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venerdì 9 maggio 2025

In un rapporto di intimità


4a domenica di Pasqua (C)
Atti 13,14.43-52 • Salmo 99 • Apocalisse 7,9.14b-17 • Giovanni 10,27-30
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La quarta domenica di Pasqua è detta del "Buon Pastore", anzi del "Bel Pastore", nella quale si celebra anche la giornata di preghiera per le vocazioni.
Siamo chiamati a far parte del gregge del Pastore "bello". Il nostro essere parte della sua vita è radicata nel fatto che le sue pecore "ascoltano la sua voce" e Lui le "conosce" ed esse "lo seguono" (cf. Gv 10,27).
È un rapporto di intimità. Ascoltare è accogliere l'invito alla sequela. Tutti, ognuno nella propria condizione particolare, siamo chiamati per nome, in una relazione intima, profonda. Il Signore Gesù ci dona la sua vita, che è "eterna", non perché verrà e non finirà, ma perché è divina, piena, traboccante della dinamica trinitaria che già ora ci avvolge e ci rigenera.
Siamo guardati dal Maestro-Pastore che fissa il suo sguardo d'amore nel nostro intimo e ci invita a lasciare tutto e a seguirlo. A noi, perché attaccati ai beni materiali ripetere l'atteggiamento del giovane ricco che si allontana triste oppure, con lo slancio di chi ha colto l'inestimabile dono del Signore, lasciare tutto, come i primi pescatori di Galilea, e seguirlo.
Quei pescatori lo seguono non perché sono perfetti o più bravi di altri, ma perché lo sguardo di Gesù ha toccato il loro cuore. Si instaura un rapporto di amore ed ogni remora si dissolve.
Gesù ripete anche oggi: "Io do loro [alle mie pecore] la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano" (Gv 10,28).
Il Signore dà la vita perché dona tutto sé stesso e con Lui tutta la Trinità. Nel cuore della Trinità è la nostra dimora, dove anche il Padre non permetterà che qualcuno ci strappi dalla sua mano, perché il Padre e il Figlio sono una cosa sola (cf. Gv 10,29-30).
Nel cuore della Trinità facciamo l'esperienza, già fin d'ora, di essere fratelli e figli di quel Dio che è Amore, nella gioia dello Spirito del Padre e del Figlio.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco (Gv 10,27)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10,30) - (08/05/2022)
(vai al testo)
 Io do la vita eterna (Gv 10,28) - (12/05/2019)
(vai al testo)
 Le mie pecore ascoltano la mia voce (Gv 10,27) - (17/04/2016)
(vai al testo)
 Io conosco le mie pecore ed esse mi seguono (Gv 10,27) - (21/04/2013)
( vai al testo…)
 Le mie pecore ascoltano la mia voce (Gv 10,27) - (23/04/2010)
(vai al post "Ascoltare quella voce")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  L'identikit del discepolo (06/05/2022)
  Nella "sua"mano (10/05/2019)
  Il mio nome è scritto sul palmo della sua mano (15/04/2016)
  Nell'unità del Padre e del Figlio (19/04/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 5.2025)
  di Antonio Savone (VP 5.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
  di Luigi Vari (VP 3.2016)
  di Marinella Perroni (VP 3.2013)
  di Claudio Arletti (VP 3.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione: Il buon pastore, Icona contemporanea, Scandale, Crotone, Eremo della Santa Croce)

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