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venerdì 6 maggio 2022

L'identikit del discepolo


4a domenica di Pasqua (C)
Atti 13,14.43-52 • Salmo 99 • Apocalisse 7,9.14b-17 • Giovanni 10,27-30
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Nella domenica, così detta del "Pastore Buono", la liturgia propone il brano evangelico del capitolo 10 di Giovanni, in particolare le parole che concludono il discorso sul vero pastore, dopo un primo sviluppo in cui Gesù si è presentato come la porta delle pecore e il loro pastore.
Gesù viene interrotto dai suoi avversari che insistono perché dica "apertamente" di essere lui il Cristo e di non lasciarli "nell'incertezza". Ma Gesù rinfaccia la loro incredulità perché "non fanno parte delle sue pecore" (cf. Gv 1024-26).
Così Gesù risponde alle loro domande descrivendo semplicemente l'atteggiamento che le sue pecore debbono avere nei suoi confronti e cosa lui fa per loro.
È l'identikit del vero discepolo: "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono" (Gv 10,27).
Ci sono alcuni verbi importanti in questo rapporto tutto speciale di Gesù e i "suoi". Le pecore "ascoltano", "seguono"; il pastore "le conosce". E quel che più coinvolge: "Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano" (Gv 10,28).
"Ascoltare" non è una semplice azione passiva, ma totale disponibilità a far proprie le parole ascoltate, un tutt'uno con la vita perché messe in pratica. Ascoltare è attuare con tutto noi stessi! Da questo "ascolto" nasce il "seguire", in una sequela libera e gioiosa.
La vita donata dal Figlio è garanzia di vita eterna, è legame indissolubile con Lui: "nessuno strapperà le pecore dalla sua mano". E qui Gesù rivela la vera ragione di questa mirabile unità, quella delle pecore col pastore. Esse sono nel Padre come il Figlio è nel Padre, Uno con Lui (cf. Gv 10, 29-30).
Questo è il destino di coloro che fanno parte delle sue pecore, un gregge non circoscritto, ma "una moltitudine immensa, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua", dove "l'Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita" (cf. Ap 7,9.14b-17; II lettura).
La missione dei discepoli è portare a tutti il dono della vita donataci da Gesù. Ci saranno persecuzioni, lotte , invidie, ma niente potrà fermare il flusso di vita nato dal cuore di Dio. Così è stato per Paolo, nonostante i suoi trascorsi negativi; lui chiamato a portare "la salvezza sino all'estremità della terra". Per questo, i discepoli, ora come allora, per la Parola annunciata ed accolta, sono "pieni di gioia e di Spirito Santo" (cf. At 13,14.43-52; I lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10,30)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Io do la vita eterna (Gv 10,28) - (12/05/2019)
(vai al testo)
 Le mie pecore ascoltano la mia voce (Gv 10,27) - (17/04/2016)
(vai al testo)
 Io conosco le mie pecore ed esse mi seguono (Gv 10,27) - (21/04/2013)
( vai al testo…)
 Le mie pecore ascoltano la mia voce (Gv 10,27) - (23/04/2010)
(vai al post "Ascoltare quella voce")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Nella "sua"mano (10/05/2019)
  Il mio nome è scritto sul palmo della sua mano (15/04/2016)
  Nell'unità del Padre e del Figlio (19/04/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 5.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
  di Luigi Vari (VP 3.2016)
  di Marinella Perroni (VP 3.2013)
  di Claudio Arletti (VP 3.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione: "Ascoltano la mia voce", acquarello di Maria Cavazzini Fortini, aprile 2014)

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