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venerdì 22 ottobre 2021

Saper vedere oltre


30a domenica del Tempo Ordinario (B)
Geremia 31,7-9 • Salmo 125 • Ebrei 5,1-6 • Marco 10,46-52
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Nel cammino di Gesù verso Gerusalemme, luogo della sua passione morte e risurrezione, Marco ci presenta l'ultimo suo miracolo: un cieco che riacquista la vista, l'avventura di un discepolo che "vede" dove porta il seguire il Maestro.
Siamo a Gerico, città a 250 metri sotto il livello del mare, emblema della condizione dolorosa in cui si trova l'uomo… in cammino verso Gerusalemme a circa 800 metri sopra il livello del mare: un cammino in salita verso il Golgota…
In questo contesto compare la figura di Bartimeo, che ha perso la capacità di vedere; figura di colui che, pur nella sua condizione precaria, non ha perso la fiducia, la capacità di sperare e di credere che le cose possono cambiare, che i sogni si possono realizzare. Non si rassegna Bartimeo, e, attento alla situazione che lo circonda, sentendo che è Gesù che passa di là, intravede in lui la possibilità di "vedere di nuovo". Un cammino di fede che lo porta a passare dal vedere nel Nazzareno il "figlio di Davide" a riconoscerlo, dopo l'incontro con lui, come il "Figlio di Dio", chiamandolo appunto "Rabbunì". Una speranza messianica che non si realizza con la vittoria secondo la carne, ma che viene dall'Alto, secondo i piani misteriosi di Dio; non con la forza delle armi di Davide ma con la forza della croce di Cristo.
È una vera chiamata, quella rivolta a Bartimeo da parte di Gesù: "Coraggio! Alzati, ti chiama!" (Mc 10,49); e una vera conversione. È un incontro personale con Gesù che sboccia in un atto di fede profondo. Un atto di fede preceduto da una decisa risposta, dove, "gettando via il mantello e balzando in piedi e andando verso Gesù" (cf. Mc 10,50), lascia ogni cosa, abbandona ogni certezza materiale e religiosa e, pur senza vederci, ha la certezza di un incontro importante. Bartimeo ha capito; e come vero discepolo segue Gesù per la strada che porta a Gerusalemme (cf. Mc 10,52). Possiamo anche notare che i dodici "capirono" molto più tardi il vero cammino dietro al Maestro. Marco racconta, infatti, che al momento dell'arresto "tutti lo abbandonarono e fuggirono" (cf. Mc 14,50). Ed un altro, il centurione romano, pagano, "vedendo" Gesù morire in quel modo lo riconobbe come "Figlio di Dio" (cf. Mc 15,39).
La comunità dei discepoli è chiamata a seguire Gesù per la "sua" strada… Ma è lenta a comprendere e a decidersi. È la fede che fa "vedere" oltre la fisicità e l'oscurità contingente. Fa vedere "oltre": per cui non si temono gli ostacoli che ci possono incontrare nel nostro correre verso Gesù.
Bartimeo è, allora, modello di chi vuol uscire dalla propria cecità per mettersi in cammino sapendo che potrà vedere; modello per "coloro che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte" (cf. Lc 1,79) e che nell'incontro con Gesù trovano il senso della propria vita.


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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Va', la tua fede ti ha salvato (Mc 10,52)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Rabbunì, che io veda di nuovo! (Mc 10,51) - (28/10/2018)
(vai al testo…)
 Coraggio! Alzati, ti chiama! (Mc 10,49) - (25/10/2015)
(vai al testo…)
 Che cosa vuoi che io faccia per te? (Mc 10,51) - (28/10/2012)
(vai al testo…)
 Coraggio! Alzati, ti chiama! (Mc 10,49) - (25/10/2009)
(vai al post "L'incontro con Gesù")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Seguire la luce (30/10/2018)
  Nel buio… Qualcuno ti chiama (23/10/2015)
  Credere è "vedere, ma soprattutto "seguire" (26/10/2012)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 9.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 9.2018)
  di Luigi Vari (VP 8.2015)
  di Marinella Perroni (VP 8.2012)
  di Claudio Arletti (VP 8.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Bartimeo, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, 2012)

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