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venerdì 16 maggio 2025

Nella "notte" la "gloria"


5a domenica di Pasqua (C)
Atti 14,21b-27 • Salmo 144 • Apocalisse 21,1-5a • Giovanni 13,31-33a.34-35
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il brano evangelico di questa domenica ci riporta nel contesto dell'ultima cena. Dopo la lavanda dei piedi, con l'invito di Gesù a fare altrettanto, a lavarci cioè i piedi l'un l'altro, nella beatitudine promessa a coloro che si comportano così, nel momento in cui Giuda esce da cenacolo, Gesù dice: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato" (cf. 13,31).
Sì, nell'ora delle tenebre, quando Satana è entrato in Giuda e fuori è notte e Giuda, con la notte nel cuore, si allontana da Gesù (la tenebra che sfugge alla luce), in quest' "ora" Gesù parla della sua gloria.
In questo tempo di Pasqua in cui la Vita esplode e la morte è vinta, non è un ritornare indietro, prima della passione, perché non c'è resurrezione senza passione e morte, dove l'evento morte e vita in Gesù sono un'unica realtà umano-divina.
Infatti, l'annientamento del Figlio, nel suo "svuotarsi", è il culmine dell'amore che dona tutto sé stesso, è il momento in cui il Padre "esalta" il Figlio (cf. Fil 2,7-9).
Questa è l' "ora". È nel contesto di una cena, di una convivialità, nel momento dell'addio. In questo commiato di Gesù dai suoi, Gesù dona il suo essere vero, nella consegna di quel comandamento che lui definisce "nuovo": "Amatevi gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (cf. Gv 13,34).
L'amore scambievole è il distintivo dei discepoli di Gesù. È la legge nuova dei figli della risurrezione. Non un amore qualsiasi. È l'amore che ha la sua radice nella Trinità. È lo stesso amore di Gesù. Non è tanto un modello da imitare, è dentro di noi, fa parte del nostro DNA, e zampilla come una sorgente che dona vita.
I seguaci di Gesù non possono scambiarsi se non l'amore di Gesù stesso, quello che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito.
È un amore "genetico", non imitativo. Non è un amore moralistico. Noi siamo anfore vuote che si lasciano riempire dall'esuberanza dell'amore divino, nell'esercizio continuo di "svuotarci" davanti ad ogni prossimo da amare, nell'ascolto e nell'accoglienza reciproca.
Il nostro amore ha la sua radice in quel "come" Gesù ci ha amati. È un amore che cresce e si irrobustisce in mezzo ai nostri limiti, ai nostri fallimenti, ai nostri alti e bassi. A noi lasciarsi guidare dallo Spirito, aperti ad un amore incondizionato, cha sa di perdono, di riconciliazione, di fiducia reciproca, di abbandono nel cuore della Trinità.

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Vedi anche: Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri (Gv 13,34) - (15/05/2022)
(vai al testo)
 Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (19/05/2019)
(vai al testo)
 Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (24/04/2016)
(vai al testo)
 Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (28/04/2013)
( vai al testo…)
 Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) - (30/04/2010)
(vai al post "Il distintivo del cristiano")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Testimoni della presenza del Risorto (13/05/2022)
  Da questo tutti sapranno (17/05/2019)
  Amarci con lo "stile" di Gesù (22/04/2016)
  La fisionomia inconfondibile della comunità cristiana (27/04/2013)

Commenti alla Parola:
  di Goffredo Boselli (VP 5.2025)
  di Antonio Savone (VP 5.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
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  di Marinella Perroni (VP 3.2013)
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  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: "Amatevi gli uni gli altri", G. Trevisan, La Domenica 18 maggio 2025)

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