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giovedì 14 agosto 2025

Le grandi cose fatte dall'Onnipotente


Assunzione della B.V. Maria
Apocalisse 11,19;12,1-6.10 • Sal 44 • 1Corinzi 15,20-26 • Luca 1,39-56
(Visualizza i brani delle Letture - Messa del Giorno)
(Vedi anche i brani delle Letture della Messa vespertina nella vigilia)

Appunti per l'omelia

Un segno grandioso apparve in cielo" (Ap 12,1). La Chiesa ha visto sempre nella donna descritta dall'Apocalisse la figura di Maria, come è riportato dalla liturgia odierna (I lettura). "Ora si è compiuta la salvezza…" (Ap 12,10): il male non avrà più l'ultima parola.
L'evento grandioso dell'assunzione al cielo di Maria in anima e corpo, frutto della redenzione operata da Figlio, sta ad indicare che, come lei, quale primizia, per tutti noi è riservato lo stesso destino.
Maria è veramente grande! Le meraviglie di Dio non si possono contare: Dio ama tanto la sua creature, l'umanità, da farsi Lui stesso umanità come noi, per fare di noi come Lui. Si è preparato una creatura che lo mettesse al mondo. Ed ha scelto Maria, resa immune da ogni macchia di peccato per ricevere in sé il Figlio di Dio.
Maria si è fidata ed affidata a Dio, alla sua Parola; ha percorso tutto il suo cammino umano di crescita nella fede. Ha imparato, meditato e conservato nel suo cuore, dalle parole e dalle azioni del Figlio come poter realizzare il disegno di Dio.
È significativo scoprire in questo "cammino" di Maria il suo rapporto col Figlio. Un rapporto da madre a figlio, come è per tutte le madri, pur nell'eccezionalità della sua maternità. Ma è diventata, alla scuola di suo Figlio, la prima discepola, sapendo che il vero discepolo deve saper posporre gli affetti umani di fronte all'amore per Gesù.
Quel rapporto madre e figlio, tutto particolare, ha avuto uno sbocco tragico ma denso di amore sotto la croce, quando Gesù affida sua madre a Giovanni. Lì Maria perde il suo figlio naturale per assumere una maternità universale, dove in Giovanni siamo tutti noi. Maria è madre dei discepoli del Figlio, madre della Chiesa: nel giorno di Pentecoste realmente, col sigillo dello Spirito Sarto, lo diventerà per tutta l'umanità, per quella umanità per la quale il Figlio ha dato la vita. Cioè per tutti!
Dopo la risurrezione di Gesù, il rapporto non poteva essere più tra madre naturale e il figlio da lei partorito: Gesù è nella dimensione divina. Lì Maria è la vera discepola, discepola tra i discepoli e allo stesso tempo madre dei discepoli. Il rapporto col Figlio non è più come prima: noi terreni, Lui risorto, nella dimensione del cielo.
L'ultima tappa della vita di Maria è la sua assunzione al cielo, con tutta sé stessa, come il Figlio risorto. Ora il rapporto di Maria col Figlio è in una dimensione celeste, da risorti. Lì si comprende davvero come Maria sia veramente Madre di Dio.
Dio si è fatto "piccolo", si è "svuotato" per essere accolto da Maria. E lo ha fatto non solo in terra, ma ora anche in cielo, perché questo è lo stile di Dio: quello di annullarsi per amore. Lì vediamo veramente Maria, non la madre di Gesù di Nazaret, ma la Madre di Dio.
L'episodio del vangelo di Luca (cf. Lc 1,39-56), della visita di Maria alla cugina Elisabetta, ci mostra come è stata la sua vita, la molla che ha mosso le sue azioni: l'amore, l'aiuto concreto, l'affidarsi a Dio sotto la guida dello Spirito Santo. Per questo Maria può cantare la sua lode all'Onnipotente, che ha fatto cose grandi, per lei e per tutti: profezia di un ribaltamento di valori umani, secondo la promessa fatta ai nostri padri.
In Maria noi possiamo vedere il nostro futuro. Lei, sintesi dell'umanità, mostra a tutti cosa ci attende: essere come Lei, amati dal Padre come Lei, a causa del Figlio.

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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Benedetta tu fra le donne (Lc 1,42)
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PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
Beata colei che ha creduto (Lc 1,45) (15/08/2024)
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L'anima mia magnifica il Signore (Lc 1,46) (15/08/2023)
(vai al testo…)
Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano (Lc 11,28) (15/08/2021)
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 L'anima mia magnifica il Signore(Lc 1,46) (15/08/2020)
(vai al testo…)
 L'anima mia magnifica il Signore(Lc 1,46) (15/08/2019)
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 Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente(Lc 1,49) (15/08/2018)
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 L'anima mia magnifica il Signore(Lc 1,46) (15/08/2017)
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 Beata colei che ha creduto (Lc 1,45) (15/08/2015)
(vai al testo…)
 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente (Lc 1,49) (15/08/2014)
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 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente (Lc 1,49) (15/08/2013)
(vai al testo…)
 L'anima mia magnifica il Signore (Lc 1,46) (15/08/2012)
(vai al testo…)
 Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! (Lc 1,42) - (14/08/2008)
(vai al post "Sintesi dell'umanità")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
 Maria interceda per la Pace (14/08/2024)
 In Maria il nostro futuro (14/08/2023)
 Maria, fiore dell'umanità (13/08/2022)
 La consolante certezza del nostro destino (13/08/2021)
 La nemica della finta umiltà (13/08/2020)
 Abbiamo un Padre che ci aspetta con amore (13/08/2019)
 Saper "vedere" le meraviglie di Dio (14/08/2018)
 La vittoria definitiva sul "drago" delle nostre paure di morte (14/08/2017)
 In Maria splende il nostro luminoso destino (13/08/2016)
 Come Maria… (13/08/2015)
 La "cose grandi" compiute da Dio (14/08/2014)
 Gioia e gratitudine immensa (14/08/2013)
 La meraviglia del Cielo (14/08/2012)

Vedi anche i post:
 La festa del nostro corpo (15/08/2019)
 Maria Assunta, sintesi dell'umanità realizzata (15/08/2011)
 Il nostro luminoso destino (15/08/2010)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 8.2025)
  di Goffredo Boselli (VP 8.2024)
  di Antonio Savone (VP 8.2023)
  di Antonio Savone (VP 8.2022)
  di Antonio Savone (VP 8.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8-9.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2019)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
  di Cettina Militello (VP 6.2017)
  di Luigi Vari (VP 7.2016)
  di Luigi Vari (VP 7.2015)
  di Gianni Cavagnoli (VP 7.2014)
  di Marinella Perroni (VP 6.2013)
  di Marinella Perroni (VP 7.2012)
  di Marinella Perroni (VP 7.2011)
  di Claudio Arletti (VP 7.2010)
  di Claudio Arletti (VP 7.2009)
  di Enzo Bianchi (Vol. Anno A)
  di Enzo Bianchi (Vol. Anno B)
  di Enzo Bianchi (Vol. Anno C)
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

venerdì 8 agosto 2025

IL senso vero della nostra vita


19a domenica del Tempo ordinario (C)
Sapienza 18,6-9 • Salmo 32 • Ebrei 11,1-2.8-19 • Luca 12,32-48
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"State pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese" (Lc 12,36). È l'invito del Signore rivolto ai suoi discepoli, cioè a noi, che sono in attesa del suo ritorno. E ci invita alla vigilanza. È una scena in cui noi non siamo i "viandanti" nelle strade di questo mondo, ma Lui, lo Sposo che ritorna dalle nozze, è il viandante. Lo Sposo, che ha consumato le sue nozze con l'umanità nell'offerta della sua vita, ora "arriva e bussa" alla nostra porta in attesa che si "apra subito".
È il Signore della storia che desidera entrare nella nostra vita e servirci: Lui "si stringerà le vesti ai fianchi, ci farà sedere a tavola e passerà a servirci" (cf. Lc 12,37). È l'esperienza che ognuno di noi può fare, oggi, in attesa dell'incontro definitivo. È l'esperienza dell'incontro col Risorto ogni volta che celebriamo il Giorno del Signore, nell'eucarestia domenicale. I primi cristiani attendevano nella preghiera "nella notte o prima dell'alba" per incontrare il Signore che giungeva non solo per servirli, ma per consegnarsi come cibo, come "sacramento nuziale" nell'attesa del sua piena venuta.
La parabola dei servi che non sono nell'atteggiamento di attesa, perché "il padrone tarda a venire", ribalta i ruoli: i servi dimenticano chi sono, da servi che attendono il padrone, si comportano da padroni. Allora quando arriverà il padrone, quando il Signore busserà alla porta, sarà considerato come un ladro che viene a derubarci. In verità però viene a prendersi quello che è suo.
In realtà, se noi perdiamo la coscienza di chi siamo, perdiamo la possibilità di incontrare il volto di Cristo, che invece vediamo col volto sfigurato di un ladro.
Quando la vita ci viene richiesta, vita che è un dono di Dio e non proprietà nostra, se non siamo nell'atteggiamento giusto, coscienti che non siamo padroni né di noi stessi né delle cose, ma solo amministratori, quando la vita ci viene richiesta senza preavviso, dov'è indirizzato il nostro cuore? Qual è il vero nostro tesoro? Consideriamo l'incontro con il Signore come l'incontro di un ladro che viene a depredarci?
Non dobbiamo dimenticare che siamo amministratori di un tesoro che è il Regno di Dio, di cui già fin d'ora ci è dato: "Non temere, piccolo gregge - dice Gesù -, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno" (Lc 12,32).
Allora, se noi non sappiamo attendere né invochiamo l'avvento del Regno, non sappiamo chi siamo e la nostra identità si offusca, la nostra vita perde senso, in un continuo chiederci "Perché?". Perché proprio adesso? Non è giusto… Perché a questa età?
Ma il senso vero della nostra vita è l'incontro amoroso con il Signore!

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore (Lc 12,34)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Anche voi tenetevi pronti (Lc 12,40) - (07/08/2022)
(vai al testo)
 Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese (Lc 12,35) - (11/08/2019)
(vai al testo)
 Anche voi tenetevi pronti (Lc 12,40) - (07/08/2016)
(vai al testo)
 Dov'è il vostro tesoro, sarà anche il vostro cuore (Lc 12,34) - (11/08/2013)
( vai al testo…)
 Fatevi un tesoro sicuro nei cieli (Lc 12,33) - (06/08/2010)
(vai al post "Il nostro tesoro")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Nell'attesa dell'incontro (05/08/2022)
  Il "tesoro" (09/08/2019)
  Dio viene e si pone a servizio della mia felicità! (05/08/2016)
  La fede di quel "piccolo gregge" (09/08/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 7.2025)
  di Antonio Savone (VP 8.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2019)
  di Luigi Vari (VP 6.2016)
  di Marinella Perroni (VP 6.2013)
  di Claudio Arletti (VP 7.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: "Siate pronti… con le lampade accese", G. Trevisan, La Domenica 10 agosto 2025)

sabato 2 agosto 2025

Il segreto della vera libertà


18a domenica del Tempo ordinario (C)
Qoèlet 1,2;2,21-23 • Salmo 89 • Colossesi 3,1-5.9-11 • Luca 12,13-21
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

"Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità" (Qo 1,2; I lettura). Non è il lamento di un poveraccio o di un mendicante, ma la riflessione di un sapiente, che è perfettamente consapevole della relatività di tutte le cose. L'esistenza stessa, in quel "vanità delle vanità", è percepita come un "vapore" che si disperde. Ma la vita è condannata al nulla, oppure radica la sua consistenza in qualcos'altro, in Qualcun altro?
La Parola di Dio di questa domenica ci fa cogliere il vero senso delle cose, la nostra vera libertà. Non una libertà senza limiti, illusoria e infantile, che di fatto ci rende schiavi delle cose e di noi stessi. Ma una libertà che denuncia una schiavitù interiore che ci soffoca, figli di una società che ha posto la sua sicurezza nei beni, sia pur necessari, di questo mondo, nella ricchezza, segno della nostra indipendenza.
Il pericolo, sempre in agguato, è la cupidigia del possesso. Quanto attuale è il monito di Gesù: "Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia, perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede" (Lc 12,15).
Anche di fronte alla sacralità della morte il nostro cuore è preso dall'ansia del possesso, dell'eredità che riteniamo ci spetti, anche a scapito del rapporto fraterno, negazione di una sincera sequela del Maestro. La sequela di Gesù esige una scelta radicale: "Nessuno può servire a due padroni… Non potete servire a Dio e alla ricchezza" (cf. Lc 16,13).
La vera saggezza è "arricchire presso Dio" (cf. Lc 12,21): "Cercare le cose di lassù… Rivolgere il pensiero alle cose di lassù e non a quelle della terra" (cf. Col 3,1-2; II lettura). Tutto questo non ci esime dal costruire qui su questa terra un mondo più giusto ed equo. Una fratellanza in cui sperimentare la nostra appartenenza a Cristo, dove non ci sono più stranieri o residenti, schiavi o liberi, ricchi o poveri, ma dove "Cristo è tutto e in tutti" (cf. Col 3,11).
È l'amore, che è dono di sé, il segreto della vera libertà.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia (Lc 12,15)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 E quello che hai preparato, di chi sarà? (Lc 12,20) - (31/07/2022)
(vai al testo)
 Tenetevi lontani da ogni cupidigia (Lc 12,15) - (04/08/2019)
(vai al testo)
 La vita non dipende da ciò che si possiede (Lc 12,15) - (31/07/2016)
(vai al testo)
 Arricchire presso Dio (Lc 12,21) - (04/08/2013)
( vai al testo…)
 La vita non dipende da ciò che possiedi (Lc 12,15) - (30/07/2010)
(vai al post "La libertà del dono")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Nella condivisione la risposta" (29/07/2022)
  La vera "furbizia" (02/08/2019)
  La vita non dipende da ciò che possiedo (26/07/2016)
  L'unico mio bene (02/08/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 7.2025)
  di Antonio Savone (VP 7.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2019)
  di Luigi Vari (VP 6.2016)
  di Marinella Perroni (VP 6.2013)
  di Claudio Arletti (VP 7.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione: Il ricco stolto, di Bernadette Lopez, 2009)

venerdì 1 agosto 2025

Qual è il mio tesoro?


Parola di Vita – Agosto 2025
(Clicca qui per il Video del Commento   -   oppure...)

«Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore» (Lc 12,34)

Questo insegnamento di Gesù è riportato dall'evangelista Luca che ce lo mostra con i discepoli in cammino verso Gerusalemme, verso la sua Pasqua di morte e risurrezione.
Sulla strada si rivolge a loro chiamandoli «piccolo gregge» [1], confidando quello che Lui stesso porta nel cuore, gli atteggiamenti profondi del suo animo. Tra questi vi sono il distacco dai beni terreni, la fiducia nella provvidenza del Padre e la vigilanza interiore, l'attesa operosa del Regno di Dio.
Nei versetti precedenti Gesù li incoraggia al distacco da tutto, perfino dalla propria vita e a non angustiarsi per le necessità materiali perché il Padre sa di cosa hanno bisogno. Li invita a cercare piuttosto il Regno di Dio, incoraggiandoli ad accumulare «un tesoro sicuro nei cieli» [2].
Certamente Gesù non esorta alla passività per le cose terrene, a una condotta irresponsabile nel lavoro. Il suo intento è quello di toglierci l'ansia, l'inquietudine, la paura.

«Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore».

Il "cuore" qui significa il centro unificatore della persona che conferisce un senso a tutto ciò che vive, è il luogo della sincerità, dove non si può ingannare né dissimulare. Di solito indica le vere intenzioni, ciò che si pensa, si crede e si vuole realmente. Il "tesoro" è ciò che ha per noi più valore e dunque la nostra priorità, quello che crediamo dia sicurezza al presente e al futuro.
«Oggi - afferma Papa Francesco - tutto si compra e si paga, e sembra che il senso stesso della dignità dipenda da cose che si ottengono con il potere del denaro. Siamo spinti solo ad accumulare, consumare e distrarci, imprigionati da un sistema degradante che non ci permette di guardare oltre i nostri bisogni immediati» [3].
Ma, nel più intimo di ogni donna e di ogni uomo, c'è una ricerca pressante di quella felicità vera che non delude, che nessun bene materiale può appagare.
Scriveva Chiara Lubich: «Sì, c'è quel che tu cerchi: c'è nel tuo cuore un anelito infinito ed immortale; una speranza che non muore; una fede che rompe le tenebre della morte ed è luce a coloro che credono: non per nulla tu speri, tu credi! Non per nulla! Tu speri, tu credi per Amare» [4].

«Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore».

Questa Parola ci invita a fare un esame di coscienza: qual è il mio tesoro, la realtà a cui tengo di più? Essa può assumere svariate sfumature come lo status economico ma anche la fama, il successo, il potere. L'esperienza ci dice che occorre rimettersi di continuo nella vita vera, quella che non passa, quella radicale e esigente dell'amore evangelico:
«Non basta per un cristiano essere buono, misericordioso, umile, mansueto, paziente… Egli deve avere per i fratelli la carità che ci ha insegnato Gesù. […] La carità infatti non è una prontezza a dare la vita. È dare la vita» [5].
Di fronte ad ogni prossimo che incontriamo nella nostra giornata (in famiglia, al lavoro, dappertutto) dobbiamo amarlo con questa misura. E così si vive non pensando a noi, ma pensando agli altri, vivendo gli altri, sperimentando una vera libertà.

A cura di Augusto Parody Reyes
e del team della Parola di Vita


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[1] Lc 12, 32.
[2] Lc 12,33.
[3] Cf. Papa Francesco DILEXIT NOS n° 218.
[4]  Cf. C. Lubich Lettere dei primi tempi, Giugno 1944, Città Nuova Editrice 2010, p. 49.
[5] Cf. C. Lubich Conversazione in collegamento telefonico, Città Nuova Editrice 2019, p. 152.

Fonte: https://www.focolaritalia.org - https://www.cittanuova.it

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