SS. Corpo e Sangue di Cristo (C)
Genesi 14,18-20 • Salmo 109 • 1 Corinzi 11,23-26 • Luca 9,11b-17
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Appunti per l'omelia
Gesù insegna alle folle la novità del regno di Dio e guarisce quanti hanno bisogno di cure. Non sappiamo niente del discorso di Gesù. Ma la gente accorre. L'evangelista, più che dirci delle parole del Maestro, ci narra i fatti che indicano come il regno di Dio avanza.
Il giorno comincia a declinare e i Dodici invitano Gesù a congedare la folla; in pratica a rompere quell'intimità e quell'attrattiva che spinge la gente a seguire Gesù. Sembra strano questo modo di vedere le cose, quasi in antitesi a quello che i due discepoli di Emmaus hanno sperimentato: "Resta con noi, Signore, perché si fa sera". Qui invece la scena ci presenta il contrario: scende la sera, andate a casa…
È l'esperienza del Risorto che fa trattenere Gesù. Sintomatico, per noi oggi, nelle nostre assemblee liturgiche, constatare se la mediazione dei ministri è tale da farci sperimentare la presenza del Risorto fra noi. E l'invito di Gesù: "Date voi stessi da mangiare" è costitutivo del nostro essere comunità, dove l'Eucaristia è esperienza dell'unico corpo di Cristo. Tocca ai discepoli dividere la folla in gruppi di cinquanta, quasi a rimandare alle assemblee liturgiche dei primi tempi nelle case dei più abbienti.
Così si fa esperienza che la consapevolezza dell'insufficienza di ogni nostra risorsa, cinque pani e due pesci, è l'inizio di un abbandono fiducioso nell'opera di Dio.
Si sperimenta cosa sia il regno di Dio. È grazia che non si commercia né si acquista, ma è certezza che dove l'umano ha esaurito ogni possibilità, lì la grazia è capace di provvedere alla nostra povertà.
Allora si comprende come l'Eucaristia sia non solamente una grazia che ci viene dall'alto, ma è necessariamente anche apporto della nostra volontà e libertà di donare e di donarsi.
È alla fine della giornata, di ogni giornata della vita, che Gesù ci invita a non disperderci, ma a radunarci in una famiglia che è quella dei figli di Dio, dove si sperimenta la presenza del Risorto fra noi.
La mediazione sacerdotale in ogni celebrazione eucaristica ci fa intendere che l'opera di Gesù ha bisogno del nostro contributo, del sacerdote e di tutta l'assemblea, in modo che l'esperienza di grazia sia per la nostra vita un "magiare a sazietà" di ciò che l'amore del Padre ci elargisce, dove gli avanzi sono il segno della straripante abbondanza di grazie e di generosità di Dio.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Voi stessi date loro da mangiare (Lc 9,13) (vai al testo…)
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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• Tutti mangiarono a sazietà (Lc 9,17) - (19/06/2022)
(vai al testo)
• Voi stessi date loro da mangiare (Lc 9,13) - (23/06/2019)
(vai al testo)
• Tutti mangiarono a sazietà (Lc 9,17) - (29/05/2016)
(vai al testo)
• Voi stessi date loro da mangiare (Lc 9,13) - (02/06/2013)
( vai al testo…)
• Fate questo in memoria di me (1Cor 11,24) - (04/06/2010)
(vai al post "Vivere l'Eucaristia")
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
• Nella condivisione la nostra sequela (17/06/2022)
• Corresponsabili con Gesù (20/06/2019)
• Siamo ricchi di ciò che doniamo (27/05/2016)
• Il Dono che è per tutti (31/05/2013)
Commenti alla Parola:
• di Goffredo Boselli (VP 6.2025)
• di Antonio Savone (VP 6.2022)
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 6.2019)
• di Luigi Vari (VP 4.2016)
• di Marinella Perroni (VP 4.2013)
• di Claudio Arletti (VP 5.2010)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
• di Letture Patristiche della Domenica
(Immagine: Date voi stessi da mangiare, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, 2018)
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