Alcuni giorni fa, reduci da un incontro tra "amici", che insieme cercano di fare un'esperienza evangelica in seno alla comunità parrocchiale in cui sono inseriti, ci sembrava di aver preso coscienza, quasi fosse la prima volta, che lo stare insieme per fare una esperienza evangelica fosse una "scoperta" originale. Di per sé sembrava aver scoperto l'acqua calda… Ma, dato che le cose dello Spirito, non si ripetono mai, è stato un ritrovarci che ha dato spessore al nostro essere comunità.
La luce della Pasqua che ci ha avvolti in questo periodo ci ha fatto riscoprire che fare esperienza del Risorto, vivo e presente in mezzo ai suoi, è in ultima istanza dare "visibilità" alla promessa espressa nelle parole di Gesù "Io sarò con voi tutti i giorni…".
La Parola ascoltata e vissuta che domenica dopo domenica ci viene proposta dava corpo a questa singolare esperienza.
"Chi ama dimora nella luce…"; "Amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore"; "Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi è l'amore di lui è perfetto in noi": così ci raccomanda san Giovanni nella sua prima lettera, così siamo certi che il nostro stare insieme è fare esperienza del Risorto. Se Dio è Amore, Lui si renderà "percepibile" solo nell'Amore…
La bellezza di questo incontrarci sta proprio nel non aver altre finalità se non quella di contemplare, nella comunione reciproca, che a Dio piace prendere dimora in mezzo agli uomini. Non sono altre ragioni che ci spingono a ciò, non è per motivi particolari, magari "nobili", di apostolato, che rendiamo ragione della nostra speranza: Lui è fra noi se ci amiamo come Lui vuole, secondo il suo comando. Poi possiamo anche "fare", "operare", programmare… ma sarà un fare "con Lui", con la coscienza che Gesù si rende "visibile" ora, per noi e per gli altri, tramite noi.
Qualcuno ha commentato che questa esperienza di "un'isola felice" ti fa rientrare nel nostro mondo, di tutti i giorni, con la nostalgia di Cielo e ti senti spaesato. È così: abbiamo fatto un'esperienza di Paradiso, per poter immergerci poi nelle piaghe del mondo che ci circonda, sanandole; per ritornare poi in quel Paradiso a riconoscersi figli amati e poter riabbracciare tutti gli altri nostri fratelli.
Gesù quando è disceso dal cielo è venuto "veramente" in mezzo a noi, ma non ha mai lasciato il suo Cielo, nella Trinità, dove ora è ritornato, ascendendo alla destra dal Padre. Così anche noi, come ci è dato di sperimentare, rimaniamo nel suo Cielo, nel Cielo del Risorto, in quest'isola felice, per riandare in mezzo alle sofferenze di tanti uomini e donne che incontriamo, senza mai, in definitiva, lasciare quel Cielo in cui il Risorto ci ha chiamati a rimanere.
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mercoledì 27 maggio 2009
Riscoprirsi comunità e rimanere nel Cielo del Risorto
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