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venerdì 8 aprile 2022

Ha dato tutto se stesso


Domenica delle Palme (C)
Isaia 50,4-7 • Salmo 21 • Filippesi 2,6-11 • Luca 22,14 - 23,56
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

L'inizio della Settimana Santa con la domenica delle Palme, con l'ingresso di Gesù a Gerusalemme osannato dalla folla e il racconto della Passione secondo Luca (cf. Lc 22,14-23,56), ci indroduce nel mistero profondo dell'amore di Dio per l'umanità.
Per amore il Figlio di Dio "non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini" (cf. Fil 2,6-11; II lettura).
Per amore "ha presentato il suo dorso ai flagellatori, le guance a coloro che gli strappavano la barba; e non ha sottratto la faccia agli insulti e agli sputi" (cf. Is 50,4-7; I lettura).
Ha dato la vita per noi! Non c'è amore più grande di chi dà la vita per i propri amici (cf. Gv 15,13): non ci chiama più servi, infatti, ma amici, perché ci ha introdotti nel seno della Trinità, nei segreti del Padre (cf. Gv 15,15).
Gesù ha dato tutto. Ha lasciato se stesso come cibo. Luca inizia il racconto della passione con l'istituzione dell'Eucaristia: "Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione" (Lc 22,15). Nell'Eucaristia è concentrato tutto quello che Gesù ha detto e fatto ed in essa ci dona tutto se stesso. Se stesso, per fare di noi Lui! Nell'Eucaristia Gesù esprime tutta la debolezza del Dio-Uomo e tutta la forza del Dio-Amore, facendosi compagno di viaggio nei tradimenti, nella nostra incapacità di vegliare con Lui nel momento della prova, nel farsi carico del buio che copre la faccia della terra dove continua a perversare odio e morte.
Vediamo Gesù appeso al legno della croce. È tutto finito? La morte ha avuto il sopravvento? Se fosse così, sarebbe veramente la fine. Ma noi siamo in attesa del "terzo giorno", il giorno della vittoria, consapevoli di "non restare delusi" (cf. Is 50,7). Per l'obbedienza del Figlio, infatti, il Padre "lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni altro nome" perché ogni ginocchio si pieghi e ogni lingua proclami che Gesù è il Signore (cf. Fil 2,8-11).
Sì, anche noi assieme al centurione direttamente coinvolto in questo dramma, facciamo la nostra professione di fede: "Veramente quest'uomo era giusto" (Lc 23,47); e con rinnovato impegno vogliamo seguire il Signore Gesù con tutto noi stessi, volendo essere anche noi, con Lui, Eucaristia per i nostri fratelli.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione (Lc 22,14)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
Questo è il mio corpo che è dato per voi (Lc 22,19) - (14/04/2019)
(vai al testo…)
 Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi (Lc 22,15)) - (20/03/2016)
(vai al testo)
 Veramente quest'uomo era giusto (Lc 23,47) - (24/03/2013)
( vai al testo…)
 Ho presentato il mio dorso ai flagellatori (Is 50,6) - (26/03/2010)
(vai al post "Amare sino alla fine")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Verso la Pasqua (12/04/2019)
  La vita ci viene dal cuore trafitto di Dio (18/03/2016)
  Gioia e dolore! (22/03/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 4.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2019)
  di Luigi Vari (VP 2.2016)
  di Marinella Perroni (VP 2.2013)
  di Claudio Arletti (VP 2.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

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