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martedì 15 febbraio 2022

Dare la vita per la propria gente


Il numero 229 (luglio/agosto 2021) della Rivista Il Diaconato in Italia conclude la serie di contributi dedicati, nell'annata, alla "diaconia del dialogo e dell'amicizia sociale: diaconi senza frontiere", sullo sfondo dell'enciclica di papa Francesco Fratelli tutti, prendendo in particolar modo spunto dalla parabola del Buon Samaritano. Gesù, infatti, ci invita a farci presenti - scrive papa Francesco - «alla persona bisognosa di aiuto, senza guardare se fa parte della propria cerchia di appartenenza»; e fa una precisa richiesta: «"Va' e anche tu fa così" (Lc 10,37). Vale a dire, ci interpella perché mettiamo da parte ogni differenza e, davanti alla sofferenza, ci facciamo vicini a chiunque» (FT 81).
In quest'ottica ho proposto, nel numero 229 della Rivista, sotto il titolo «Dare la vita per la propria gente», alcune esperienze dell'amico Rocco Goldini, diacono di Gela (diocesi di Piazza Armerina, Sicilia), morto dodici anni fa. Ne ho parlato spesso in questo blog (vedi i posti dall'etichetta «Rocco racconta»).
Nell'articolo riporto alcuni stralci di corrispondenza intrattenuta negli ultimi due anni della sua vita. Personalmente è stato per me uno stimolo e una testimonianza significativa nel mio ministero per il suo modo di essere diacono, sia in campo ecclesiale che in quello civile. Rocco, infatti, sposato con Rosa e padre di Giuseppe, Nuccia e Elisabetta, era ispettore capo della polizia municipale della sua città.
Ho concluso il mio articolo con le parole di papa Francesco, che bene riflettono lo spirito con cui Rocco ha vissuto il suo ministero diaconale: «Il samaritano della strada se ne andò senza aspettare riconoscimenti o ringraziamenti. La dedizione al servizio era la grande soddisfazione davanti al suo Dio e alla sua vita, e per questo un dovere» (FT 79).


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