25a domenica del Tempo Ordinario (B)
Sapienza 2,12.17-20 • Salmo 53 • Giacomo 3,16-4,3 • Marco 9,30-37
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Appunti per l'omelia
È la fine del giusto, secondo le parole di chi si oppone alla sua missione: "Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo e si oppone alle nostre azioni", condannato "ad una morte infame", in attesa dell'aiuto che gli deve venire dall'alto: "Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari" (cf. Sap 2,12.17-20; I lettura). Così sarà anche ai piedi della croce, quando chi assisteva al supplizio gli urlava contro: "Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce… Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene…" (cf. Mt 27,40-43).
Ma la conclusione di questa tragica parabola sarà totalmente diversa: "Il Figlio dell'uomo dopo tre giorni risorgerà" (Mc 9,31).
Per i discepoli, se è di difficile comprensione cosa significhi risorgere dai morti (cf. Mc 9,10), lo è anche accettare la fine ingloriosa e tragica del Maestro; soprattutto accettare una evidente sconfitta. Per cui è meglio rimuovere questo incubo con un antidoto opposto: la gloria al posto dell'ignominia, il primato al posto dell'essere l'ultimo, il comando piuttosto che il servizio.
Eppure Gesù cerca di far comprendere loro che questo è il piano, sia pur misterioso, del Padre, e non la fine tragica di un'avventura religiosa e politicamente fallimentare.
I discepoli "non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo" (Mc 9,32). E Gesù, dopo aver intuito i loro discorsi, con la pazienza che lo contraddistingue cerca di ricucire lo strappo, in "casa", chiedendo loro di esplicitare i loro discorsi, che vertevano poi, "chi tra loro fosse il più grande" (cf. Mc 9,33-34). Ed è qui che Gesù ribalta i loro punti di vista: "Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti" (Mc 9,35). Non nega la possibilità che qualcuno aspiri al primo posto, ma gli indica la strada: essere il servo di tutti, sull'esempio del Mastro "che non è venuto per essere servito ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10,45).
Gesù, mettendo un bambino in mezzo a loro, vuole dare una lezione ai suoi, sapendo che un bambino è socialmente una nullità, totalmente dipendente da altri. Accoglierlo significa concretamente prendersi cura dei più deboli e dei più bisognosi, come si trattasse di Gesù stesso. Perché per Gesù, anche le persone meno significative, lo rappresentano e gli appartengono.
I punti di riferimento sono ribaltati. Gesù lo ha dimostrato con la sua vita: questo, infatti, è il modo di agire di Dio.
Questa è la vera sapienza, quella che viene dall'alto, pura, pacifica, piena di misericordia e di buoni frutti (cf. Gc 3,16-4,3; II lettura).
Veramente il più grande è colui che serve!
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Se uno vuole essere il primo, sia ultimo e servitore di tutti (Mc 9,35)
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PDF formato A4, stampa f/r per A5:
Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
• Il Figlio dell'uomo viene consegnato (Mc 9,31) - (23/09/2018)
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• Il Figlio dell'uomo viene consegnato (Mc 9,31) - (20/09/2015)
(vai al testo…)
• Se uno vuol essere il primo, sia il servitore di tutti (Mc 9,35) - (23/09/2012)
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• Il Signore sostiene la mia vita (Sal 53,6) - (20/09/2009)
(vai al post "La vicinanza di Dio")
Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• Ultimo e Primo (21/09/2018)
• Capire di abbracciare Dio (18/09/2015)
• Essere primo, essere ultimo (21/09/2012)
Commenti alla Parola:
• di Antonio Savone (VP 8.2021)
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
• di Luigi Vari (VP 8.2015)
• di Marinella Perroni (VP 8.2012)
• di Claudio Arletti (VP 8.2009)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
(Immagine: Prese un bambino, di Bernadette Lopez, 2015)
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