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venerdì 18 novembre 2022

La porta spalancata al cuore del Padre


34a domenica del Tempo ordinario (C)
Solennità di Cristo Re dell'Universo

2 Samuele 5,1-3 • Salmo 121 • Colossesi 1,12-20 • Luca 23,35-43
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La celebrazione della regalità di Cristo nella versione evangelica di Luca ci introduce alla comprensione che il regno messianico di cui Gesù ne è il re non ha le caratteristiche tipiche dei regni di questo mondo. Gesù stesso lo aveva dichiarato a Pilato che il suo regno non è di questo mondo (cf. Gv 18,36). Lo aveva specificato, in altro contesto, che il "Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10,45).
Luca ci presenta Gesù in croce sulla cui sommità sta scritto: "Costui è il re dei Giudei" (Lc 23,38). È la narrazione di un re che muore, fatto oggetto di scherno e di ingiurie: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso" (Lc 23,37). È l'opposto di qualsiasi re di questo mondo. La regalità che viene dal cielo non è possesso, dominio indiscriminato, ma amore che dona, e che dona tutto di sé.
Il Signore Gesù, il pastore buono, è chiamato a guidare il suo popolo con una regalità di origine divina, avendo Lui il primato su tutto, perché il Padre ha posto in lui la pienezza di tutte le cose, "avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli" (cf. Col 1,12-20; II lettura).
Per comprendere questo re e far parte del suo regno occorre una conversione sincera e radicale. Occorre avere gli stessi sentimenti di Gesù che ha dato tutto di sé (cf. Fil 2, 5 seg.), Lui che ha chiesto al Padre di perdonare i suoi crocifissori. Il perdono è la porta spalancata per entrare nel regno. Perdonarsi e perdonare, come ha fatto il ladrone che chiede a Gesù, chiamandolo per nome, di ricordarsi di lui quando "viene col suo regno". La risposta di Gesù non solo esaudisce la richiesta di quel condannato a morte, ma dimostra ancora una volta che la sua morte è la porta spalancata che ci dà l'accesso, con Lui, al cuore del Padre (cf. Lc 23,42-43).
Gesù sulla croce, con la sua vita, pronuncia il giudizio su ogni regalità e potere di questo mondo. Nessun sovrano è vicino a noi come Gesù in quel drammatico momento della sua vita in cui dimostra chi veramente è: "Dio salva", il suo nome che tutto dice e tutto riassume.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Oggi con me sarai in paradiso (Lc 23,43)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Gesù, ricordati di me... (cf Lc 23,42) - (24/11/2019)
(vai al testo)
 Gesù, ricordati di me... (cf Lc 23,42) - (20/11/2016)
(vai al testo)
 Oggi con me sarai nel paradiso (Lc 23,43) - (24/11/2013)
( vai al testo…)
 Benedetto colui che viene nel nome del Signore (Mt 11,9) - (19/11/2010)
(vai al post "Il nostro Re, lo riconosce chi ama")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Regnare con la "potenza" dell'amore (22/11/2019)
  Un Re che muore amando, che dona tutto se stesso (11/11/2016)
  Il Re che offre la sua vita (22/11/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 10.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 10.2019)
  di Cettina Militello (VP 9.2016)
  di Marinella Perroni (VP 9.2013)
  di Claudio Arletti (VP 9.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: Ricordati di me, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2016)

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