3a domenica di Quaresima (C)
Esodo 3,1-8a.13-15 • Salmo 102 • 1 Corinzi 10,1-6.10-12 • Luca 13,1-9
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Appunti per l'omelia
Il Signore Gesù è venuto per rivelarci il vero volto del Padre, che è misericordia e vuole la salvezza di tutti. Non è un giudice spietato che ripaga secondo le nostre colpe, come la religiosità del tempo di Gesù (e per certi versi anche la nostra) vorrebbe farci intendere.
I fatti di cronaca raccontati nel brano evangelico proposto (cf. Lc 13,1-19) non ci indicano il castigo per colpe commesse, quanto piuttosto l'invito alla conversione. Se non ci convertiamo, "periremo tutti allo stesso modo", direbbe Gesù. Se la nostra conversione non è sincera, se la nostra vita, le nostre scelte non sono secondo Dio, non possiamo capire perché certe situazioni, anche dolorose, accadono. Non certo perché il Signore ci voglia ripagare per le nostre azioni non buone. Invece è Lui che si china su di noi per esserci accanto, insegnarci la pazienza dell'agricoltore.
La storia è fatta di intrecci di eventi e di situazioni, di incontri e di sorprese che scandiscono la lotta tra la vita e la morte, tra il bene e il male. In questo percorso, tra montagne da scalere e valli da esplorare, non siamo soli: il Signore è con noi.
"Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto - dice Dio a Mosè - e ho udito il suo grido… Sono sceso per liberarlo…" (cf. Es 3,7-8; I lettura). Sì, Dio, in Gesù, è sceso nella fragilità della nostra vita, nella nostra miseria, nella nostra morte. Gesù è quel contadino che supplica il padrone della vigna di aspettare ancora perché il fico porti frutto. È Lui che zapperà attorno e metterà il concime perché porti frutto per l'avvenire, perché possiamo dare il meglio di noi stessi. Tuttavia ci è dato un tempo, e questo non è indefinito. È l'urgenza della conversione. Occorre impegnarsi.
L'immagine del fico della parabola rimanda al dono della Legge (il fico è simbolo della Torah), che è pedagogia che apre alla vita donata da Gesù. Occorre che l'osservanza dei precetti sia accompagnata sempre dalla misericordia, che è il "concime" per portare frutto. Diversamente la Legge senza l'amore, la carità, è la vera causa della morte. La Legge senza la carità è morta, è sterile, priva di vita.
Allora se vogliamo cogliere l'invito ad essere piante che danno frutto, occorre lasciarsi scavare attorno e lasciarsi concimare dalla fecondità della Parola e dei Sacramenti che ci vengono offerti per vivere bene il tempo che ci è dato.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai (Lc 12,9)
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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo (Lc 12,3) - (24/03/2019)
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• Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo (Lc 12,3) - (24/03/2019)
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• Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo (Lc 12,3) - (28/02/2016)
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• Venne nella sua vigna a cercarvi frutti (Lc 13,6) - (03/03/2013)
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• Venne nella sua vigna a cercarvi frutti (Lc 13,6) - (05/03/2010)
(vai al post "I nostri frutti")
Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• La pazienza di Dio non si logora nell'attesa (18/03/2022)
• Conversione, ragione di vita (22/03/2019)
• La pazienza di Dio non si logora nell'attesa (18/03/2022)
• Gesù per primo si è impegnato per me (26/02/2016)
• Frutti di conversione (01/03/2013)
Commenti alla Parola:
• di Goffredo Boselli (VP 3.2025)
• di Antonio Savone (VP 3.2022)
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 3.2019)
• di Luigi Vari (VP 1.2016)
• di Marinella Perroni (VP 2.2013)
• di Claudio Arletti (VP 2.2010)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
(Immagine: Lascialo ancora… Zapperò perché porti frutto, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, marzo 2019)
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