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sabato 31 dicembre 2022

Non spegnere la profezia


"Fugit irraparabile tempus" scrisse Virgilio. E se il tempo fugge irrimediabilmente, cos'è che ci rimane? L'amore! L'amore rimane. Tutto passa, Dio resta: Dio che è amore. E "chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui" (1Gv 4,16).
È con questi pensieri nell'anima che saluto l'anno che se ne va… con tutto il bagaglio di esperienze belle e meno belle vissute, anche nella fragilità e nella debolezza di questa mia natura.
In questo limite, che alle volte sembra avere il sopravvento, ripongo tutto nelle mani del Padre, affidando a Lui la mia vita, riconoscente per la sua tangibile presenza che percepisco anche nel buio che alle volte mi avvolge. E mi ripeto: "Solo in Te riposa l'anima mia" (cf. Sal 61,6); "Nelle tua mani affido la mia vita" (cf. Lc 22,46).
E riconosco momenti importanti di questo anno passato nell'esercizio di quella diaconia a cui sono chiamato. Un ministero, quello della diaconia ordinata, che sento sempre più importante ed essenziale nella vita della comunità ecclesiale, nonostante il perdurare di una incomprensione che alle volte mette in crisi ogni proposito nella collaborazione al rinnovamento della Chiesa.
Un dei momenti importante di quest'anno è stato il Convegno nazionale che la Comunità del diaconato in Italia ha svolto ad Assisi nella prima settimana di agosto: "La sinodalità come stile diaconale".
Non si può vivere con pienezza la propria diaconia, quale segno sacramentale della diaconia vissuta nella comunità cristiana, senza una seria e convinta vita di comunione in una sinodalità che sappia coinvolgere tutti nel cammino verso l'unica meta che è il Signore risorto, incontrato e riconosciuto presente nel suo Spirito perché ci amiamo di quell'amore che ci lega a Dio e tra noi.

L'altra esperienza che ha lasciato il segno è stata la missione in Libano (dal 13 al 21 settembre, assieme ad altri tre diaconi e due rappresentanti di Caritas italiana), organizzata dalla Comunità del Diaconato in Italia con Caritas Italiana e Caritas Lebanon, per un progetto di gemellaggio, frutto del Convegno Nazionale di agosto. Un viaggio per una presa di coscienza della situazione di povertà e di emarginazione di quel Paese, e per avviare una collaborazione in vista di un collegamento tra i diaconi delle diverse Chiese libanesi, per una esperienza di approfondimento teologico-pastorale dell'identità del Diaconato in situazioni diverse dalle nostre.
( Vedi il servizio da "Tutto il Bello che c'è" del TG2)

Se l'esperienza della diaconia ordinata nelle nostre chiese non riesce ancora ad esprimere appieno la sua carica profetica, tuttavia la grazia ricevuta è più forte di ogni apparente sconfitta e marginalità.
Un anno si chiude, ma il tempo della missione continua. Maria, la Serva del Signore, ci accompagni sempre con la sua maternità accogliente.

Ed il pensiero ed il cuore vanno alla martoriata Ucraina con la supplica alla Regina della Pace perché cessi il disastro delle armi e regni la giustizia e la pace, che sono il dono che Gesù è venuto a portare nel mondo.

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