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venerdì 27 novembre 2020

Nell'attesa dell'incontro


1a domenica di Avvento (B)
Isaia 63,16-17.19;64,2-7 • Salmo 79 • 1Corinzi 1,3-9 • Marco 13,33-37
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Con questa prima domenica di Avvento iniziamo un nuovo ciclo liturgico, nella contemplazione del mistero del ritorno del Signore Gesù, in continuazione con il vangelo ascoltato nelle ultime domeniche dell'anno liturgico appena concluso.
Avvento, che significa "venuta", "attesa", ed anche "presenza", perché Colui che attendiamo è sempre presente in mezzo a noi "fino alla fine dei tempi" (cf. Mt 28,20).
È un periodo, questo dell'Avvento, che ci prepara all'incontro col Signore che viene: viene alla fine del tempo, viene oggi nella quotidianità della mia vita. E se ci prepariamo all'avvento del Natale è per ricordarci che il Signore Gesù viene oggi come luce che vince le tenebre di questo mondo. Una luce che vuole dare senso alla nostra vita, soprattutto in questo momento tragico di pandemia, dove sperimentiamo la fragilità della nostra esistenza, "avvizziti come foglie, portati via dal vento a causa della nostra iniquità" (cf. Is 63, 5), invitati a prendere coscienza che "noi siamo argilla e il Signore è Colui che ci plasma, tutti noi, opera delle sue mani" (cf. Is 63, 7).

Ecco allora l'invito pressante a "rimanere svegli", a "vegliare", come i servi in attesa del ritorno del loro padrone, perché non sappiamo "quando il padrone di casa ritornerà", ed ogni ora è buona: "fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati" (cf. Mc 13,33-37).
L'imperativo è "vegliare!", per prepararci all'incontro che può cambiare la nostra vita.
"Avvento": parabola di tutta la nostra vita, nell'attesa gioiosa e trepidante di un incontro che possiamo solo immaginare, ma che la promessa di un Dio, che ha dato la vita per me, mi apre alla piena dimensione della vita stessa di Dio.
"Avvento": parabola di ogni incontro, di ogni nostra risposta a Colui che nel fratello bussa alla mia porta e chiede ascolto, accoglienza, comunione, fraternità.
La Carità di Cristo, che abita i nostri cuori e dà spessore alla nostra vita, ne è la garanzia, mentre attendiamo la sua manifestazione. Sarà Lui stesso, infatti, che "ci renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel Suo Giorno" (cf. 1Cor 1,9).

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Lo dico a tutti: vegliate! (Mc 13,37)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Fate attenzione, vegliate (Mc 13,33) - (03/12/2017)
(vai al testo…)
 Vegliate, perché non sapete quando è il momento (Mc 13,33) - (30/11/2014)
(vai al testo…)
 Aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo (1Cor 1,7) - (27/11/2011)
(vai al testo…)
 Noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma (Is 64,7) - (28/11/2008)
(vai al post "Lasciarsi plasmare")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Vegliare nell'attesa di Colui che è "il Veniente", "il Presente" (02/12/2017)
  Mantenere il desiderio dell'incontro (28/11/2014)
  L'attesa vigilante (25/11/2011)

Vedi anche i post:
  Vegliare con il cuore (01/12/2008)
  Oltre la notte (02/12/2008)

Commenti alla Parola:
  di Antonio Savone (VP 10.2020)
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Luigi Vari (VP 10.2014)
  di Marinella Perroni (VP 10.2011)
  di Claudio Arletti (VP 10.2008)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Immagine: Vegliate dunque, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, novembre 2017)

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