11/2019)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 10.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 10.2019)
  di Cettina Militello (VP 9.2016)
  di Marinella Perroni (VP 9.2013)
  di Claudio Arletti (VP 9.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione: Vita da risorti, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2019)

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