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venerdì 21 luglio 2023

La dinamicità del Regno


16a domenica del Tempo ordinario (A)
Sapienza 12,13.16-19 • Salmo 85 • Romani 8,26-27 • Matteo 13,24-43
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Il Regno dei cieli è simile…". Ascoltando le parabole proposte dal vangelo di questa domenica (cf. Mt 13,23-43), si coglie che il Regno non è una cosa statica, bensì presenta in sé quella dinamicità che ci coinvolge. Il regno può sembrare una piccola cosa; e all'apparenza lo è se si pensa al granello di senape o al lievito impastato nella massa smisurata di farina. Ma la sua forza produce vita.
In questa dinamicità insita nel Regno si coglie realisticamente che anche il buon seme cresce nonostante sia attorniato dalla zizzania. C'è sempre il rischio che questa gramigna intacchi la pianta del grano, ma, pur se le due piante convivono, alla fine c'è la mietitura.
È importante credere che la forza del Regno è più forte di ogni altra forza avversa.
Possiamo allora vedere nel campo di grano la situazione fuori di noi, del mondo che ci circonda, della società con le persone che siamo tentati di catalogare tra i buoni e i cattivi, tra quelli che sono i "vicini" e quelli che consideriamo i "lontani" nella vita delle nostre comunità. Grande tentazione! La Chiesa non è la società dei giusti o dei perfetti. Nella Chiesa piuttosto possiamo trovare la possibilità di essere salvati. Non sta a noi catalogare il mondo in buoni e cattivi. Le situazioni si intrecciano a vicenda, come nel caso del buon grano e della zizzania.
Anche il "nostro" mondo, quello personale, di ogni persona, il nostro cuore, può essere considerato un campo in cui è stato seminato il buon grano, ma che il Nemico vi ha seminato pure quello cattivo, che all'inizio non riusciamo a distinguere da quello buono. Ci viene indicato dal Padrone del campo che tutte e due le piante crescono insieme. Il nostro cuore infatti è pieno di queste contraddizioni, pur sapendo che nel profondo è abitato dal Signore. Allora è saggio focalizzarci non nello sradicare i nostri vizi, perdendo di vista la nostra parte buona, quanto piuttosto incrementare in noi la vita buona, che avrà la forza, perché irrorata dallo Spirito, di non lasciarsi sopraffare da quello meno buono. Ci porteremo questo garbuglio interiore fino alla fine. Allora ci sarà qualcun altro (gli angeli di Dio) e non noi a separare il buono che è in noi e bruciare ciò che deve essere bruciato.
Occorre saper cogliere, e coltivare, nella nostra vita il seme divino che non muore e che può portar frutto per noi e per gli altri.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura (Mt 13,30)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Un uomo ha seminato del buon seme nel suo campo (Mt 13,24) - (19/07/2020)
(vai al testo)
 Lasciare che la zizzania e il grano crescano insieme (Mt 13,30) - (23/07/2017)
(vai al testo)
 Il regno dei cieli è simile al lievito (Mt 13,33) - (20/07/2014)
(vai al testo)
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza (Rm 8,26) - (17/07/2011)
(vai al testo)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Valorizzare l'energia di bene nascosta (17/07/2020)
  Preoccuparsi non della zizzania, ma di avere un amore grande per la vita (21/07/2017)
  Non siamo una comunità di perfetti (18/07/2014)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 7.2023)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 7.2020)
  di Cettina Militello (VP 6.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 6.2014)
  di Marinella Perroni (VP 6.2011)
  di Enzo Bianchi

(Immagine: Il seminatore e il nemico, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, maggio 2014)

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