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venerdì 28 gennaio 2022

L'irruenza della Parola


4a domenica del Tempo ordinario (C)
Geremia 1,4-5.17-19 • Salmo 70 • 1 Corinzi 12,31-13,13 • Luca 4,21-30
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il vangelo proposto per questa domenica (cf. Lc 4,21-30) è la prosecuzione di quello della domenica scorsa. Anzi, inizia come si è concluso quel brano: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato" (Lc 4,21). Quale? "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio…" (cf. Lc 4,18-19).
Non conosciamo altro della spiegazione di questo passo di Isaia. Tuttavia in esso è condensato tutto il messaggio e la vita di Gesù, e il suo epilogo sulla Croce.
La sua fama di predicatore e guaritore era già conosciuta, per questo "tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca" (Lc 4,22). Ma come ogni profeta anche Gesù trova avversità tra i suoi, che avanzano privilegi di appartenenza, campanilistici. E dallo stupore di considerarlo semplicemente il "figlio di Giuseppe" il falegname, passano all'indignazione: "Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!" (Lc 4,23). Ma sappiamo bene che Gesù compie i miracoli spinto dalla fede delle persone e non da altre pretese.
Un profeta, infatti, dà fastidio e suscita sempre una divisione, tra chi lo accoglie e chi lo rifiuta, perché la sua parola obbliga ad una scelta. "Non spaventarti di fronte a loro… Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti" ci ricorda l'esperienza di Geremia (cf. Ger 1,4-5.17-19; I lettura).
Sappiamo bene che la parola del profeta non ha confini, non è circoscritta per una cerchia particolare di persone: è Parola di Dio, per tutti! Chi si crede privilegiato non comprende perché Dio possa rivolgersi a chi sta fuori dalla propria cerchia, alle varie vedove di Sarepta o ai vari Naaman siriani di oggi…, a tutti gli emarginati, esiliati e zittiti.
Lo Spirito Santo è su ciascuno che si lascia guidare da Lui. Anche oggi, nonostante tutto, nella Chiesa non mancano i profeti, magari anch'essi "figli di falegnami" senza credito apparente, ma che possiedono l'unico grande carisma: la carità! Ce lo conferma san Paolo quando ci ricorda che se anche "parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita". Come pure se "avessi tutta la conoscenza" ed "il dono della profezia","ma non avessi la carità, non sarei nulla". Quando tutto svanirà, compresa la profezia, "la carità non avrà mai fine" (cf. 1Cor 12,31-13,13; II lettura).
Gli abitanti di Nazaret rifiutano Gesù, che volta le spalle alla sua città. Attraversa la folla dei nemici "pieni di sdegno" e con molta calma continua il suo cammino. Sì, verso l'epilogo del Calvario, ma continuando a beneficare e a sanare tutti coloro che stanno sotto il potere di Satana, perché Dio è con lui (cf. At 10,37-38).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Nessun profeta è bene accetto nella sua patria (Lc 4,24)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Tutti gli davano testimonianza (Lc 4,22) - (03/02/2019)
(vai al testo…)
 Oggi si è compiuta questa Scrittura (Lc 4,21) - (31/01/2016)
(vai al testo…)
 Tutti gli davano testimonianza (Lc 4,22) - (03/02/2013)
( vai al testo…)
 La carità è benevola (1Cor 13,4) - (29/01/2010)
(vai al post "Ciò che resta")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Una "salvezza" per tutti (02/02/2019)
  Non si può uccidere la profezia (29/01/2016)
  Essere profeti, oggi (02/02/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 1.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2019)
  di Luigi Vari (VP 1.2016)
  di Marinella Perroni (VP 1.2013)
  di Claudio Arletti (VP 1.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Passando in mezzo a loro, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, 2019)

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