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venerdì 10 settembre 2021

Scoprire la vera identità di Gesù


24a domenica del Tempo Ordinario (B)
Isaia 50,5-9a • Salmo 114 • Giacomo 2,14-18 • Marco 8,27-35
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Comprendere chi è Gesù non è sempre scontato. La folla, come descritto dal brano del vangelo proposto per questa domenica (cf. Mc 8,24-35), lo considera genericamente come uno dei profeti. A Gesù importa poco cosa pensi la gente; importa piuttosto cosa ne pensino i suoi più intimi, quelli a cui affidare poi la missione di continuare la sua opera.
È vero che Pietro, forse a nome di tutti, lo identifica come il Cristo. Tuttavia, la visione che ha di questo Messia è quella comune, trionfalista, in grado di dare un assetto nuovo, anche politico, ad Israele nel contesto della dominazione romana. Per questo, non si può divulgare la notizia che il Cristo ha queste caratteristiche (cf. Mc 8,30).
È perché non si comprende ancora che l'Unto di Dio è il Servo che Isaia descrive come colui che ha "presentato il dorso ai flagellatori.. e non ha sottratto la faccia agli insulti e agli sputi" (cf. Is 35,4-7; I lettura). Gesù ne parla "apertamente": "il Figlio dell'uomo deve soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere" (cf. Mc 8,31).
È inaccettabile un Messia così! Solo ai piedi della croce il centurione romano, pagano per giunta, che si trovava di fronte a lui, proclamerà "davvero quest'uomo era Figlio di Dio", avendolo visto spirare in quel modo (cf. Mc 15,39).
Da questa incomprensione di chi sia veramente il Cristo scaturisce il "rimprovero" di Pietro a Gesù.
Allora, la domanda di Gesù, "Ma voi, chi dite che io sia?", prende una connotazione tutta particolare, che si potrebbe declinare anche "Chi sono io per te?". A ciascuno di noi è rivolta questa domanda… e ciascuno è invitato a dare una risposta personale.
Essere discepoli di Gesù è andare "dietro a lui"; non ci sono scappatoie opportunistiche col rischio di porsi di traverso, come è successo a Pietro, a quanto Gesù dice di sé, a come seguirlo. Occorre seguire le sue orme, aderire pienamente alle esigenze della sequela (e questo vale non solo per i discepoli, ma anche per tutti quelli che in qualche modo vogliono fare riferimento, nella loro vita, a Lui): seguirlo, rinunciare ad essere il centro di tutto, condividere il cammino di sofferenza del Maestro, uscendo da quei meccanismi di autogiustificazione che impediscono di abbandonarsi completamente al Signore.
Una vita vissuta così, al seguito di Gesù, è la testimonianza di fede che sa mostrare con le opere chi sia il Cristo per noi, riconosciuto presente e servito ed aiutato nei nostri fratelli più bisognosi (cf. Gc 2,14-18; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini (Mc 8,33)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Pietro gli rispose: Tu sei il Cristo (Mc 8,28) - (16/09/2018)
(vai al testo…)
 Pietro gli rispose: Tu sei il Cristo (Mc 8,29) - (13/09/2015)
(vai al testo…)
 Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso (Mc 8,34) - (16/09/2012)
(vai al testo…)
 Io camminerò alla presenza del Signore (Sal 114,9) - (30/08/2009)
(vai al post "Gesù, il centro e il cuore")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Salvare la vita perdendola (14/09/2018)
  Chi sono io per te? (11/09/2015)
  Perdere per ritrovare, non essere per essere (14/09/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 8.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8.2018)
  di Luigi Vari (VP 7.2015)
  di Marinella Perroni (VP 7.2012)
  di Claudio Arletti (VP 8.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Va' dietro a me, di Bernadette Lopez, 2018)

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