4a domenica di Avvento (A)
Appunti per l'omelia

Nel testo evangelico (cf Mt 1,18-24) Matteo non si limita a narrare un fatto di cronaca, ma intende soprattutto mostrare alcuni aspetti dell'identità di Gesù. Chi è colui che Maria ci ha donato, colui che attendiamo nel Natale, colui che è già venuto, continua a venire e verrà?
Egli è il discendente di Davide in modo straordinario. Matteo ha fatto precedere il nostro brano da una lunga genealogia di Gesù: una lunga storia di salvezza che ha in Lui il suo punto di arrivo. Di questa storia Gesù è l'ultimo anello, ma non un anello "normale". Ne è il culmine. E viene da Dio. Non è un "prodotto" della storia. E attraverso Giuseppe è inserito legalmente nella discendenza di Davide.
Gesù è il Messia. La promessa di Dio, però, non si realizza mai alla lettera. Viene "compiuta", viene cioè attuata con una pienezza che nessuno poteva sospettare: Gesù è l'atteso, ma nello stesso tempo è imprevedibile, assolutamente nuovo.
Il concepimento verginale è segno che il figlio di Maria è puro dono di Dio, un dono gratuito, solo dono, totalmente dono. Il fatto, appunto, che Gesù sia figlio soltanto di Maria e non abbia un padre terreno è segno visibile che ha Dio solo per padre.
Gesù, nato dalla Vergine, che equivale a dire: Gesù è Figlio di Dio!
«… e tu lo chiamerai Gesù», cioè "Il Signore salva". "Jahvé salva": questo verbo specifica e sottolinea con nuova forza quello che è già il contenuto del nome stesso di Dio. Il figlio di Maria è, quindi, la fedeltà incarnata di Dio, è l'espressione suprema dell'intervento di Dio nella storia.
"Sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio-con-noi". "Dio con noi", non perché ci rappresenta Dio e ce lo annunzia, ma perché lo esprime in se stesso, essendo Dio e uomo nella stesso tempo. Questa presenza è definitiva e non ci sarà più tolta!
"Io sono con voi tutti i giorni" (Mt 28,20) dirà Gesù prima di salire al cielo. Che è come dire: in Gesù Dio è vicino, è presente per sempre e noi non saremo più soli. In Gesù, Dio continua ad assicurare a ciascuno di noi: "Io sono con te!".
C'è però la risposta umana all'iniziativa di Dio: Maria, con il suo "Sì", e Giuseppe, uomo "giusto", attento cioè alla volontà di Dio. Appena Giuseppe ha compreso che il Signore è intervenuto su Maria e se l'è "appropriata", pensa di non aver più diritti su di lei e si ritira in disparte, la "cede" a Dio.
Giuseppe aderisce prontamente al piano di Dio. La salvezza che Dio opera esige la risposta accogliente dell'uomo, che è appunto la fede. Di questa fede Maria e Giuseppe sono i primi e inseparabili protagonisti. Se Maria è proclamata "Beata la credente!" (cf Lc 1,45), Giuseppe più di chiunque altro condivide con lei tale beatitudine.
Il Figlio di Dio, Gesù, è un valore così totalizzante da polarizzare e impegnare l'esistenza intera di una persona: quella di Giuseppe, di Maria e di infinite altre persone, anche la mia, la tua... Sono queste persone che fanno la gioia di Dio e di cui Egli ha bisogno e si serve per portare avanti il suo disegno d'amore.
Anche ciascuno di noi può essere, anzi è chiamato a diventare una di queste persone.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo (Mt 1,24)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)
Vedi anche:
La Vergine concepirà e partorirà un Figlio, Is 7,14 (19 dicembre 2010)
Commenti alla Parola:
• di Gianni Cavagnoli (VP 2013)
• di Marinella Perroni (VP 2010)
• di Enzo Bianchi
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