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venerdì 13 giugno 2025

Guidati a tutta la verità


Santissima Trinità (C)
Proverbi 8,22-31 • Salmo 8 • Romani 5,1-5 • Giovanni 16,12-15
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

"Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Gv 1,18). Così Giovanni nel prologo del suo vangelo.
Noi crediamo nel Dio di Gesù Cristo. È Lui che ce lo ha rivelato. Questa rivelazione porta con sé una immediata difficoltà di comprensione, dove il dio fino ad allora concepito era l'unico, il solo, l'irraggiungibile. Tuttavia Gesù, a costo della sua vita, presentandosi come il Figlio di Dio, ci ha introdotti nel mistero "da secoli nascosto" della Trinità.
Quando Gesù parla ai suoi, prima di inviare lo Spirito, sa bene che, pur volendoci dire di più, non siamo in gradi di portarne il peso. È questa anche la comprensione che ogni cristiano ha del mistero trinitario, fatto di tappe, secondo l'esperienza personale e comunitaria dell'amore che è stato riversato nei nostri cuori. È lo Spirito di Dio a guidarci alla verità tutta intera.
Lui non parlerà da sé stesso, ma prenderà da quel che è del Figlio; ma quel che è del Figlio è anche del Padre. Allora la verità tutta intera verso cui siamo guidati è la relazione che unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Se ciascuno di noi è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, allora nel nostro DNA è impressa la stessa identità di Dio, che è relazione d'amore. E solo nell'amore noi potremo essere veramente noi stessi, in quell'amore che tutto dona di sé. "Non c'è amore più grande di chi dà la propria vita per i propri fratelli" (cf. Gv 13,34).
Nella dinamica del dono possiamo comprendere ciò che accade in Dio. Il dono, infatti, è ciò che rimane mio proprio perché è stato donato a favore di un altro, diventando mio e suo: mio in quanto donatore, suo in quanto destinatario del dono. E questo può essere reciproco.
Nell'amore rivelatoci comprendiamo che nello "svuotasi" di Gesù, Lui ha ritrovato sé stesso, unito indissolubilmente al Padre. Così è anche di noi, nel nostro farsi prossimi, nel nostro "farci vuoti" di fronte ad ogni prossimo per accogliere in noi tutto dell'altro e ritrovarci reciprocamente pienamente noi stessi nella densità dell'amore, colmi di Spirito Santo.
Solo in quest'ottica trinitaria possiamo comprendere pienamente il senso delle nostre relazioni. Non solo, ma anche la relazione nostra con il Creato, uscito anch'esso dalla relazione trinitaria, trova senso quale dono di Dio che porta in sé la sua impronta.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Vi guiderà a tutta la verità (GV 16,13)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà (Gv 16,14) - (12/06/2022)
(vai al testo)
 Lo Spirito vi guiderà a tutta la verità (Gv 16,13) - (16/06/2019)
(vai al testo)
 Lo Spirito Santo prenderà del mio e ve lo annuncerà (Gv 16,15) - (22/05/2016)
(vai al testo)
 Lo Spirito vi guiderà a tutta la verità (Gv 16,13) - (26/05/2013)
( vai al testo…)
 Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo (Vers. al Vangelo) - (28/05/2010)
(vai al post "Come in Cielo…")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Nel mistero d'amore di Dio (10/06/2022)
  Lasciarci guidare dallo Spirito (14/06/2019)
  La vita… che si spegne se non si dona (20/05/2016)
  Nel vortice d'amore della Trinità (24/05/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 6.2025)
  di Antonio Savone (VP 6.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 6.2019)
  di Luigi Vari (VP 4.2016)
  di Marinella Perroni (VP 4.2013)
  di Claudio Arletti (VP 4.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

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