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venerdì 23 maggio 2025

Amare e osservare la Parola


6a domenica di Pasqua (C)
Atti 15,1-2.22-29 • Salmo 66 • Apocalisse 21,10-14.22-23 • Giovanni 14,23-29
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Ci si sta avvicinando alla solennità di Pentecoste e il brano evangelico di questa domenica ci mette nell'atteggiamento di attesa dello Spirito Santo, "il Paraclito che il Padre manderà nel mio nome", assicura Gesù (cf. Gv 14,26).
Questa promessa è anticipata da una premessa indispensabile: l'amore a Gesù e l'osservanza della sua parola, condizione perché il Padre e il Figlio prendano dimora nel nostro cuore: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole…" (Gv 14,23-24).
In verità queste parole di Gesù sono la risposta ad una domanda precisa di Giuda, non l'Iscariota, che qui nel testo odierno è stata omessa: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?" (Gv 14,22). Siamo nell'intimità del Cenacolo, prima della passione. E lì c'è la cerchia più stretta dei discepoli. È una rivelazione riservata a pochi o è rivolta a tutti? Il disegno di Dio non prevede che "tutti siano uno"? La risposta di Gesù, come spesso accade, capovolge l'impostazione della domanda. Non si tratta di noi o di altri. La risposta è indirizzata alla persona che ama e osserva le parole di Gesù, che sono poi quelle del Padre.
È nell'intimo del cuore umano, nel "tu a tu" col Signore, che si gioca la partita. Non è questione di numeri o di appartenenza. È questo vale anche per noi oggi, per coloro che si considerano cristiani. La dimora di Dio nel cuore umano dipende dalla Parola accolta e vissuta, quale condizione indispensabile perché lo Spirito Santo promesso possa essere effuso nei nostri cuori e trasformi la nostra vita, insegnandoci ogni cosa, portando alla mente e al cuore le parole del Maestro (cf. Gv 14,26).
L'appello di Gesù è rivolto alla singola persona, non ad una comunità o ad una assemblea. L'effetto sulla comunità sarà l'incontro di persone, inabitate dalla Trinità, che formano l'unico corpo di Cristo, perché amano "come" Gesù ama. Ed è l'unico Gesù che ama in noi e negli altri.
Allora la pace che il Signore ci offre è una pace vera, non come quella del mondo; una pace che non nasce da una rassicurante presenza fisica o da consolazioni immediate, ma si misura con l'assenza e con una diversa forma di presenza: "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Se uno mi ama, osserverà la mia parola (Gv 14,23)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore (Gv 14,27) - (22/05/2022)
(vai al testo)
 Se uno mi ama, osserverà la mia parola (Gv 14,23) - (26/05/2019)
(vai al testo)
 Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto (Gv 14,26) - (1°/05/2016)
(vai al testo)
 Non sia turbato il vostro cuore (Gv 14,27) - (5/05/2013)
( vai al testo…)
 Se uno mi ama, osserverà la mia parola (Gv 14,23) - (7/05/2010)
(vai al post "L'amore, risposta alla Parola")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  La pace che ci è data (20/05/2022)
  La pace di Gesù (24/05/2019)
  Dio non si merita, si accoglie (29/04/2016)
  La realtà più vera che anima la Chiesa, l'amore (3/05/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 5.2025)
  di Antonio Savone (VP 5.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
  di Luigi Vari (VP 3.2016)
  di Marinella Perroni (VP 3.2013)
  di Claudio Arletti (VP 4.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola", G. Trevisan, La Domenica 25 maggio 2025)

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