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venerdì 26 luglio 2024

Il nostro niente e il tutto di Dio


17a domenica del Tempo Ordinario (B)
2Re 4,42-44 • Salmo 144 • Efesini 4,1-6 • Giovanni 6,1-15
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Una grande folla segue Gesù "perché vedeva i segni che compiva sugli infermi" (Gv 6,2). La gente lo segue… Vuole impadronirsi di Gesù per quello che fa: "Venivano a prenderlo per farlo re" (Gv 6,15).
Purtroppo il desiderio della folla è quello di un messia con un programma umano, di uno che possa risolvere i problemi fondamentali, la salute, il pane.
Tutto questo interpella il nostro seguire Gesù. Abbiamo anche noi bisogno di segni straordinari, di miracoli per poter credere? Così nella nostra ingenuità pensiamo di avere fede. È facile essere religiosi, andare di santuario in santuario e chiedere grazie… Ma il nostro agire è sorretto da sentimenti religiosi o è illuminato dalla Parola di Gesù? La sua Parola è veramente luce per i nostri passi?
Nonostante questo Gesù ha compassione della folla… Il suo operato è sì un concreto sfamare, ma è un "segno" che ci rimanda a qualcosa di molto più grande. Per l'evangelista Giovanni questo è l'inizio del grande discorso sul "pane della vita".
Il racconto è ambientato in prossimità della Pasqua e questo "segno" rimanda al grande Esodo, alla manna discesa dal cielo, all'Esodo della Pasqua di Gesù.
Gesù sa quel che sta per fare. Piuttosto, prendendo l'iniziativa, interpella Filippo sul come sfamare tutta quella gente. Ci si rende subito conto della povertà dei nostri mezzi e dell'impossibilità materiale di sfamare tutti.
Anche la proposta di Andrea, presentando il ragazzo che ha con sé cinque pani d'orzo e due pesci, sembra dire la stesa cosa, forse con un sottofondo di sconcerto o di sfida.
Ma è proprio questo poco che per Gesù fa la differenza!
Senza esitare Gesù risponde: "Fateli sedere", e "dopo aver reso grazie li diede a quelli che erano seduti" fino a saziare tutta quella folla e a raccogliere i pezzi avanzati, "perché nulla vada perduto" (cf. Gv 6, 10-13).
Il "segno" compiuto da Gesù ci rimanda al grande sacramento dell'Eucaristia.
Occorre deporre ciò che si ha nelle mani di Gesù perché il Padre, attraverso Lui, compia il miracolo.
È quello che accade e che sperimentiamo ogni domenica. Senza l'offerta di quel pane e di quel vino che il popolo convocato offre, non ci sarebbe eucaristia.
Quanto è importante chiedere la grazia dello Spirito per comprendere il grande mistero che si compie ogni qualvolta celebriamo l'Eucaristia, dove noi tutti siamo costituiti, in virtù di quel Pane, un solo Corpo.
Occorre offrire il nostro niente, perché ci venga dato il tutto di Dio.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? (Gv 6,5)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:



Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo! (Gv 6,14) - (15/07/2021)
(vai al testo…)
 Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede… (Gv 6,11) - (29/07/2018)
(vai al testo…)
 C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo (Gv 6,9) - (26/07/2015)
(vai al testo…)
 Prese i pani e li diede (Gv 6,11) - (29/07/2012)
(vai al testo…)
 Gesù prese i pani e li diede a quelli che erano seduti (Gv 6,11) - (26/07/2009)
(vai al post "La soluzione della solidarietà")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  L'abbondanza che viene dal nostro poco condiviso (23/07/2021)
  Condividere per moltiplicare (27/07/2018)
  Il "vero pane" sta nella condivisione (24/07/2015)
  Il pane condiviso (27/07/2012)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 7.2024)
  di Antonio Savone (VP 7.2021)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 7.2018)
  di Luigi Vari (VP 6.2015)
  di Marinella Perroni (VP 6.2012)
  di Claudio Arletti (VP 6.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Immagine: Cinque pane e due pesci, Icona, da sito www.etsy.com)

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