1a domenica di Quaresima (C)
Deuteronomio 26,4-10 • Salmo 90 • Romani 10,8-13 • Luca 4,1-13
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Appunti per l'omelia
Il figlio di Dio, che ha assunto la nostra carne mortale, ha sperimentato tutto di noi, tranne il peccato: la nostra fragilità, le nostre paure, le nostre tentazioni.
All'inizio di questo cammino quaresimale focalizzo l'attenzione su un aspetto particolare, su una Parola: "Il Signore, Dio tuo, adorerai" (Lc 4,8). È puntare la bussola della nostra vita su un punto preciso, essenziale, imprescindibile: Dio solo! Allora viene da chiederci: Dio è al primo posto nelle scelte della nostra vita? Le tentazioni, stigmatizzate nel racconto evangelico nel piacere, nel possedere e nel potere, non fanno altro che porre l'attenzione su noi stessi. Un piacere che è soddisfazione immediata dei nostri bisogni senza ponderazione facendo leva sulla nostra fragilità; un possedere che fa leva sulle cose materiali per controllare cose e persino persone; il potere che è un sentirsi superiori agli altri da prendere il posto di Dio.
È mettere se stessi al primo posto, quel posto che nella nostra vita e in quella degli altri spetta a Dio. Lui ci ha creati per sé, perché fossimo testimonianza dell'amore che è l'essenza divina della Trinità.
Le tentazioni nel deserto, luogo di solitudine e di morte, esprimono la nostra condizione umana e la nostra possibilità di scelta. Dio tuttavia è sempre presente e ci è sempre accanto. Gesù stesso, pieno di Spirito Santo, è condotto nel deserto ed essere tentato.
Il Signore dona se stesso nella sua Parola. La discriminante delle tentazioni raccontare ruotano tutte attorno alla Parola di Dio. Ed è importante capire che la stessa Scrittura può essere utilizzata per il bene o manipolata per il male. Il diavolo conosce la Scrittura e la usa per i suoi fini e ne abusa perché ha lo sguardo concentrato su se stesso e gli altri servono per i suoi interessi.
Ora invece la Parola può veramente diventare forza nella nostra vita se abbiamo sempre il cuore rivolto alla Fonte e gli orecchi attenti ad ascoltare Colui che la pronuncia. Allora sì che la Parola diventa guida per la nostra vita, "sulla bocca e nel cuore" (cf. Rm 10,8). Una Parola accolta nell'umiltà e nell'ascolto interiore, condivisa nella comunione con i fratelli in modo che diventi non una "privata interpretazione" (cf. 2Pt 1,20), ma eco della Parola di Colui che ha promesso di essere sempre con noi, uniti nel suo nome, nella carità che ci fa figli dell'unico Padre.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Il Signore, Dio tuo, adorerai (Lc 4,8)
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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• Per quaranta giorni, tentato da diavolo (Lc 4,1) - (06/03/2022)
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• Gesù era guidato dallo Spirito nel deserto (Lc 4,1) - (10/02/2019)
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• Non di solo pane vivrà l'uomo (Lc 4,4) - (14/02/2016)
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• Gesù era guidato dallo Spirito nel deserto (Lc 4,1) - (17/02/2013)
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• Il Signore, Dio tuo, adorerai (Lc 4,8) - (19/02/2010)
(vai al post "La preghiera, respiro dell'anima")
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
• L'ora delle scelte (04/03/2022)
• «Sta scritto» (08/03/2019)
• La vera forza viene dalla fiducia in Dio (12/02/2016)
• Un profondo atto di fede (15/02/2013)
Commenti alla Parola:
• di Goffredo Boselli (VP 3.2025)
• di Antonio Savone (VP 3.2022)
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 3.2019)
• di Luigi Vari (VP 1.2016)
• di Marinella Perroni (VP 1.2013)
• di Claudio Arletti (VP 1.2010)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
• di Letture Patristiche della Domenica
(Immagine: La tentazione del pane, G. Trevisan, La Domenica 9 marzo 2025)
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