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venerdì 7 giugno 2024

Essere della famiglia di Gesù


10a domenica del Tempo Ordinario (B)
Genesi 3,9-15 • Salmo 129 • 2Corinzi 4,13-5,1 • Marco 3,20-35
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Essere alla sequela di Gesù comporta fare scelte radicali che spesso si scontrano con le dinamiche familiari e sociali.
Il brano evangelico proposto per questa domenica (cf. Mc 3,20-35) ci parla di due tipi di incomprensioni nei confronti di Gesù, una familiare e l'altra quella degli scribi.
La vita itinerante di Gesù è tutta presa dall'incontro con la folla che corre a lui per ascoltare la sua parola e per essere guarita, tanto che Gesù e i suoi discepoli non hanno neppure il tempo per mangiare. I suoi familiari sono preoccupati e, stando "fuori" della casa dove Gesù si trova attorniato dalla fola e sospettando in lui una qualche forma di pazzia, vogliono riportarlo a casa; e mandano a dirgli che sua madre e i suoi fratelli stanno fuori e lo cercano.
Contemporaneamente anche gli scribi lo accusano di essere un indemoniato e di agire in nome di Beelzebul, il capo dei demoni. Gesù smonta la loro accusa dimostrando quanto contradditorio sia il loro ragionamento. In verità, il regno di satana non sarà distrutto perché diviso in se stesso, bensì perché una "forza nuova" è venuta tra noi ed è in grado di liberare chi è prigioniero del male. È Gesù il vincitore. E seguire Lui è partecipare alla sua vittoria.
Essere suoi discepoli comporta un rinnovamento interiore, di mente e di cuore; non essere condizionati neppure dai legami di sangue. Chi segue Gesù fa parte ormai di una nuova famiglia, di coloro che "fanno la volontà del Padre". Questi per Lui sono "fratelli, sorelle e madre".
Può impressionare che nell'ambasciata che considerava Gesù "fuori di sé" per la vita che conduceva ci fosse anche sua madre. Se è vero che Maria è la prima discepola del Figlio, tuttavia anche lei ha dovuto imparare come fare per stare alla Sua sequela. Anche lei è cresciuta nella fede. Già quando perse Gesù dodicenne nel tempio a Gerusalemme si è sentita dire da quel Figlio che lui deve "fare la volontà del Padre". Maria, conservando tutto nel suo cuore, comprende sempre più quale è la sua missione. La comprenderà pienamente nella desolazione ai piedi della croce del Figlio, quando "perde" la sua maternità naturale per assumere una nuova maternità, quella nei confronti dei discepoli del Figlio: "Ecco tuo figlio… Ecco tua madre" (cf. Gv 19,26-27).
È il culmine dell'offerta, dove si comprendono sempre di più le parole del vangelo che ci chiedono di lasciare padre, madre, fratelli, campi… per il Regno (cf. Mt 19,29); come le altre che ci indicano le condizioni per poter essere discepoli di Gesù: posporre all'amore verso di Lui tutti i legami, compresa la propria vita, per essere "degni" di far parte della sua famiglia (cf. Mt 10,37-39).
Tutta la nostra vita quaggiù è preludio ad una vita nella pienezza della risurrezione, "convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui" (2Cor 4,14; II lettura).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre (Mc 3,35)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre (Mc 3,35) - (10/06/2018)
(vai al testo…)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Anche noi "consanguinei" di Gesù (08/06/2018)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 6.2024)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 6.2018)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: I tuoi parenti ti cercano, Bernadette Lopez)

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