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venerdì 14 gennaio 2022

Introdotti alla vera festa di nozze


2a domenica del Tempo ordinario (C)
Isaia 62,1-5 • Salmo 95 • 1 Corinzi 12,4-11 • Giovanni 2,1-11
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui" (Gv 2.11). Questa, la fine del brano evangelico proposto per questa domenica (cf. Gv 2,1-11). È l'inizio dei "segni" che Gesù compirà ed è la manifestazione della "sua gloria" ai suoi discepoli, quella "gloria" che avrà compimento nella sua "ora" sul Calvario, manifestazione massima dell'amore di Dio per l'umanità.
È questa umanità, come la Sposa riabilitata, con "un nome nuovo", non più "abbandonata" o "devastata", ma chiamata "Mia Gioia", che il Signore suo Dio accoglierà come una "magnifica corona o un "diadema regale" nella palma della sua mano e gioirà come lo sposo per la sua sposa (cf. Is 62,1-5; I lettura).
A Cana di Galilea, in una festa di nozze dove "non hanno vino" e la sposa non è menzionata e lo sposo è appena nominato solo per constatare la precarietà della festa, l'evangelista Giovanni vuole mettere in risalto un messaggio che va oltre i segni ed il racconto: Gesù è il vero nominato, il vero Sposo, e la sua Sposa è la Comunità dei credenti. È lei quella Sposa introdotta nella vera festa di nozze. Le nostre povere nozze, la nostra vita di relazione, senza il vino dell'amore delle inesauribili sorgenti divine, saranno portate allo splendore della gioia nuziale solo col vino "nuovo" che lo Sposo ci dà in abbondanza: sei anfore con quasi seicento litri di acqua per la nostra purificazione trasformate nel vino della festa: la nostra povera umanità assunta dal Figlio di Dio.
La presenza di Maria rende la vita delle nostre comunità, dove spesso manca il vino, attenta per lasciarci guidare esclusivamente dalla Parola del Figlio: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela" (Gv 2,5). Forse nemmeno lei sa cosa suo figlio voglia fare, dato che la sua "ora" non è ancora giunta. Ma, dall'essere madre premurosa e previdente diventa la prima discepola che "crede" alla parola del figlio ed invita tutti noi, addetti al servizio in favore della comunità, a "metterla in pratica".
È dalla Parola ascoltata, accolta e vissuta che la vita delle nostre comunità sperimenterà l'ebbrezza dello Spirito, vino nuovo delle nozze col suo Signore, se sapremo condividere i doni ricevuti dall'unico Spirito, con tutti, "per il bene comune" (cf. 1Cor 12,4-11; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5)
(vai al testo…)
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) - (17/01/2016)
(vai al testo…)
 I suoi discepoli credettero in Lui (Gv 2,11) - (20/01/2013)
( vai al testo…)
 Qualsiasi cosa vi dica, fatela (Gv 2,5) - (17/01/2010)
(vai al post "Guardare al figlio…")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Lo Sposo che offre il vino nuovo (18/01/2019)
  Colui che riempie le anfore vuote del cuore (15/01/2016)
  Gesù, lo Sposo (18/01/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Marinella Perroni (VP 11.2012)
  di Claudio Arletti (VP 11.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

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