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venerdì 29 aprile 2022

Il Risorto nella nostra vita


3a domenica di Pasqua (C)
Atti 5,27b-32.40b-41 • Salmo 29 • Apocalisse 5,11-14 • Giovanni 21,1-19
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Dopo la risurrezione di Gesù, gli apostoli se ne tornano in Galilea, dove li avrebbe preceduti il Signore risorto (cf. Mt 28,7), là dove tutto era cominciato. In Galilea il Signore si fa presente nel luogo di ogni giorno, nella quotidianità della vita. "Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti" (Gv 21,14). Un numero, il tre, che indica la pienezza, quasi ad indicare che è così che il Risorto mi manifesta anche oggi alla sua comunità, nella realtà quotidiana dell'esistenza.
"Io vado a pescare", dice Pietro. E gli altri che lo seguono (cf. Gv 21,3). Sono in sette, numero simbolico di una comunità completa, che si ritrova ad affrontare la vita senza il Maestro. Ma come è possibile ritornare alla vita ordinaria? Avevano ricevuto il mandato di andare ad annunciare a tutti la novità che il Signore è risorto e che sarebbe stato con noi sempre. La fede nella risurrezione, anche per i cristiano di oggi, è una illusione religiosa? Le nostre comunità fanno esperienza del Signore risorto presente ed operante in mezzo a noi?
Gesù si presenta anche oggi, come in riva al lago di Tiberiade, e non sempre riusciamo a cogliere immediatamente la sua presenza. Non si presenta a noi con segni straordinari, ma con la semplice e familiare richiesta concreta di qualcosa da mangiare (cf. Gv 21,5).
Fidarsi del Signore significa gettare realmente la rete per la pesca, nonostante quella notte i discepoli non avessero preso nulla. Una rete piena di pesci, una rete che non si spezza; segno del mandato missionario rivolto a tutte le genti: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" (Gv 20,21).
"È il Signore!" (Gv 21,7). È Lui che spezza il pane per noi e con noi, quando facciamo memoria di Lui per poi tornare alla realtà della nostra vita quotidiana, sostenuti da quel pane che è Lui stesso e che ci fa fratelli. Solo nell'amore, infatti, possiamo fare esperienza del Risorto vivo in mezzo a noi. A Pietro Gesù chiede per tre volte se lo ama, se gli vuol bene (quasi a compensare il triplice rinnegamento), per potergli affidare la missione di pascere il suo gregge, in una sequela fino al dono della vita.
A ciascuno di noi viene offerta la possibilità di sperimentare il perdono per le nostre colpe e di aprirci alla vita avvenire nella fede sincera che il Signore risorto è sempre con noi.

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Simone, figlio di Giovanni mi ami più di costoro? (Gv 21,15)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
 È il Signore! (Gv 21,7) - (05/05/2019)
(vai al testo)
 È il Signore! (Gv 21,7) - (10/04/2016)
(vai al testo)
 Simone, mi ami? (Gv 21,16) - (14/04/2013)
( vai al testo…)
 Signore, tu sai che ti voglio bene (Gv 21,17) - (16/04/2010)
(vai al post "Il primato dell'amore")

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  Una parola che "ricostruisce" (03/05/2019)
  Mi vuoi bene? (08/04/2016)
  L'amore al di sopra di tutto! (12/04/2013)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 5.2022)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 5.2019)
  di Luigi Vari (VP 3.2016)
  di Marinella Perroni (VP 3.2013)
  di Claudio Arletti (VP 3.2010)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce, di Bernadette Lopez, 2014)

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